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Autore: Gio_1    13/07/2013    0 recensioni
Isabelle e il suo grande cuore, che la porta in Africa per più di un anno ad aiutare bambini bisognosi.
Isabelle e sua madre, grande manager musicale
Isabelle e il suo essere rimasta isolata dal mondo, da una realtà che non le appartiene, fatta di lusso sfrenato, animi corrotti e bellezze rifatte
Isabelle e il ballo in maschera
Isabelle e Harry
Isabelle e Liam
Isabelle che si trova tra due fuochi, uno più ardente dell'altro, che la divorano e la consumano, due fuochi che però sono così accattivanti, così coinvolgenti, da renderla succube, da renderla incapace di fare una scelta.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Tesoroo! Oh piccola mia, finalmente sei arrivata!”
“Ciao mamma!”
“Quanto sei dimagrita! Oh piccola mia, mi sei mancata sai! Ma come sei vestita!?” dice squadrandomi dalla testa ai piedi e abbracciandomi frettolosamente. La frase tipica di mia madre è “oh piccola mia..” seguita quasi sempre da osservazioni sull’aspetto fisico o cose connesse ad esso.
“Claire ma è possibile che guardi sempre come è vestita tua figlia!? Pensa ad essere felice perché è ritornata sana e salva e senza aver contratto qualche malattia misteriosa!” dice mio padre apparendo alle sue spalle
“Ciao anche a te papà!” dico  abbracciandolo “ Sono sana e salva, non sono malata, ho mangiato sempre e i miei vestiti sono così perché non sono andata in vacanza ma a fare volontariato in Africa se non ve lo foste dimenticato!” dico facendo una piroetta su me stessa
“Ora non sei più in Africa! Devi vestirti adeguatamente, soprattutto questa sera, visto che c’è una festa in tuo onore!”

“Oh non mi dire! Che sorpresa!”
“Lo so che ti ho stupita, e indovina un po’? è una festa a tema mia cara!”
La mia affermazione era alquanto sarcastica, ma non ho voluto sottolinearlo, visto che sono arrivata da due minuti e non vorrei incappare in qualche inutile discussione su come sia utile mantenere i rapporti con la gente e quale migliore metodo ci sia se non una festa.
“Tua madre si è superata questa volta mia cara!” dice mio padre gonfiando il petto
“E quale sarebbe il tema?” domando, con la speranza di sembrare almeno un po’ entusiasta di questa festa
“ è una festa  obbligatoriamente in maschera e bisogna essere ovviamente vestiti formali, di colore rigorosamente nero o bianco!” dice soddisfatta e stampandosi un sorriso entusiasta sul viso. Solo ora osservandola meglio e da vicino, mi rendo conto di quanto il tempo sia passato anche per lei, che ha sempre avuto una cura particolarmente minuziosa riguardo il suo aspetto fisico.
“Ma una cosa più semplice no e!?”
“Oh piccola mia, si fiduciosa, sarà una grande festa! Ti piacerà! Ora vai a darti una sistemata, manderò le ragazze per mostrarti i vestiti che ho comprato per te! Per fortuna che ho previsto che saresti tornata magra come uno stecchino!” così dicendo mi spinge in casa e direttamente tra le braccia della mia domestica personale. In questa casa è sempre un delirio! Due ore dopo, un bagno agli oli essenziali, una ceretta all inclusive, e un restyling di capelli, mani e piedi, mi ritrovo a scegliere il vestito da indossare.
“Io opterei per quello nero con lo strascico.” Dice Rose, la mia meravigliosa domestica/ baby sitter/ confidente/ amica.
“ Più che altro perché se tua madre non ti vede indossare quello inizierà a dare di matto!”
Mi volto e trovo due splendidi occhi marroni che mi fissano e due braccia aperte pronte ad accogliermi.
“Roseeeeee!” grido fiondandomi su di lei. Finiamo  stese sul letto, tra piume e lustrini dei diversi vestiti che mia madre ha comprato per me.
“Vedo che ti sono mancata!”
“Io non posso vivere senza di te!” dico strapazzandole i capelli, sapendo che le da un fastidio tremendo
“Suvvia Belle, contieniti, e lascia stare i miei poveri capelli!” dice sistemandosi la cuffietta e il vestito
“Io mi contengo, però tu ammettilo, ti sono mancata!”
“Si lo ammetto, ora puoi ritenere il tuo enorme ego soddisfatto!” dice dandomi un buffetto sulla spalla
“Oh yessss!” dico portando le mani sui fianchi e ostentando il portamento da macho, con il tentativo di sembrare grande, grossa e soddisfatta.
“Ora vestiti, gli invitati stanno già arrivando e tua madre sta già dando di matto perché al posto delle rose i fiorai hanno riempito la casa di camelie!”
“Si signora agli ordini!” dico mimando il saluto tipico dei soldati
“Tua madre vuole che indossi questo vestito” dice porgendomi un vestito nero, luccicante, con lo strascico e per di più una scollatura vertiginosa sul davanti e uno spacco non indifferente sulla coscia.
“Ma è impazzita o cosa!? Lo sa che non lo metterò mai! Sempre una spogliarellista!”
“Mi dispiace per te, ma tua madre si è messa in testa di volerti trovare un cavaliere e pensa che questo sia il vestito più adatto per il suo intento!”
“Se lo può scordare! Non indosserò mai questo vestito!” dico sedendomi per terra con le braccia incrociate. Molte volte mi stupisco dei miei atteggiamenti da bambina.
“Ecco perché, io sono riuscita a comprarti anche questo, mentre tua mamma riempiva le braccia del commesso con vestiti di lustrini e piume!”
Sepolto sotto una marea di stoffa, ecco che appare un vestito bianco, con le maniche a tre quarti, scollo praticamente inesistente, della lunghezza perfetta e fatto tutto interamente di pizzo. Il mio cuore batte all’impazzata per l’emozione. Dopo due anni di pantaloncini corti, canottiere e camice che irritano la pelle perché lavate con sapone che nemmeno va via completamente, mi sento un po’ vanesia, e non resisto alla voglia di restare ad ammirare la nuova opera d’arte che mi ritrovo tra le mani.
“Io l’ho sempre detto che sei un genio! Cosa farei se non ci fossi tu!” dico abbracciando, anzi stritolando Rose
“Sono contenta che ti piaccia, ora vestiti che è tardi! Dopo ti aiuto ad indossare la tua maschera. Su questa tua madre non transige!” dice mostrandomela. Questa volta però, a differenza del vestito, non posso dire che mia madre abbia fatto una scelta azzardata. Più che una maschera è un velo, leggero, trasparente che ricorda molto quelle maschere che una volta usavano le dame durante i balli di corte. Molto semplice, con qualche piccolo brillantino sotto gli occhi e uno più grande in mezzo alla fronte. È tardi e non me lo faccio ripeter due volte, scappo dietro il separé e infilo con molta cautela il vestito.
CAPITOLO 4
“Rose, sai chi sono gli invitati?”
“Ci saranno ovviamente tutti i vicini, i tuoi ex e futuri compagni di scuola, parenti, amici dei tuoi e qualche loro nuovo cliente, dei cantanti che ha scritturato l’anno scorso tua madre e qualche giornalista di tuo padre!”
“uuh si prospetta una bella serata allora!!”
Non avevo per niente voglia  di rincontrare i miei vecchi compagni di scuola. Sono stati una delle ragioni che mi hanno spinto ad andare in Africa. Mi sono sempre sentita fuori posto tra loro, sempre quella diversa, che preferiva studiare piuttosto che andare a sballarsi nei locali più in voga di Londra, che preferiva stare all’aria aperta piuttosto che rinchiudersi in qualche centro benessere o quella che preferiva stare con un solo ragazzo invece che cambiarne uno a settimana. Effettivamente sono sempre stata catalogata come la diversa della situazione. Mi diedero perfino un soprannome: la principessa diversa. Odiavo quel soprannome, e soprattutto odiavo chi lo aveva inventato. Edward Locksville, figlio di generazioni di orologiai di lusso, mi credo primo amore, mio primo cuore infranto, mia prima esperienza traumatica. Lasciando perdere questi ricordi, ultimo gli ultimi preparativi e mi avvio verso la sala da ballo. La festa è già iniziata e c’è gia un sacco di gente. Mia madre si è data davvero da fare questa volta! Devo darle atto, la casa è decorata splendidamente. Mi aggiro pigramente tra le varie sale, cercando di riconoscere il più gente possibile nonostante l’anonimato dovuto dalle maschere rende arduo il compito. Riesco a riconoscere qualche vecchia compagna di scuola da cui sto prontamente alla larga, qualche vecchio cliente dei miei, qualche parente. Mentre sono intenta ad osservare la gente che balla, sobbalzo nel momento in cui sento cingermi i fianchi.
“Ben tornata principessa” sento sussurrarmi nell’orecchio
Riconoscerei quella voce tra mille. Edward!
“Sono passati due anni e tu mi chiami ancora principessa? Ma non ti sei stancato?” chiedo voltandomi verso di lui e allontanando le sue mani dal mio corpo, il solo contatto mi infastidisce.
“Veramente no! Sai, di principessa c’è n’è solo una! La sola ed inimitabile! Ci sei mancata in questi anni” dice sfoderando il suo solito sorriso beffardo. Per quanto questo ragazzo sia sbruffone è altrettanto bello. Un metro e ottanta di pura spavalderia, capelli biondi e due pozze azzurre al posto degli occhi. Fisico da nuotare pluri premiato e anche con un po’ di intelligenza. Peccato che le poche doti positive siano offuscate dal suo comportamento, dettato dall’andare dietro a questa e quella ragazza, al divertirsi senza sosta, a disprezzare quelli che sono considerati di rango inferiore e quindi non alla sua altezza.
“Ma come? Possibile che non hai trovato nessun altro da tormentare o qualche altra biondina con cui trascorrere il tuo tempo?” dico sputando ogni singola parola.
“Effettivamente il tempo l’ho trascorso in piacevole compagnia, ma mai nessuna sarà come te. In fondo lo sai che ho sempre avuto un debole per te”
“Un debole che poi tanto debole non era, visto che ti è passato così in fretta come ti era venuto”
“Suvvia non rinvanghiamo il passato! Seppelliamo l’ascia di guerra” dice avvicinandosi a me con fare ammiccante
“Semmai io seppellisco te! Stammi lontano grazie, e permettimi di lasciarti solo qui, ho sopportato fin troppo la tua presenza per questa sera!” così dicendo filo via, il più lontano possibile.
Le cose non sono cambiate affatto, le persone non sono cambiate affatto. Mi rifugio in un angolo abbastanza in penombra della sala, con la speranza di non essere riconosciuta da qualcun altro dei miei aguzzini. Mia madre sta dando il meglio di lei stessa, ride, gesticola, intrattiene conversazioni con tutti, da perfetta padrona di casa. Mio padre, con il suo solito sigaro in bocca, parla di affari con qualche possibile cliente pronto a prostrarsi ai suoi piedi per di entrare in affari con lui.
“Come mai tutta sola? Con una festa del genere è un crimine restare fermi e nascosti senza far niente!”
Assorta nei miei pensieri nemmeno mi rendo conto, che accanto a me si siede un ragazzo. Una voce splendida, non c’è che dire, così affascinante.
“Allora posso ritenermi colpevole, perché non ho nessuna intenzione di parteciparvi, sono qui solo perché costretta, a me non piacciono molto le feste.” Mi volto per vedere il mio interlocutore, ma i miei occhi vengono catturati da due occhi verdi a quasi due centimetri da me. Un brivido mi percorre, è come se quegli occhi riuscissero a leggermi dentro. Per un attimo è come se mi mancasse il fiato. Distolgo lo sguardo, per poi posarlo nuovamente sul mio interlocutore. La maschera non permette di capire molto, ma quello che più si nota sono una massa informe di capelli ricci e delle splendide labbra sorridenti.
“Sai, neanche io avevo voglia di venire questa sera! Ma purtroppo sono stato costretto!” dice continuando a fissare un punto imprecisato della sala.
“Ah si? E da chi, se posso chiedertelo?” mentre attendo la sua risposta, mi concedo una manciata di secondi per osservarlo attentamente. Rigorosamente in smoking nero, e con un papillon sciolto e la camicia leggermente sbottonata, non mi sembra di conoscerlo. Certo, fa il suo effetto.
“Diciamo, che sono qui per questioni di lavoro. Comunque se non sbaglio si festeggia la figlia dei padroni di casa, di ritorno da non so dove”
“Ah si?” lui non sa chi sono e io non so chi è lui, bene, meglio così! “ E tu conosci la festeggiata?”
“No, fortunatamente no! Credo proprio che sia una di quelle solite ragazzine viziate, a cui piace festeggiare e di ritorno magari da un viaggio in qualche posto esotico. Sicuramente ora sarà intenta a dimenarsi sulla pista da ballo e a ridere sguaiatamente con chi le capita sotto tiro, dicendo com’è fortunata ad avere dei genitori come i suoi e di quanto è contenta di essere ritornata!” dice voltandosi verso di me e facendomi uno splendido sorriso. Per quanto il sorriso sia splendido, non può di certo cancellare la sensazione che si è diffusa in me nel sentire quelle parole. È come se la magia che si era creata un attimo prima fosse scomparsa all’improvviso. Come può uno sconosciuto pensare queste cose su di me, senza nemmeno conoscermi? È davvero questa l’idea che gli altri hanno di me?! E poi, lui, chi cavolo si crede di essere. Per un attimo rimango basita, ed evidentemente la mia espressione traspare più del dovuto perché l’interlocutore sconosciuto richiama la mia attenzione.
“Non credi di esprimere un giudizio un po’ troppo affrettato riguardo questa ragazza che nemmeno conosci?” gli chiedo cercando di nascondere la mia collera
“ Può anche essere, ma di solito la gente che frequenta queste feste è sempre la stessa! Mi stupisco di aver trovato te, che sembri così diversa”
“ Sai, mi hanno sempre insegnato che non si giudica un libro dalla sua copertina, dovresti tenerlo presente. Buona serata” così dicendo lo lascio lì seduto e mi avvio verso i miei genitori. È il momento dell’annuncio ufficiale, c’è sempre un annuncio in ogni festa. Questa volta sono io la protagonista e per un momento sono contenta di essere io l’argomento dell’annuncio, giusto per godermi la faccia dello sconosciuto dopo avermi detto tutte quelle cattiverie nei miei confronti, ignaro che fossi io la tanto detestata bimba viziata.
Mio padre richiama l’attenzione degli invitati  e si prepara
  
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