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Autore: Water_wolf    12/07/2013    4 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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" I’m waking up, I feel it in my bones
enough to make my systems blow. "
Radioactive, Imagine Dragons


I sei Custodi attesero pazientemente che Shai curasse Dimitri, accelerando il tempo che avrebbero impiegato le bruciature a rimarginarsi. Poi, si addentrarono nei meandri del vulcano, utilizzando il tunnel derivato dalle esplosioni.
La temperatura era scesa notevolmente, e l’unica difficoltà era camminare chinati per non sbattere la testa contro il soffitto. Nonostante tutto, Dimitri era sul chi vive. Non ci teneva a ripetere l’esperienza.
Jonas tastò la parete, scoprendo che erano ricoperte di una sorta di patina nerastra, probabilmente fuliggine. << Secondo me, siamo in un condotto della lava. >> ipotizzò. Andrea scosse la testa, benché fosse impossibile vederlo al buio. << Non credo, qui c’è puzza di magia. Come spiegare altrimenti quello che è successo prima? >>
<< Uhm… io ho dovuto usare il bracciale di Xeyl per salvare me e Dimitri, credo sia un passaggio obbligato, una prova… >> constatò Emilia.
<< Be’, è evidente che questo posto è pieno di trappole mortali, stiamo attenti. >> disse Chiara, con senso pratico.
Proseguirono senza proferire parola. Quel luogo non parlava di vita e non invogliava l’avventuriero visitatore a intrattenere discorsi esuberanti. Dopo un tempo indefinito, dalla fine del tunnel comparve una fioca luce.
Shai, la prima della fila, si affrettò a raggiungerla, sbucando in uno stanzone circolare deserto. Si guardò attorno, scoprendo che luce proveniva metri e metri più su, da uno degli sfiatatoi  del vulcano. Era un miracolo che il sole riuscisse a far arrivare i suoi raggi fino a lì.
Emilia accese sul proprio palmo un fuocherello per rischiarare l’ambiente; qualcosa poteva sfuggire loro in quella semi oscurità. Ma nemmeno così trovarono un segno di vita.
Non c’era assolutamente nulla in quella sala circolare, e i sei Custodi stavano iniziando a pensare che avessero sbagliato meta. Le pareti erano uguali, dall’altra parte il tunnel continuava il suo percorso, diretto chissà dove. Avrebbe potuto portarli in superficie così come giù, verso i cunicoli che si diramavano dal centro della Terra.
All’improvviso, Dimitri schioccò le dita, facendo sobbalzare gli altri compagni.
<< Davvero ingegnoso, davvero… >> disse come se stesse parlando tra sé, avvicinandosi al centro del locale.
Chiara lo squadrò, scettica. Al contrario, Emilia e Shai lo osservavano speranzose. Il ladro si fermò perfettamente al centro, mise i palmi aperti davanti a lui e chiuse gli occhi, aumentando le proprie percezioni. Si spostò di qualche centimetro più a destra obliquamente. Poi, con cautela, tastò con un palmo davanti a sé. Come immaginava, toccò una superficie liscia. Sorrise, compiaciuto, e la prima crepa solcò quella barriera trasparente. Con uno schiocco di dita la mandò in frantumi.
<< Era solo uno specchio, rifletteva la parete alle mie spalle. >> spiegò, benché ormai fosse inutile.
Si girò verso i suoi compagni, sorridendo furbo. << Qualche complimento, ragazze senza fede? >> fece lui.
Una risata lugubre risuonò alle sue spalle. << Sei bravo, devo ammetterlo, ma non così tanto, Custode dello Spazio. >>
Un brivido corse lungo la schiena di Dimitri.
<< Chi sei? >> ringhiò Jonas, sguainando la spada innanzi a sé.
Di nuovo quella risata aspra, e rumore di passi. << Quanta irruenza, Custode dell’Aria. Sono solo un povero vecchio,  nulla più. >>
<< Se fossi solo un vecchio te ne staresti in una pensione a giocare a briscola, non dentro un vulcano in una landa desolata dietro uno specchio. >>
Chiara avrebbe riso, se non fosse paralizzata dalla paura. L’hai fatta sotto il naso a Zeigen, come puoi spaventarti di fronte a questo tizio? si disse, cercando di farsi coraggio.
<< Luce. >> mormorò piano Emilia, e lanciò la sfera infuocata che teneva sul palmo in aria. Quella esplose in miriadi di scintille che, poste per tutta la stanza, illuminarono tutto l’ambiente.
Chiara trasalì. Era davvero un vecchio, colpito dal passare del tempo molto più di altri. La gobba grottesca lasciava immaginare che un tempo era stato un uomo alto, e il fatto che si reggeva in piedi senza l’ausilio di un bastone da passeggio indicava che era ancora piuttosto in forze. La barba bianca sporca e gli sparuti capelli del medesimo colore erano l’unico punto di luce in quella figura coperta di cenci. Gli occhi risaltavano in quell’intrico inespugnabile di rughe per il loro singolare colore: le pupille erano nere petrolio, mentre le iridi di un giallo ambrato, come quello dei lupi.
<< Adesso mi vedete, contenti? Grazie, Custode del Fuoco. >> disse, facendo un cenno del capo a Emilia, che si sentì trapassata da quegli occhi.
<< Chi sei? >> ripeté Jonas, stringendo convulsivamente l’elsa della Spada della Pace.
Il vecchio fece una smorfia –o un sorriso, impossibile definirlo- e, con calma, domandò << Cambierebbe qualcosa in questa situazione se vi dicessi qual è il mio nome? Non credo. >>
<< Può darsi. >> convenne Dimitri, più incuriosito da quella figura che spaventato << Ma  penso che, visto che ci conosci così bene, sarebbe equo sapere qualcosa sul tuo conto. >>
Il vecchio scoppiò in una breve risata, che culminò in un eccesso di tosse. << Mi piaci, Custode dello Spazio. >> poi si rivolse a tutto il gruppo << Chiamatemi pure Canuto, è un piacere conoscervi in carne e ossa. >>
<< Non si può dire lo stesso per quanto riguarda noi. >> replicò acida Shai.
Canuto la scrutò con i suoi occhi da lupo. << Oh, Tempo, la tua antenata era molto più loquace di te. >>
<< Che cosa stai insinuando? >> insorse la mora.
<< Aspetta, >> intervenne Andrea << hai detto ‘antenata’? Abbiamo degli antenati? Qualcuno che è stato un Custode prima di noi? >>
Canuto fece quel sorriso-smorfia, visibilmente compiaciuto. << Ti credevi così unico, Terra? La storia è un circolo, gli avvenimenti si ripetono, esattamente come l’acqua evapora e ricade sotto forma di pioggia. >>
Andrea ammutolì. Chiara, che sentiva di detestare quel vecchio enigmatico, mise subito in discussione quelle parole << E tu come fai a sapere tutto questo? Potresti essertelo inventato di sana pianta, d’altronde, non è difficile immaginare un anziano che impazzisce qua dentro e inventa delle storie sui Custodi degli Elementi. Hai avuto tutto il tempo per indovinare chi eravamo e, semplicemente, la fortuna è stata dalla tua parte. >>
Canuto allargò il suo sorriso ambiguo. << Ottime osservazioni, Acqua. Solo che il motivo per cui vi conosco così bene non è un fatto da attribuire alla fortuna. >>
<< Perché? >>
<< Perché io sono il primo Custode della Terra. >>

Calò il silenzio. Era impossibile che una persona normale avesse vissuto tutti quegli anni, tuttavia, era proibitivo sopravvivere per tanto tempo anche per un Custode.
<< Immagino vogliate spiegazioni, non è così? Mettetevi comodi, la storia è lunga. >>
I sei ragazzi di sedettero per terra, mentre Canuto si accomodò su una sedia, prima nascosta dietro lo specchio. Fece segno a Andrea di porgerli l’Atlante della Verità; il biondo obbedì riluttante. Senza difficoltà, il vecchio aprì il libro alla prima pagina e lo sfogliò con le sue dita da pianista.
<< La Terra non è un elemento facile da dominare, ci vuole calma e dedizione, tempo e costanza. >> iniziò << Il primo Custode –cioè il sottoscritto- aveva imparato a entrare in contatto completo con esso e, quando il primo gruppo di Custodi sconfisse il nemico della loro epoca, lui morì in vecchiaia accolto tra le braccia della sua vera casa, il sottosuolo. >>
Fermò con una mano i tentativi di interromperlo da parte di Shai e Chiara.
<< Il secondo Custode era un buono a nulla, quasi totalmente incapace di imporsi sull’elemento di cui era padrone. L’Atlante della Verità, allora, decise che il suo potere, nelle mani di un incapace, era pericoloso. Si rese illeggibile, >> Andrea tremò, percorso da un lungo brivido << e ritornò nelle viscere della Terra, da me. Cancellò dalla Storia la morte del primo Custode e lo riportò in vita, fermandosi nel momento culmine della sua vecchiaia. Cambiò le regole dell’universo. Recuperata la vita e i suoi poteri, il Custode lesse ciò che Niayh gli comunicava: sfidare il secondo Custode e verificare se fosse all’altezza del compito a lui affidato. Fallì, e un’epoca buia si abbatté sulla Terra. Il primo Custode sfidò a duello tutti i prescelti di Niayh, alcuni fallirono, molti dimostrarono il loro valore.
A differenza di Fuoco, Acqua, Aria, Tempo e Spazio, la Terra è l’elemento più instabile per quanto riguarda i Custodi, perché Niayh era insicura riguardo alle proprie scelte che, infatti, si rivelarono in alcuni casi errati. Così, il primo Custode divenne immortale, costretto a vivere nelle viscere della Terra in piena solitudine, privo di compagni, e dovette attendere anni e anni prima che i Custodi si presentassero a lui per testare le loro abilità. Ciò che succederà a te, Andrea. Inoltre,  chiunque metta piede su questo deserto deve provare d’essere un degno Custode, rivelando i propri poteri agli altri e il loro passato al primo Custode della Terra, tramite prove sulla base della magia. >>

Emilia, forse per sdrammatizzare quella situazione, forse per vedere la reazione di Canuto, disse << Devi proprio essere un tipo pomposo se parli di te stesso in terza persona, eh? E, se posso permettermi, la gente, in passato, aveva sempre occhi così assurdi?  >>
Canuto scosse la testa, soffocando un sorriso. << No, la mia iride è gialla perché sotto incantesimo, così non ho bisogno di occhiali o affari simili. Sì, sono anche un mago. Un vecchio immortale dovrà pure trovare il tempo per distrarsi, mentre aspetta che una nuova generazione di Custodi nasca.  >>
<< Sai, Canuto, saresti stato perfetto nella parte dei non-morti, nel film “I Pirati dei Caraibi-La maledizione della prima luna”. >>
<< Emilia! >> la richiamò Chiara, soffocando una risata, che Dimitri non si disturbò a trattenere.
<< Vi prego… >> mugolò Andrea << Non rendiamo più lunga la nostra permanenza qui, fatemi combattere con Canuto… >>
Il vecchio annuì. Mormorò un paio di parole in una lingua dimenticata da tempo, e si ritrovarono all’aperto, in un campo rettangolare solcato da rocce calcaree aguzze e taglienti. Sul lato lungo disposto a destra, s’innalzava una platea naturale. Chiara, Jonas, Shai, Dimitri e Emilia si ritrovarono seduti proprio lì, in terza fila. Andrea e Canuto, invece, si guardavano a vicenda nel mezzo del campo.
Il primo Custode si schiarì la voce. << Questa è l’Arena in cui si sono susseguiti tutti gli scontri tra me e il prescelto di Niayh di quell’epoca. Il vincitore sarà colui che riuscirà a sopravvivere allo scontro senza aver mai toccato terra con tutto il corpo e a non uscire mai dai confini dell’Arena. Perdere è semplice: se varchi il perimetro del campo, se cadi interamente sul terreno, se perdi i sensi, se ti viene tolta la vita, sei fuori, e la generazione di questi anni soccomberà. >> declamò << Si possono usare i propri poteri, così come è possibile sfruttare l’ambiente circostante a proprio piacimento. Sei pronto, Andrea? >>
Il biondo annuì, e fu subito lì lì per cadere a terra. Con un impercettibile movimento della mano, Canuto aveva scagliato un mattone di terra verso la faccia di Andre’. Lui si abbassò come se stesse giocando a limbo, erse un pilone sotto la sua schiena e si lasciò spingere in aria.
Se al sicuro, quassù, si disse. Si sbagliava. Con la magia, il vecchio abbatté sullo sfidante una mano invisibile, che gli fece perdere velocemente quota. Andrea lavorò d’immaginazione. Attirò attorno a sé le rocce taglienti, chiudendosi in una palla mortale all’esterno e sicura all’interno.
La mano si dissolse nel nulla, e il globo si conficcò nel terreno con un tonfo assordante. Andre’ si spogliò della sua corazza, le rocce che si ritiravano nelle viscere della terra senza lasciare traccia.
<< Bene, sei sopravvissuto ai primi trenta secondi. Notevole. >>
Il biondo fece una smorfia, ansimando. L’attacco successivo non lo colse impreparato. Il gigantesco pugno di terra di Canuto si infranse contro il muro ciclopico di Andrea.
Basta nascondersi, la miglior difesa è l’attacco, no? si disse.
Ancora protetto dalla parete, ficcò una mano nel terreno, che al suo tocco si fece morbido come sabbia bagnata. Strinse forte il seme morto di una pianta, cui donò nuova vita. Creò una radice, che si arrampicò su una lastra di pietra aguzza dal filo irregolare, attraendola a sé. Quando Andre’ tirò fuori la mano, brandiva una spada.
<< Ingegnoso. >> lo lodò Canuto, mentre lo colpiva col profilo della mano dietro il collo.
Il ragazzo si spostò di lato, evitando un corpo mortale. Si appoggiò alla spada per non cadere, stordito dal dolore. Scrollò la testa, e si voltò mulinando l’arma. Canuto si schermò dietro un muro di roccia, mormorando senza sosta una litania.
Andrea si avventò su di lui. Fendette l’aria al posto che la sua testa, i suoi tondi si scontrarono con la roccia, e gli affondi colpivano sabbie che, puntualmente, esercitavano un risucchio potentissimo. Il vecchio magò sillabò a gran voce l’ultima serie di parole.
Andrea si fermò un istante, poi levò gli occhi al cielo. Un blocco di terra e roccia della stessa dimensione di camion merci piovve dal cielo come grandine.
Canuto sorrise, passandosi una mano sulla fronte rugosa. Si stava divertendo con quel prescelto di Niayh; la prima impressione di debolezza che aveva avuto di lui si era rivelata errata e questo lo eccitava. Di solito il suo istinto non sbagliava mai.
Andre’ gridò, portando la spada sopra la sua testa. Ma il suo urlo si spense al tonfo del blocco sulla terra, non prima di averlo schiacciato.
Gli altri Custodi, spettatori impotenti, sobbalzarono.
<< Cazzo… Andre’… cazzo, non può finire così… >> mormorò nervosamente Jonas.
Chiara sentì il sapore del sangue in bocca, ma non smise di torturarsi le labbra.
Emilia si accostò a Dimitri, che già stava perdendo l’uso della mano sinistra tanto Shai gliela stringeva forte.
Canuto rimase immobile innanzi al blocco. Avvertiva delle vibrazioni. Poi, una scossa che fece tremare l’Arena. Il blocco si spaccò in due, e una metà scivolò a terra, frantumandosi. L’altra non rimase in piedi più di altri cinque secondi. La figura di Andrea, la spada brandita a due mani sopra la sua testa, fece scintillare gli occhi di Canuto.
Il biondo gettò a terra la spada, crepata e malmessa. Abbassò le braccia, tastandosi un polso e grugnendo per il dolore.
La pausa non durò molto, perché il primo Custode fece nascere dalle viscere dell’Arena due sfingi di pietra. Andrea sospirò. Dietro di lui, un grosso basilisco di radici, stretto a intervalli di pochi centimetri in anelli neri d’ossidiana. I mostri si attaccarono con furia. Le sfingi che cercavano di scalfire la corazza del serpentone con le loro unghie affilate come coltelli, e il basilisco affondava i machete che si ritrovava nelle fauci nei corpi di quegli animali leggendari, riempiendoli di crepe.
Andrea e Canuto, intanto, combattevano con pugni  di roccia l’uno contro l’altro con una foga mai vista. E se il biondo si slanciava con foga contro il vecchio mago, l’altro sghignazzava come tornato bambino.
<< La vuoi smettere!? >> sbottò Andre’, frustato, dopo che Canuto ebbe parato un suo calcio. Quello lo trapassò con i suoi occhi gialli. << Credo proprio di no. >>
In quel momento, una sfinge si sgretolò tra le fauci del basilisco. Canuto si chinò, accogliendo il dolore della bestia da lui creata. Andrea intravide la sua unica speranza di vittoria. Affilò le proprie dita in artigli di quarzo, e attaccò.
Ferì di striscio il vecchio con quella mossa in stile Wolverine, poi cadde in ginocchio, il fiato corto provocato dalla morte del basilisco. Ma anche Canuto accusò dolore della seconda sfinge sgretolata.
Si diede del debole, lui, il primo Custode, che si faceva sconfiggere da un ragazzino di nemmeno diciassette anni. Non così. Recuperò quel tanto di fiato che gli serviva per mollargli un manrovescio.
Andrea si appoggiò con le mani a terra. Una fitta di dolore si irradiò dal polso destro, facendogli digrignare i denti dal dolore. Canuto fece per dargli il colpo di grazia, leggermente deluso, quando inciampò in una piccola radice. Si sbilanciò, e Andrea ne approfittò per costringerlo a terra in una gabbia di legno.
Il primo Custode e il biondo si guardarono, poi scoppiarono entrambi a ridere.
Emilia corrugò la fronte. << Quel vecchio matto l’ha quasi ucciso e ora Andre’ ride? Ma è cretino? >>
<< Chi lo capisce è bravo… >> commentò Chiara.
<< Magari il suo amante… >> scherzò Emy, lanciando un’occhiata maliziosa a Dimitri, che la fulminò con lo sguardo.
Andrea ritirò la gabbia di legno e aiutò Canuto ad alzarsi. Invitò con un gesto della mano gli altri Custodi a entrare nell’Arena, mentre l’Atlante della Verità compariva sul suo palmo aperto. Lo porse con estrema cura al biondo, che lo strinse a sé.
<< Vedrai che non ti darà più problemi. Usa il suo potere, il tuo potere, con coscienza. >>
<< Lo farò. >>
Canuto fece quel suo sorriso ambiguo e gli batté una mano sulla spalla. << Non divertivo così da un secolo, letteralmente. >>
<< Divertimento spastico. >> bofonchiò Shai, simulando della tosse.
Canuto scosse la testa, salutò con un cenno del capo il gruppo di Custodi e scomparve. Ce lo vedo a rapinare una banca, rifletté Dimitri.
<< Bene, pronti a tornare a casa e a del meritato riposo? >> fece Chiara.
Si disposero in cerchio, mano nella mano. La Wacan si sprigionò dal ciondolo di Chiara in miliardi di frammenti di luce, trasportandoli nella Residenza Winter.

 

§


Shai, violino e archetto in mano, si accostò ai battenti della porta e bussò sul muro. Andrea si riscosse, alzando la testa. Sorrise nel vedere la mora.
<< Ciao. >>
<< Ciao. Come va la mano? >> domandò, indicando col mento la benda che gli fasciava il polso.
Il biondo alzò le spalle. << Come dovrebbe andare dopo aver sfidato un blocco di roccia con una spada. >>
Shai suonò con le dita le corde del violino, ostentando indifferenza. << Sei stato bravo. >> esordì, sentendo le guance scaldarsi.
<< Grazie. >>
Sulla stanza calò di nuovo un silenzio carico di nervosismo. Shai strinse l’archetto tra le dita.
<< Io vado fuori a suonare, potresti essere il mio pubblico, se ti va. >>
<< Ne sarei onorato. >>
Shai sorrise, mesta. Si allontanò dalla porta, avviandosi. Sentì i passi di Andrea seguirla. Si impose di camminare lentamente, concedendosi un sorriso a trentadue denti, ringraziando l’essere di spalle. Lo sentiva nelle ossa che qualcosa di meraviglioso sarebbe accaduto.

 

***

Angolino dell'autrice
Avevo intenzione di aggiornare in fretta, ma dei giganteschi piccoli problemi di connessione me l'hanno impedito. E anche perché sono una svogliata cronica d'estate. Il caldo mi uccide e, nonostante tutto, questa è la mia stagione preferita LoL
Ma torniamo alla storia. L'ultima frase riguardo a Shai l'ho messa lì un po' così, perché adoro Radioactive degli Imagine Dragons e dovevo mettere almeno una riga di quella canzone in questa storia.
Bene, il mio cervello è così fritto che non è riuscito a trovare un nome migliore di "Canuto" (sinonimo di vecchio) per il primo Custode della Terra. Fantasia, alé!
Ora che Wacan, Chion, Xeyl e Niayh sono sistemati si ritornerà alla cruda realtà di guerra. Suculenti (?) ricordi di vita di Elisabeth Winter e mr. Zeigen, che realizzerà il suo sogno di "cattivo": muovere le truppe! x'D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che le battutacce pessime di Emilia non siano così terribili! Besos :*

Water_wolf


 

  
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