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Autore: BlueSkied    12/07/2013    0 recensioni
Leggono Shakespeare, hanno una band che s'ispira alle correnti alternative del rock e del pop inglese tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta, vivono a Londra, ma nessuno di loro è completamente inglese, sono amici da sempre anche se uno diverso dall'altro.
Alle soglie della vita adulta, i Midwinter's Nightmare devono imparare a uscire dal mondo dei sogni, e che l'amore mette in crisi, molto di più di quanto s'immagini il teatro o la musica.
Note: ideata insieme a miss lovett e a lei dedicata, è un'operazione amarcord. Spero che mi si sapranno perdonare piccole ingenuità, ma forse, a ventiquattro anni suonati, si sente il bisogno di tornare ad essere adolescenti, una volta tanto.
BlueSkied
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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2. Heaven or Las Vegas



Trecentoquaranta giorni prima, chiaramente inconsapevoli di quello che sarebbe accaduto, le ragazze sedevano una di fronte all'altra a un tavolo della biblioteca scolastica, immerse nei compiti di trigonometria. 
Voltando una pagina del quaderno, Melissa sospirò, constatando che il risultato non tornava, e lanciò un'occhiata a Rebecca, che fece una smorfia di disappunto. Quasi obbedendo a un ordine, entrambe chiusero i quaderni all'unisono.
- Ok, mi arrendo - dichiarò Rebecca, passandosi le mani nei capelli. L'altra annuì, distratta, perché guardava la porta alle spalle dell'amica. All'improvviso si chinò in avanti, con un'espressione a metà tra l'urgenza e il divertimento:
- Non ti voltare -  raccomandò a Rebecca, trattenendo a stento una risata. 
- Perché? - chiese lei, facendo per girarsi, ma cambiando subito idea.
- Jerome Dampton è appena arrivato e si è seduto due tavoli dietro di te - fu la risposta. Rebecca sbuffò, spazientita:
- Se continua così, lo credo che la gente si faccia strane idee - disse, seccata.

Melissa la studiò:
- Se ti chiedesse di uscire, rifiuteresti? - domandò. Rebecca annuì decisamente:
- Certo, non so praticamente chi sia - protestò. Fece una pausa e aggiunse, meno drastica:
- Magari è fantastico, ma, appena arrivato, si è subito aggregato ai peggiori che poteva scegliere - rilevò.
Melissa non poteva che trovarsi d'accordo.

Tutto era cominciato un paio di settimane prima. Mentre loro due erano nel bagno delle ragazze, a chiacchierare di fronte ai lavabi, un gruppetto qualche anno avanti a loro aveva intavolato un'animata discussione. Sembravano tutte eccitate per qualcosa che loro ignoravano compleamente, almeno finché, una non si era rivolta a Melissa:
- Conoscete Jerome Dampton? - aveva chiesto, misteriosamente nervosa.
- Chi?- avevano replicato lei e Rebecca, piuttosto perplesse.
- Ma in che mondo vivete, ne parlano tutti - aveva ribattuto quella, delusa, come se stesse parlando di una verità universale.
- Beh, la scuola è grande, non abbiamo la pretesa di sapere tutto di tutti quelli che la frequentano - aveva osservato Rebecca, con una nota di evidente sarcasmo che la ragazzina non notò. Rebecca non capiva perché certa gente ritenesse così fondamentale venire a conoscenza dei fatti altrui.
- Lui fa l'ultima classe, come voi - era intervenuta un'altra, che pareva leggermente più ragionevole - Il ragazzo francese - aveva poi specificato.
Rebecca e Melissa si erano scambiate uno sguardo, poi quest'ultima aveva avuto un lampo di comprensione:
- Ma sì, ho capito di chi parlano - aveva detto - Me ne ha accennato Roy - spiegò.
Le ragazzine avevano drizzato le orecchie, come una muta di Setter:
- E che ti ha detto? - avevano chiesto, ansiose.
- Ahem ... - Melissa aveva tossicchiato, in difficoltà - Credo che le sue parole esatte siano state "Idiota " e "Borioso" - aveva ammesso, spegnendo le espressioni raggianti delle sue ascoltatrici come lampadine fulminate. Rebecca era scoppiata a ridere:
- Tanto a Leroy non piace mai nessuno - aveva tentato di rimediare, senza troppi risultati.
- Ma che ha di tanto speciale, a parte essere nuovo? - aveva voluto sapere, dopo un attimo.
Le aveva risposto quella un po' più seria:
- Se non l'avete visto, non potete averne idea. Mai visto qualcuno così bello -  e ne sembrava veramente convinta. Le altre avevano annuito, coralmente.
- Gesù, ci è capitato Edward Cullen - aveva osservato Melissa, con ironia scettica.
- Com'è che non ce ne siamo accorte? - si era chiesta Rebecca - Che lezioni frequenta? - aveva domandato, ma la ragazzina aveva fatto spallucce:
- Speravamo poteste dircelo voi - aveva ammesso - Si vede che voi siete di un'altra pasta - notò, con una certa ammirazione.
Le ragazze l'avevano fissata, senza capire.
- Così popolari da poter ignorare la popolarità degli altri - aveva spiegato lei. Loro erano veramente scoppiate a ridere:
- Popolari, noi? Tu...ci conosci? - aveva azzardato Melissa, e la ragazzina aveva annuito:
- Certo, Whistler e Morris, tastiere e voce dei Midwinter's Nightmare. Siete forti - aveva detto.
- Grazie - avevano risposto, lusingate e un po' stupite di avere una piccola fan potenziale in mezzo ad adoratrici di Jonas Brothers e simili.
- Beh, scusate se vi abbiamo disturbato - aveva replicato lei, con un'occhiata alle sue amiche, che erano uscite e l'aspettavano in capannello fuori dalla porta. Aveva salutato e se n'era andata.
Comunque, al termine della mattinata, loro avevano voluto indagare su questo Jerome Dampton dalla bellezza incredibile, scoprendo che aveva cominciato a frequentare qualche giorno dopo l'inizio ufficiale delle lezioni, era in effetti francese, ed era entrato, fin da subito, nella cricca di Robert Stonehall.
Ricchi e superficiali, i membri della cricca di Stonehall erano quanto di più lontano potesse esistere da loro, e sapere che Jerome Dampton ne faceva parte spense definitivamente la curiosità di Rebecca e Melissa nei suoi confronti.
Era bello, questo non si poteva negare, ma questo non giustificava l'ossessione che metà delle studentesse pareva aver sviluppato. Non parlavano d'altro, lo seguivano e lo spiavano, senza che nessuna fosse ancora riuscita ad attirare la sua attenzione, o così credevano.
Fu proprio Rebecca a rendersi conto che, immancabilmente, dove il loro gruppetto andava, lui c'era.
Le ragazze e i loro amici, quasi tutti membri della band, occupavano sempre lo stesso tavolo della mensa, e lei sorprese Dampton a fissarli, più di una volta, senza neanche tentare di nasconderlo, cosa che succedeva alle lezioni che condividevano gli uni o gli altri e in biblioteca, come quel giorno.

Melissa conosceva bene il lieve egocentrismo della sua migliore amica, era fatta così. Le insistenti voci che volevano lei al centro dell'attenzione del bel ragazzo francese non potevano dispiacerle più di tanto, ma sapeva perfettamente anche che lei era una persona troppo equilibrata per crogiolarsi in quel corteggiamento muto.
Guardò Dampton con la testa ostentatamente china sui libri, chiedendosi davvero cosa avesse in mente, ma prima che potesse fare una qualsiasi osservazione, Sebastian Waterhouse, il batterista della band, le raggiunse, con un sorriso smagliante:
- Ho una notizia fantastica - esordì, sedendosi accanto a  lei, che spostò un po' la sedia per fargli posto. Rebecca parve riscuotersi da una fantasticheria, e si protese ad ascoltarlo.
- Ho preso accordi con quel mio amico alla Neverland Records. Possiamo iniziare a registrare a dicembre - annunciò Sebastian, raggiante.
Le ragazze si trattennero dall'urlare di gioia: entrambe lo abbracciarono e Rebecca gli stampò un bacio sulla guancia:
- Che faremmo senza di te? - dichiarò, estasiata. Non si accorse che lui era arrossito, ma Melissa, che conosceva la sua colossale cotta per l'amica, lo notò, però fece finta di niente.
- Neverland Records - disse, invece - Una casa discografica piccola, indipendente, anche se è il meglio che ci poteva capitare - rifletté.
Lui assentì:
- Non è la 4AD, ma per cominciare è perfetta - spiegò.
- Dobbiamo dirlo agli altri - intervenne Rebecca, alzandosi e radunando le sue cose.
Mentre uscivano, a Melissa non sfuggì lo sguardo di Jerome Dampton, che studiava Rebecca come chi cerchi di risolvere un'enigma.
  
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