Jo aprì lentamente
gli occhi.
Si ritrovò a fissare
per un po' il soffitto bianco della sua stanza d'ospedale.
Si alzò a sedere con
molta fatica e si guardò in giro:
Tutto quello le
faceva quasi venire la nausea, quasi.
Di sicuro i suoi
amici erano venuti a trovarla mentre dormiva.
Notò un mazzo di
fiori di campo particolarmente più grande e voluminoso degli altri. Prese il
biglietto posto di fianco al mazzo e capì immediatamente chi era il mittente.
Ti aspetto in
palestra con i tuoi piccoli angeli.
Tanti auguri
Zio Bob
Istintivamente sorrise
a quel biglietto, ma ritornò subito seria.
Non poteva rischiare
che qualcuno la vedesse sorridere, mandando a monte la sua reputazione.
Osservò l'orologio
appeso alla parete.
17:45
Aveva dormito tutta
la mattina e quasi tutto il pomeriggio.
Si sentiva stanca,
con le gambe che le formicolavano.
Ma era un fastidio
sopportabile.
All'improvviso,
oltre la porta si sentì un grande fracasso.
Si avvicinò alla
porta e poté sentire chiaramente, in mezzo a tutto quel casino, la voce di
Alice.
- Non c'è niente da
vedere qui. Abbiate almeno un po' di rispetto verso la paziente che sta
riposando! Fuori di qui. -
Il suo orecchio
sentì varie voci di dissenso, e altre che invitavano a uscire.
Una sola parola
comparve nella mente della bionda.
Giornalisti.
Sapeva che non
sarebbe riuscita a tenerli lontani da lei, soprattutto con l'arrivo delle
gemelle.
Si sedette sul letto
e cominciò ad osservare il cielo grigio di febbraio dalla finestra. In pochi
mesi la sua vita era stata completamente stravolta e rivoltata come un calzino.
L'arrivo di quelle piccole creature era, e lo sarebbe stato per molto tempo
avanti, il suo più grande sconvolgimento. Ma stranamente ne era felice, mai
prima di allora la ragazza aveva provato quella sensazione di calore che si
propagava per tutto il suo corpo.
Un calore che sapeva
di famiglia.
La sua famiglia.
I suoi pensieri poco
adatti alla sua personalità maschiaccia furono interrotti dall'entrata di Alice
nella stanza. La donna aveva i capelli sciolti e leggermente mossi, il viso
poco truccato, solo il contorno occhi era marcato. Indossava un lungo ed
elegante vestito color pesca sotto il camice aperto, con annessi tacchi non
molto alti del medesimo colore. La mora si sedette accanto a lei e, dopo
essersi sistemata le pieghe del vestito, cominciò a parlare.
- So che sarai
arrabbiata con me, non ti biasimo. Ti ho mentito su un particolare della mia
vita fondamentale per te... -
- E allora perché
l'hai fatto? -
- Avresti dato più
ascolto a una madre di un solo figlio, o di quattro quando hai scoperto di
essere incinta? - Calamity non aveva bisogno di risponderle, perché entrambe
sapevano la risposta. Rimasero in silenzio per molti minuti prima che la
dottoressa ricominciasse a parlare.
- Samantha e Cassie
stanno benissimo, mangiano tantissimo e non piangono quasi mai. Dovranno stare
qui per almeno due-tre settimane dato che sono nate premature sai, per
controllare il peso e per vedere se tutti gli organi si sono formati a dovere.
-
La bionda annuì,
cominciando a fissare i suoi piedi nudi.
- Com'è andato il
matrimonio? - Fu la risposta secca di Jo. Doveva controllare che i suoi amici
avessero eseguito i suoi ordini.
- Sono tutti
felicemente sposati. Li ho dovuti minacciare per non portarmeli appresso, alle
volte sono troppo testardi quei ragazzi... - Sospirò frustrata Alice, facendo
ridere la ragazza.
Continuarono a
parlare come due persone che si incontrano al parco, fino a quando non
irruppero nella stanza i genitori di Calamity.
Essi parlarono un
po' con la dottoressa per sapere lo stato delle loro nipotine e poi si
concentrarono solamente sulla loro figlia.
Calamity lanciò uno
sguardo alla donna che lo ricambiò all'istante.
Immediatamente la
dottoressa uscì dalla stanza.
La madre l’abbracciò
forte.
- Tesoro come stai?
–
- Sto bene mamma,voglio
solo uscire di qui a farmi nove chilometri di corsa. – Quella frase fece ridere
i genitori che si guardarono, stranamente, con aria preoccupata.
- Che c’è mamma? –
La donna la guardò intensamente negli occhi, mentre il padre si sedette accanto
a lei sul letto.
- Jo, siamo
preoccupati per te. Adesso lo sai che sarà difficile no? Insomma, dovrai
pensare non solo a te, ma anche alle bambine. –
- Lo so mamma,
tranquilla mi troverò un lavoro nella palestra di Bob. I suoi dipendenti
vengono pagati bene. – Disse sicura la ragazza.
La madre abbassò lo
sguardo, sospirando.
La donna aveva avuto
Jo molto giovane, quindi sapeva benissimo quanto può essere difficile. Ma
Calamity era preparata:
Aveva già chiesto un
lavoro a Bob e l’uomo aveva detto che non c’era persona più qualificata di lei,
dato i numerosi trofei di atletica vinti, per quell’ incarico.
Le bambine sarebbero
venute con lei a lavoro, non si fidava di lasciarle in mano a una baby-sitter.
Aveva programmato
già tutto.
La bionda prese il
volto della mora tra le mani, in modo da guardarsi negli occhi.
- Andrà tutto bene,
la tua figlia ha un sacco di assi nelle maniche. – E detto questo le riservò un
veloce e piccolo sorriso, per tranquillizzarla.
La donna rispose al
sorriso e cominciò a raccontarle quanto belle erano le gemelle. I genitori
erano entusiasti di essere diventati nonni, ma non nascondevano la
preoccupazione per la loro unica figlia. Jo lo sentiva questo, ma era normale.
Avevano paura che anche lei entrasse nella depressione come Ellie, ma lei era
forte non ci sarebbe caduta. E poi c’era Brick, lui l’avrebbe sostenuta sempre.
Non si sarebbe mai
permessa di farsi vedere debole davanti al soldato.
- Mamma dov’è Brick?
– Lo chiese senza pensare a niente, senza ricordarsi che i genitori non
sapevano che il vero padre era il moro.
- E’ davanti al
vetro della nursery. Non si stacca da li, neanche per un caffè. Dovresti
vederlo, è una scena troppo tenera. – Jo si immaginò Brick con il naso
schiacciato sul vetro, mentre osserva senza sosta le bambine e le sembrò
davvero una scena divertente.
La visita dei
genitori durò fino alla fine dell’orario di visite. Calamity, stanca per la
notte precedente passata insonne e per tutto quello che era successo, si
distese nel suo letto e si addormentò profondamente.
***
Erano due giorni che
Jo era ricoverata in quell’ospedale. Adesso si trovava davanti al vetro della
nursery, mentre Brick firmava alcune carte. I dottori avevano detto che potava
tornare a casa, ma non voleva lasciare le sue piccole lì. Le bambine dormivano
tranquille. Cassie aveva la boccuccia leggermente aperta, mentre Samantha si
succhiava felice il pollice. Entrambe avevano già un ciuffetto di capelli neri
che le rendeva ancora più adorabili.
Alice aveva detto
che stavano aumentando di peso giorno dopo giorno e che presto sarebbero
tornate a casa con lei.
Senza che neppure se
ne accorgesse, Brick si avvicinò alla bionda
- Sono bellissime. –
La ragazza si limitò
ad annuire. I due non avevano parlato molto dopo parto.
Né del bacio.
Né di altro.
Rimasero in
silenzio, osservando le gemelle dormire
tranquille sotto i loro sguardi.
- Perché mi hai
baciato? – La domanda a bruciapelo di Calamity sferzò l’aria intorno a loro.
Brick rispose alla
domanda col mutismo. Rimase a guardare le bambine, non trovando il coraggio di
guardare la ragazza dritta negli occhi.
Cosa doveva dirle?
Che l'aveva baciata
per il semplice fatto che provava qualcosa di forte per lei?
Che era felice di
aver concepito quelle creaturine con lei?
Che amava quelle
bambine più della sua vita?
Che l'amava da tempo
immemore?
Erano queste le
domande che vorticavano nella testa del soldato, però non avevano il coraggio
di uscire.
È così i due
rimasero nel silenzio, lanciandosi sguardi ogni tanto e osservando quei piccoli
angoletti oltre il vetro.
I ricordi della
festa di Chris, incredibile ma vero, si erano fatto più leggeri nella mente di
Jo, almeno da quando la Recluta era venuto a vivere con lei.
Cosa provava per
lui?
Forse, ma
per lei rimaneva un bagna braghe.
Impossibile.
Probabile,
era pur sempre il padre delle sue figlie.
NO
impossibile.
Oh forse si...
Scacciò
immediatamente quel ridicolo pensiero, mentre prendeva tra le mani il
fischietto d'argento che le aveva regalato.
Nel bene o nel
male, fai sempre la scelta giusta
E Jo in quel momento
fece la sua scelta.
- Ricordati la
promessa Piscialletto. Mi hai dato la tua parola d'onore, non dimenticarlo. -
Calamity sentì
chiaramente il rumore del povero cuore del moro, mentre si spezzava in mille
pezzettini.
- Un vero soldato è
di parola. - Mormorò Brick, regalandole un sorriso amaro.
Ed in quel preciso
istante, senza che nessuno si accorgesse di niente, sul cuore di Jo comparve
una piccola ma profonda crepa.
Angolo dell'Autrice:
Precisazione:
gli amici di cui si parla all'inizio del capitolo non sono ovviamente
Zoey, Dakota, Dawn e combriccola ma i ragazzi che frequentano la
palestra dove va Jo.
Piccolo capitolino prima della fine. Eh si, anche Maledetto Alcool sta volgendo al termine....
Ma ho una piccola sorpresa!!!!
Guardate qui:
Questo Collage è un insieme si piccoli dettagli fisici sui personaggi di ''Together forever''
ovvero...
Maledetto Alcool! 2
Lascio che la vostra fantasia voli su questo piccolo indizio.
Adesso pensiamo al presente: il prossimo capitolo di Maledetto Alcool!
sarà l'ultimo (per la precisione ultimo capitolo fuso con
l'epilogo) e lì vi darò un altro indizio, questa volta
scritto.
Vediamo chi indovina per primo :D
Adesso vi saluto, vado a finire l'epilogo di Otherkin!!!
Un bacione:^.^: