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Autore: CrazyFantasyWriter    13/07/2013    1 recensioni
Sono Kate, Kate Huster, ho diciotto anni, non sono particolarmente bella e non ho avuto una vita facile e ricca di sorprese, ma quello che mi è successo il giorno del mio sedicesimo comlpleanno ha dell'incredibile. Ti dico solo che ero alla stazione di Londra con i miei volumi della saga di Harry Potter. Vuoi sapere cosa mi è successo? Inzia a leggere, questa storia fa per te!
(Questa è la mia seconda ff e la scrivo in parallelo con "Il settimo anno" spero sarete clementi!)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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L'atmosfera che si respirava al castello non era diversa da quella di cui avevo letto. Tutti gli studenti erano affaticati nonostante fosse passato da poco più di un mese dalla pausa Natalizia. Alcune volte, soprattutto se erano nei paraggi i ragazzi del quinto o del settimo anno, la tensione era palpabile.

Harry aveva avuto un altro incontro con Silente, i due avevano visto il ricordo rovinato di Lumacorno e ora il ragazzo cercava in tutti i modi di parlare con il professore. Nel libro di lì a poco Ron avrebbe preso un potentissimo filtro d'amore e poi sarebbe stato avvelenato, perciò quando Harry disse che andava a parlare con il professore di Pozioni io chiesi a Ron di uscire a fare qualche tiro per allenarmi, visto che quel giorno il campo era miracolosamente libero. Il ragazzo accettò e dopo mezz'ora ci trovammo fuori dal castello, pronti, con divisa e scopa, per giocare a Quidditch. “Io tiro e tu pari?” chiesi prendendo la pluffa.

“Mi sembra logico” rispose lui con l'aria da finto saputello.

“Cosa credi Ronald Bilius Weasley, che io non sia...”

“S-sai il mio nome per intero” balbettò lui imbarazzato mentre le orecchie gli si infiammavano.

“Si” risposi io e mi avvicinai agli anelli, “E' un problema?”

“No... figurati” disse Ron con una finta aria disinvolta e questa volta anche la faccia gli arrossì.

“E dai! Non fare così... Credi che lo vada a spiattellare al primo che mi capita?”

Lui mi fissò poco convinto.

“Al massimo lo faccio scrivere sulla Gazzetta del Profeta” scherzai e mi allontanai per poi tirare la pluffa.

Ron non la parò.

“Dai, stavo solo scherzando! Credi davvero che possa fare una cosa del genere?”

Tirai la palla e questa volta il portiere fece il suo dovere, tirai ancora e ancora e ancora, ma Ron continuava a parare ogni pluffa che gli lanciavo.

“Che noia!” esclamai, “Le stai parando tutte...”

“Meno male, no? Vuol dire che sono bravo” si adulò da solo.

“Si, come no...” scherzai e tirai ancora la grossa palla marrone.

Continuammo così fino a quando non tramontò il sole e gli anelli non si confusero con la penombra.

* * *

A cena ci sedemmo, come al solito, vicino a Harry e Hermione.

Il Prescelto non aveva una faccia felice e non aveva ancora proferito parola nonostante fossimo quasi al dolce.

“Si può sapere cos'hai?” esplose Hermione dopo aver passato tutto il tempo ad osservare il comportamento dell'amico.

Lui alzò lo sguardo dal piatto e mormoro:

“Non qui”

In Sala Comune, mentre gli altri non badavano a noi perchè più impegnati a fare altro, Harry ci raccontò tutto.

“Lo sapevi?” mi chiese Ron.

Io annuii.

“Quindi? Cosa devo fare?”

“Ritentare Harry, è l'unico modo” gli suggerì Hermione.

“Se vuoi posso provare a chiederglielo io. Domani devo portargli il Pozioni Avanzate che mi ha prestato, è da un po' che l'ho comprato nuovo, ma mi sono sempre dimenticato di restituirglielo” disse Ron.

“No, non ha detto nulla a me che...”

“Si, hai ragione. Tu sei il suo pupillo” sbottò Ron con uno sguardo rabbioso.

C'era aria di tempesta.

“Non intendevo questo!” esclamò Harry facendo voltare alcuni ragazzi che giocavano tranquilli con le Gobbiglie.

“Calmatevi” disse Hermione, con un tono che spaventò anche me che non centravo nulla con la discussione.

“Si, è stupido litigare per una sciocchezza simile” dissi io e i ragazzi sembrarono tranquillizzarsi un po'.

Cambiando discorso Hermione disse:

“Comunque potresti approfittarne per portare anche il libro di Harry, Ronald”

“Io non lo lascio questo” disse Harry con determinazione stringendo il libro che era comparso da chissà dove.

“Lo porti pure in giro?!” esclamò Ron scandalizzato.

“E'... una lettura interessante” cercò di giustificarsi il Prescelto.

“Interessante... sentilo” disse a me, “Parla come Hermione!” e scandì il nome della ragazza come se si trattasse di una strana creatura tropicale.

“Molti incantesimi mi sono stati utili” continuò Harry.

“E' vero, ma non possiamo mai fare due chiacchiere prima di dormire” disse Ron.

“Anche io leggo a letto” dissi, “E pure Hermione, non è poi così strano”

“E' vero” confermò la Granger.

“Ascoltate” disse Ron come se dovesse spiegarci se è nato prima l'uovo o il drago, “Voi siete delle secchione, Hermione ha letto più libri di quanti ne esistano e Kate, tu hai imparato più incantesimi in pochi mesi che tutti quelli che io ho imparato in sei quasi sei anni”

Io ed Hermione gli sorridemmo.

“Harry invece...”

“Stai parlando di me!” esclamò il Prescelto arrabbiato, “Sentite un po': questo libro mi è stato utile e dovrei portarlo indietro? Nemmeno per sogno!”

Noi lo guardammo allibiti.

“E adesso se volete scusarmi, vado a vedere se ci sono altri incantesimi interessanti”

Brandendo la bacchetta, furioso, andò quasi correndo verso il dormitorio maschile e sparì appena iniziò a salire la scala a chiocciola.

* * *

Il mattino dopo era sabato e non avevamo lezione. Harry non si fece vedere, Hermione si rifugiò in biblioteca e Ron andò da Lumacorno a consegnargli il vecchio libro di pozioni che gli era stato prestato, perciò io rimasi sola in Sala Comune e decisi, visto che non c'era nessuno, di leggere il seguito del sesto libro della saga per trovare un modo per salvare Silente.

Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente.

Avada Kedavra!”

Uno zampillo di luce verde schizzò dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente in pieno petto. L'urlo di orrore non uscì mai dalla bocca di Harry; silenzioso e immobile, fu costretto a guardare Silente scagliato in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadde lentamente all'indietro, oltre le merlature, come un enorme bambola di pezza, e scomparve.

Era terribile. Dovevo fare qualcosa, ma cosa? Non potevo combattere contro Lord Voldemort in persona, sarebbe stato inutile, l'unica cosa che potevo fare era dare una mano ad Harry. Aiutarlo a capire prima come fare a farsi dare da Lumacorno il ricordo sull'Horcrux, dirgli di usare la Felix senza parlargliene esplicitamente, senza...

“Sei Kate Huster?” mi chiese una ragazzina del primo anno correndo verso di me tutta trafelata.

Io chiusi svelta il libro e coprii la copertina con una mano.

“Si, sono io”

“Allora...” disse e fece una pausa per riprendere fiato, “Ronald Weasley è in infermeria ti stanno aspettando lì”

Fu come se una parte di qualcosa nel mio petto cadesse giù fino allo stomaco e rimanesse lì, pesante, non permettendomi più di respirare tranquillamente.

“Come...” provai a chiedere.

“Non so, ma ti stanno cercando”

Biascicai un grazie e nascondendo il libro sotto la tunica di Grifondoro che indossavo corsi verso l'infermeria.

Quando oltrepassai la porta vidi che attorno ad un letto erano accerchiate una decina di persone, che a dispetto delle regole di Madama Chips non davano l'idea di volersene andare.

Mi avvicinai al letto e vidi Ron. Non aveva un bell'aspetto: era pallido e dormiva, ma si vedeva che aveva un sonno agitato.

“Cosa gli è successo?” chiesi a Silente e alla McGrannitt temendo la risposta.

“E' stato avvelenato” rispose mestamente il preside.

Poi Hermione si alzò dalla sedia che occupava e mi puntò addosso un dito accusatore.

“Tu!” disse quasi in un ringhio.

Io non capivo cosa le fosse preso.

“Lo sapevi” scandì mentre il preside, la McGrannitt, Lumacorno, Hagrid, Ginny e Harry ci fissavano straniti.

“Io non...”

“Sapevi che sarebbe stato avvelenato e non hai fatto nulla per...”

“Nel libro non veniva avvelenato oggi” dissi cercando di sembrare calma, “Ieri siamo stati insieme tutto il tempo, abbiamo giocato a Quidditch, pensavo che...” dissi mentre Hagrid, Lumacorno e la McGrannitt mi guardavano non capendo nulla.

“Allora è meglio se...” disse Hermione rabbiosa, poi si bloccò e parve tornare in sé, “Scusami, io... perdonami”

“Non preoccuparti, è normale essere nervosi in questi casi”

Allentata la tensione Silente disse:

“Il signor Weasley era andato a consegnare un vecchio libro al professor Lumacorno quando...”

“Stavo per brindare a un piccolo successo personale” intervenne Lumacorno con voce flebile, “Sai cara, ho venduto un ciuffo di peli di coda di Unicorno e...”

“Comunque sia” lo fermò Silente, “Weasley è entrato poco prima che Horace bevesse l'idromele così...”

“Così io gli ho offerto un bicchiere, lui inizialmente ha rifiutato, poi ha preso il bicchiere. Abbiamo brindato ma lui ha bevuto per primo e...” aggiunse Lumacorno.

“Lo so” dissi e mi allontanai dai professori per avvicinarmi a Harry ed Hermione.

“Allora?” chiesi, “Non si è ancora svegliato?”

Harry scosse la testa mentre Hermione continuava ad accarezzare la mano del mio ragazzo. Ero un po' infastidita, ma non lo feci notare.

Silente e gli altri professori uscirono con Ginny che andò ad avvisare i Weasley e io, Harry ed Hermione rimanemmo al capezzale di Ron.

Restammo un po' in silenzio, poi Harry disse:

“Volevo scusarmi per ieri, ho ehm... esagerato un po'”

“Non importa” lo tranquillizzai.

“No Harry, non preoccuparti, sai Kate, è grazie a lui se Ron è ancora vivo”

“No” precisò il Prescelto, “E' grazie al Principe, ieri sera ho letto che i Bezoar curano quasi da tutti i velini perciò quando ho sentito dei rumori da fuori sono entrato. Poi ho visto Ron a terra e il professore mi ha detto che probabilmente era stato avvelenato, perciò sono corso fino all'armadio delle scorte e ho preso un Bezoar”

“Guarirà” dissi alla fine del racconto.

“E' tardi, io vado.” disse Harry, “Venite pure voi?”

“No io...”

“Nemmeno io”

Harry si alzò, fece un cenno con la mano e uscì dall'infermeria.

Iniziai a pensare a ogni cosa che avevo fatto per evitare che Ron fosse avvelenato e giunsi alla conclusione che non si può sfuggire al proprio destino, qualunque cosa io avessi fatto sarebbe stata vana, tuttavia ero sempre convinta di voler salvare Silente. Dovevo almeno provarci, con Katie aveva funzionato... Tentar non nuoce diceva sempre mio padre, Dio quanto aveva ragione!

“Kate tutto a posto?” mi chiese ad un certo punto Hermione.

Io annuii e sorrisi.

“Non te la sarai presa per quello che ho detto prima?”

“No, no” dissi ed era vero, non serbavo nessun rancore per ciò che mi aveva detto era comprensibile.

Lei sorrise a sua volta e riprese ad accarezzare la mano di Ron, come lui aveva fatto con me quando avevo trovato la collana.

Il silenzio tornò e non si ruppe fino a quando...

“E-mo-ne” sussurrò la voce di Ron.

Non ci potevo credere, non poteva essere vero.

Scioccata per ciò che era appena accaduto mi alzai deglutii a forza e mormorai qualcosa con voce roca, poi uscii dalla sala.




NOTA:
Capitolo abbastanza lungo e un po' triste, non perchè Ron è in infermeria, ma per quello che ha detto e perchè Kate ha capito che non può cambiare quello che vuole della storia.
Spero comunque che vi sia piaciuto, aspetto le vostre recensioni!!!!!!!
Senza di quelle non mi viene tanta voglia di scrivere :(
A presto <3

  
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