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Autore: Ponds    14/07/2013    0 recensioni
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Dicono che gli amici siano il più grande dono che uno possa possedere,
io dico che gli amici sono le stelle che costernano la nostra vita.
Possono cadere, calare, sfumarsi e tu intanto stai lì ad osservarli,
impotente mentre cadono, esprimendo l'unico desiderio che non svanisce.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Sherlock Holmes,
che riposi in pace.


DAI RICORDI DEL DOTTOR JOHN H. WATSON
EX UFFICIALE MEDICO
DELL'ESERCITO BRITANNICO
PARTE I

Dicono che gli amici siano il più grande dono che uno possa possedere, io dico che gli amici sono le stelle che costernano la nostra vita. Possono cadere, calare, sfumarsi e tu intanto stai lì ad osservarli, impotente mentre cadono, esprimendo l'unico desiderio che non svanisce.
Anni di medicina alla London University per poi essere ancora debole davanti ad un corpo inanime. Toccavo le sue mani fredde come stallatiti di ghiaccio e, come un interruttore, nuovi ricordi venivano alla memoria nella mia testa. Lui non aveva bisogno delle mani, le sue mani erano gli occhi. Osservava e capiva se un oggetto era liscio o ruvido, soffice o duro. Scorrevo le mani lungo tutto il suo corpo, ancora bagnato. Ma come era finito in mare? Questo era un enigma degno di lui stesso, un enigma destinato a rimanere irrisolto. Finita la miriade di ricordi che affollava la mia testa e mi riducevano in uno stato di malinconia permanente decisi di non parlare al suo funerale. Il funerale si sarebbe celebrato il pomeriggio stesso. Tutta Londra, se non più, vi partecipò. Lestrade mise da parte l'orgoglio e si presentó fiero in prima fila di fianco a Mycroft che ha rinunziato alla sua pigrizia, non piangeva, ma aveva gli occhi rossi.
Questa volta il più grande investigatore di tutti i tempi era veramente morto, non sparito come al solito per poi lavorare di nascosto con il governo britannico. Morto. Gelido. Freddo e.. Morto.
Al funerale parteciparono anche le più grandi cariche ufficiali. In molti parlarono di come fosse geniale, di come era un abile musicista, di come sapeva combattere, ma nessuno parlò di come aveva salvato più e più volte il Paese. Sherlock Holmes, l'uomo che amava restare nell'ombra.
Io volevo rendere pubblica la mia serie di scritti sulle nostre avventure proprio al suo funerale. Tutti avrebbero ascoltato e tutti avrebbero saputo, per rendergli veramente giustizia. Ma non lo feci, quello era il giorno della sua morte e io sapevo che lui non avrebbe voluto. Quindi gli scrissi una poesia e la misi nella bara, nella tasca sul suo cuore. Finito il funerale mi misi sulla porta a stringere le mani a sconosciuti, abbracciare chi avevamo aiutato e dire qualche parola di conforto a chi c'era stato sempre accanto.
Volevo abbracciarlo ancora una volta, volevo dirgli una parola di addio, volevo renderlo partecipe della mia sofferenza per essere felice. Ma non potevo.
Portarono la bara nel cimitero di Stoke Newington a Londra, il piccolo monumento diceva 'Elementare, Watson!'; quella era la frase che diceva più spesso, a me la più cara. Non l'avevo voluta io, l'avevano voluta gli altri e io impotente accettai. Stessi lì a guardare la bara di Holmes tutto il giorno, il suo volto mi appariva interminabile sulla lapide. Più cercavo di distrarmi, più esso insisteva per essere presente là dove più mi faceva soffrire, toccandomi contemporaneamente cuore e anima.
Si fece così crepuscolo, dentro e fuori.
Sentii ad un certo punto una voce che diceva:



Dear Holmes,
ti ringrazio per tutti questi anni passati insieme.
Non sai cosa provo per te,
non è amicizia, non è amore, non è ammirazione.
È qualcosa che va oltre,
qualcosa che non si può descrivere,
qualcosa che puoi trovare solo nel tuo cuore.
Sei il fratello che non ho mai avuto.
Tu non sei solo il grande Sherlock Holmes,
non per me.
E ora che non ci sei più non so cosa fare.
Sono perso senza di te,
Ti prego, aiutami.
Ti prego.
Non puoi lasciarmi solo.
Riposa in pace,
con amore,
Watson.

«Holmes.» sussurrai.



♦ ♦ ♦ ♦

Note dell'Autore.
Buonasera!
Mi chiamo Ponds aka Sara e questa è la mia prima FF sul libro di Arthur Conan Doyle,
Sherlock Holmes. Ho scelto una Missing Moments per descrivere la fine del più grande detective.
In questo racconto volevo rendere evidenti i sentimenti che Watson prova per Holmes e volevo
sopratutto esprimere un messaggio molto importante per me 'Holmes non morirà mai'.
Se avete domande da farmi a riguardo andate sul mio profilo e cliccate sul link 'Ask'.
Tutte le critiche sono ben accette.
Voglio migliorare, ma se voi non mi aiutate è impossibile per me farlo.
Tanti saluti.
Ponds. ♥
  
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