Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Prue786    26/01/2008    6 recensioni
Le dita della sua mano si posarono sulle sbarre di ferro con fare incerto. Sfiorarono il materiale freddo e poi si ritrassero. Non era sicuro di volerlo fare eppure era lì e non si sarebbe tirato indietro… [...] Era successo tutto meno di 48 ore prima… tutto in meno di 40 secondi… tanto era bastato per cambiare la loro vita… sì, anche la sua... Attenzione: spoiler sul vero nome di L!
Genere: Generale, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Ciao! Questa è la prima fanfiction su Death Note che scrivo (anche perché ho scoperto l’anime da poco più di due mesi). Ho cercato di attenermi al carattere originale dei personaggi, ma non so se mi è riuscito… spero vi piaccia … abbiate pietà^^ e grazie in anticipo per l’attenzione.

Baci baci!

Prue

 

I personaggi di Death Note non mi appartengono, ma sono di proprietà di Tsugumi Ohba e di Takeshi Obata, non sono usati a fine di lucro ma per semplice divertimento personale!

 

Attenzione: spoiler sul vero nome di L e lieve accenno all’episodio 14 dell’anime!

 

 

 

 

 

 

Né vinti né vincitori

 

 

Le dita della sua mano si posarono sulle sbarre di ferro con fare incerto.

Sfiorarono il materiale freddo e poi si ritrassero.

Non era sicuro di volerlo fare eppure era lì e di certo non si sarebbe tirato indietro… non sarebbe scappato via come un bambino impaurito o, peggio ancora, come un vigliacco… non era un vigliacco, e non se ne sarebbe andato.

Le dita si avvicinarono di nuovo al ferro e questa volta lo afferrarono e lo strinsero convulsamente mentre il loro proprietario puntava gli occhi sul pavimento.

Era successo tutto meno di 48 ore prima… tutto in meno di 40 secondi… tanto era bastato per cambiare la loro vita… sì, anche la sua…

“Lawliet sei uno stupido!” Si disse mentalmente sospirando e abbozzando un sorriso senza riuscire a staccare gli occhi da terra.

“Era questo che volevi, no? Incastrare Kira e sbatterlo in prigione per il resto dei suoi giorni, giusto? E allora perché te ne stai poco lontano dalla sua cella a lambiccarti il cervello pensando a chissà cosa? È vero, se non…” Il giovane strinse i denti: “Se non ti fossi sentito male e lui non avesse avuto quella reazione, non saresti mai arrivato ad avere la prova inconfutabile di chi lui fosse in realtà, però… e sì, perché c’è un però, non è vero, Lawliet, no? Tu lo sapevi. L’hai sempre saputo che Yagami non era così innocente come voleva far credere a tutti! È per questo che l’avevi tenuto d’occhio, è per questo che avevi incatenato entrambi, è per questo che sei stato sempre sospettoso nei suoi confronti! Eppure, dopo tutto quel tempo trascorso insieme cominciavi ad abituarti all’idea che, in fondo, poteva anche non essere lui il famigerato Kira, il killer che cercavi… l’idea non era neanche male… povero stupido!” Scosse la testa.

“Vuole entrare?” Chiese la guardia vicino a lui.

Il detective fissò l’uomo con sguardo vacuo e spostò gli occhi oltre le sbarre, aldilà delle quali un lungo corridoio lo separava da una cella isolata.

Lawliet annuì lievemente e l’altro aprì l’inferriata e gli fece strada.

 

“Che razza di idiota!” Una lieve risata rimbalzò sulle pareti della cella spoglia. L’unico oggetto presente era un piccolo letto sul quale era seduto un giovane dall’aria cupa che appoggiò la schiena al muro e piegò le gambe portando i piedi sul materasso. Respirò a fondo e chiuse per pochi istanti gli occhi, finendo per fissarsi le ginocchia: “Ma come ti è saltato in mente di comportarti come… un idiota, un incosciente, un… un pazzo… è stato un momento di pura follia, l’avevi in pugno… lucida follia… o terrore?” Light sgranò gli occhi: “No, terrore no…” Scosse la testa: “Ho subito pensato che quella stupida di Misa avesse fatto qualcosa… o avesse detto a Rem di scrivere il suo nome sul Death Note… avrebbe dovuto farlo, certo, ma non prima che lo dicessi io! Dovevo organizzare tutto in modo che i sospetti non ricadessero su di me… e l’avrei fatto se…” Light poggiò la fronte sulle ginocchia: “Maledetti!” Sussurrò lanciando un’occhiata alla camicia di forza che gli impediva qualsiasi movimento con le braccia. Con uno scatto improvviso alzò la testa e la batté contro il muro alla sue spalle… una, due, tre volte…

 “Perché?” Si chiese in un sibilo esasperato: “Perché non ho mantenuto la calma, perché non sono rimasto zitto, perché la mia maledettissima bocca non è rimasta chiusa?” Restò con la testa appoggiata al muro e chiuse gli occhi mentre nella sua mente cominciarono a comparire, prepotenti, le immagini di poche ore prima: lui e Ryuzaki erano seduti davanti ai computer del quartier generale. Ryuzaki aveva improvvisamente chiuso gli occhi e si era accasciato sul tavolo e lui, Light, lo aveva guardato con aria sorpresa, confusa, spaventata… “Non ero spaventato!” Sussurrò il giovane continuando a ricordare… Cos’era successo dopo? Si era avvicinato al detective e l’aveva chiamato per nome, l’avevo preso per le spalle e aveva cominciato a scuoterlo, con sempre più forza, urlando… strillando… “Come un idiota!” Light sospirò: “Pensavo fosse davvero morto… perché, allora gli ho urlato in faccia la verità? Che poteva farsene da morto? Cosa accidenti gliene sarebbe importato?” Sospirò nuovamente, aprendo gli occhi, e fissando il soffitto grigio: “È  stata una… non avrei mai pensato che vederlo improvvisamente… così… beh, non avrei mai creduto possibile una cosa del genere… sono riuscito a mantenere il mio sangue freddo e la mia lucidità in ogni tipo di situazione e… e ho perso tutto per una cosa del genere… Light, sei un emerito imbecille!” Fissò il pavimento e un sorriso privo di allegria gli si allargò in viso.

Un rumore vicino alla porta di ferro gli fece alzare di scatto la testa. Fissò il pezzo di metallo nel quale era presente una sola piccola apertura rettangolare all’altezza degli occhi, e rimase in silenzio, in attesa.

 

Lawliet oltrepassò la soglia e si ritrovò nella cella in penombra. Il tempo che i suoi occhi si abituassero alla poca luce e vide una sagoma sul letto. Respirò a fondo e si avvicinò guardando il giovane dritto negli occhi.

Light, nel vederlo sorrise con aria ironica: “Ed ecco il nostro detective! Sarai soddisfatto ora, vero?”

L’altro si fermò, ma non rispose, infilando le mani nel jeans e limitandosi a fissarlo.

“Pensi di aver vinto, non è così? Beh, ti dico una cosa, non c’è niente di più sbagliato e sai perché? Perché se non fossi stato io a svelare l’identità di Kira, nessuno di voi, poveri stupidi, ci sarebbe arrivato! Se c’è qualcuno che ha vinto, qui, sono io!” Light sgranò gli occhi e il suo sorriso si allargò in modo quasi innaturale.

Lawliet lo guardò ancora per qualche istante e poi socchiuse gli occhi: “Ti sbagli!” La sua voce era poco più di un sussurro.

 A quelle parole Yagami fece una smorfia e scoppiò a ridere… una risata isterica, senza alcun segno di gioia. Una risata perfida, maligna.

Light appoggiò la testa al muro, ancora scosso dalle risate che rimbombavano nella cella, riempiendo l’aria circostante.

Lawliet rabbrividì involontariamente e strinse i pugni, avvicinandosi ancora di più al letto finché non arrivò a toccarlo con le gambe. Si accoccolò e rimase a fissare Light con espressione indecifrabile mentre l’altro continuava a sghignazzare quasi senza riuscire a fermarsi. Il detective non smise di guardare il giovane e si alzò poggiando un ginocchio sul materasso e alzando di scatto una mano. Rimase per qualche istante con l’arto a mezz’aria prima di colpire violentemente il volto di Light che, preso alla sprovvista venne scaraventato sul letto.

Dopo il primo moto di sorpresa, il giovane si lasciò sfuggire un ghigno e, rimanendo con la testa poggiata sul materasso, sibilò: “Ti senti forte, vero? Ti senti un vincitore? Puoi fare di me quello che vuoi, vero? Sono incapace di difendermi e di colpirti! Ti diverte, questo?”

Il moro si limitò ad afferrare il giovane rimettendolo a sedere e sbattendolo violentemente contro il muro, senza una parola.

“Ma che bravo, Ryuzaki! Vuoi picchiarmi ancora? Vuoi dimostrarmi che sei più in gamba di me?” Light sorrise con aria di scherno, sorriso che immediatamente gli morì sulle labbra lasciando il posto ad un’espressione dura: “No, sei furioso! Sei furioso perché, nonostante tutto sono io che ho vinto! È Kira che ha trionfato, è lui che…”

Un pugno in pieno viso lo costrinse al silenzio. Gli ci vollero alcuni istanti prima che si accorgesse che Ryuzaki aveva chinato il viso; i capelli scuri gli ricadevano sugli occhi, nascondendoli. Era inginocchiato sul letto e con una mano stringeva ancora la camicia di forza.

“Cosa aspetti…” Sussurrò Light con disprezzo: “Cosa aspetti a colpirmi di nuovo, cosa aspetti ad approfittare di nuovo del fatto che sono inerme… cosa stai aspettando, che ti dica che sono pentito? Che mi dispiace per quello che ho fatto? Per tutti quei luridi bastardi che ho tolto dalla faccia della terra? Che sono pentito per aver mentito a tutti? O pensi che ti dica che sono felice di aver confessato? Beh, se è questo quello che ti aspetti, devo deluderti perché non avrei mai voluto dire quelle cose, non so cosa mi sia preso, ho avuto un cosiddetto momento di lucida follia… volevo essere io a decretare la tua morte e pensavo che qualcuno mi avesse scavalcato.” Scosse la testa e rise sommessamente.

Lawliet ritornò a fissarlo senza dire nulla.

Quel mutismo prolungato irritò Light che, improvvisamente, spostò il busto in avanti e sibilò: “Cos’è, non riesci a crederci? Non riesci a credere che non aspettavo altro che strapparti di bocca il tuo nome per poterlo scrivere sul Death Note? Rassegnati, perché è la pura verità! Ed ora colpiscimi se vuoi! Non posso farti nulla, ora… sono completamente inerme… avanti, colpiscimi… dai, Ryuzaki, fammi vedere che sai fare, avanti!” La voce trasudava disprezzo e rabbia da tutti i pori: “Coraggio L, qui nessuno ti vede, puoi pestarmi a sangue senza che nessuno ti dica nulla…!” Light alzò il tono e spalancò gli occhi con aria sempre meno umana… sempre più simile a una bestia.

L’altro, però, rimase immobile, gli occhi fissi sul volto del giovane e l’espressione sul viso sempre più triste per lo spettacolo pietoso a cui stava assistendo.

“Avanti, Ryuzaki!” Urlò questa volta Yagami avvicinandosi ancora di più al volto del detective: “Non fare il codardo, colpiscimi… colpisci!”

Con uno scatto Lawliet afferrò Light per le spalle, spingendolo con forza contro il muro.

“Allora ti sei deciso…”

Un lampo parve attraversare gli occhi di Lawliet che, improvvisamente, avvicinò il viso a quello di Light e premette con forza le labbra sulle sue.

Pochi istanti e il detective si allontanò in modo da poter guardare Yagami negli occhi. Quest’ultimo appariva lievemente sorpreso, ma sostenne lo sguardo senza battere ciglio.

“Non hai capito proprio un bel niente di me, e questo mi delude!” Sussurrò Lawliet con aria accigliata, abbassando gli occhi. Allentò la presa sulle spalle di Light e si allontanò di poco: “È buffo…” Continuò con voce roca: “…che, nonostante tutto quello che ho capito di te in questo periodo e in questi due giorni, non sia riuscito a far cambiare idea a me stesso… ma dovevo prevedere che ciò accadesse… pazienza… forse sono stato troppo ottimista… mi sono illuso da solo…” Sospirò: “Ma una cosa l’ho capita… a mie spese, ma l’ho capita…” Annuì debolmente e poggiò entrambi i piedi a terra: “Non ci sono vincitori in questa faccenda… siamo tutti perdenti!” Si alzò e rimase fermo qualche secondo per poi voltarsi, deciso ad uscire da quelle quattro mura.

“Ryuzaki…” La voce di Light era pacata.

“Hm?” L’altro rimase fermo senza voltarsi.

“Avrei creato un mondo migliore… era quello che volevo fare…”

Lawliet chiuse gli occhi per pochi istanti e li riaprì di scatto. Mosse ancora qualche passo e sussurrò: “Addio, Kira!” Aprendo la porta della cella e uscendo.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Prue786