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Autore: TiniSenpai    14/07/2013    3 recensioni
Se aveste la certezza di stare per morire, voi cosa fareste?
Se all’età di quattro anni dovessero dirvi che probabilmente non arriverete ai vent’anni, voi come reagireste?
E se una volta arrivati i fatidici venti, non fosse successo nulla?
Se improvvisamente vi ritrovaste soli?
Se vi ritrovaste davanti allo specchio, a fissare la vostra immagine, una figura esile, priva di forza, priva di sostegni, voi cosa fareste?
Tornereste a vivere?
O meglio, iniziereste a farlo?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jaejoong, Junsu, Yoochun
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ho paura.
 
Le fronde degli alberi fuori dalla finestra si muovevano sbarazzine al vento, quasi volessero venir portate via da quest’ultimo. Nemmeno ricordo quante volte avevo già visto quella scena, l’unica cosa che sapevo, era che negli anni quegli alberi si erano ingigantiti, erano diventati più solidi, più robusti... a differenza mia.
L’infermiera entrò nella mia camera e controllò che la flebo avesse finito.
<< Tra poco potrà tornare a casa signor Kim >>
Nemmeno le risposi. Quella era un’altra cosa di cui avevo perso il conto. Mi aveva ripetuto fino alla nausea che potevo “tornare a casa”.
Aspettai che mi togliesse l’ago e mi mettesse un cerotto con un po’ di cotone sul foro d’entrata, sistemai il tubo dell’ossigeno della bombola portatile che mi era stata data e mi rimisi il giubbotto, pronto per lasciare nuovamente quel posto.
Uscendo feci un cenno all’infermiera che c’era sempre all’ingresso. Ho sempre visto lei da che ne ho memoria ma, francamente, non ho mai pensato di chiederle come si chiamasse.
Stavo già per fermare un taxi quando sentii una voce alle mie spalle << Te ne vai già a casa? >> mi voltai sapendo bene a chi appartenesse quella voce. Avevo sperato per tutta la mattina di non incontrarlo. Un ragazzo in carrozzella e con un sorriso ebete stampato sulla faccia mi guardava dritto negli occhi.
<< Junsu >> mormorai socchiudendo di poco le labbra.
<< Avresti potuto venire a trovarmi, lo sai che ti aspetto sempre! >> si lamentò inscenando un finto broncio.
<< Già~ ti chiedo scusa >> biascicai.
Conoscevo Kim Junsu da... sempre. Quando ero piccolo spesso mi obbligava a giocare con lui nell’area svago dell’ospedale e da allora mi si appiccicò peggio di un chewingum ai capelli.
<< Ti posso parlare? >> il suo viso si rabbuiò improvvisamente << E’ importante >> aggiunse.
Mi misi dietro la sua carrozzella e la spinsi faticosamente verso un area appartata del giardino dell’ospedale, fermandola davanti ad una panchina sulla quale mi sedetti.
<< Dimmi pure... >> aumentai di poco l’afflusso di ossigeno per riprendere fiato.
<< Come stai? >>
<< Dobbiamo parlare di me? >>
Restò un attimo in silenzio per poi sibilare un “No”. Attesi in silenzio che riprendesse a parlare e nel farlo commisi l’errore di far incontrare i miei occhi con i suoi.
Io... avevo paura di lui...?
Quando eravamo piccoli ad entrambi fu detto che saremmo morti giovani. E’ una cosa terribile da dire ad un bambino, ti condiziona il resto dell’esistenza. Ma per lui non fu così: sorrideva sempre, giocava con altri bambini, stringeva amicizie, si era perfino trovato una ragazza.
Perché?
Come faceva a comportarsi come ogni altra persona sulla faccia della terra?
Le rotelle della sua sedia scricchiolarono sul leggero strato di sabbia che c’era in quel punto.
<< Hanno trovato un cuore per me >>
Trasalii appena a quella affermazione. Non tanto per la frase in sé, ma per il tono con cui era stata pronunciata. Quasi come se fosse una sfortuna.
<< E’ una cosa stupenda >> dissi con un sorriso sulle labbra, ero davvero felice per lui.
Ci fu un attimo di silenzio. Il vento aveva diminuito la sua intensità, ma le foglie si muovevano ancora con energia.
<< Non voglio sottopormi all’intervento >> disse con la testa bassa.
<< Ancora con questa storia? Ti ho già detto che è stupido avere paura, poi ti sentirai meglio, potrai correre... hai sempre desiderato poterlo fare, no? >>
<< Non è per quello >>
<< E allora perché? >> inspirai sonoramente, avevo parlato troppo ed ora mi mancava l’aria.
Ci scambiammo un breve sguardo.
Aspettò che mi calmassi e riprese a parlare << Si dice che nel cuore di una persona siano racchiusi i suoi sentimenti, se lo cambiassi... io... >>
<< Smettila >> lo interruppi innervosito << Ti riporto in camera tua >> dissi alzandomi.
Mi afferrò per un polso << JaeJoong, io ti amo, lo sai... >>
Mi liberai bruscamente della presa << Cerca di smetterla con questa storia >>
<< No che non la smetto! Io ti amo, non posso cambiare ciò che provo! >>
Amore...
<< Junsu vedi di finirla! >> alzai la voce arrabbiato << Ciò che provi per me è solo pena! Sai bene come finirà tutto questo! Un giorno non mi vedrai più varcare la soglia di quel dannato ospedale e quel giorno significherà che io sarò morto! >> mi mancava l’aria << Non puoi permetterti di provare un sentimento simile! Non verso uno destinato a morire da un giorno all’altro come me! >> sentivo la gola stringersi in una morsa << E non provare nemmeno a citare Yoochun dicendo che “tutti siamo destinati a morire”, me ne infischio! Lui che non faceva altro che ripeterlo ed è crepato prima di tutti noi! >>
Yoochun era morto...
Ricordo solo che quello era stato il mio ultimo pensiero. Quando mi risvegliai ero nuovamente nella mia camera d’ospedale. Mi sentivo debole. Mi guardai attorno e vidi Junsu al lato del letto.
Spostai la mascherina dell’ossigeno dal viso << Cos- >> non avevo forza per parlare.
<< Sei svenuto >> disse serio Junsu << Insufficienza respiratoria... credevo che saresti morto davvero questa volta >>
Questa volta...
Sentii la sua mano posarsi sulla mia ma evitai di guardarlo.
<< Yoochun >> mormorò in un sussurro appena udibile << Lui non avrebbe voluto vederti così >>
Corrugai la fronte irritato da quelle parole. Che ne poteva sapere lui?
<< So che ti piaceva >>
Trasalii.
<< Non essere stupito, ci si accorge di certe cose... Tu dovresti saperlo bene no? Ci si accorge quando la persona che si ama guarda qualcuno che non sei tu... >> il suo sguardo era così penetrante, avrei voluto tirargli un pugno per farlo smettere... avrei voluto gridare << Tu lo sapevi bene che Yoochun era innamorato di me >>
Serrai i denti << Jun..su >> avvertii un nodo alla gola, ma questo era diverso dal solito che sentivo quando mi mancava l’aria. Provai a ripetere il suo nome finendo per storpiarlo a causa dello sforzo.
Perché... perché dovevo rivivere tutte quelle sensazioni? Io non amavo nessuno, io non provavo sentimenti per nessuno, mi ero ripromesso di non farlo! E solo perché Yoochun mi sosteneva e mi faceva sorridere non significava nulla.
Il fatto che io mi dimenticassi delle nostra malattia quando ero con lui non provava nulla.
E che sentissi il cuore dolere quando lo vedevo insieme a Junsu nel giardino del parco non aveva importanza.
Yoochun era solo un mio amico...
Yoochun non significava nulla...
Yoochun era morto...
Yoochun...
<< JaeJoong~ >> sentii le mani di Junsu accarezzarmi il viso ed aprii di colpo gli occhi << Non piangere >> mi disse.
Io non stavo piangen-
Mi asciugai velocemente il viso con le mani << Vattene >> mormorai.
Con la coda dell’occhio lo vidi mordersi il labbro e chinare il capo per poi girare la sua sedia a rotelle ed allontanarsi.
Le ruote scricchiolavano ancora.
 
Ho paura.
 
Dall’ultimo attacco che avevo avuto non mi era più stato concesso di lasciare l’ospedale.
“E’ troppo rischioso”
L’ultima volta che avevo sentito quella frase, Yoochun era morto.
Guardai fuori dalla finestra: le stesse piante, le stesse fronde, le stesse foglie. Più lontano si vedeva lo stesso cielo di sempre. Le nuvole. Erano l’unica cosa che davvero mi piaceva; loro erano così mutevoli, così diverse l’una dall’altra. Mi fermavo spesso a guardarle. Ma ora il cielo era sereno, non ce n’era nemmeno una.
<< Signor Kim >> entrò la stessa infermiera di sempre << Se vuole ora più andare a vedere il suo amico >>
Le rivolsi uno sguardo quasi scocciato, ma acconsentii. Mi aiutò a salire sulla sedia a rotelle e mi spinse verso la camera di Junsu. Le feci segno di lasciarmi davanti all’entrata e dopo averla ringraziata se ne andò.
Mi mossi lentamente verso il letto. Era sempre più faticoso far girare le ruote della sedia.
Rimasi lì a guardarlo fino a che non si svegliò.
Si era sottoposto all’intervento circa quattro giorni prima e quella era la prima volta che andai a trovarlo.
Aprì lentamente gli occhi << Ehi~ >> lo salutai.
Lui mi guardò quasi stupito della mia presenza, come se non mi avesse mai visto prima d’ora. Ne fui quasi spaventato, ma sul suo viso presto si dipinse un sorriso. Uno di quelli più belli che avesse e a quel punto lo guardai stupito perché non ci stavo capendo più nulla.
<< Batte ancora >> si decise a parlare, ma la mia espressione non cambiò. Continuò << Il mio cuore, beh, ora non è più il mio, però... >> lo vidi sorridere ancora di più << Batte ancora per te >>
Rimasi imbambolato a guardalo. Non sapevo più che dire ed oramai parlare era diventato troppo faticoso.
<< Sembri stanco >> constatò.
Annuii lentamente.
<< Appena mi permetteranno di uscire, voglio portarti al mare! Ti farà bene e poi tu hai sempre voluto vedere il mare, anzi abbiamo sempre voluto vederlo! >> sorrise << Ricordi quando eravamo piccoli? Mescolavamo l’acqua insieme al sale e poi l’annusavamo chiedendoci se quello fosse l'odore del mare! Vedrai, ora che ho un cuore nuovo ti porterò a vedere l’oceano, sarà bellissimo! >> continuava a sorridere e sorridere ad ogni parola. Forse perché oramai lo sapeva anche lui, oramai l’aveva capito.
Non avrei mai visto l’oceano...
 
Ho paura.
 
I miei occhi si aprirono a fatica quella mattina.
Ero solito a far leva sulle braccia e mettermi a sedere per guardare fuori dalla finestra, ma quel giorno non ne ebbi la forza. Non riuscii nemmeno a muovere un muscolo.
Chiusi gli occhi.
 
Ho paura.
 
<< JaeJoong >>
La mano sul mio braccio doveva essere quella di Junsu, solo lui mi afferrava così saldamente.
<< JaeJoong, guardami >>
Aprii gli occhi e lo vidi davanti a me.
<< Non mi permettono di portarti a vedere l’oceano, perciò ho portato l’oceano da te >>
Vidi che prese una boccetta dalla borsa che si portava dietro, così lo guardai con aria interrogativa.
<< E’ acqua e sale >>
Mi scappò un sorriso. Non sorridevo da tanto mi sembro quasi che la faccia si sgretolasse a quella tensione dei muscoli.
<< Non prendermi in giro! Non potevo mica andare a prendere seriamente l’acqua dal mare! >> gonfiò le guance inscenando un finto broncio e mi venne nuovamente da sorridere.
<< Ho portato anche questo >> tirò fuori uno di quegli aggeggi che riproducono il suono della natura << Ascolta >> udii il suono nelle onde.
Sorrisi.
Continuò a parlarmi del più e del meno, dicendomi che saremmo andati al luna park e dai suoi nonni in campagna e che mi avrebbe fatto salire su una mongolfiera perché così avrei capito cosa si prova a volare.
Più i minuti passavano più io mi sentivo debole.
Chiusi un attimo gli occhi.
 
Ho paura.
 
<< JaeJoong! >>
Le figure davanti a me erano sfuocate, ma quella voce non poteva essere che sua.
Sentii l’infermiera tirarmi via il tubo dell’ossigeno.
Allora era così.
Eravamo alla fine.
<< JaeJoong! >>
Spostai a fatica lo sguardo su di lui << Po..possiamo... parlare... >> mormorai a fatica.
Chiese ai medici di lasciarci soli e loro acconsentirono. Si sedette sul letto.
<< Dimmi pure >> disse guardandomi ma senza mettermi fretta.
Mi presi il tempo necessario per prendere un po’ di fiato << Ho.. un favore... >>
Si morse il labbro inferiore con forza ed abbassò lo sguardo, sperava che non vedessi i suoi occhi riempirsi di lacrime.
<< Nel comodino... c’è una cosa.. poi.. dovrai leggerla e.. >> presi fiato << Io... non.. non ho mai.. baciato nessuno... >>
Sul suo volto si dipinse un’espressione stupita ma subito si girò verso di me e, dopo avermi scrutato per qualche secondo, mi sorrise dolcemente.
Cercai di ricambiare quel sorriso come meglio potevo, ma fu un fiasco. Però lo feci ridere e questo mi consolò.
Mi accarezzò il viso con una mano e lentamente si avvicinò a me. Posò le sue labbra sulle mie ed in quel momento il mio corpo fu percorso da un calore incredibile. Le sue labbra erano così morbide e soffici che sembravano... come le nuvole... ed io adoravo le nuvole.
Per me, Junsu, era come una nuvola.
Era la mia nuvola.
Si scostò di pochi centimetri ed appoggiò la fronte alla mia. Sentivo le sue lacrime cadere sul mio viso e mischiarsi alle mie.
Le sue labbra si posarono ancora una volta.
Quel calore, fu l’ultima cosa che sentii.
Quel calore, mi diede la forza di cui avevo bisogno.
 
Ora non ho più paura.
 

Junsu,
se stai leggendo è perché sono morto. Vorrei dirti di non piangere, ma so che non è possibile. Io, volevo solo chiederti scusa. Ti ho ingannato. Yoochun, lui... è sempre stato un diversivo. Gli ho chiesto di fare un po’ lo scemo con te, ma sai bene quanto a lui siano sempre piaciute le donne. Fin da ragazzo non faceva altro che guardare il sedere delle infermiere, ti ricordi?
Comunque... gli ho chiesto di farlo, perché volevo che ti distraessi da me, perché io avevo bisogno che tu pensassi a qualcun altro; perché a causa della mia malattia io non mi potevo permetterti di sfiorati la mano, di stringerti tra le braccia, di baciarti, di dirti “ti amo”...
Già... Kim Junsu, io Kim JaeJoong sono sempre stato innamorato di te, del tuo sorriso, dei tuoi occhi, dalla tua voglia di vivere.
Perdonami, è meschino dirtelo in questo modo, me ne rendo conto, però, per una volta lasciamelo dire...

Ti amo.

Kim JaeJoong








Ma salve~ questa ehm.. “cosa” diciamo è uscita fuori dopo che ho passato tre giorni ad ascoltare solamente il cd di JaeJoong... Che piangere... T_T Comunque, spero che si piaciuta a voi tanto quanto è piaciuta a me! (?) @_@ ..e spero che mi facciate sapere le vostre opinioni... ^^
A presto...
Bye!
   
 
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