CRASH
Un'altro giorno di scuola era finito.
Taichichi
stava uscendo dalla 2 B accompagnato da Yamato, il
suo migliore amico, e si incamminarono per il corridoio strapieno di ragazzi e
ragazze che tentavano di uscire per primi come se ci fosse una competizione in
corso, a cui nè Taichi nè Yamato erano iscritti.
'Cazzo, Yamato.. Hai sentito la professoressa Koji?
Domani ci farà fare un compito di biologia, e io le ultime cose non le ho
studiate bene. '
'Ma dai, Taichichi... Tu in biologia sei un'asso, come in ginnastica, di che ti preoccupi? E poi la
prof, smemorata com'è, si dimenticherà di sicuro di inserire le cose più
recenti, come fa sempre. '
'Forse hai ragione, ma in questi giorni ho altro a cui pensare, e non è la
biologia.'
'Ah, sul serio? E che cosa?'
'Beh..'
Mentre Taichichi stava per cominciare a
parlare, ecco che di fronte a loro passò Sora: bella, radiosa, sorridente, che,
girando la testa, li salutò con un cenno della mano.
Taichichi rimase immobile, con gli occhi fissi su di lei, fin
quando non scomparve giù per le scale.
'Taichi?...Mi senti?'
'Eh? Ah?! Sì, Yamato. Ti sento, ti sento eccome.'
'Fammo indovinare... In questi giorni stai pensando
profondamente a Sora, vero?'
'Non so che fare, Yamato... Sta diventando
un'ossessione! Sora la conosco da quando eravamo in prima elementare, e solo
ora ho capito davvero che per lei provo qualcosa in più che una semplice
amicizia, ma come faccio a dirle che mi piace, che vorrei che diventasse la mia
ragazza... E se poi lei mi rifiutasse? Non sai cosa sto passando in questi
giorni, Yamato... Sto uscendo pazzo... Pazzo,
capisci? Io sono pazzo di lei!'
Yamato rise piano e borbottò 'Lo sapevo io che prima o poi
avresti detto così... Beh, se proprio vuoi la mia opinione, io ti consiglio di
dirglielo alla prima occasione... Se aspetti ancora, potresti diventare ancora
più pazzo... E già di tuo non sei tanto normale, Taichi.'
'Ma come te lo devo dire che non ci riesco? Tu la fai così facile, perchè tu la ragazza già ce l'hai, ma io non lo so... Non
ho esperienza in queste cose...'
'Coraggio, Taichi... Se tu sei davvero così
coraggioso come hai fatto credere a DigiWorld, allora
trova il coragio per fare anche questa azione.
Credimi, non te ne pentirai. Se poi lei ti rifiuta, beh... Almeno potrai dire
di averci provato e potrai andare avanti senza dannarti ulteriormente!'
'Sai, Yamato, hai perfettamente ragione! Grazie, sei
un vero amico, grazie!'
'Che esistono a fare gli amici, sennò?'
'Beh, io le vado incontro e seguirò il tuo consiglio... Grazie ancora!'
'Di nulla! Ci vediamo domani, Taichi... E fammi
sapere come va a finire!'
**
Taichi corse per le scale ormai deserte, pensando e
ripensando a quello che gli aveva appena detto Yamato...
Dopo la discussione con l'amico gli era sembrato che un'onda di coraggio e
sicurezza l'avesse pervaso, eppure ora che si erano separati tornò ad essere
insicuro come qualche minuto prima. Tuttavia non smise di camminare ed arrivò
al piano terra, incrociando qualche compagno di classe, ed uscì dall'edificio.
Il castano si voltò per guardarsi intorno: cercava Sora in mezzo alla folla di
ragazzi, genitori, docenti..
'Taichi?'
Taichi si voltò in direzione della voce a lui
familiarissima. Sora era di fronte a lui, con i suoi capelli lunghi color
arancio, i suoi occhi castano chiaro, il suo sorriso angelico…
'Ciao, So...Sora.'
'Non ci siamo già salutati, Taichi?' chiese
sorridendo.
'Cos..? Già salut-- Ah, si, si... Hai ragione,
scusa... Che co-- che cosa c'è?'
'Mi domandavo se potevi accompagnarmi tu a casa, dato che oggi mia madre è
dovuta rimanere a lavoro... Puoi?'
'Io? Accompagnarti a casa?'
'Sì, con il motorino, no?'
'Ah sì! Ho un motorino, vero. Certo. Certo che posso!'
'Grazie mille Taichi! Andiamo allora?'
'Sì, andiamo!'
/Forza, Taichi! Ce la puoi fare a dirle quello
che provi per lei... Questa è la tua chance più grande... Non fartela
scappare!/
Taichi e Sora salirono sul motorino e qualche attimo dopo
erano già in strada, in direzione della casa di lei. Lui sembrava molto nervoso
con Sora che l'abbracciava per la vita, ed evitò di guardare nello specchietto
retrovisore: lo sapeva che era già rosso come un peperone.
Passarono alcuni minuti e Taichi restò in
silenzio, con le mani nervosamente strette al manubrio.
'Perchè non parli, Taichi?'
'Eh?'
'Di solito sei un tale chiacchierone che servirebbe un incantesimo a farti star
zitto. Invece oggi no. C'è qualcosa che ti turba? Insomma, sai che puoi sempre
parlarne con me, no?'
'Sì, lo so Sora...' mormorò lui, facendosi forza: si ripeteva mentalmente le
parole di Yamato.
'Taichi? Perchè non
rallenti? Siamo praticamente arrivati!'
'Eh? Scusa, ero sovrappensiero.' rispose lui e fermò il motorino di fronte casa
di Sora. Lei scese e si fermò un secondo a sorridergli dicendo 'Grazie per il
passaggio. E ricorda che se vuoi dirmi qualcosa.. Io ci sono sempre per te.'
'Sì lo so, Sora.'
Taichi voltò la testa e si sentì un codardo.
/Ma che fai? La stai facendo andare via? Ma sei cocciuto allora, Taichi... Hai già perso un'occasione, ma ora se ne presenta
un'altra, quindi cogli l'attimo... Forza, ce la puoi fare! Se la ami davvero,
questo è il momento!/
'Sor--Eh?'
Quando Taichi si fece forza per parlarle,
realizzò che Sora era già andata via. Spostò lo sguardo verso il balcone di
casa sua e la vide lì, sorridente e gioiosa come un raggio di sole. Gli fece un
cenno con la mano per salutarlo, lui ricambiò e sospirò languidamente.
/E bravo il cretino! Anche questa possibilità è volata via come le
foglie al vento.. Sei proprio un imbecille, Taichi.
Sei un imbecille! Che razza di figura sto facendo con me stesso? Non sono
neanche capace di dirle quello che provo, sono proprio.. Sono proprio cretino./
Taichi era molto distratto quando arrivò all'incrocio in
fondo alla strada. Una macchina stava passando in quel momento e lui non se ne
accorse: fu un attimo, un attimo fatale, Taichi cercò
di frenare e così la macchina ma non riuscirono ad evitare lo scontro. Il
ragazzo volò via dal mezzo, fu un volo di un paio di metri, che lo fece
sbattere con la testa sull'asfalto.
Attratta dal rumore, Sora si affacciò al balcone ed in lontananza vide
il motorino dell'amico a terra e, poco distante, un ragazzo steso sull'asfalto
circondato da alcune persone. Non c'erano dubbi, doveva essere...
'TAICHI!!'
La ragazza uscì di fretta da casa, scalza, e corse verso la folla di
gente radunata intorno al ragazzo.
'Taichi' chiamò, abbassandosi su di lui. Gli
sfiorò il viso, in parte coperto dal casco, ed aveva gli occhi lucidi mentre
qualcuno cercava di chiamare soccorsi. 'Taichi,
rispondimi, ti prego, rispondimi...' ma il ragazzo restò in silenzio, ad occhi
chiusi. La ragazza iniziò a tremare dalla paura, dimenticandosi di controllare
se il respiro fosse attivo o meno. 'Presto, un'ambulanza, chiamate qualcuno,
per favore' gridò lei alla gente intorno.
'Signorina, l'abbiamo chiamata un'ambulanza, dovrebbero arrivare a
breve' rispose un vecchietto dall'aria stanca.
'Oh, mio Dio, io non avevo intenzione di investirlo... E' venuto fuori
all'improvviso..' cercava di discolparsi
l'autista della macchina, e Sora posò la propria testa contro quella di Taichi, in lacrime. Qualche minuto dopo, l'ambulanza
arrivò. Gli infermieri caricarono su Taichi e lei
salì con lui: non l'avrebbe lasciato solo per nulla al mondo.
'Lei è una parente, signorina?'
'No, io.. Io sono la sua migliore amica..'
'Allora cerchi di avvisare i parenti di questo ragazzo, sicuramente sarà più
veloce di noi.
'Sì, certo! Lo faccio subito!'
'Controllate il polso' intimò uno dei medici.
'E' molto debole, signore' rispose un altro.
'Il respiro?'
'C'è, ma non è per nulla stabile.'
Sora, in tutta quella confusione, riuscì a capire poco o niente: pur
essendo quelle dei medici frasi facilissime, le sembrò che parlassero in una
lingua completamente sconosciuta. Gli stringeva una mano e parlottava tra sè e sè, chiedendo all'amico di
non lasciarla.
L'ambulanza arrivò in ospedale al più presto possibile, i paramedici
scesero dal camioncino ed urlarono 'Preparate la sala di rianimazione! E'
un'emergenza!'
Sora seguì con lo sguardo tutti i medici che si passavano la barrella su cui era steso Taichi
come se fosse un pallone. Cercò di seguirli in sala operatoria ma la fermarono:
lei non poteva entrare.
'Per favore' disse piangendo 'Salvatelo, fate qualcosa!'
'Ancora non sappiamo cos'ha, ma appena potremo le faremo sapere. Intanto lei si
calmi, chiami i parenti del ragazzo e si prenda un caffè.'
'Vi supplico, è il mio migliore amico..'
'Non si preoccupi, è in buone mani. Mi raccomando, rimanga qui: gli farà
piacere avere una faccia amica intorno quando si sveglierà.' cercò di
consolarla il medico, per poi correre verso la sala di rianimazione.
Lei annuì piano e si sedette dietro ai vetri della sala di rianimazione.
Improvvisamente il cellulare squillò.
# Pronto?
# Sora? Dovevi essere già a casa! Sono in pensiero, dove sei?
# Sono all'ospedale di Nakano..
# Eh?? All'ospedale? Che cos'è successo?
# Sora? Dovevi essere già a casa! Sono in pensiero, dove sei?
# A me niente, è Taichi che---
# Aspetta, Sora. Arrivo subito da te.
Sua madre agganciò: probabilmente aveva capito che era lì per scoppiare a
piangere, preoccupata a morte. Ma non era quello il momento di darsi per vinta,
doveva telefonare ai genitori del ragazzo.
# Pronto? Casa Yagami, chi parla?
# Signora Yagami, buon giorno.. Sono Sora...
# Oh, ciao Sora! Se cerchi Taichi, sappi che quel
pelandrone non è ancora tornato a casa!
# E' proprio per questo che vi ho chiamato.. Taichi..
Ecco.. Lui-- Ha avuto un incidente con il motorino e-
# Come?? Taichi ha.. Avuto un incidente?
# Sì.. Io sono all'ospedale di Nakano, stanno cercando di rianimarlo..
# Arrivo subito! Non muoverti da lì, per favore!
La signora agganciò e Sora rimase lì con il cellulare tra le mani, gli
occhi fissi nel vuoto.
Dopo circa un quarto d'ora, arrivarono Hikari ed i
genitori di Taichi, accompagnati dalla madre di Sora.
'Eccoci qui' dissero quasi tutti all'unisono.
'Che cosa è successo a mio fratello, Sora?'
'Non lo so, Hikari.. So solo che ho sentito una forte
frenata di auto e poi-- Poi Taichi
era steso sulla strada e--'
Sora riprese a piangere, stringendo le mani sugli occhi. Sua madre si
rese conto che lei era scalza e le si avvicinò in un abbraccio. Restarono tutti
in silenzio, fino a quando il dottore uscì dalla sala.
'I genitori di Taichi Yagami?'
'Siamo qui!'
'Come sta mio figlio?'
'Il ragazzo ha preso una gran botta in testa, nonostante il casco.. Non
sembrano esserci lesioni celebrali...'
'Sta dicendo sul serio? Allora sta bene?'
'Non esattamente' il medico scosse il capo gravemente 'Non siamo riusciti a
svegliarlo e crediamo sia entrato in coma psicologico.'
'Oh mio Dio..'
'Non essendoci lesioni al cervello, è più plausibile che sia un coma causato
dallo shock improvviso che ha subito il ragazzo...'
'E non si può far nulla?' domandò il signor Yagami,
abbracciando sua moglie e sua figlia.
'L'unica cosa che possiamo fare sono degli accertamenti, ma per ora non
possiamo fare niente più di così. Se fosse stato un coma dovuto a emorragia
celebrare, sarebbe stato più facile per noi, ma essendo psicologico dovrà
essere il ragazzo a svegliarsi di sua spontanea volontà... Lui dovrebbe
riuscire a sentirvi, in teoria, nonostante sia incosciente, ma non potrà
rispondervi nè capire esattamente cosa gli state
dicendo.'
Il silenzio calò nel corridoio.
'Mi dispiace, ma è tutto quello che siamo riusciti a fare per ora.'
Silenzio.
Il medico si congedò, per andare a prendersi cura di altri pazienti
probabilmente. La signora Yagami iniziò a
singhiozzare stringendosi a suo marito; Hikari
avrebbe voluto fare qualcosa per calmare i genitori, ma era nelle medesime
condizioni, ed andò a sedersi accanto a Sora, incredula alle parole del medico.
'Taichi dovrà svegliarsi da solo, senza avere
la forza mentale per farlo.. Com'è possibile? Io non dovevo chiedergli di
accompagnarmi, se non gliel'avessi chiesto lui--'
'Sora, non è colpa tua..'
'Invece sì! Taichi era pensieroso, aveva sicuramente
la testa altrove, io non l'ho fermato!'
'Sora non dire così..'
Nessuno sapeva cosa fare o cosa pensare. Passò circa un'ora, e la
signora Yagami fu la prima a rompere il ghiaccio.
'Va bene.. Resterò insieme a lui stanotte.'
'Cara, non è il caso.. Rimarrò io con Taichi, vai
pure a casa con Hikari. Avete bisogno di riposare.'
'Voglio farlo io! Ho detto che voglio farlo io!' urlò la signora.
'Mamma non fare così..'
'...ci rimarrò io' li interruppe una voce. Sora aveva parlato con un tono calmo
e deciso, mentre stringeva la stoffa dei jeans che indossava.
'..tu, Sora?'
'Sì.. Mi sento responsabile, per cui voglio rimanere io con Taichi
e non voglio sentire discussioni.'
Si guardarono tutti, indecisi sul da farsi. Il signor Yagami osservò la determinazione di Sora e le si avvicinò.
'Va bene, Sora. Io mi fido di te, so che sei una grande amica di mio
figlio Taichi ed una sua grande amica. Per qualsiasi
cosa, hai il nostro numero.'
Nessuno poteva sapere che Sora aveva deciso di rimanere accanto a Taichi fino a quando quest'ultimo non si fosse svegliato.
Salutò la madre ed i genitori di Taichi, per poi
seguire un infermiere fino alla camera del ragazzo.
La camera era semplice: pareti bianche, un comodino spoglio, un tavolino con
una sedia ed il letto dove giaceva Taichi che,
nascosto dietro quelle bende e senza gli occhialoni tra i capelli, gli sembrava
un corpo senza vita.
'Per qualunque cosa, signorina Takenouchi,
prema questo pulsante e io sarò subito da lei. '
'Si, grazie. '
L'infermiera chiuse la porta e la ragazza gli si avvicinò, guardandolo.
'Taichi? Mi senti? Sono Sora... Sono restata
qui vicino a te! Sei felice che sia rimasta io? Io..'
Sora stringeva così tanto i pugni che ad un certo punto si ritrovò a
sbatterlo contro il muro, arrabbiata con sè stessa.
'Sei uno stupido, Taichi! Ma a cosa stavi
pensando quando eri in strada, eh? Me lo dici? Perchè
non mi hai detto niente!! Devi svegliarti, Tai, hai
capito? Se non ti svegli giuro che ti prendo a pugni!' sbottò Sora, iniziando a
piangere un'altra volta. 'Sei uno stupido! Non puoi rimanere qui come un sacco
di patate, devi svegliarti e devi farlo adesso!'
Ma Taichi non diede segni di vita e Sora non
riuscì a smettere di piangere per almeno un'altra mezz'ora. Era così strano
vedere Tai in silenzio, non ci era abituata.
Il suo Tai...
***
Passorono quasi due settimani durante
le quali non mancarono le visite di tutti gli amici di Taichi
e Sora, come Yamato e suo fratello Takeru, Hikari, Koshiro, Jo e Mimi, tutti
rattristati dalla situazione del loro amico e della loro amica Sora, che sembrava
essere dimagrita molto. Aveva un aspetto sciupato, mangiava solo per tenersi
vigile, ma cercava di stare lontano dall'amico il meno possibile. Anche i
genitori di Taichi cercavano di farla ragionare, ma
non c'era stato verso. La ragazza era decisa a rimanere in quella stanza
spoglia ventiquattro ore su ventiquattro, dormendo poco o nulla per il
nervosismo e lo stress. Nonostante i ripetuti ammonimenti e le suppliche di sua
madre e dei suoi amici, Sora non faceva nulla, pensava solo a Taichi, e aspettava pazientemente il momento in cui Taichi si fosse svegliato.
Fino a quando, dopo quasi un mese...
'Taichi. Io non ce la faccio più. Svegliati.
Voglio rivedere i tuoi occhi meravigliosi, voglio che mi parli anche solo per
prendermi in giro. Per favore, Taichi..'
Silenzio.
'Io.. Devo dirti una cosa' borbottò la
ragazza, prendendogli una mano e stringendola tra le proprie. 'Una cosa che
forse tu non sai, una cosa importantissima.. E' una cosa che ho capito da poco
prima dell'incidente ma non ho avuto il coraggio di dirtelo, ma devo farlo ad
ogni costo. Tu sei davvero una persona speciale, per me! Sei sensibile,
divertente.. E ti ho sempre ammirato per il tuo coraggio e la tua personalità
forte, Taichi... Da quando mi hai salvato da quei
bulletti più grandi che mi prendevano in giro, sei sempre stato il mio migliore
amico, la persona più vicina che abbia mai avuto' strinse più forte le mani
nelle sue e se le portò al cuore 'Io non vivo senza di te, Taichi,
io.. Io ti amo..'
Sora continuò a lacrimare per qualche minuto, ma non potendo resistere
ulteriormente, si chinò sul viso di lui, dandogli un bacio leggero sulle
labbra. Non si era mai sentita così: avrebbe voluto essere gioiosa per quel
bacio con il suo Taichi.. Lei era completamente
innamorata di lui, da sempre, anche se l'aveva capito qualche anno addietro,
quando entrambi erano cresciuti e maturati un po'.
La ragazza allontanò le sue labbra da quelle di lui, che restò ad occhi
chiusi. Che cosa aveva sperato, che si fosse svegliato come Biancaneve? Si
sentì disperata, in colpa per l'incidente, ancora convinta che fosse tutto a
causa sua, perchè gliel'aveva chiesto lei di
accompagnarla a casa e-- Ma cosa stava succedendo? Stava piangendo di nuovo,
era così debole... Se Taichi l'avesse vista l'avrebbe
presa in giro come suo solito e lei gli avrebbe dato una botta in testa, poi si
sarebbero abbracciati e avrebbero riso. Come gli mancava...
In quell'istante, la mano immobile di Taichi
si spostò di pochi centimetri, per toccare quella di Sora, appoggiata al fianco
sinistro del letto. Inutile dire che l'espressione della ragazza era
completamente sbalordita.
'Taichi ma-- Ma tu..
Riesci a sentirmi?'
Lei pensò di esserselo immaginata, non era possibile. Taichi restò immobile, eppure la sua mano..
Passò qualche attimo ed il ragazzo annuì piano. Sora, al settimo cielo, uscì
fuori dalla stanza urlando che il suo amico si era svegliato, l'aveva urlato a
tutti: ad una bambina che stringeva un orsacchiotto, ad un vecchietto che aveva
appena passato un controllo per l'udito, e all'infermiera di Taichi.
'Glielo giuro, si è svegliato!'
'Sul serio?'
'Sì!'
'Oh mio Dio, è vero. Vado a cercare il dottor Yamaki,
lei resti qui!'
La ragazza, con un sorriso umido di lacrime che ora le splendeva sulle
labbra, corse verso la camera di Taichi, fermandosi
sulla soglia.
'Taichi..'
Il ragazzo aveva gli occhi lucidi, aperti ma un po' dolenti, rivolti ad
incrociare quelli di Sora.
'Sora..' borbottò. 'Vieni qui..'
La ragazza si avvicinò lentamente a lui e gli si sedette accanto; lui
cercò di allungare una mano, e ci riuscì, per accarezzare il viso di lei.
'Ma che cosa è successo? Sembri così stanca..'
'No, Taichi, io non sono stanca.. Sono contentissima,
perchè sei ritornato da me.'
'Io non potevo abbandonarti, non prima che ti dicessi che.. Che ti dicessi
che-- io ti amo, Sora.'
La ragazza sorrise e si stropicciò un occhio.
'E dovevi aspettare di essere quasi morto per dirmelo, brutta testaccia?' domandò lei, per poi abbracciarlo alla men
peggio e sussurrargli all'orecchio 'Anche io ti amo, Taichi..'
Lui iniziò a sentirsi meglio, come se Sora valesse più di mille sedativi
ed antidolorifici. Arrossì perchè lei ricambiava e si
sentì fortunato, ad essere vivo, e ad aver avuto la ragazza lì accanto, e ad
essersi finalmente dichiarato a lei.
I due si baciarono con amore, sentendosi rinati e fortunati per quella
seconda possibilità in una sensazione di indescrivibile felicità.
***
Taichi venne rilasciato dall'ospedale solo pochi giorni
dopo, completamente guarito.
Ad attenderlo a casa, ci furono tutti i suoi amici e Sora: ci fu una grande
baldoria, perchè vi parteciparono anche i loro
piccoli amici digitali...
Agumon non potè fare a meno
di piangere e stare abbracciato a Taichi, anche se
l'immagine più esilarante della serata era Yamato
completamente ubriaco che cantava qualche canzone popolare giapponese.
Finita la festa, Taichi accompagnò Sora a
casa, a piedi.
Così, la sera stessa, nel giardino del palazzo di lei, i due erano soli in
piedi sull'aia, abbracciati.
'Taichi, ora devi promettermi che il motorino
non lo userai mai più, chiaro?'
'D'accordo capo, anzi sai cosa faccio? Lo regalo a Yamato.'
Lei rise e poi aggiunse 'Buona idea, ne ha sempre voluto uno.' aspettò un po',
e dopo un sospiro aggiunse 'Io non ci posso credere, Taichi,
è.. E' un miracolo.'
'Un miracolo.. Forse perchè tu sei il mio angelo,
Sora.'
'Bleah, cretino. Che frase sdolcinata. Scostati va'
lo rimproverò, fingendo di allontanarlo. Lui rise piano, l'afferrò per un
braccio per poi stringerla ancora e baciarla al chiaro di luna, sotto il cielo
stellato, con la consapevolezza che non sarebbe stata l'ultima volta.
The end
Questa è una storia che avevo scritto secoli fa
(secoli, che esagerazione. Circa dieci anni fa, quando avevo 14 anni) in preda
ad un attacco di romanticismo, drasticità e trauma post-finedeidigimon.
Spero vi sia piaciuta, a presto ♥