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Autore: BurningIce    12/07/2013    3 recensioni
Lily sente di non fidarsi di nessuno, di essere diversa. E forse anche le altre non si fidano, hanno paura: nessuno è mai riuscito a spiegarsi le stranezze che accadono in sua presenza. Come quando è scomparsa dalla classe, per sfuggire alle angherie di Samantha Polkiss, ed è riapparsa sul tetto della scuola. O come quando Mary, la migliore amica di Samantha, si è gonfiata come un pallone aerostatico.
Perciò Lily è giunta ad una conclusione più che giusta: le altre evitano lei e lei evita le altre.
DAL CAPITOLO 3:
Fermo in mezzo al pianerottolo, con lo sguardo fisso nel vuoto, incurante del suo abbigliamento indecente, Scorpius Malfoy scorge la chioma cremisi di Rose allontanarsi giù per le scale.
Ed è fermamente convinto di una cosa: quella che ha fatto è stata un’enorme, irrimediabile, incredibile cazzata.
Sequel di "SONO UNA RAGAZZA PERFETTAMENTE NELLA NORMA. O FORSE NO." (Non è necessario leggere la prima storia, sono completamente indipendenti)
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter, Louis Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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Lui_LucyHPBumbixMarty Evans che hanno recensito. Grazie, grazie di cuore.
E a 
Flaqui, perchè la adoro <3


 

Una piccola macchia nel perfetto mondo Dursley


2. Louis Weasley nuoce gravemente alla salute

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Dudley Dursley è un uomo molto rispettato nel suo quartiere: ha una bella casa, un’adorabile moglie e una Mercedes che molti gli invidiano. La sua potrebbe sembrare una famiglia come tutte le altre, se trascuriamo un piccolo dettaglio che risponde al nome di Linda Dursley.
Linda è completamente diversa dal resto della famiglia: no, non solo fisicamente. È una strega 
– una strega undicenne, per l'esattezza  che si appresta a iniziare la sua istruzione magica.
Per questo, oggi, la famiglia Dursley al completo è stata accompagnata davanti a un muretto di mattoni rossi da una giovane donna con un cappello piuttosto buffo. Se il signor Dudley ricorda bene, quest’ultima dovrebbe essere l’insegnante di Desolazione, o giù di lì. Anche se è piuttosto strano che in una scuola – piena di matti, ma pur sempre una scuola – insegnino agli studenti come deprimersi.
Dudley non è mai entrato nel mondo del suo fratellastro, prima di oggi. E crede di star sognando, quando le vetrine colorate di Diagon Alley si presentano davanti ai suoi occhi, in quel tortuoso vicolo affollato che si snoda fino alla Gringott. Dallo sguardo meravigliato e per niente spaventato di Linda, capisce qualcosa che lo fa sorridere amaramente: questo è il vero mondo di sua figlia, un mondo a cui lui non appartiene.
E la scuola tanto decantata da Harry, che lui lo voglia o no, diventerà la sua casa.


*


Dudley Dursley fa spesso delle telefonate di nastosto, rifugiandosi nel sottoscala, assicurandosi ripetutamente che sua moglie non sia a portata d’orecchio. Ma Violet Dursley è una donna molto sospettosa: quando ha scoperto Dudley a sussurrare al telefono chiuso in quello spazio di un metro quadrato, si è infuriata come mai aveva fatto nella sua piatta vita da casalinga di classe media ed è arrivata a pensare che Dudley abbia un’amante. Ha trascorso l’intera mattina sul divano, in una specie di trance, pensando alle conseguenze che un eventuale divorzio porterebbe: i vicini non smetteranno più di chiacchierare alle loro spalle e lei rimarrà la povera Violet, tradita e abbandonata dal marito. Emily Polkiss, poi, la deriderà di sicuro  sottilmente e velatamente  al club del cucito. Violet si lascia sfuggire un singhiozzo, coprendosi la bocca col fazzoletto di pizzo. È un periodo così difficile per lei… prima la cena disastrosa dei Polkiss, poi quella strana lettera priva di senso e adesso questo. Trattiene gli altri singhiozzi: non vuole che le bambine sappiano, che sospettino qualcosa. Deve tenerle all’oscuro di tutto il più a lungo possibile. Quando Dudley torna dal lavoro, non trova nessun pranzo ad aspettarlo. La tavola è stata sparecchiata in fretta e in furia, le bambine hanno già mangiato – Linda è in camera sua a rileggere per l’ennesima volta la lettera incriminata, Marge ha preso possesso della poltrona e della tv in salotto – e Violet lo aspetta alzata davanti ai fornelli spenti, con le braccia conserte e un’espressione tesa e seria.
Dudley la guarda per un momento, disorientato, prima che lei gli dia addosso con la sua invettiva sui valori del matrimonio, sussurrata a denti stretti per non attirare l’attenzione di Marge e Linda. E così Dudley decide che quello è il momento di raccontarle la storia, che Violet non può restare ancora all’oscuro di tutto. Perché Dudley, dopo numerosi ripensamenti, ha preso una decisione: Linda andrà ad Hogwarts.
Man mano che racconta, il volto di Violet si fa sempre più stupito e incredulo, ma sa che sua moglie crede alle sue parole, per quanto assurde possano suonare. Sta finalmente collegando tutti gli avvenimenti strani che accadono in presenza di Lily, comprendendo pian piano che in sua figlia non c’è niente di normale. Dudley le spiega che sa tutto già da tempo, ma non ha voluto affrontare la faccenda e ha tenuto la sua famiglia lontano dalla magia e da tutti i maghi che conosce. Già; perché Harry, il fratellastro di Dudley, è un mago. E sono anche in buoni rapporti: quando Lily, a soli tre anni, aveva fatto galleggiare nell’aria il suo sonaglino preferito, Dudley aveva composto in fretta e in furia il numero di Harry.
Era la prima di una lunga serie di telefonate, conclusasi quella mattina.
Harry e la sua famiglia incontreranno finalmente Lily e le spiegheranno tutto – anche se Dudley è certo che sua figlia abbia capito già un bel po’ di cose. Linda è una bambina sveglia, dopotutto.


*

Linda aspetta i Potter con ansia ed eccitazione: non vede l’ora di conoscere delle persone come lei. Dei maghi, dei maghi veri. Stringe convulsamente la stoffa della poltrona, guardando di tanto in tanto dalla grande finestra che dà sul giardino. Chissà come arriveranno, magari con delle scope volanti vere!
Ha divorato la sua lettera in pochi minuti: sa che ben presto una professoressa di cui non ricorda il nome verrà a spiegarle meglio il contenuto della missiva ed è contenta di arrivare ben preparata a quel momento. Lo zio Harry – uno zio mago! – chiarirà tutti i suoi dubbi. E le spiegherà sicuramente come cavalcare una di quelle scope, anche se non è del tutto sicura che esistano. In realtà, la lettera potrebbe essere uno scherzo gigantesco e maligno organizzatole da Marge e dall'omonima zia. Ma sa che suo padre non permetterebbe mai una cosa del genere, o almeno lo spera. Lo spera con tutte le sue forze.
È piuttosto contrariata quando si precipita ad aprire il portone e trova Emily e Samantha Polkiss, entrambe con la stessa, identica espressione imbronciata e supponente sul viso altero. Samantha indossa uno svolazzante abito pervinca, in tinta con il vistoso cerchietto che le ferma severamente i capelli castani. Lily si chiede come faccia certa gente ad essere così in tiro già alle cinque del pomeriggio.
Violet si precipita alla porta, cercando contemporaneamente di dare un aspetto presentabile ai capelli, e le fa accomodare con un sorriso tanto smagliante quanto falso. Immagina già il motivo della loro visita: sono lì per esigere delle umilianti scuse formali.
Le Polkiss si siedono sull’elegante divano del salotto, guardandosi attorno e registrando ogni minimo granello di polvere della stanza. Devono raccogliere materiale per i pettegolezzi che diffonderanno quando si siederanno su un altro di quei salotti, con la stessa ipocrisia di chi non ha nient’altro di meglio da fare nella vita che criticare qualsiasi cosa o persona. Lily sta per tornare a malincuore nel salotto con sua madre e le due megere, quando un enorme boato la fa bloccare sul posto. Dal camino spento è uscita una quantità spropositata di cenere, che si è prontamente depositata sui pregiati abiti di Emily e Samantha. Adesso stanno dando di matto in giro per il salotto, spaventate e oltraggiate.

«Ehi, Fred, ti avevo detto di aspettare!» Esclama la voce seccata di un ragazzo.
Sono loro, pensa Lily. Forse sono davvero loro.
«Beh, Lou, non ho mica tutto il giorno, io!» Replica una seconda voce, con una punta di divertimento.
«Fuori di qui, babbei, fate spazio agli altri!» Una ragazza particolarmente irritata è intervenuta nella conversazione; contemporaneamente, due figure interamente ricoperte di fuliggine sono saltate fuori dal camino, sotto lo sguardo incredulo di Lily, Samantha, Emily e Violet. Quest’ultima si getta sul divano con sguardo vacuo e si fa aria con la mano, chiedendosi cos’abbia fatto di male per meritarsi degli spazzacamini indesiderati nel salotto di casa sua. Le Polkiss rimangono impietrite, dimenticando anche di lamentarsi per il terribile inconveniente dei vestiti.
Il più piccolo dei due ragazzi, a occhio e croce un quattordicenne, si è già tolto di dosso la cenere e si è precipitato a fare il baciamano a Samantha Polkiss, che adesso ha un’espressione a metà tra il compiaciuto e lo spaventato. Lily deve ammettere che il nuovo arrivato, in effetti, è proprio un bel ragazzo: capelli nerissimi, spettacolari occhi blu e una pelle lattea ancora macchiata da qualche piccola traccia nera di fuliggine.
È lui a parlare nuovamente, guardando Samantha dritta negli occhi.

«Tu devi essere Lily» Constata, con un sorrisetto malizioso. La ragazzina ridacchia scioccamente, senza accennare a rispondere, troppo occupata a sbattere le ciglia con fare civettuolo. A quel punto Lily decide di intervenire e di entrare nel salotto, infastidita per l'equivoco. Nessuno può associare il suo nome a una ragazzina stupida e superficiale come la Polkiss.
«Veramente» Sentenzia, con un tono autoritario di cui lei stessa si sorprende. «Lily Dursley sono io.»
«Oh»  Esclama il ragazzo, imbarazzato, trovando comunque il tempo di rivolgere un rapido occhiolino a una ridacchiante Samantha.
«Credevo… sei già in età da Hogwarts? Caspita, li fanno sempre più piccoli!»
Riflettendoci su, non è poi questa gran bellezza. Le sembra insulso. E imprudente, anche. Nessuno può dirle che è troppo piccola per qualcosa. O semplicemente che è piccola.
Lily alza le sopracciglia fino all’inverosimile e sta per ribattere, quando un’altra ragazza apparsa dal camino – la stanza si sta rapidamente popolando di sconosciuti – squittisce con entusiasmo: 
«Oh, anche tu ti chiami Lily!»
Le corre incontro, calpestando con le scarpe sporche il tappeto tanto amato da Violet, che sussurra qualcosa come “vandali” e “che diamine sta succedendo”, per poi riprendersi e precisare che sua figlia si chiama Linda, non Lily. Ma a nessuno sembra importare quello che ha da dire, soprattutto perché un uomo dagli occhiali rotondi è appena entrato – anche lui dal camino – e sta sgridando la moltitudine di ragazzi che lo hanno preceduto.
«Li avrete spaventati! Come vi siete permessi? Vi avevo detto di restare fermi.» Sbraita, cercando qualcuno con lo sguardo. Si rivolge a un ragazzo alto e magrissimo, dai grandi occhi verdi. Occhi verdi del tutto identici ai suoi: stessa forma allungata, stesso colore smeraldino. A pensarci bene, somiglia ad alcuni di quei ragazzi più di quanto somigli a sua sorella. L’uomo sta per riaprire bocca, ma viene interrotto da un altro boato. Una seconda ondata di sconosciuti si riversa gradualmente nel salotto: adesso sono in tutto una ventina.
I soprammobili di Violet giacciono a terra, in frantumi, e il vocio dei ragazzi si placa immediatamente quando una signora con una crocchia stretta ed elegante li richiama una volta per tutte. Emily Polkiss, indignata e spaventata, sta per chiamare la polizia al cellulare, ma l’uomo con gli occhiali rotondi glielo impedisce, intimandole con gentilezza di non far niente e sfilandole il telefono dalle mani tremanti. Marge è accorsa nella stanza e guarda tutti con una stupida espressione vacua negli occhi porcini. Questa volta il ragazzino del baciamano evita di accogliere la nuova arrivata con le sue indesiderate galanterie.
L’uomo con gli occhiali si schiarisce la voce, imbarazzato, e si avvicina a Lily, tendendole la mano.

«Ciao, Lily» Le dice, con voce calma e rassicurante. «Io sono zio Harry.»
Harry scruta la ragazzina con sorpresa e attenzione: forse è solo una sua impressione, ma è più o meno la copia di sua madre a undici anni.


*


Lily conosce ormai tutta la famiglia Potter-Weasley, anche se ha una certa difficoltà nel ricordare tutti quei nomi. Le è rimasto particolarmente impresso quello del ragazzo che l’ha spudoratamente presa per una bambina; non dimentica facilmente chi la umilia. Emily e Samantha, invece, sembrano aver dimenticato tutto. Zio Harry ha spiegato a Lily che alcune persone, al loro Ministero, sono in grado di modificare i ricordi dei Babbani… chissà come sarebbe cancellare la memoria di Marge e farle credere di essere un maiale che si rotola nel fango.
Dudley Dursley, al volante, suda per il caldo e per il nervosismo. Violet asciuga ripetutamente il collo ormai madido del marito con il suo prezioso fazzoletto, ricamato nella bellezza di un mese; anche lei è visibilmente tesa. Sua figlia sta andando in un luogo pieno di gente di cui prima aveva sentito parlare solo nei film horror, dispersa chissà dove nella Gran Bretagna. E lei non può neanche vederla, quella scuola, figuriamoci entrare e controllare che tutto vada bene. Soffoca nuovamente un singhiozzo e si soffia il naso nel fazzoletto non più immacolato con cui pochi secondi prima ha asciugato il collo di Dudley, fregandosene altamente della sua fobia dei germi.
Anche Lily è piuttosto preoccupata, ma c'è una cosa che la rassicura. Suo padre sembra stimare molto lo zio Harry: quando è tornato a casa e lo ha visto, lo ha addirittura abbracciato. Certo, era un po’ impacciato e decisamente incerto su quel gesto, ma per Dudley Dursley è già molto. Lily lascia scivolare via quei pensieri e guarda fuori dal finestrino, mentre le distese verdi scorrono veloci davanti a lei.
Ci sta andando. Ci sta andando davvero.
Si volta verso Marge, che emette rumori simili a dei grugniti mentre dorme profondamente, e pensa che non c’è bisogno di un incantesimo per farle credere di essere un maiale. Scuote la testa per il pensiero decisamente cattivo appena formulato; in fondo, perfino sua sorella le mancherà.

King’s Cross è più affollata che mai; i treni scintillano tra i muri di mattoni rossi e la gente si affaccenda per la stazione con passo svelto. Ogni tanto Lily scorge qualcuno con un baule simile al suo – sua madre era restia a portarsi dietro quell’aggeggio così ingombrante – e si alza in punta di piedi per vedere se è Lily Due, Harry o qualcuno della loro famiglia. Storce il naso al pensiero che ci sarà anche quel Louis… spera solo di non finire nella sua stessa Casa.
Harry, sua moglie e due dei ragazzi che ha conosciuto qualche giorno fa arrivano presto, tempestandola di domande su quanto sia emozionata prima ancora di salutarla. Beh, lo è sicuramente tanto. L’altra Lily le rivolge un sorriso comprensivo – non sa se odiarla o ritenerla simpatica perché ha il suo stesso nome – e il ragazzo con gli occhi identici ai suoi le scompiglia i capelli affettuosamente, per poi sparire tra la folla e agguantare per un braccio una ragazza dai grandi occhiali neri, che gli sorride un po’ impacciata.*
Prima di attraversare con loro il passaggio di cui le ha parlato zio Harry, si volta indietro per salutare la sua famiglia. A volte ha sentito di odiarli, ma oggi ha un groppo in gola quando pensa che non rivedrà più il sorriso affettuoso di suo padre o l’espressione condiscendente di sua madre quando non vuole indossare il vestito che le ha comprato. Ed è proprio Violet a farsi avanti, con le lacrime agli occhi. Lily è stupita e incredula quando sua madre si inginocchia e la stritola in un abbraccio, scoppiando in singhiozzi.

«P-promettimi che farai la brava» Riesce a raccomandarle tra le lacrime. «Mi raccomando, spazzola i capelli ogni sera.» Aggiunge, con un tono più sicuro. Poi la lascia andare e si asciuga le lacrime, mentre anche Dudley la saluta, con due semplici parole che devono costargli molto.
«Fatti onore.» Sussurra, mentre Marge alza gli occhi al cielo. Lily sta per salutarla, piuttosto controvoglia, ma la sorella fa due passi indietro e la guarda dall’alto in basso. “Mostro” Sillaba, in modo che i genitori non la vedano, poi le porge una mano grassoccia, in una pallida imitazione di un saluto. Entrambe stringono più del dovere, poi Lily capisce che è venuto il momento di andare.

Dall’altra parte della barriera, la aspetta un altro mondo: uno scintillante treno rosso è circondato da delle persone vestite in modo strano, con lunghe tuniche nere; ma i ragazzi della sua età, almeno, sono vestiti come lei. Qualche gufo sfuggito al proprietario svolazza seminando il panico tra un gruppo di ragazze già in divisa. Scorge una degli intrusi nel suo salotto – Rose o qualcosa del genere – salutare con uno schioccante bacio sulle labbra un ragazzo alto e biondo, sotto lo sguardo oltraggiato di suo padre. La signora dalla crocchia elegante gli sussurra qualcosa all’orecchio e l’uomo boccheggia. L’attenzione di Lily viene ben presto calamitata da un gruppetto capitanato da quello stupido Louis Weasley: individua subito un paio di ragazze civettuole che le ricordano molto Samantha Polkiss e le sue amiche. Allora ci sono anche a Hogwarts, pensa. Si sente piccola come non mai, quando Louis la saluta con un sorrisetto ironico, mentre una di quei surrogati della Polkiss sussurra maliziosamente qualcosa all’orecchio del ragazzo.
Si affretta a distogliere lo sguardo, senza ricambiare il saluto, e si rende conto di quanto poco conosca quella gente, mentre vari gruppi di ragazzini si incontrano e si salutano entusiasti, meravigliandosi del nuovo taglio di capelli dell’amica o di qualche avventura estiva già accennata dopo i primi saluti.  
Quando lo zio Harry le posa una mano sulla spalla, con un gran sorriso comprensivo, si sente già meno fuoriposto.


*

Il viaggio è stato stressante. Niente da dire sul treno, meraviglioso e confortevole, ma i rumorosi cugini Weasley-Potter hanno tutti cercato di corrompere Lily per farla finire nella loro casa. Per adesso ha solo una gran confusione, ma di una cosa è certa: non andrà mai in Grifondoro. Ha ancora il mal di testa per il vociare dei cugini scalmanati di quella Casa. Forse Serpeverde, magari… Rose e il suo ragazzo le sono sembrati piuttosto simpatici e – in realtà – il biondo è veramente molto carino, altro che quel Louis. Ma per il momento non si interessa più di tanto ai ragazzi, sono creature stupide e pericolose. Purtroppo deve dire lo stesso di un gruppo di ragazzine che, fiere nella loro divisa dallo stemma verde-argento, l’hanno spintonata volutamente e malignamente mentre trasportava il suo baule diretta allo scompartimento, prima che Lily Due si offrisse gentilmente di portarlo al suo posto. Lily ha appuntato le loro facce nel suo libro nero mentale, in attesa di poter dar loro quello che si meritano. Le sembra passata un'eternità da quando ha attraversato il passaggio per il binario Nove e Tre Quarti, adesso che si ritrova in fila per essere smistata. Cerca con lo sguardo i vari ragazzi che le hanno reso il tragitto per Hogwarts praticamente impossibile, e ne individua molti al tavolo dei Grifondoro, mentre altre facce note siedono sotto stendardi blu e bronzo. Lily non ricorda il nome di quella casata, ma quando vede Louis, ancora insieme a quella ragazza della stazione, prova un improvviso desiderio di non essere smistata proprio tra i ragazzi in blu. È con le gambe tremanti che si avvicina al vecchio cappello bruciacchiato, guardandosi intorno nervosamente. A pensarci bene, potrebbero anche rispedirla a casa. Un’anziana professoressa le cala il cappello fin sotto le orecchie e Lily è sempre più nervosa. Non era preparata ad eventuali prove, né ad un cappello che grida i nomi delle Case ai quattro venti. Chiude gli occhi, ascoltando con attenzione una vocina nella sua testa.
“Vedo ambizione. Tanta. E un pizzico di malizia, anche. Quella che basta, non fraintendermi… non sei una cattiva ragazza.” Il cappello ridacchia e Lily pensa che abbia qualche rotella da aggiustare. O qualche filo, nel suo caso. “Farò finta di non aver sentito quello che hai appena pensato, carina” Prosegue il cappello, un tantino oltraggiato. “Beh, direi di non prolungare oltre…” Borbotta, per poi aggiungere:

«CORVONERO!» Lily si alza, disorientata dal boato scoppiato in uno dei tavoli. Il tavolo blu e bronzo, per la precisione. Quello in cui Louis Weasley applaude educatamente, divertito dall’imbarazzo della ragazzina. Quello in cui Lily si lascia cadere, mentre decine di mani vogliono stringere la sua, ma lei è davvero troppo stanca per accorgersi di chi saluta.
Quattro anni dopo, a quello stesso tavolo, Lily Dursley scoprirà qualcosa che la farà andare su tutte le furie.



*
 

Lily prepara svogliatamente il baule, gettandoci dentro libri e vestiti a casaccio, sicura che sua madre sverrà quando vedrà quell’inaccettabile disordine. Dopo quindici, lunghi anni Violet non ha ancora imparato ad accettare che Lily è la quintessenza del caos: niente è equiparabile alla sua stanza nei suoi giorni di pigrizia massima. E quei giorni sono molto frequenti. I Weasley-Potter dovrebbero arrivare a momenti; hanno preso l’abitudine di andare spesso a trovare il cosiddetto zio Babbano. In realtà, alcuni dei ragazzi sono divertiti dall’effetto che semplici trucchi magici fanno sulle ragazze del luogo. Fred non fa che raccontare di quella volta in cui una biondina gli ha detto che la sua sembrava vera magia, ma Lily sa che questa volta non verrà. I ragazzi più grandi sono partiti per una lunga vacanza in giro per l’Europa e non torneranno molto presto, con grande disappunto dei loro genitori. Alza gli occhi al cielo al pensiero di rivedere Louis Weasley nelle sue tranquille vacanze estive e di portarlo ad ogni singola festa organizzata da Samantha Polkiss, che da due anni non fa che invitarla gentilmente, ricordandole di portare Lou. Lou, che nome sciocco. Samantha non sa che Louis e Lily non si salutano nemmeno, quando si incrociano per i corridoi di Hogwarts. Diffidenza e antipatia reciproca, forse. O magari la mancanza di possibili interessi in comune. Tuttavia, la Polkiss non riesce a dimenticare Weasley da quando l’ha incontrato nuovamente nell’estate del secondo anno di Lily. Sono usciti insieme, quel lontano pomeriggio, e Samantha si è presa un’irreparabile cotta per il ragazzo – dopo un passionale bacio che non ha mancato di raccontare a tutto il vicinato –  che sembra fare questo effetto più o meno a tutte le sue coetanee. E Samantha e le altre non possono fare eccezione: sono in quel periodo della vita di una ragazza in cui si ragiona esclusivamente con gli ormoni, il che è facilitato notevolmente dal fatto che non abbiano un cervello con materia pensante. Lily sospira e scende le scale di corsa, stanca di sentire per l’ennesima volta il suono del campanello. I Weasley-Potter hanno fatto passi avanti, dall’irruzione in casa sua per mezzo del camino. Adesso si presentano a casa sua come delle persone normali. Quasi.
Apre la porta, seccata, e un turbine rosso le si getta addosso, ricordandole quanto sia cresciuta – “ci assomigliamo sempre di più, sai?
Lily non nota poi tutta questa somiglianza con Lily Due. Con suo sommo disappunto, oltre a Hugo e alla sua omonima c’è proprio Louis Weasley, pronto ad illudere magistralmente le sue prede estive – puntualmente Samantha, Mary o qualcuna del loro gruppo, che litigano ogni estate per contendersi un ragazzo che non sarà mai di nessuna di loro. Sono addirittura arrivate ad escludere la povera Jane August perché ha ballato con Louis ad una delle feste sfrenate della Polkiss. Dicono che a scuola sia diventata lo zimbello delle cosiddette Quattro, che si divertono a renderle la vita impossibile come un tempo facevano con Lily.
Hugo ha finito Hogwarts l’anno scorso ed è già una riserva dei Chudley Channons – a breve partirà per il ritiro estivo. Anche lui è stato adocchiato dalle ragazze del posto nei brevi periodi che ha trascorso a Privet Drive, ma è totalmente diverso da Louis, quindi non ha pensato nemmeno per un attimo di tradire la ragazza del quale è follemente innamorato, una certa Alice Paciock. Inutile dire che Samantha e Mary sono rimaste estremamente deluse dal comportamento del ragazzo, ma si sono subito riprese constatando la disponibilità del cugino. A Lily viene il voltastomaco se pensa che, tra poche ore, lei e la sua famiglia dovranno presenziare alla festa dei Polkiss, che come ogni anno vede una cena formale con le famiglie seguite da un amabile ritrovo tra giovani per bene, come ama sottolineare la mamma di Samantha. Lily non pensa che ragazze ubriache in cerca di compagnia per quella notte e ragazzi che fumano qualsiasi sostanza a portata di mano siano giovani per bene, ma evidentemente sua madre ha una grande necessità di restare nel giro. E di farci restare anche lei – tempestata di inviti ogni volta che i Weasley alloggiano a casa sua.
Hugo e Lily, dopo l’entusiastico saluto iniziale, si sono già messi a cercare Marge per giocarle qualche brutto tiro. La Dursley maggiore sta studiando per l’università; inutile dire che non è riuscita a concludere molto, nonostante le continue pressioni di sua madre, e che la sessione estiva va peggio che mai. Lily prova quasi pietà per lei, in un certo senso: i rapporti sono decisamente migliorati dai suoi primi due anni a Hogwarts, se migliorati significa una totale indifferenza interrotta di tanto in tanto da qualche sguardo sprezzante.
Louis, intanto, è ancora sulla porta. Lily alza un sopracciglio, in un implicito e svogliato invito ad entrare, ma il ragazzo si limita ad appoggiarsi al muretto dell’ingresso di casa Dursley e ad accendersi una sigaretta. Se Violet Dursley lo vedesse in quel momento, perderebbe tutto l’affetto che prova verso quel ragazzo – già, perché la madre di Lily, come ogni essere femminile nel raggio di chilometri, sembra adorarlo. A volte ha scorto perfino Marge lanciargli occhiate simili a quelle che di solito riserva a un buon arrosto o a un piatto grondante di patatine fritte.



*
 

Lily deve ammettere che quest’anno Samantha Polkiss si è superata. L’enorme giardino è rischiarato dalla luce soffusa di innumerevoli lanterne, alcune delle quali galleggiano nella piscina. Qualche coraggioso sta facendo il bagno, nonostante la temperatura, di notte, si sia abbassata parecchio. Qualcuno ha costruito un ingegnoso sistema che fa scorrere lo champagne come in una fontana attorno a cui parecchi assetati si radunano spesso. Lily dubita che ci sia qualcuno sobrio alla festa, oltre a lei. Certo, ha bevuto due bicchieri di Martini, giusto per dare l’impressione di aver qualcosa da fare, e si è abbandonata su uno di quei divanetti bianchi appartati che solitamente vengono occupati da coppiette tubanti, probabilmente formatesi sul momento. Il dj, PJ faccia-da-coniglio Polkiss, diffonde per tutto il parco della villa martellanti canzoni Babbane di dubbio gusto, al ritmo delle quali alcuni membri della cricca di Samantha – tra cui una Mary ubriaca fradicia – si agitano sopra dei cubi portati lì per l’occasione. Lily osserva distrattamente le goccioline dorate sul suo bicchiere triangolare, pensando che le feste clandestine di Hogwarts sono molto meglio della pagliacciata a cui assiste. I Polkiss hanno ritenuto opportuno invitare solo gente popolare, ovvero quei ragazzini che stavano tanto antipatici a Lily ai tempi delle elementari e che, crescendo, sono diventati solo peggio.
È decisamente seccata di trovarsi in mezzo a quella gente stupida. Non le importa di rimanere ad aspettare Louis, Lily e Hugo, che sua madre ha gentilmente invitato a dormire nella camera degli ospiti. Nessun problema per gli ultimi due, ma non le piace avere Lou in casa, per ovvi motivi. Si alza dal divanetto e oltrepassa il vialetto di pietre con non poca difficoltà, diretta verso la camera di Samantha per recuperare la sua borsa e il suo cellulare. A pensarci bene, sua madre l’avrà chiamata decine di volte e sapere quello che le aspetta arrivata a casa le mette i brividi.
Maledice quei tacchi piuttosto alti che – tanto per cambiare – Violet le ha consigliato di mettere. Mai ascoltare i consigli delle madri, specialmente quando si chiamano Violet Dursley e si vestono come bambole bon ton troppo cresciute.  
Dopo aver vagato un po’ per la casa trova finalmente la porta che cercava, inconfondibilmente contrassegnata dalla scritta “La principessa dorme qui.” Scosta la porta e fa per entrare, ma dei rumori sospetti la interrompono.

«Oh, sì, Lou» Ridacchia una voce che le sembra quella di Samantha. Sbircia dalla porta, curiosa e disgustata, e si ritrova davanti una scena che non avrebbe mai voluto vedere, perché vedere le due persone da lei più odiate, per giunta insieme, prossime al procreare possibili bambini uguali a loro è qualcosa che Lily non augura nemmeno ai suoi peggiori nemici. O, in questo caso, ai due ragazzi che si danno da fare sul letto a baldacchino della Polkiss. Quest’ultima, a cavalcioni su un Louis seminudo, lo sta baciando con foga, con le mani tra i suoi capelli neri e il vestito scivolato in alto che ormai non le copre più granché. Weasley ha le mani saldamente piantate sul sedere della ragazza e ricambia con trasporto il bacio, pensando che le Babbane non sono niente male. È troppo per gli occhi di Lily, però, quando la Polkiss afferra una mano di Louis e la porta sulla sua scollatura volgare e pronunciata, ridacchiando ancora tra un bacio e l’altro. Certo, deve usufruire di quella quarta di cui tanto si vanta da un paio di anni – mentre Lily è arrivata ad una misera seconda riempita a malapena. Così, quest’ultima, dimenticando che in teoria non dovrebbe render nota la sua presenza, si lascia scappare un esplicito verso di disgusto. I due si interrompono, guardandosi intorno circospetti. Lily sa che Samantha ha paura che sua madre l’abbia colta in flagrante, demolendo l’immagine di ragazzina casta e innocente che ogni signora che si rispetti ha della figlia. Louis, invece, si limita a sorridere malignamente in direzione di Lily, ancora con le mani in posizioni sconvenienti sul corpo della Polkiss. Lo sguardo che le rivolge è tale da farla arrossire impercettibilmente. E Lily sa che né la Polkiss né Weasley gliela faranno passare liscia per quel commento indesiderato.
«Che ti succede, piccola stramba Dursley?» Insinua Samantha, maligna. «Credevi che i bambini li portasse la cicogna?»

 





Angolo di Aniva (che sono io)

Beh, ecco qui, ho finalmente aggiornato! E chi se ne frega, direte voi. Ma io vi rompo i cosiddetti lo stesso e continuo dicendovi che sì, HO FINITO GLI ESAMI! Finalmente libera dal liceo, non potete immaginare che sensazione! No, dai, mi mancherà, in fondo. Molto in fondo. A proposito, sondaggio: chi di voi ha avuto la maturità quest'anno? (Tipo alcolisti anonimi, riuniamoci!) 
Ma parliamo di cose serie: il capitolo. Per quanto seria possa essere una mia storia. No, non lo è per niente. 
Bene, la nostra Linda-Lily o chiamatela come volete è cresciuta ed è diventata ormai una quindicenne - sigh, ricordo ancora i tempi in cui era così piccola... parentesi romantica finita. La pianto di fare la scema, davvero! 
* Ah, c'era un asterisco!! Beh, il ragazzo ovviamente è Al e la ragazza che saluta è Crecy Canon, per chi avesse letto l'altra mia long, 
Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no. 
Se non l'avete letta e cliccate per sbaglio sul link... beh, dite addio alla vostra sanità mentale. Perchè Rose è peggio di me... e per essere peggio di me ce ne vuole! Ma sto divagando, di nuovo. Ah, ecco! Ovviamente il biondo che Rose bacia non è altri che *tadaaaan* Scorpius Malfoy. Se volete sapere di più sui Weasley Potter, beh, il link della storia sopra fa al caso vostro. O forse no, tanto per citare il titolo.
Oh, e c'è una novità!! Ho una pagina anche io. Sì, una pagina vera! Se vi va, passate, ecco l'ennesimo link: 
https://www.facebook.com/BurningiceEfp?fref=ts
Il mio profilo, tanto per essere ripetitiva, è Aniva BurningIce Efp. Ne ho anche uno vero, ma non posso postarlo qui per ovvie ragioni ^.^ In ogni caso, sono ben felice di accettare le vostre richieste, in privato posso benissimo dirvi chi sono! Wooow, questa identità segreta fa tanto supereroina del male. Tipo Scarlett Johansson, sono la Vedova Nera. Con meno tette. 
Beh, penso di aver detto tutto <3 (Ecco, chi vi ricorda Marge che dice "Mostro?" E Louis con "li fanno sempre più piccoli?") 
Vi saluto, ringraziandovi davvero tanto per le recensioni, le seguite, le ricordate, le preferite, le semplici visite. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, sono lieta di parlare con voi del capitolo e non solo, è importantissimo per me conoscere le vostre opinioni!!
Un grosso bacio, 
-Iv.

P.s. Lo ammetto, volevo mettere Lily in Serpeverde. Ero così tentata! Ma no, mi serve in Corvonero lei!! Ok mi dileguo. 


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