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Autore: taisa    25/01/2008    6 recensioni
Una sera in apparenza normale può cambiare le vite di molte persone, nel bene, e soprattutto, nel male.
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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THAT CRAZY NIGHT

THAT CRAZY NIGHT

*

Una notte d’inverno

*

La pioggia leggera picchiettava contro i finestrini delle auto.

Lo scenario invernale, nel buio della notte, metteva i brividi.

L’ombra dell’albero, spoglio dalle sue foglie, si muoveva leggermente dando l’impressione che qualche creatura notturna fosse nei paraggi.

Pur vero che la creatura più spaventosa è sempre ciò che a prima vista sembra innocuo.

L’uomo mingherlino e dall’aspetto gracile, appostato sotto l’albero, sembrava essere il minore dei mali, invece era il male in persona.

I suoi occhi rossi scrutavano con attenzione l’ambiente circostante senza farsi sfuggire neanche un dettaglio.

Le braccia conserte, il volto impenetrabile, non permettevano a nessuno di leggere i suoi pensieri.

Mosse lievemente il capo solo quando si accorse dei passi che si stavano avvicinando al tronco sulla quale era appoggiato.

“Quanto tempo ci avete messo?!” pronunciò freddo in direzione dei due individui che apparvero davanti ai suoi occhi.

Il più alto dei due si esibì in un piccolo inchino, visibilmente amareggiato “Ci dispiace Freezer” si scusò sbirciando lo sguardo glaciale di quello che era il capo.

“Non importa” rispose infine questi raggelando il sangue nelle vene ai suoi interlocutori, “L’avete presa?” chiese poi tornando a guardare l’imponente edificio che aveva di fronte.

Il grassoccio annuì “Sì. È filato tutto liscio” confermò ancora scrutando i lineamenti del piccoletto.

“Molto bene…” sibilò sinistro, mentre un ghigno meschino si dipinse sul suo volto seguito da una risata ancor più vile.

Freezer allungò la mano, provvista di guanto, verso i suoi complici “Dammela” ordinò facendo cenno con le dita.

*

“Tesoro, preferisci pesce o carne per cena?” domandò la donna affacciandosi alla porta del salotto.

“Non vedo quale sia la differenza” brontolò lui cambiando svogliatamente canale.

Bulma lo guardò storcendo la bocca in una smorfia “Uno vive nei mari, l’altro no” rispose canzonatoria dopo un sonoro sbuffo.

“Ah davvero… e pensi di andare a pescalo di persona?!” bofonchiò l’uomo senza degnarla di uno sguardo.

La donna si appoggiò le mani ai fianchi osservando lo schienale del divano dietro la quale giungeva la voce del consorte, “Senti un po’ tu, hai intenzione di fare lo spiritoso ancora per molto?” protestò portandosi, con passo pesante, davanti all’uomo.

Vegeta scostò lo sguardo, solo per vedere lo schermo del televisore che lei stava coprendo “E tu hai intenzione di blaterare ancora per molto?” replicò di rimando pigiando nuovamente il tasto del telecomando.

Bulma lo guardò nervosa e, senza esitazioni, spense l’elettrodomestico che stava attirando l’attenzione del marito, “Ehi!” protestò lui sedendosi ed incrociando le braccia.

“Non c’è nessun ehi! Ti ho fatto una domanda semplicissima, sarebbe gradita una risposta, che non si limiti ad essere insensata e priva di fondamento!” lo rimproverò severa osservandolo con sguardo risentito.

Vegeta la guardò per alcuni secondi, tornò a sdraiarsi dandole le spalle, “Fa come accidenti ti pare” si limitò a dire appoggiando il capo sul bracciolo del divano.

Bulma sbuffò appoggiandogli una mano sulla spalla “Questa non è una risposta concreta” si ribellò contrariata.

La mano di lui si avvinghiò sul polso della compagna in un guizzo veloce e repentino.

Bulma si ritrovò sdraiata tra lo schienale del divano e l’uomo “Cosa credi di fare razza di…” “Voglio l’antipasto” annunciò lui portandosi sopra la donna e fissandola negli occhi.

Lo sguardo di lei si ammorbidì improvvisamente “Ah sì? E cosa dice il menù?” si limitò a scherzare con un sorriso beffardo, ma dolce, mentre le sue braccia si attorniarono al collo dell’uomo.

“Che posso prendermi ciò che voglio” rispose stampando sul suo volto un sorriso simile a quello di lei, complici.

“E tu cosa vorresti?” insistette lei divertita, “Tutto” concluse Vegeta appoggiando le labbra sul collo della donna.

*

Con parsimonia, il direttore, aprì l’anta della cassaforte allo scopo di smistare le banconote raccolte in un giorno di lavoro.

Normale routine, pertanto era abituato a maneggiare quei preziosi foglietti di carta.

Alle sue spalle un uomo in divisa, solerte nel suo lavoro di guardia incaricato a controllare l’incasso giornaliero.

Osservava, appena fuori dalla cassaforte, con aria decisa, l’interno della banca deserta.

Uno sparo improvviso lo colse di sorpresa, senza avere il tempo di porsi delle domande si accasciò al suolo privo di vita.

Il colpo mise in allarme anche il principale, che agitato si voltò.

La sua mano pigiò, istintiva e repentina, sul tasto di allarme, ma la figura minuta che apparve all’interno dell’armadio blindato lo freddò con un colpo solo.

“Zarbon, Dodoria, prendete i soldi e andiamo” ordinò ascoltando ancora il rumore della pioggia all’esterno dell’edificio.

Freezer alzò lo sguardo osservando la telecamera, conscio che essa non stesse svolgendo il proprio dovere, anche l’allarme era rimasto silenzioso.

*

Vegeta uscì dal bagno ancora con un asciugamano adagiato sul capo.

Percorse in silenzio il corridoio della casa fino a giungere in cucina, dalla quale sopraggiungeva un delicato aroma di pesce.

“E’ quasi pronto” annunciò Bulma appena lo sentì entrare nella stanza, si voltò a guardarlo scrutandolo da capo a piedi “Tesoro, sei pregato di metterti una maglietta prima di cena” gli ricordò additandolo curvando un lembo delle labbra verso l’alto.

L’uomo sbuffo evidentemente infastidito, “Sei seccante” protestò ringhiando, “E tu sei sfiancante” replicò di rimando lei tornando alla cena ancora sul fuoco.

Il campanello richiamò l’attenzione di entrambi e Bulma non si lasciò sfuggire l’occasione.

Si voltò nuovamente a guardarlo spegnendo il gas dei fornelli, “Tu vai a metterti qualcosa addosso, io vado ad aprire” attese alcuni secondi prima di conseguire una reazione da parte dell’uomo che, si limitò ad intersecare svogliatamente le braccia, “Vai e non brontolare, o preferisci andare ad aprire?” gli propose in una specie di ultimatum, conscia che la seconda opzione non era di certo quella che avrebbe maggiormente gradito.

Vegeta, infatti, reagì come ella aveva preventivato, girò i tacchi tornando da dove era venuto dirigendosi verso la camera da letto.

Bulma l’osservò allontanarsi vittoriosa, un sorriso soddisfatto si dipinse sul suo volto e, con aria trionfante, si diresse verso l’ingresso.

“Sì?” domandò sbirciando dallo spioncino sulla porta, “Polizia, apra” ordinò prontamente una voce dall’altra parte dell’uscio.

Deglutì sonoramente quando i suoi occhi visualizzarono gli uomini in uniforme appostati appena fuori dalla soglia.

Una pessima sensazione le fece venire i brividi da capo a piedi, la sua mano aprì lentamente la porta trovandosi di fronte lo sguardo severo del poliziotto che le aveva appena risposto intimidatorio.

Non aveva paura degli agenti, ne aveva uno in casa, ma quello strano atteggiamento non poté fare a meno di metterla in guardia.

“Cosa volete?” domandò con un certo timore, più spaventata dalla risposta che dai poliziotti stessi.

“Lei è la signora Bulma Brief?” domandò l’uomo che sembrava essere il capo, “Sì, sono io. Cosa volete?” rispose cercando di mantenere la calma.

L’uomo la scrutò da capo a piedi “Suo marito è in casa?” continuò a restare sul vago senza lasciar trapelare nulla dal suo sguardo che restava fermo ed impassibile.

Bulma restò in silenzio per qualche secondo, deglutì silenziosamente, “Sì è in casa” rispose sempre più timorosa.

L’agente fece un passo in avanti, scostò la donna a lato e fece cenno ai colleghi di entrare.

Ehi! Che state facendo?! Non potete entrare così in casa mia!” protestò cercando di fermare gli uomini appena varcarono la soglia.

L’uomo che le aveva parlato fino a quel momento le impedì di muoversi oltre la porta “Se ne stia buona qui” ordinò nuovamente con aria seria.

*

Accompagnato da uno sbuffo, Vegeta, uscì dalla camera da letto indossando una canottiera, così come gli era stato richiesto.

Non capiva per quale accidenti di motivo doveva indossarla una maglietta, infondo, lui, non aveva di certo freddo.

Ok, era inverno, ma che importanza aveva? Lui stava bene.

Tutta colpa di Bulma che gli ripeteva in continuazione quanto questo suo vizio di girare a torso nudo, anche d’inverno, le facesse venire freddo solo a guardarlo.

Che idiozia.

Scosse la testa soprappensiero, mentre una piccola increspatura delle sottili labbra lo portarono, inconsciamente, a sorridere.

Quando alzò lo sguardo, però, quel leggero sorriso si dissolse in un attimo.

Gli uomini in divisa che gli andarono incontro lo costrinsero a crucciare lo sguardo in maniera infastidita “Che volete?” domandò subito intuendo una specie di pericolo.

Nessuno gli rispose, prima ancora di capire cosa stesse succedendo si ritrovò, letteralmente, con le spalle al muro.

“Signore, l’abbiamo trovato!” sentì urlare uno degli agenti che lo stava tenendo stretto per un polso.

“Che state facendo idioti! Lasciatemi!” ordinò divincolandosi nel tentativo di liberarsi della presa dei suoi assalitori.

“Bene, bene, bene… sapevo che prima o poi avresti commesso un errore, Vegeta” irruppe una voce, famigliare, che lo fece desistere dal tentativo di svincolarsi.

“Kyui” mormorò a denti stretti osservando il poliziotto che avanzò verso di lui facendo roteare le manette sull’indice di una mano.

Kyui si fermò a pochi passi dall’altro “Non sai quanto ho sperato che commettessi uno sbaglio” sibilò mentre strinse le catene attorno ai polsi dell’altro, “Ti dichiaro in arresto” mormorò soddisfatto.

“Che cosa?! Non dire idiozie bastardo! Io non ho fatto nulla!” protestò cercando, nuovamente, di scansarsi dalle prese dei suoi, ex, colleghi.

La mano di Kyui si appoggiò pesantemente sul volto dell’uomo costringendolo ad aderire lo zigomo alla parete, “Bada a come parli, Vegeta. Io rappresento la legge, tu sei solo uno sporco rifiuto” insistette con un ghigno divertito.

“State sbagliando! Lui è innocente, non potete accusarlo!” si ribellò Bulma, tenuta alla larga da alcuni agenti.

Lo sguardo di Vegeta, per quanto gli fosse concesso, si posò su di lei, lei e la sua solita aria decisa ed un po’ provocatoria.

Anche lo sguardo di Kyui si rivolse verso la donna “Vegeta, sei accusato di rapina, saluta la tua bella moglie” concluse cinico tornando a guardare l’uomo.

*

They came for him one winter's night.
Arrested, he was bound.
They said there'd been a robbery,
his pistol had been found.

*

CONTINUA…

*

*

Sweet Memole 87: accidenti quanto entusiasmo, grazie ^^. Dai cosa ti fa pensare che i tuoi dubbi verranno svelati all’ultimo, queste sono cose che non faccio mai… ehm… Riguardo la canzone, il titolo non è quello della storia, ma come vedi ho già cominciato ad inserirla, quindi puoi giudicare tu se è quella che pensavi.

*

CHiBI cHU: credo dovrai aspettare ancora un po’ prima di sapere esattamente di che canzone si tratta, intanto dovrai accontentarti di una strofa ^^

*

sexxxychichi: ti ringrazio, spero che l’aggiornamento non si sia fatto attendere troppo a lungo

*

lilac: ma non mi dire?! Non avevo proprio capito che fossi curiosa ^^. Allora, come prima cosa, sapevo che Vegeta poliziotto ti avrebbe lasciato un po’ spiazzata, ma come vedi la situazione è già cambiata XD (non era poi così precisa a quanto pare). Per quel che riguarda la canzone misteriosa… vediamo che sa fare la tua sfera. Grazie per avermi fatto notare la svista, come vedi ho corretto ^^

  
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