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Autore: altraprospettiva    13/07/2013    9 recensioni
- Ti piace il tuo professore di matematica- sentenziò mentre mi andavo vestendo. -No!- esclamai forse con troppa enfasi senza neppure guardarla in faccia. -Tu non me la dai a bere ragazzina. E poi come darti torto? Non è messo per niente male- le lanciai una maglia -Vedi che lo dico a Francesco- dissi ridendo -Ha-ha ti ho beccato, non hai negato. Ad Alice piace Edoardo ad Alice piace Edoardo- si mise a canticchiare come una bambina. -Senti, non ti mettere nei guai e non mettere nei guai neppure lui. È il tuo professore!- disse ad un tratto tornando seria.
mi hanno detto che dal terzo capitolo migliora molto, quindi continuate a leggere!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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È il mio capitolo preferito : ) spero piaccia anche a voi
baci
 
 
Con la mia Skoda Fabia mi dirigo velocemente all’aeroporto. Sono in ritardo. Parcheggio nel primo posto disponibile e scappo verso gli arrivi. Edoardo è appoggiato alla sua valigia, mi sta aspettando. Quando mi vede sorride e mi viene incontro.
«Scusa il ritardo, dovevo finire una relazione per poter uscire dal lavoro» dico.
Mi stampa un bacio sulla guancia. «Figurati, anzi grazie di essere venuta a prendermi».
Prende la valigia e gli faccio strada verso la macchina.
«Mika ci aspetta al ristorante, Annaick ci raggiunge dopo. Forse è meglio accelerare il passo» dico io.
«È geloso?» mi chiede.
«Abbastanza, meglio non farlo attendere troppo».
Gli scappa mezzo sorriso mentre posa la valigia nel bagagliaio, poi prende posto e metto in moto.
«Come è andato il viaggio?» chiedo.
«Bene, bene. A parte che ogni volta che arrivo qui mi sembra di arrivare in un altro mondo. Tutto pulito, ordinato».
«Freddo» aggiungo io.
«Sei in un paese scandinavo che ti aspettavi?»
Faccio spallucce a mo’ di risposta.
«Dai, che ora cambierai vita. Sai che non ho idea se sia un paese caldo o freddo?» È più un’affermazione che una domanda la sua.
«A dire il vero non ho controllato neppure io, tanto mi trasferisco in blocco, vestiti estivi e invernali» ammetto.
«Mi raccomando prendete casa grande, così vi veniamo a trovare e non sentirete la mancanza di questo posto. In fondo ci hai abitato cinque anni». Sorrido e cambio marcia.
 
Cinque anni. Era trascorso così velocemente il tempo. Ed erano cambiate così tante cose da quando ero arrivata.
Ero una neolaureata spaesata e senza un amico, fortunatamente i miei datori di lavoro mi avevano procurato una casa e alla prima occasione possibile Edoardo mi era venuto a trovare. È stato strano. A poco a poco ci rendemmo conto che la nostra sintonia non era adatta ad un rapporto d’amore, ma ad un rapporto di amicizia. Stavamo bene insieme, ma non c’era quella chimica speciale, non c’era alchimia. Era passione, pura e semplice passione.
Non c’era amore tra noi due, solo affetto.
 
Così, nonostante mi venisse a trovare saltuariamente, smise di dormire nel letto con me, smettemmo di baciarci, ma diventammo degli ottimi amici.
D’altro canto io scoprii di avere affinità con un mio collega: Mika. Alto, magro e un po’ più scuro di colori rispetto ai canoni finlandesi. Il rapporto con Mika è diverso da tutti gli altri che avevo avuto. Lui è simpatico, gentile, intelligente, spiritoso. È di una bellezza particolare. Non è particolarmente muscoloso, così come non è un uomo –come Edoardo - che fa girare la testa a tutte le ragazze dentro un locale, ma a me non importa.
A me piace, io lo trovo affascinante, ma soprattutto a me piace dentro. Come cerco di spiegargli sempre –nei momenti in cui si fa prendere dalla gelosia- io voglio invecchiare con lui. Il tempo segnerà il suo viso, lo solcherà di rughe e indebolirà il suo fisico, ma io sarò sempre attratta da lui, perché prima di tutto sono attratta dal suo essere più che dal suo apparire.
L’ho capito sin dal nostro primo bacio, è stato veloce, ma ho subito capito che sarebbe stato lui l’uomo della mia vita. Come in un perfetto romanzo rosa mi sono ritrovata con le farfalle nello stomaco, con la mente in subbuglio e la pelle accaldata.
Con Edoardo non era stato così, era stato bello, ma era tutt’altra sensazione.
 
Arriviamo al ristorante e vedo Mika venirci incontro, sembra quasi sollevato di vederci. Sorride. È bellissimo. Che buffa coincidenza che abbia anche lui un piccolo neo poco sopra il labbro. Stringe la mano ad Edoardo e lo guarda sottecchi. È una delle persone più gelose che conosca.
Sarebbe geloso di Edoardo anche se questo fosse stato bruttissimo e antipatico o anche senza sapere il nostro passato relazionale. Ci sediamo a tavola e ordiniamo da mangiare anche per Annaick.
Alla seconda portata, truccata e perfetta arriva lei. Alta, biondissima, il naso all’insù da perfetta francese, gli occhi acquamarina e un corpo perfetto. La donna di Edoardo. Ci alziamo per salutarla e bacia Edoardo. Lui le mette una mano nella schiena, la tira a sé e le sussurra qualcosa nell’orecchio che la fa arrossire.
 
Edoardo aveva continuato a venire a trovarmi come amico e poi si è innamorato di lei: la mia collega francese.
Non potevo essere che contenta, in fondo io ero stata fortunatissima avendo trovato la mia anima gemella. Mi siedo e stringo la mano a Mika. È così bella la sensazione ogni volta che lo faccio. Sento che mi completo. Ecco come mi sento con il mio uomo: completa.
Ma anche felice, fortunata, libera di essere me stessa, libera di essere sincera.
Annaick prende posto e comincia a mangiare avidamente, sembra quasi stonare con la sua aura angelica. Edoardo la guarda divertit0 e lei dice che odia il suo lavoro che la fa finire ad un orario così assurdo e la fa morire di fame. Mi fa ridere un po’ la sua cadenza francese mentre parla in inglese.
 
Il pranzo trascorre tranquillo. Si parla, si sparla, si spettegola. Questo è l’ultimo pranzo finlandese al ristorante. Fra tre giorni parto, vado in Giappone per lavoro, ma non sarà come quando sono partita per la Finlandia. Non sarò un’anima sperduta in un paese dalla lingua sconosciuta, perché non sarò sola stavolta. Sento le dita di una mano intrecciate alle mie.
Stavolta, sarò con il mio vero amore.
 
Note dell’autrice
Premetto che credo nell’amore a prima vista, io sto vivendo una storia fantastica con un ragazzo di cui mi sono innamorata al primo sguardo. Ma capisco che sono fortunata e che comunque succede raramente, quindi ho voluto dare un’impronta più realistica a questa storia. È comunque un lieto fine: tutti trovano il proprio amore. Spero che la storia vi sia piaciuta, fatemelo sapere : )
 
Ed è finita l’avventura tra Edoardo ed Alice.
Vi ringrazio tantissimo, per avere letto questa storia. Spero che continuerete a seguirmi.
Un bacione.
  
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