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Autore: I_S_Acquamarine    14/07/2013    8 recensioni
salve, questa è la mia prima long su Naruto, spero possa piacere.
ecco qui l'idea che mi è venuta: se Kakashi, al momento dell'attacco della Volpe a Konoha avesse avuto 20 anni e avesse deciso di prendersi cura del piccolo Naruto, come sarebbe andata la storia?
Come sarebbe stata la vita di Naruto con qualcuno accanto fin da subito?
E se magari, per puro caso (si come no), al posto di Sakura nel team 7 ci fosse stata Hinata?
Il nostro biondino si sarebbe finalmente accorto di lei e lasciato stare Sakura che non lo caga neanche di striscio?
Premetto anche, nonostante lo sterminio del clan Uchiha sia avvenuto non è stato Itachi, ma un altro membro del clan e che gli unici superstiti sono proprio Itachi e Sasuke.
Quindi, sì, Sasuke seguirà Orochimaru e via dicendo, ma magari riusciranno a riportarlo a casa un po' prima, chissà.
Per scoprirlo dovrete leggere.
Ringrazio fin da subito chi volesse lasciare un commento.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il diavolo e l'acqua santa'
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Ed eccomi con il quinto capitolo! Sono proprio un lampo accidenti!

Mi sento molto soddisfatta di me stessa. J J

Bene, si parte per la missione di livello C! E arrivano i fratelli diavolo della Nebbia L

Sempre qualcuno che spacca le palle, vero?

Comunque, ci saranno anche 1 momento in cui mi è venuto il magone solo a scriverlo. Mamma mia, è stato veramente complicato scriverlo.

Tranquilli! Nessun morto!

Mi servono ancora tutti vivi. Perfino la papera (alias Sasuke).

Vi auguro buona lettura e mi raccomando: lasciate un commento!!!

Iaele

 

 

CAPITOLO 5

Quando i componenti del team 7 arrivarono alle porte del villaggio incontrarono l’uomo che dovevano scortare: il signor Tazuna.

L’uomo era un signore anziano con la barba che indossava abiti semplici e dei sandali.

Quando Hinata e Sasuke videro arrivare Naruto e Kakashi in orario rimasero basiti.

Kakashi?

In orario?

Il mondo si era capovolto e loro non lo sapevano?

Perfino Sasuke aveva abbandonato la sua faccia composta e ora aveva la mascella che arrivava quasi a terra per la sorpresa.

Hinata invece era completamente sconvolta.

Talmente sconvolta che si dimenticò di arrossire quando Naruto la salutò.

<< Come mai quelle facce? Che avete? >> chiese il signor Tazuna non capendo il motivo della loro sorpresa.

<< Kakashi-sensei … lei … in orario … è un sogno … >> balbetto Hinata per la sorpresa.

<< Non è possibile … >> si limitò a dire Sasuke.

Il moro aveva il dono della sintesi.

Possibile che non sapesse dire più di tre parole senza essere incazzato?

Evidentemente sì.

<< Vi conviene non farne parola con nessuno o tornate seduta stante in accademia, ci siamo capiti? - fece minaccioso ai due ragazzi per poi rivolgersi a Naruto - E tu, signorino, rifai un’altra volta quello che hai combinato stamattina e non sarai al sicuro nemmeno all’inferno, chiaro il concetto?! >> disse terrorizzando in biondo.

Il povero Naruto chiese perdono in tutti i modi possibili e promise che non lo avrebbe più fatto. Neanche sotto minaccia.

Se quello era il Kakashi puntuale, meglio che arrivasse anche con un giorno di ritardo.

Così faceva paura!

Il signor Tazuna rinunciò a chiedere spiegazioni.

Se il ninja era così furibondo era meglio non mettersi in mezzo.

<< Andiamo? >> disse solamente.

Kakashi fece segno di sì e il gruppetto si avviò in silenzio.

Sasuke e Hinata non sapevano se parlare o no. Avevano paura di irritare ancora di più Kakashi e, se di solito era severo, non volevano che diventasse peggio.

Tazuna non voleva impicciarsi nei loro affari, doveva già fare in modo che non scoprissero che li aveva imbrogliati, quindi meglio non discutere.

Naruto invece era un altro paio di maniche.

Non credeva che suo padre si arrabbiasse così tanto solo perché, per una volta, lo aveva fatto arrivare in orario.

Gli aveva solo manomesso la sveglia, che cavolo!

Va bene, aggiungiamo che dopo l’aveva, quasi letteralmente, trascinato per arrivare alle porte del villaggio in orario, ma non gli sembrava il caso di arrabbiarsi così.

Lui voleva solo fare bella figura, che c’era di male?

Infondo era la prima missione seria e Kakashi era suo padre.

Se fosse arrivato in ritardo si sarebbe vergognato a morte.

Forse ho affrontato la cosa nel modo sbagliato. Forse dovrei parlargli” pensò Naruto.

Il neurone vacanziero era tornato e si era messo al lavoro. Speriamo duri più di prima.

Il biondo rallentò il passo per restare indietro volutamente.

Kakashi se ne accorse e si fermò per aspettarlo.

Rimase un po’ sorpreso a vedere l’espressione abbattuta del figlio.

Forse aveva un po’ esagerato con lui.

La ramanzina se la meritava, forse però aveva calcato un po’ troppo la mano.

<< Naruto, tutto ok? >> chiese gentilmente.

Naruto lo guardò per un attimo leggermente stupito.

Non era arrabbiato?

<< Non sei arrabbiato vero? >> gli chiese riprendendo a camminare.

I due rimasero qualche passo dietro agli altri per fare in modo che non li sentissero.

Certe conversazioni era meglio se rimanevano private.

Soprattutto se si trattava di conversazioni del genere padre-figlio.

<< No, non sono arrabbiato. Direi solo irritato. Perché hai fatto quello che hai fatto stamattina? >> gli chiese Kakashi cercando di capire.

<< Papà io … >> provò a dire Naruto, ma aveva paura che il genitore lo considerasse uno stupido.

<< Naruto, puoi dirmi tutto, lo sai. Qualsiasi cosa tu voglia dirmi, puoi farlo. Prometto che non mi arrabbierò e che non ti giudicherò, ok? Hai la mia parola. >> cercò di tranquillizzarlo Kakashi.

Aveva capito che il figlio voleva dirgli qualcosa ma che si vergognava.

Voleva che si sentisse a suo agio con lui.

Non voleva che il figlio avesse dei segreti con lui.

Lui, l’unico segreto che aveva con lui, a parte alcune parti del suo passato molto dolorose, era quello che il Terzo Hokage aveva vietato a chiunque di dire al biondo.

<< Papà, io … scusa se stamattina ti ho fatto dannare è solo che … solo che … >> Naruto non sapeva proprio come dirglielo.

Non sapeva da che parte cominciare e neanche che parole usare.

Possibile che non ci fosse una cosa che gli venisse bene al primo colpo?!

<< Solo che cosa? Guarda che, anche se è una cosa ridicola, non ti prenderò in giro. Voglio solo capire. Tutto qui. >>

<< Ok. Il fatto è che se fossi arrivato in ritardo mi sarei vergognato da morire. Un conto è quando arrivi in ritardo con me, Hinata e Sasuke, ma con il signor Tazuna … >> fece Naruto facendosi coraggio e diventando rosso pomodoro.

Kakashi rimase stupito.

Non immaginava che per il figlio fosse una cosa così importante.

Ciò non toglieva però che avesse agito nel modo sbagliato, sia chiaro. Però ora riusciva a capire perché l’avesse fatto.

<< Senti, piccolo … >> cominciò, ma fu interrotto.

<< Non chiamarmi così! >> si arrabbiò Naruto. Odiava quando lo chiamava piccolo.

Aveva 12 anni che cavolo!

Non era più un bambino!

<< Va bene, va bene. Non ti chiamo più così. - Naruto sbuffò. Non ci avrebbe creduto neanche se lo avesse visto. - Comunque ascolta. Potevi dirmelo che per te era così importante, avrei capito. Avrei fatto uno sforzo. Hai sbagliato ad agire come hai fatto, anche se era per un buon fine. La prossima volta dimmelo, va bene? Vedrò di fare del mio meglio, ma non aspettarti granché, ok? >> gli disse cercando di non essere troppo severo, ma neanche troppo accondiscendente.

Insomma, era un genitore!

Rincuorato Naruto si aprì in un sorriso allegro e abbracciò Kakashi.

<< Ti voglio bene papà! >> disse il biondo.

Il copy-ninja ricambiò l’abbraccio sussurrando al figlio un << Pure io ti voglio bene >>

L’abbraccio non durò a lungo perché Kakashi spinse via violentemente il figlio prima di essere intrappolato da delle catene lanciate da due ninja del Villaggio della Nebbia.

Che ci facevano lì?

Che cosa volevano da loro?

Sasuke e Hinata si accorsero quasi istantaneamente dell’accaduto e si prepararono ad aiutare il loro maestro.

Hinata si piazzò davanti al signor Tazuna mentre Sasuke si mise in posizione d’attacco.

Naruto, invece, era paralizzato dalla paura.

Suo padre era caduto in una trappola per salvarlo e lui non riusciva a muovere un muscolo.

Ma cosa gli prendeva?

Doveva aiutare il padre accidenti!

Perché non riusciva a muoversi?!

Doveva aiutare lui e i suoi compagni!

Che cosa gli stava succedendo?

I due ninja nemici approfittarono per colpire Kakashi che, colto di sorpresa, finì disteso a terra in una pozza di sangue.

I ragazzi non fecero in tempo a realizzare cos’era successo che uno dei sue ninja si diresse verso Hinata e il signor Tazuna mentre l’altro verso Sasuke.

Quando Naruto vide che Hinata era in pericolo si riscosse dalla sua paralisi e si frappose fra lei e il suo aggressore.

Sasuke riusciva a tenere testa all’altro ninja ma non ce l’avrebbe fatta ancora a lungo.

Poi, non si sa come, intervenne Kakashi che stese i due ninja in un paio di colpi.

I ragazzi guardarono dove prima c’era il corpo di Kakashi e lo videro sparire in una nuvoletta di fumo.

Era una copia!

Cioè, loro avevano rischiato un infarto per una copia?

Ma il loro maestro era impazzito?!

Come cavolo gli era saltato in mente di fare una cosa del genere?!

Il più sconvolto era Naruto.

Per un momento aveva creduto di aver perso l’unico punto di riferimento della sua vita. L’unica persona che, era sicuro, non lo avrebbe mai abbandonato.

Come si era permesso di fargli prendere uno spavento simile?

Come?!

Questi erano i pensieri che giravano per la mente di un Naruto ancora sotto shock.

Kakashi intanto legò i due ninja ad un albero assicurandosi che il nodo tenesse bene.

Sapeva di aver sconvolto il figlio, ma ci avrebbe pensato dopo.

Ora doveva parlare con il signor Tazuna.

<< Come hai fatto a capire che avremmo attaccato? >> chiese uno dei ninja legati all’albero.

<< Una pozzanghera dopo giorni che non piove desta parecchi sospetti. >> rispose Kakashi.

Il copy-ninja guardò il figlio con la coda dell’occhio. Sapeva che prima o poi sarebbe esploso, ma sperava vivamente dopo che lui avesse parlato con Tazuna.

<< Ma se l’aveva capito, perché gli ha permesso di attaccare? >> chiese Tazuna.

<< Perché volevo capire chi era il vero obiettivo. Noi o lei. Alla fine si è rivelato lei. La mia domanda ora è: perché ha mentito sulla pericolosità della missione? Sono sicuro che abbia delle buone ragioni, ma noi non possiamo agire imbrogliando. Questa è una missione di livello B e va oltre la nostra preparazione. >> disse Kakashi.

<< Capisco. Purtroppo ho dovuto mentire perché non ho soldi a sufficienza per una missione di livello B. Se volete andarvene siete liberi di farlo, ma se io non dovessi riuscire a tornare a casa, cosa ne sarà del mio nipotino? Resterà solo e non ha nessun altro. Povero nipotino mio! >> Tazuna provò a giocare la carta del senso di colpa.

Kakashi dovette ammettere che il vecchio ci sapeva fare.

Giocare la carta dei possibili sensi di colpa.

Doveva proprio fargli i complimenti, ottima tattica.

Però non poteva mettere in pericolo il suo team, soprattutto suo figlio.

<< Kakashi-sensei >> lo chiamò Hinata.

<< Sì, dimmi Hinata. >> le rispose credendo di sapere già la risposta.

<< Kakashi-sensei, credo che dovremmo aiutare lo stesso questo signore. >> disse la ragazza cercando di non balbettare. La storia di Tazuna le aveva fatto pena.

Lo disse in poco più di un sussurro ma Kakashi la sentì benissimo.

E la sentì anche Sasuke.

<< Sono d’accordo con lei. >> disse.

Voleva mettersi alla prova e quale occasione migliore di questa?

<< Naruto? >> chiamo Kakashi.

Se anche lui era d’accordo non avrebbe avuto altra scelta se non quella di continuare la missione.

Peccato che il figlio scelse proprio quel momento per esplodere.

<< COME TI SEI PERMESSO?! COME HAI OSATO?! MI HAI FATTO VENIRE UN INFARTO! HO CREDUTO DI AVERTI PERSO! MI SONO SENTITO COME SE QUALCOSA MI SI FOSSE SPEZZATO DENTRO! SAI COME MI SONO SENTITO?! LO SAI?! Lo sai? Lo … >> Naruto fu incapace di proseguire.

Le lacrime gli rigavano il volto come un fiume in piena e lui non riusciva a fermarle.

Per quell’attimo, in cui credette che il padre fosse morto, si era sentito morire dentro.

Chi si sarebbe preso cura di lui?

Chi lo avrebbe consolato?

Chi lo avrebbe protetto dall’odio del villaggio?

Vero che aveva anche Itachi, Sasuke e Iruka, ma non era la stessa cosa.

Itachi era quasi sempre in missione.

Sasuke lo avrebbe mandato a quel paese per seguire la sua vendetta.

Iruka avrebbe fatto del suo meglio, ma lui vedeva come una sorta di fratello maggiore. Non era la stessa cosa di avere un padre.

<< Naruto-kun … >> lo chiamò Hinata triste.

Non capiva come mai Naruto avesse reagito così.

Cos’era che lo legava così tanto al loro sensei?

Credo che qui sia d’obbligo aprire una piccola parentesi.

Vi chiedete come mai Hinata non sappia nulla vero?

La cosa è abbastanza semplice.

Tutti, Hiashi compreso, preferiscono ignorare il fatto che Kakashi abbia cresciuto Naruto.

Preferiscono far finta di nulla perché, ammettere che Kakashi e Naruto sono come una famiglia, sarebbe come ammettere i loro pregiudizi e di conseguenza i loro sbagli.

In più c’è il fatto che Kakashi e Naruto si erano visti poco insieme per il villaggio, a causa delle missioni del primo, quindi per Hinata è normale non capire la reazione del biondo.

Sasuke, invece, conoscendo il legame che c’era tra i due, erano cresciuti insieme accidenti, si era aspettato una qualche reazione isterica da parte del compagno di squadra.

Ad esserci sinceri pensava che avrebbe preso a pugni Kakashi visto che il più delle volte agiva senza pensare.

Questa reazione lo aveva lasciato stupito.

Kakashi, non riuscendo a vedere il figlio in quelle condizioni, lo abbracciò stringendolo forte al petto ignorando cosa potessero pensare gli altri.

In quel momento suo figlio aveva bisogno di lui, al diavolo gli altri.

<< Calmati Naruto. Sono qui, va tutto bene. Sto bene. Calmati ora. >> continuava a ripetergli accarezzandogli i capelli con dolcezza.

Naruto si strinse ancora di più a Kakashi.

Voleva la prova che l’uomo fosse lì, che fosse reale, che fosse vivo.

Aveva bisogno della prova che non fosse impazzito.

Aveva bisogno della prova che non fosse un sogno, che fosse tutto reale.

Che suo padre era lì e che non l’avrebbe lasciato.

Kakashi sembrava comprendere quello che provava Naruto così gli permise di sfogarsi quanto voleva.

<< Kakashi-sensei … >> sussurrò Hinata.

<< Hinata, lasciali stare. >> disse Sasuke.

Perfino un ghiacciolo come lui capiva che i due avevano bisogno di un momento da soli.

<< Ma … >> provò la ragazza.

<< Hinata, se vorranno dirtelo te lo diranno. Io ti dico solo che, per Naruto, Kakashi è la cosa più importante che ci sia. Se lo perdesse il suo mondo si sgretolerebbe in un attimo. >> continuò Sasuke.

Riusciva a capire il compagno perché, quello che lui aveva provato per un attimo, lui l’aveva provato la notte in cui la sua famiglia e il suo clan erano stati sterminati.

L’unica cosa che gli rimaneva era Itachi.

Se avesse perso anche lui, non sapeva cosa avrebbe fatto.

Probabilmente sarebbe impazzito.

Che Itachi abbia ragione sulla vendetta? No, non può essere come dice lui. Non può.” si ritrovò a pensare mentre osservava Naruto e Kakashi.

<< Ascolta il tuo amico, ragazza. Hanno bisogno di un momento per loro. >> disse Tazuna intuendo, dalle parole di Sasuke, il rapporto che c’era tra i due.

A prima vista non sembravano imparentati, ma neanche Inari lo sembrava con quello che considerava suo padre prima che l’uomo venisse ucciso dai sottoposti di Gato.

Da allora, il piccolo Inari, era cambiato.

Non era più allegro e spensierato come un tempo. Si era chiuso in se stesso.

Il signor Tazuna capiva quello che Naruto aveva provato perché l’aveva provato anche il suo adorato nipotino.

Per fortuna a Naruto non era andata come ad Inari.

Piano piano Naruto si stava calmando.

Dopo un po’ le lacrime non scesero più dai suoi occhi mentre si limitava solo a tirare su con il naso.

<< Tieni, soffiati il naso. >> fece Kakashi allungando un fazzoletto.

Naruto prese il fazzoletto che gli veniva allungato e si soffiò il naso per poi asciugarsi le ultime lacrime.

<< Non farmi mai più una cosa del genere, ti prego. Mai più. >> sussurrò Naruto.

<< Naruto lo sai che … >> provò a spiegargli Kakashi ma venne interrotto.

<< Ti prego! >> lo supplicò il figlio.

L’uomo guardò il figlio e vide paura nei suoi occhi.

Una paura folle di perderlo.

Di perdere lui, Kakashi, l’uomo che considerava suo padre.

Paura di perdere un punto di riferimento importante.

Paura di perdere quello che era il suo mondo.

Kakashi sapeva che non avrebbe potuto mantenere la promessa che il figlio gli chiedeva.

Lo sapeva eppure non riusciva a trovare il mondo per sfuggire a quella supplica muta che arrivava dal fondo di quegli occhi color del cielo.

Non solo non ci riusciva, ma si ritrovò a non volerlo neanche fare.

Voleva fare quella promessa.

Voleva legarsi con quella catena.

Quella catena che gli avrebbe dato un motivo in più per lottare.

Un motivo in più per vivere.

Un motivo in più per tornare a casa alla fine di una missione.

Si abbassò sui talloni fino a che il suo viso non raggiunse l’altezza di quello di Naruto.

<< Te lo prometto. >> sussurrò abbracciandolo di nuovo.

Naruto scoppiò di nuovo in lacrime, di sollievo questa volta.

Ora era sicuro che non sarebbe successo nulla a suo padre.

Lui manteneva sempre le promesse e avrebbe mantenuto anche questa.

Ne era sicuro.

<< Bene. Ora abbiamo bisogno della tua opinione. >> fece Kakashi rialzandosi.

Naruto lo guardò perplesso.

<< La missione è passata da livello C a livello B e noi dovremmo abbandonare. Il signor Tazuna però ha bisogno di aiuto e non può pagare una missione di livello B. lo vogliamo aiutare? >> chiese il copy-ninja al figlio.

Naruto ci pensò su un attimo prima di arrivare alla risposta.

<< Sì. Dobbiamo aiutarlo! >> disse.

<< Va bene allora. Signor Tazuna, l’aiuteremo. Ora riprendiamo il cammino. >> fece Kakashi rimettendosi in marcia.

<< Grazie mille a tutti >> disse Tazuna colpito.

Si aspettava che lo lasciassero lì e tornassero indietro, soprattutto dopo aver visto la reazione del biondo.

Non si aspettava che quel ragazzino lo volesse aiutare nonostante lui avesse messo in pericolo la vita di colui che considerava suo padre.

Quanta forza doveva avere quel ragazzino?

Quanto doveva essere grande il suo cuore?

<< Ehi, biondino, perché mi vuoi aiutare? Ho messo in pericolo il tuo maestro, perché lo fai? >> gli chiese.

<< Perché lei ha bisogno d’aiuto e i ninja devono aiutare le persone, no? >> rispose Naruto con un sorriso.

Sì, quel ragazzo sarebbe diventata proprio una brava persona.

 

 

 

 

Sasu: perché continui a chiamarmi papera?! Ho un nome sai?!
Io: ti sei mai guardato seriamente allo specchio? La tua acconciatura sembra il didietro di una papera. Ringrazia che non ti chiami papera spennacchiata invece.

Naruto e Itachi scoppiano a ridere di gusto.

Ita: di questo non me ne ero mai accorto. Grazie per avermelo fatto notare autrice.

Io: figurati. E poi mi stupisco del fatto che tuo fratello non si sia mai accorto di nulla. Per me le ragazze lo fissano per cercare di capire se in testa ha una papera vera.

Naruto e Itachi si piegano in due dalle risate.

Sasu (offeso): autrice, ma ti diverti a prendermi per il culo?

Io: secondo te, se non mi divertissi, lo farei?

Sasuke si ritira in un silenzio offeso in un angolo della stanza tenendo il muso.

Naruto e Itachi ormai piangono dalle risate.

Sasu: ma guarda che razza di fratello! Neanche mi difende! Tsk!

Ita: finché sei così orgoglioso e permaloso non posso neanche tentare di difenderti. Ti offenderesti ancora di più.

Sasu: Tsk! Fratello degenere.

Io: Sasuke, sei tu che non sai stare agli scherzi. Ed è proprio per le tue reazioni che è bello farteli.

Sasu: Tsk!

Io: vabbè, lasciamo perdere. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che lasciate un commentino. Grazie.

L’autrice se ne va sperando che Naruto non chieda spiegazioni su quello che c’è scritto in questo capitolo ma deve aver fatto male i conti con la sua sfortuna.

Naru (dopo aver riletto il capitolo): AUTRICE!!!!!!! (infuriato)

L’autrice scappa prima di prendersi un rasengan.

Se non mi vedete tornare sapete perché.

   
 
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