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Autore: Allen97    12/07/2013    0 recensioni
Due ragazze con un passato diverso ma con un presente comune.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Junko Saotome, Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
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Shoji mi accompagnò in infermeria e mentre mi metteva un cerotto sul dito, non riuscivo a non fissarlo. Era così bello. Si accorse che lo stavo guardando e lo fece anche lui. Diventai tutta rossa, Shoji mi stava guardando! Non sapevo che fare.

Nana: “Cosa vuoi fare?”
Shoji si avvicinò a me e mi prese il viso tra le mani, probabilmente aspettava una mia reazione.
Shoji: “Shh” mi sussurrò all’orecchio e mi baciò.
Avevo il cuore a mille.
Junko: “Ehi Nana come ti senti?” Arrivò Junko e aprendo la porta dell’infermeria rimase un attimo perplessa.
Mi staccai immediatamente girandomi verso l’entrata.
Nana: “S-Sto bene” dissi quasi senza voce.
Junko: “Ah meno male, allora io emh tolgo il disturbo!”
Nana: “Ma no rimani!”
Junko: “Ho da fare delle cose a casa, ci vediamo dopo!”
Nana: “Ah..va bene”
Shoji non salutò Junko, chissà se avevano discusso. Presi Shoji e andai da lei.
Nana: “Eccoci!”
Junko: “Vi stavo aspettando.”
Shoji non proferiva parola.
Nana: “Che devi dirci?” chiesi sorridendo.
Junko: “Volevo dirvi che io e Kyosuke vogliamo provare ad entrare nell’accademia delle belle arti di Tokyo.”
Nana: “Oddio che bella notizia! Anch’io voglio provare ad entrarci! Vieni anche tu, vero Shoji?!?” Dissi quasi saltellando dalla gioia.
Shoji: “Certo!”
Mi misi a studiare più che potevo, non volevo staccarmi dai miei amici! E soprattutto da Shoji.
Purtroppo i miei sforzi non servirono a nulla. Né io né Shoji fummo ammessi. Shoji mi disse che voleva comunque rimanere a Tokyo per un anno cercando qualche lavoro e poi avrebbe riprovato l’anno successivo, così decisi anch’io. Il giorno seguente presi il primo treno per Tokyo. Non c’erano molti posti. Mi avvicinai ad una ragazza dai capelli corti e neri.
Nana: “Scusa è occupato questo posto?”
Lei: “No no, siediti pure.”
Nana: “Grazie! Piacere Nana!” le dissi con un enorme sorriso.
Lei: “Anch’io mi chiamo Nana!” disse ridendo.
Iniziai a ridere anch’io e dopo averle offerto da bere iniziammo a parlare. Era una ragazza davvero bella. Con se aveva soltanto una chitarra, suonava in un gruppo.
Arrivò l’ora di salutarci.
Nana: “Ci vediamo allora!” mi fece un grande sorriso.
Nana: “Certo! Ciao!” ricambiai il sorriso.
Scesi dal treno e ad aspettarmi c’era Shoji. Mi fece un gran sorriso e mi abbracciò. Avevo ancora il cuore a mille.
Shoji: “Che ne dici di restare da me stasera?”
Nana: “Davvero? Sarebbe fantastico! Domani vado a vedere un appartamento”
Andammo a casa sua e passammo la notte insieme.
Non riuscivo a dormire, avevo un bisogno di lui e non riuscivo a trattenermi. Così mi avvicinai a Shoji e gli chiesi se era sveglio. Non mi aspettavo una risposta.
Shoji: “Si, non riesco a dormire. Tu come mai sei sveglia?”
Mi misi sopra di lui e cominciai a baciarlo, mi cinse i fianchi e iniziò a baciarmi ovunque.
Shoji: “Mi pare di aver capito” disse ridendo.
Fu tutto così bello, quasi magico, anche se di magico c’era ben poco.
Mi svegliai abbastanza tardi e decisi di mettere in ordine per l’ospitalità e poi andai a cercare un appartamento.
Signor Ando: “Visto quanto può spendere le farò vedere un appartamento che sicuramente sarà perfetto per lei! L’appartamento è il 707 al settimo piano.”
Nana: “Non vedo l’ora di vederlo!” Quasi saltavo all’idea di avere un appartamento tutto per me e di essere finalmente indipendente.
Entrammo nell’appartamento ma c’era già un’altra ragazza che lo stava guardando. La guardai bene, aveva qualcosa di familiare. La ragazza si girò verso di me. Era la ragazza del treno! Nana!
Nana K. :”Ciao! Ti ricordi di me?” dissi speranzosa.
Nana O. :”Certo! Era solo ieri che ci siamo incontrate” disse sorridendo.
Il signor Ando e l’altro agente immobiliare ci guardarono.
Signor Ando: “Vi conoscete?” disse incredulo, poco prima stava discutendo con il suo collega per chi dovesse vendere l’appartamento.
Nana O. :”Si, perché?”
Signor Ando: “Perché potreste dividerlo così paghereste di meno”
Nana K. :”Sarebbe fantastico! Che ne pensi Nana?”
Nana O. :”Per me va benissimo”
Non ci credevo ero così contenta che saltavo dalla gioia, così chiamai Junko e le dissi tutto ma non sembrava molto contenta. Successivamente chiamai Shoji ma non mi rispose, così gli mandai un messaggio. Tornai a casa di Shoji per prendere la mia valigia e la portai subito nel nostro appartamento, il mio e di Nana.
Quando entrai a casa c’era Nana con tre persone.
Nana O.: “Ehi Nana! Bentornata!” disse sorridendo.
Le persone che circodavano Nana si avvicinarono verso di me e si presentarono.
Il primo si chiamava Yasu, un ragazzo misterioso; era molto alto, calvo e portava degli occhiali da sole che non mi permettevano di sapere l’espressività dei suoi occhi.
Il secondo si chiamava Nobu, un ragazzo allegro e simpatico e molto carino; non era molto più alto di me ma era comunque bel ragazzo, aveva i capelli biondi e gli occhi scuri e il suo sorriso era una favola.
La terza a presentarsi era Hime, una ragazza un po’ scontrosa che era attaccata come un polpo al braccio di Nobu; era una bellissima ragazza, come lui del resto, aveva dei capelli lunghi e rossi, una pelle chiarissima che metteva in risalto le sue lentiggini sul viso e a completare l’opera aveva gli occhi azzurri.
Nana O.: “Lei è una mia nuova amica, si chiama Nana come me e da oggi abiteremo insieme, ora bando alle ciance e andiamo alla festa!”
Nana K.: “Quale festa?!”
Nana O.: “La festa che abbiamo organizzato per il mio trasferimento a Tokyo, conoscerai altre persone.”
Yasu ci accompagnò con la sua macchina, scesi e trovai davanti a me un cartello enorme del karaoke. Passammo tutta la notte a cantare e a bere, finché Yasu non ci prese per le orecchie e ci accompagnò nel nostro appartamento, sembrava che fosse un fratello maggiore nei confronti di Nana.
Il giorno dopo mi svegliai con un mal di testa atroce, presi il telefono e avevo più di dieci chiamate perse e qualche messaggio, tutti di Shoji. Entrò in camera Nana che iniziò a ridere per i miei capelli che ovviamente erano sottosopra.
Nana O.: ”Dobbiamo andare a comprare delle cose per l’appartamento, puoi vero?”
Nana K.: “Certo!”
Camminavamo su una via con molti negozi quando vista la vetrina di uno di questi, presi la mano di Nana K. e mi ci tuffai dentro. “Tutto a 100 yen”.
  
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