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Autore: RubyChubb    24/01/2008    11 recensioni
Spinse con forza la porta di vecchio legno scuro e vetro. Una serie che pareva infinita di scricchiolii e mugolii accompagnò quel breve momento e, non appena anche l’ultimo centimetro del suo corpo fu all’interno, la richiuse. Uno tintinnio sottolineò la sua presenza: attaccati sulla porta, piccoli e di bronzo, delle piccole campanelle avevano suonato fin dal primo istante in cui la sua mano si era appoggiata sulla nera maniglia esterna.... -RubyChubb-
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2

 

Dopo essersi divorato letteralmente una pizza formato gigante con doppia mozzarella e doppia salsiccia, si sdraiò sul letto, sentendosi pieno come l’arca di Noè. Aveva passato tutto il pomeriggio a giocare ininterrottamente e ora, con la testa e gli occhi stanchi, avrebbe voluto solo dormire, ma soprattutto, dimenticare la giornataccia appena passata, senza pensare che la successiva sarebbe stata addirittura peggio. 
Se David avesse saputo cosa era successo, cioè che non avevano fatto altro che litigare, si sarebbe incazzato a sua volta…
Sentì il cellulare squillare prepotentemente dal salotto e, con riluttanza, andò a rispondere.
"Oh cavolo!", esclamò, quando vide da chi proveniva la chiamata… Helen, la sua ragazza, o meglio, quella con cui si frequentava da tre mesi, o giù di lì. Titubante, rispose.
“Pronto?”
Lo sapevo che te ne saresti dimenticato, lo sapevo!”, esclamò lei, appena l’ultima lettera venne pronunciata.
“Scusami Helen, ma oggi è stata una giornata tremenda!”, provò a giustificarsi Georg.
Non me ne frega niente! Ti dimentichi tutto!”, continuò lei, che ormai era partita per la tangente.
“Dai, Helen, capiscimi… lo sai che non è un periodo facile, che siamo sempre stressati e sotto pressione…”
Non sai lasciarti il lavoro alle spalle? Non sai chiudere i tuoi problemi fuori dalla nostra vita?
“Mi cambio e vengo.”, le disse, cercando di farla contenta.
No, guarda, puoi rimanere a casa!”, ribatté lei, chiudendo la chiamata.
Buttò stancamente il telefono sul divano e se ne tornò in camera, trascinandosi i piedi dietro. Ecco, poteva la sua giornata non concludersi con un’ultima discussione con Helen? Apparentemente no. Quella sera avevano programmato di passare la serata al cinema, a vedersi l’ultimo film di Spielberg. A parte il fatto che se n’era veramente dimenticato, non ne aveva nemmeno molta voglia.
Giornata di merda, trasformatasi in giornata del cazzo. Poteva solo starsene a letto, almeno in quel modo non avrebbe litigato con nessuno. Anche se erano le nove, spostò le coperte e, dopo aver sistemato i cuscini per rendere la sua seduta più comoda, si mise a guardare cosa proponeva la pay tv…. Dopo cinque minuti di zapping selvaggio, lo schermo diventò nero. Abbandonò il telecomando e, dopo aver avvicinato le gambe al petto, si mise a guardare il soffitto.
Niente sonno, niente in tv, niente di niente.
A meno che…
Uscì dalla camera e se ne tornò in salotto. Appoggiato sopra il divano, il libro.

Si rinfilò sotto le coperte e riprese la lettura.
Capitolo 3, ‘La vecchissima Morla’.
Ritrovò Atreiu, sul suo cavallo Artax, che correva senza direzione, senza meta, ma con uno scopo ben preciso. Trovare una cura per l’imperatrice. Si ricordava della scena che stava per leggere. La palude della tristezza… se non pensava male, il cavallo Artax stava per morire, inghiottito dalla melma della palude, che divorava chiunque si facesse prendere da tristi pensieri.
Ed infatti, dopo poco accadde. Poi lesse di come Atreiu parlò con Morla, la millenaria e scorbutica tartaruga, l’unica che sapeva quale fosse la cura per la regina. Lo aveva scoperto in sogno, glielo aveva detto il Bufalo Purpureo, l’animale che aveva sempre cacciato per sfamare il villaggio.

‘Tu hai la vita breve, piccolo, noi abbiamo la vita lunga. Troppo lunga. Ma viviamo nel tempo. Tu per poco, noi per molto. L’infanta Imperatrice no. Lei c’era già prima di noi. Ma non è vecchia. Lei è sempre giovane. Già, guarda un po’. Lei non vive nel tempo, ma nei nomi. Ogni tanto ha bisogno di un nume nuovo. Sicuro, ha sempre bisogno di nomi nuovi.’, lesse dalle pagine del libro.
Un nome nuovo?

‘Aspetta’, gridò Atreiu, ‘da dove prende i nomi nuovi? Chi le può dare un nome? Dove posso trovare un nome?’.
‘Nessuno di noi’, udì il gorgoglio di Morla, ‘ nessuna creatura di Fantàsia può darle un nome nuovo. Perciò è tutto inutile.’

Se era uno degli abitanti di Fantàsia a poterle dare un nome, non si sarebbe chiamata ‘La storia infinita’… 
Cercò di tornare con la mente al film, per cercare di capire quale sarebbe stata la soluzione di quel racconto, ma non si ricordava chi poi, alla fine, avrebbe dato un nome nuovo all’imperatrice.
Sbadigliò.

‘Ma chi allora?’, gridò Atreiu fuori di sé, ‘Chi allora può darle un nome e salvare tutti noi?’
Ecco, quella era una domanda sensata.
‘Non fare tanto baccano!’, fece Morla, ‘Lasciaci in pace e vai via. Neanche noi sappiamo chi può farlo.’
Eh, ma che palle!
‘Dimmi chi lo sa, e ti lascio in pace per tutta l’eternità.’
‘Ma che importa, tanto fa lo stesso.’, rispose, ‘Forse Uyulala dell’Oracolo Meridionale.’

Che stronza quella tartaruga gigante… se lo sapeva, perchè non glielo diceva e basta!
Sbadigliò ancora, i suoi occhi lacrimarono pesantemente.

‘Non ci puoi arrivare in nessun caso, piccolo. Non in diecimila giorni di viaggio. La tua vita à troppo breve per questo.’
Le sue mani persero forza e il libro cadde su di un lato.
Si era addormentato…
 

Sentì un rumore strano.
Poi di nuovo silenzio.
Poi ancora quel rumore.
Poi più niente.
Un’altra volta. Che rumore era? Pareva un animale.
Un nitrito?
Aprì gli occhi, attirato.
A due centimetri dalla sua fronte le narici di un cavallo. Si alzò di scatto a sedere e si guardò intorno, appena i suoi occhi furono capaci di distinguere le forme ed i colori. Tanta erba, tantissimo verde. Steli lunghi, alti, color smeraldo che si muovevano, ondeggiando come in una danza orientale.
Si mise in piedi, chiedendosi dove si trovasse. Intorno a lui colline, pendii e pianure di erba verde, come onde del mare… era nel Mare Erboso.
Un colpo sulla sua spalla. Si voltò.
Un maestoso cavallo bianco, senza sella, senza briglie. Era così alto e così muscoloso che pareva il più grande cavallo che avesse mai visto in vita sua… Artax?
Gli venne da guardarsi addosso. Aveva solo un gilet di pelle scura e pantaloni dello stesso colore, era scalzo. Un peso sulle sue spalle. Una faretra piena di frecce ed un arco. Era diventato… Atreiu?
…..
Ma che cazzo di sogno era?
Il cavallo nitrì di nuovo, si alzò sulle sue forti gambe posteriori e ricadde pesantemente sul suolo, facendolo vibrare sotto il suo peso. Pareva scosso ed agitato, si muoveva a piccoli passi a destra ed a sinistra, scuotendo la coda. Era molto nervoso
Era tutto così reale… l’odore dell’erba fresca, del cavallo, del cuoio dei suoi vestiti…
Un grido lontano.
Pareva avvicinarsi sempre di più a lui.
Guardò verso la direzione in cui pensava provenisse. Non appena la sua vista si mise a fuoco, represse a malapena una risata. Poi sentì la paura salire piano piano… piano piano… sempre di più.
“Laaaaadddddrrrroooooo!”, sentiva l’eco della voce del vecchio e bisbetico libraio.
Era lui che si stava avvicinando a corsa, brandendo un giornale arrotolato, e sembrava volerlo raggiungere per prenderlo a bastonate. Correva a grandi passi, sembrava quasi saltare, ed era sempre più vicino.
“Ridammi il mio libro! Ridammi il mio libro!”, prese ad urlargli, prima che Georg, con un’agilità che non si aspettava di avere, balzasse sulla schiena nuda del cavallo e, aggrappatosi alla sua bianca criniera, partì al galoppo…
Il tonfo del libro caduto a terra gli fece accendere la mente, risvegliandolo dal sogno. Stette per qualche secondo imbambolato, doveva trovare le forze per rendersi conto di nuovo dove si trovasse.
Era in camera sua.
Riconosceva il soffitto rosso scarlatto.
Tirò un sospiro di sollievo.
Si stiracchiò le braccia allungandole sopra la testa e, dopo un paio di sbadigli, si sporse dal letto e raccolse il libro.
Sogno del cazzo, pensò.
Ma era meglio restituire ciò che aveva sottratto con l’inganno.
O il libraio lo avrebbe preso a giornalate.

 

***

 

Si svegliò tardi, con la testa che pulsava e la schiena indolenzita. Non aveva dormito per niente bene, era stato tormentato tutta la notte dal libraio vendicatore, con il suo giornale arrotolato assassino.
Dio, che palle! Doveva perdere il sonno la notte per un cazzo di libro vecchio e ingiallito? Era meglio liberarsene, restituirlo al suo legittimo proprietario, per scacciare via tutti i rimorsi e tutti i brutti pensieri. Non aveva mai rubato, nemmeno una caramella. E non si era sentito tanto in colpa per quel gesto fino a quel momento.
Sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto quel giorno. Non voleva mica distruggersi la vita per un libro maledetto, e per di più stupido nella trama!
Questa Imperatrice Bambina che aveva bisogno di un nome nuovo per guarire, questa assurda Fantàsia che non riusciva ad immaginarsi perchè, appunto, troppo assurda!
Caro Michael Ende, poteva scrivere qualcosa di meglio, invece di un libro cretino. Poteva darsi all’ippica!
Doveva scusarsi con Gustav, prostrarsi pentito ai suoi piedi, con la testa cosparsa di cenere ed i ceci sotto le ginocchia… altro che libro per bambini! Gli stessi marmocchi avrebbero fatto una sonora pernacchia in faccia all’autore, se non fosse morto da anni.
Si preparò, salì in macchina, una due posti argentata, e partì alla ricerca della libreria polverosa da cui lo aveva rubato. Gli venne il dubbio di poterla rinvenire di nuovo… ora che ci pensava, l’aveva trovata per caso, sfuggendo da un trio di stupide scimmie urlanti che non avevano voluto saperne di accontentarsi di un autografo.
Si avvicinò al centro vecchio della città, lasciò la macchina da una parte e si mise alla ricerca della libreria. Aveva due ore di tempo per trovarla, poi doveva tornarsene alle prove. Si avventurò tra le strade di pietra, strette tra vecchi edifici, calandosi il cappellino sugli occhi e nascondendosi dietro ad una sciarpa nera e ad un paio di occhiali da sole.
Dopo diverse svolte si sentì perso, non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, aveva smarrito tutti i punti di riferimento… merda! Tutto era deserto, erano le nove di mattina, nessuno pareva intenzionato a mettersi sulla sua stessa strada.
Cazzo!
Girò a sinistra, poi a destra, poi ancora a destra e per tre volte consecutive a sinistra. Gesù… si era totalmente perso nel centro vecchio della città. E per di più, stava per mettersi a piovere!
Non sapeva proprio da che parte andare, oramai poteva solo sperare di uscire fuori da quel dedalo di strade. Prese la prima a destra.
Eccola lì.
La porta del negozio. Alla fine ci era riuscito…
Mise il libro sotto alla giacca, non doveva fargli prendere acqua. Affrettò il passo e ristudiò mentalmente tutto il discorso che si era preparato per scusarsi con il vecchio libraio. Prese la maniglia, recitò l’ultima preghiera e la spinse, sentendo il rumore dei campanellini che avvisavano del suo arrivo.
Era dentro.
Ormai nulla più poteva salvarlo dal giornale arrotolato.
La poltrona stava ancora dove l’aveva lasciata, voltata. Sicuramente c’era il signor Metternich seduto sopra… magari aveva già fatto la denuncia appena si era accorto del furto, magari aveva già la polizia alle calcagna, magari lui l’aveva veramente riconosciuto ieri ma non glielo aveva detto, magari stanno già pubblicando su tutti i giornali la sua foto con scritto sotto ‘ladro di libri per bambini’…
Ebbe l’improvvisa voglia di fuggire via di nuovo ma, cazzo, era un uomo! Doveva prendersi le sue responsabilità!
Si tolse il cappello e lo infilò dentro la tasca del suo giubbino di pelle. Allentò la sciarpa e si mise gli occhiali sulla testa. Dopo essersi schiarito la voce, iniziò a parlare alla poltrona voltata.
“Signor Metternich… buongiorno, sono il ragazzo di ieri… quello che lei pensava fosse un ladro eccetera eccetera…”, prese a dire, poi il buio. Non si ricordava più niente del perfetto discorsino da bimbo pentito che si era costruito mentalmente mentre si faceva la barba. Tolse il libro da sotto il suo riparo.
“Insomma, sono venuto a riportarle il libro. Lo so che ho fatto una cosa stupida, me ne pento veramente, ho fatto una cavolata e… se il libro si fosse sciupato, se lo avessi danneggiato in qualche modo me lo dica, me lo faccia sapere, potrei finanziare la sua restaurazione… potrei trovargliene un altro, i soldi non sono per me un problema. Mi basta solo sapere che lei non mi abbia denunciato, perchè altrimenti sarei davvero nei guai, mi creda, sarei veramente con la…”
Un colpo di tosse alle sue spalle lo distrasse completamente dal suo flusso ininterrotto di pensieri e parole.
Si voltò.
Un paio di occhi chiari, dietro a lenti cerchiate di lilla. Una treccia nera che pendeva quasi inanimata dalla spalla destra. Un libro, tenuto con entrambe le mani, sul petto.
“Posso far parte, almeno io, del pubblico del suo monologo?”, gli chiese la ragazza.
Georg la guardò perplessa.
“Beh… ehm…”, prese a balbettare.
“Cercava il signor Metternich, per caso?”, domandò di nuovo lei.
“Sì…”, disse Georg.
“Non c’è.”, rispose lei.
“E… quando potrei… trovarlo?”, fece lui, comprendendo dell’enorme figura del cavolo che aveva fatto. Avrebbe voluto sotterrarsi in quell’istante, lì, sotto il parquet scricchiolante della libreria.
“Non credo che torni più.”, rispose lei, secca e decisa.
“Ah…”, fece Georg, spiazzato completamente dalla sua risposta, “E… e… come mai?”
“Oggi c’è il suo funerale.”, disse la ragazza, abbassando gli occhi.
Cazzo.
Merda.
“Mi dispiace tanto… io non lo sapevo che… fosse morto.”, prese a balbettare Georg.
“Gli è preso un infarto quando ha scoperto che gli avevano portato via il suo libro preferito.”, disse lei, con lo stesso tono di voce che aveva sempre utilizzato, cioè perfettamente atono e senza sfumature.
Cazzo!
Merda!
L’aveva ammazzato lui!
Ed era venuto a tormentarlo da morto nel sonno per vendicarsi!
Ora avrebbe vissuto per sempre con il terrore di addormentarsi per non vederlo più agitare il suo giornale arrotolato!
Oh cazzo…
Oh merda!
“Stavo scherzando!”, esplose la ragazza, vedendo la faccia del cliente sbiancare di colpo e diventare quasi trasparente, “E’ più vivo e vegeto di me, mio nonno sopravvivrà ai suoi stessi nipoti!”
Cazzo…
Merda…
Il nonno libraio era sempre vivo.
Ma la nipote l’avrebbe uccisa Georg Moritz Hagen Listing con le sue stesse mani!
“Cavolo… mi ha fatto prendere un accidente!”, disse, mettendosi una mano al petto per evitare di mettergliela intorno al collo. Provò anche ad accennare ad un sorriso, ma sapeva che risultava più come una smorfia di odio.
“L’ho visto!”, disse lei, continuando a prenderlo in giro, “Cioè, le ho detto una mezza verità, a mio nonno è preso veramente un infarto quando ha visto che il suo libro non era più al suo posto! Ma era perchè lo avevo preso dallo scaffale, senza dirglielo, e me lo ero portato a casa!”
Ah…
Oltre al danno anche la beffa, pensò Georg. Quando lei gli aveva detto del libro preferito volatilizzato, aveva automaticamente pensato al suo furto…
Sentiva l’antipatia per quella ragazza aumentare fino alle stelle.
“Piuttosto… di cosa stava parlando prima? Ero intenta a rimettere a posto alcuni volumi, quindi non l’ho sentita molto bene.”, disse lei, tornando seria.
“Io? Ehm…”, disse Georg. Gli era stata data un’opportunità per redimersi… “Sono venuto a restituire questo libro. Lo avevo preso in prestito ieri ma…”
E l’aveva totalmente sprecata inventandosi una bugia…
“Ah… ma questa non è una biblioteca… è un negozio.”, disse la ragazza, prendendo il libro dalle mani di Georg ed esaminandolo.
“Beh sì ma… vede, mi ero messo d’accordo con suo nonno per prenderlo in prestito… e se mi fosse piaciuto lo avrei comprato.”, cercò di rimediare Georg.
“Capisco… ”, disse lei, che per tutto il tempo che lo aveva avuto in mano lo aveva controllato in ogni particolare, girandoselo sotto gli occhi.
Inquadrandola bene, quella ragazza poteva essere la rappresentante nazionale della categoria ‘bibliotecarie brutte’. Chiusa nel suo golf giallino, abbottonato fino al collo e in un paio di pantaloni di jeans un po’ larghi, non era per niente una bella ragazza.
“Ok… adesso avrei da andare… sono un po’ in ritardo.”, disse, ricambiando il sorriso ed andando verso la porta.
“Sì bene… che nome devo dire di lei a mio nonno?”, chiese la ragazza.
Georg ci pensò bene…
Cioè, non ci pensò affatto, perchè quella domanda significava che lei proprio non l’aveva riconosciuto! Il nonno era vecchio, era giustificato… ma lei! Era giovane, doveva avere più o meno la sua solita età, doveva pure averlo riconosciuto!
Però, nel penombra di quel negozio ammuffito, sicuramente nemmeno uno dei sui omonimi più celebri di lui, Gorge Clooney, poteva venire identificato con facilità.
“Gli dica di Moritz. Arrivederci!”, esclamò mentre apriva la porta.
L’arrivederci di lei fu sovrastato dalle campanelline di bronzo attaccate al legno. Uscendo fuori dal negozio, gli tornò in mente da che parte andare e, dopo dieci minuti, era già a bordo della sua macchina, diretto verso la sala prove.
Era così bello essersi lavato di dosso ogni colpa!


 

Secondo capitolo pronto!

Le parti scritte in corsivo sono prese direttamente dal libro, ovviamente senza scopo di lucro.

Voglio precisare una cosa: se ci fosse tra voi lettrici qualche appassionata del libro, più che del film, sicuramente noterà delle imprecisioni, dei particolari ispirati più alla versione cinematografica. Sono 'errori' voluti, per semplificare. 

Do ancora il mio indirizzo msn, per chi non lo avesse e fosse interessato a scambiare quattro chiacchiere con me: sil.stellina@hotmail.it

Passiamo ai ringraziamenti!

CowgirlSara: eheheh, mitico Giorgino! La carne del gruppo! XD anche Gugu però fa la sua parte 'carnosa' nel gruppo XD non so quanto altro posso aver rivelato con questo capitolo, ma un po' per volta capirai dove voglio arrivare... sicuramente comprenderai tutto prima della fine come sempre!

Picchia: certo che mi hanno contagiato! In fondo tutte noi siamo un po' bimbominkia!!!! Grazie per i complimenti che mi hai fatto in recensione e anche per quelli che mi fai su msn! Io spero sempre che l'alternanza tra reale e fantastico non sia un salto nel vuoto, ma risulti credibile... ancora però è troppo presto per dirlo! Ci sentiamo!!!

_Princess_: 20 anni? Io ne ho 22! XD E siamo qua a scrivere sui Tokio Hotel! Sarà l'età che avanza e gli ormoni che galoppano, io già sto pensando di costruire un recinto elettrificato! Giorgino è il mio preferito tra i quattro, non c'è che dire, di lui mi piace la sostanza ed il carattere. E' inutile dire che anche per me La Storia Infinita sia un film bellissimo, direi anche poetico. Se non hai letto il libro, ti consiglio volentieri di farlo, si rivelerà una sorpresa! Ti ho anche accontentato, pure senza volerlo, descrivendo Georg come Atreiu! Scusa se non mi sono soffermata molto sui particolari, ma non volevo trovarmi col cervelletto in tilt! Grazie mille per i complimenti, spero che non ti deluderò con l'evoluzione della storia. Se così invece accadesse, dimmelo subito. Sul serio XD Grazie ancora! 

LaTuM: Ti ringrazio tantissimo per tutti i complimenti che mi hai fatto, sia per recensione, che per email ed anche per msn! Veramente, li sento con il cuore! XD non ho molto altro da dirti, se non grazie ancora, già ti ho detto tutto per msn! Spero di trovarti in linea di nuovo! Ciaociao!

Sososisu: ma ciaoooooo!!! guarda che se non pubblichi, per rappresaglia, non pubblico più nemmeno io! XDD no scherzo, non cedere ai miei ricattini stupidi! Grazie per i complimenti, sono tornata e sono felice di ritrovare le mie lettrici fidate, con qualche nuova e graditissima aggiunta! Consiglio anche a te la lettura del libro, che è sicuramente mille volte meglio del film. Anche se devo dire che il film è totalmente indimenticabile! Quante volte avrei voluto essere Atreiu!... e dopo questo capitolo, quanto vorrei essere insieme ad Georgtreiu! XDDD ora basta, ormoni zitti!

Dark_Irina: ma ciao conterranea! Non hai mai visto il film! Gravissimo! XD no, scherzo, tranquilla! Spero che non troverai alcuni passi della fiction oscuri e incomrpensibili, perchè ho dato per scontato che la maggior parte dei lettori avesse visto almeno il film. Ma non penso che succederà, in questo caso magari chiedimi spiegazioni, sarò felice di dartela!

_Pucia_: ah, grazie per questa dichiarazione d'amore, mi ha fatto molto piacere! XD certo che esiste il libro, l'ho scoperto quasi per caso due o tre anni, fa e mi diverto ancora a leggerlo! Non si è capito? XDDD

Lidiuz93: eccola! Mi sei mancata! Davvero non hai potuto leggere l'altra storia? Peccato! Magari se la leggi fammi sapere (gustino ha messo lo zampino tra mac e tom per diversi capitoli.... così ti stimolo alla lettura)

Alanadepp: ecco la regina delle recensioni senza senso! XDDD beh, che devo dirti! Grazie mille anche a te, mi fa piacere averti ritrovato, anche su msn! Era tanto che non ci si sentiva! XDD alla prossima!!!

Come ho detto anche a Dark_Irina, se ci fossero dei punti in cui la storia risulta oscura, soprattutto quando cerco di riassumere in poche parole la trama del libro, ditemelo, così vi spiego meglio!

   
 
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