Sono passati quattro anni.
Sai, io non credevo in Babbo Natale, prima che tu te ne andassi, poi i ragazzi mi hanno detto di scrivergli una lettera con quello che avrei voluto ricevere- non ci vuole molto per capire cosa ci ho scritto, non ci vuole molto per capire cosa, chi, vorrei. Ed in effetti, non sono stato l’ unico a chiederti.
Ti avevo sempre visto come un dono, ma mai avrei pensato di paragonarti tale nella lettera per un grosso nonno barbuto vestito di rosso. Mai. Per me sei sempre stato quel poco di buono che faceva accendere la miccia nella mia anima ed irradiava il suo calore ovunque, eri quello che mi faceva male ma al contempo non poteva che farmi del bene. Tu mi facevi così bene, che quasi arrivai a pensare che fosse stato Babbo Natale a spedirti da me. O Dio.
Non so se credere in Dio, non ci ho mai creduto molto, ma ho passato gli ultimi quattro Natali a pregarlo, tutta la notte. Ti prego, fammi riavere James, quello lassù non è il posto per lui; fatto sta che non ho mai creduto nei miracoli e penso che quello che sto chiedendo io non si potrà mai avverare. Non è più un desiderio, io sto chiedendo un miracolo. Ciò di cui non mi capacito ancora è che i morti non si possono far tornare sulla Terra.
Vedi a cosa mi porti?
Babbo Natale e Dio, James, mi porti quasi a credere in loro.
Forse perché ripongo più speranza nel falso che nel vero.