Anime & Manga > Shin Angyo Onshi
Segui la storia  |      
Autore: YokoPucioLove    26/01/2008    2 recensioni
L'ipocrisia è una bestia tremenda, pessima, ed è per questo motivo che Munsu preferisce stare lontano dalle persone.
Lo glorificano come fosse il salvatore di chi sa quale impero.
In realtà Munsu nutre solo i propri interessi.
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa one-shot a sfondo dark romantica è nata da una sfida con  NekoRika. Il manwha in questione è quello di Shin Angyo Onshi. Chi non conoscesse la storia è conigliabile che leggesse la trama in breve, poichè potrebbero esserci alcuni punti poco chiari se non si conosce la storia. I personaggi sono Munsu e Sando, e spero di non essere andato OOC, per questo gradirei un parere costruttivo da parte vostra. Ammetto di essermi divertito a scriverla, quindi pure se riceverò pomodori mi sta anche bene :P

Queste erano le regole da seguire

Fandom: Libero (Manga, Anime, Film o Libro)
Raiting possibili: Verde, Giallo, Arancione, Rosso
Genere possibile: Commedia, Demenziale, Erotico, Dark, Horror, Introspettivo, Romantico,
Avvertimenti possibili: Non per stomaci delicati, Linguaggio colorito, Nonsense, Yaoi, Yuri, Lemon.
Tipologie possibili: One-shot, Songfic, Flashfic
Lunghezza: Minimo due pagine Word, massimo cinque.
Traccia: Nella fic devono essere inseriti questi tre elementi (il come, lo lascio scegliere a te): Geco, Tarocchi, Katana.



Come Munsu si fosse spinto al punto da desiderare con tutte le sue forze la nascita di un nuovo impero è del tutto ignoto.
Per la verità Munsu non aveva mai desiderato diventare un Angyo Onshi, o come lo chiamavano in Giappone,
Un Amen Osa.
Munsu era esattamente il classico tipo di persona da evitare, la classica persona che non si deve assolutamente incrociare sul proprio cammino
Anche perchè se la incontri potresti uscirne con al massimo qualche lesione interna, due ossa rotte e via.
Ma incontrarla per due volte nella tua vita, è un costo che pagheresti a caro prezzo. Esatto, perchè Munsu non soltanto è una persona squilibrata, ma odia tutto ciò che abbia a che fare con il pensiero umano. Il pensiero umano è tanto vario. Come può semplicemente la capacità cognitiva di una persona essere tanto disprezzata da un suo simile, ti chiederai. Misantropia? No, non è affatto misantropia. Munsu non ama usare questo appellativo, soprattutto perchè si sentirebbe sconfitto, si sentirebbe battuto dalla sua stessa razza, ed egli odia le sconfitte, soprattutto se a portargliele sono delle persone presuntuose.
E allora, che problemi ha Munsu con il resto dell'umanità?
Ti è mai capitato di trovarti in mezzo ad una diatriba e ad osservare come spettatore?
Istintivamente speri sempre che ad avere la meglio sia sempre il più debole, speri sempre che chi è in inferiorità di forze possa avere la meglio
Ed instintivamente ti trovi a parteggiare per qualcuno senza rendertene conto.
Ma dimmi la verità.
Se ti capitasse di trovarti nel mezzo di una diatriba, come protagonista per di più, ti schiereresti davvero dalla parte del più debole nonostante questi attiri la tua pietà?
No, non lo faresti, perchè avresti paura di essere sconfitto anche tu, e di conseguenza per prevenirti da un'eventuale e probabile sconfitta, opti per la scelta più logica, e finisci irrimediabilmente a nutrire il pensiero di Munsu.
L'ipocrisia è una bestia tremenda, pessima, ed è per questo motivo che Munsu preferisce stare lontano dalle persone.
Lo glorificano come fosse il salvatore di chi sa quale impero.
In realtà Munsu nutre solo i propri interessi.
Ogni cosa che accade è coincidenza, ed è giusto errare, perchè nessuno merita il tuo aiuto, in una città come Edo, dove anche tuo fratello è pronto ad impugnare un'arma contro di te per farti fuori, pur di salvare la pelle.

"Sando fermati.."

Stava succedendo qualcosa di strano intorno a Munsu, e poteva percepirlo in maniera distinta.
Le montagne intorno a lui erano tanto alte che le cime erano innevate nonostante fosse primavera.
L'acqua di un ruscello, fresca, invitante, rifletteva le fronde degli alberi che mostravano un verde colorito, chiaro segno della bella stagione che si prospettava.
Sando osservò Munsu, senza capire il perchè di quell'affermazione, probabilmente perchè la ragazza non aveva avvertito nulla, e di conseguenza si chiedeva per quale motivo l'Amen Osa le avesse ordinato di fermarsi, soprattutto lì, sotto il sole a picco, che di certo piacevole poteva essere sino ad un certo punto.
Munsu mise mano alla pistola, quella pistola che era stata compagna di numerosi viaggi, un'arma occidentale che raramente si vedeva a Edo.

"Ma.."

Sando ebbe un attimo di esitazione, replicando all'ordine di Munsu, mentre l'Amen Osa, osservando il disappunto della ragazza, estrasse la pistola, mirando direttamente al petto di lei. Tolse la sicura, appoggiando l'indice sul grilletto.
La sua espressione era fredda, calcolatrice, descriveva esattamente il carattere di Munsu che di lì a poco avrebbe senz'altro fatto fuoco.

"Non mi ripeterò una seconda volta Sando.
La prossima faccio fuoco. Non ho bisogno di gente inutile.."

Sando si cinse le spalle con le proprie mani, un gesto istintivo causato dalla mortificazione. Era andata nuovamente contro gli ordini di Munsu, e sapeva bene, sapeva molto bene quanto quella storia potesse infastidirlo.
Uno stormo di corvi si levò nel cielo, mentre Munsu direzionò l'arma verso quello stormo, facendo fuoco.
Un corvo cadde esanime a terra, stecchito ancor prima di toccare il suolo, mentre l'Amen Osa si avvicinò, raccogliendolo.

"Ehi Sando, vedi un po' di spennarlo, almeno oggi mangeremo.."

Sando annuì, e nell'istante in cui Munsu si avvicinò alla ragazza per porgerle quel corvo privo di vita, lo stesso volatile aprì un suo occhio rosso, che sembrò risucchiare l'essenza di Munsu, come in un vortice magico, come se la sua vita fosse intrappolata tra il piano dei viventi e quello dei defunti.
Una coltre fittissima avvolgeva la figura dell'Amen Osa che si osservava attorno circospetto, senza capire cosa stava accadendo.
La mano venne portata nuovamente alla pistola, istintivamente, e l'altra, quella libera, inizialmente fu tentata da portarsi all'altezza del collo, dal quale pendeva il Mahai, il medaglione degli Amen Osa.

"Per il potere Degli Shin An.."

Una forza mistica lo spinse con violenza lungo il tronco di un albero, lasciando che il ramo si spezzasse a contatto con la sua schiena. Una figura che avanzava in sua direzione, vestita con un bel kimono dal colore rosso che sfumava verso l'alto in un bianco pulito.
Una ragazzina dagli occhi grandi, grigi, che osservava Munsu accovacciato lì, per terra, senza dire una parola,
Mentre l'Amen Osa portò mano alla sua pistola, che tempestivamente gli fu portata via dalla giovane, semplicemente con un movimento della sua mano destra, materializzandosi in quest'ultima.

"Come, come ci sei riuscita..?"

Il suo respiro divenne pesante, mentre mise mano al suo inalatore, aspirando quanto bastava per sopravvivere ancora una volta a questa maledizione infertagli.
La ragazzina gli si avvicinò, chinandosi verso Munsu, che nel frattempo poteva sentire i propri arti paralizzati totalmente.
Ma non si oppose, comprese quanto fosse inutile provare ad opporre resistenza ad un'entità di tale portata.
Per la prima volta si sentiva spiazzato.
Guardandosi attorno, cercando forse Sando, potè solo vedere quella coltre che avvolgeva tutto, e nient'altro.
L'indice della ragazzina gli punto il viso, indicandolo, quasi come fanno i bambini curiosi.

"Che ci fai qui"

Secca e diretta nel suo dire, mentre continuava ad osservare l'Amen Osa con particolare attenzione.
Lo sguardo ricadde sul Mahai, mentre le palpebre si assottigliarono con curiosità, quasi fosse la prima volta che vedeva qualcosa di così tanto valore.

"Che cos'è."

Chiese, mentre lo staccò dal collo di Munsu, osservandolo con attenzione.
Socchiuse le palpebre, mentre un forte vento iniziò a soffiare in loro direzione, facendo progressivamente allontanare quella coltre fastidiosa.
Tutto attorno, era come se fosse tornato esattamente al punto in cui Munsu osservò il corvo.
Nelle mani, non vi era più il rapace, bensì una piuma nera, e accanto a sè, Sando, che l'osservava senza dire una parola.

"Hai visto cosa è successo."

Chiese Munsu sbigottito, mentre Sando fece un cenno di diniego con il capo. L'Amen Osa portò istintivamente la mano al collo, ma come sospettava, il Mahai era sparito,
Era sparito insieme alla sua pistola, che non recava più al fianco.
Munsu strinse i pugni mentre iniziò ad avviarsi all'interno del bosco, con Sando che lo seguiva da una distanza dignitosa.
L'Amen Osa osservava attorno, come era normale del resto, con una certa attenzione, soprattutto adesso che non possedeva nè la sua pistola, nè il Mahai.
Due occhi rossi che brillavano nel buio, e Munsu arrestò il suo passo, osservando come nella boscaglia qualcosa si muoveva in maniera tanto leggera.
Ad un tratto, un esserino dalla cromatura tra il grigio ed il verde, sbucò fuori dalla radura, dirigendosi verso Munsu con movimenti teatrali.

"E' solo un geco."

A dispetto però delle aspettative di Munsu, gli occhi rossi visti poc'anzi non appartenevano al simpatico animaletto, bensì ad una creatura ben più grande dell'esserino.
Una sorta di orchetto dall'aspetto antropomorfo e dal viso tumefatto, che branvida un'ascia bipenne, in direzione dell'Amen Osa
Con intenzioni tutt'altro che pacifiche.

"Sando!"

La ragazza sembrò uscire fuori dall'ombra del bosco, mentre estrasse la sua katana, portandosi con violenta decisione ad attaccare quell'essere.
Urli gutturali, misti a spasmi, mentre il braccio peloso e mucoloso della creatura tentava come poteva di attaccare Sando, con l'intenzione di spaccarle il cranio.
Ma Sando era veloce, era dannatamente veloce, e quello che il mezz'orco non sapeva, è che Sando sapeva fare a pezzetti i nemici in meno di due secondi.
La katana saettò con particolare attenzione per la testa della creatura, mentre la lama rapidamente recise il braccio, staccandolo dalla spalla.
Le carni vennero massacrate e smembrate, mentre tessuti muscolari e brandelli di pelle sembravano avvilupparsi attorno all'osso spezzato che dondolava dalla spalla.
L'essere lanciò un urlo, simile ad un corno da guerra, facendo volare tutti i rapaci annidati sui rami.
Ma Sando non s'arrestò, perchè sapeva che Munsu le aveva dato un ordine.
Lei lo sapeva che se anche questa volta avesse fallito, Munsu l'avrebbe abbandonata una volta per tutte.

"Per Monlion.."

Sussultò Sando, mentre lacrime rigarono il suo viso, lasciando che si dipingesse ulteriore rabbia. La katana saettò più e più volte sul corpo della creatura, sino a quando la punta della lama non subentrò nelle carni dell'essere, penetrandone la gola, lasciando che sangue fiottasse dalle terga, vomitandolo con ferocia.
Non si rese conto di nulla, quando Sando estrasse nuovamente la katana, ed ogni arto di quell'abominio si smembrò in pochi istanti, diventando banchetto per i rapaci.

****

Camminarono per delle ore, sino a quando Munsu non scorse una casa poco distante.
Era sfinito, distrutto, avrebbe dato tutto pur di trovare un riparo.
Sando che continuava a stare dietro di lui, seguendolo come fosse la sua ombra, celandosi alle ombre stesse.
La porta di casa si aprì, invitandoli quasi ad entrare.
E benchè Munsu fosse scettico riguardo l'ospitalità della gente, c'era la sua Sando a proteggerlo, in ogni caso.
Entrarono, e all'interno della casa vi era una tavola imbandita con del pane e della carne, carne profumata, appena cotta.

"No, dove sta la fregatura.."

Munsu si sedette a tavola, ed iniziò a mangiare la carne senza alcun problema.
Ad un tratto, il cibo iniziò a sparire, lasciando al suo posto carcasse di cadaveri dall'aspetto poco invitante.
In effetti, Munsu s'aspettava qualcosa di simile, e infatti uno dei cadaveri allungò la mano intorno al suo collo, stritolandolo.
Si dissolse. Esatto, Munsu si dissolse lasciando al suo posto un foglio con un anagramma inciso sopra.
Una delle capacità di Munsu, sapeva ricreare la propria copia, e quella di qualsiasi altra persona.

"Sando!"

E Sando non battè ciglio, iniziando a massacrare quei non morti, smembrandone i corpi, riducendoli a brandelli.
Le era stato ordinato, e lei doveva stare agli ordini di Munsu.
Cadaveri che cadevano per terra, rialzandosi tuttavia, e ricomponendosi.
La figura di quella ragazzina sembrò materializzarsi nuovamente, quella ragazzina che portava al collo il Mahai, e reggeva in mano la pistola di Munsu.

"Sando, il Mahai!"

E Sando non dubitò. Nonostante fosse una ragazzina, nonostante fosse una giovane dal bel viso, Sando non esitò, e portò la sua katana a trafiggere il petto della giovane, afferrando il Mahai e la pistola di Munsu, lanciandoli all'indirizzo di quest'ultimo.

"Ben fatto, Sando!"

La ragazzina rise, mentre la sua ferita si cicatrizzò rapidamente, andando a prendere dalla tasca del suo kimono un mazzo di carte. Ne prese tre, sfuse, lanciando in aria tutte le altre, che rapidamente si dissolsero.

"Delle carte? Che ci vuoi fare con delle carte?"

La ragazzina rise, mentre ruotò la prima carta, mostrando la figura di un Leone incisa.

"Queste non sono comuni carte, questi sono tarocchi."

Munsu si grattò la testa sconcertato, mentre dalla carta si materializzò la figura di quel Leone, che evanescente entrò nel corpo di lei.

"La Forza."

Munsu mise mano alla pistola, togliendo la sicura, iniziando a sparare addosso alla ragazzina ogni proiettile che possedesse.
Ma la giovane sembrò mutare forma, assumendo un aspetto lupino, mentre nel frattempo quella massa di zombie sembrava avanzare verso l'Amen Osa senza fare troppi complimenti.
Una seconda carta venne scoperta, mentre l'entità che si materializzò sembrò trasmutarsi nel corpo della creatura dall'espetto lupino, alla quale spuntarono due ali.

"L'Angelo."

Mormorò quella ragazzina oramai non più umana, mentre Sando continuava a decimare cadaveri e cadaveri. Munsu indietreggiò, per poi mettere mano all'inalatore.
Stava male, stava decisamente male, e la situazione stava complicandosi ulteriormente.
La ragazzina avanzò verso sando, alzando la sua aura negativa per debilitarla.
Sando s'accasciò sul pavimento, mentre la ragazzina estrasse la terza carta.

"Siamo alla resa dei conti.."

Mormorò con quella voce tutt'altro che soave, lasciando che la carta venisse scoperta.
Orrore, sul viso della ragazzina si plasmò orrore, mentre quella carta prese vita.

"La Fortuna."

Munsu ghignò, prendendo il Mahai, mentre la ragazzina si sentì debilitata, quasi senza la forza di reagire.
Evidentemente doveva essere una carta a lei non favorevole.

"Per il potere degli Shin Angyo Onshi, armata fantasma di Jushin t'invoco!"

E tutt'intorno, la casa stessa, sembrò crollare in preda all'urlo di quelli esseri, servi di Munsu, della giustizia.
I soldati fantasma iniziarono a massacrare quelli zombi, facendone brandelli, mentre la Fortuna, la carta estratta, decise di parteggiare per Munsu.
Sendo lentamente riprese i sensi, costatando che solo adesso gli zombie avevano smesso di rigenerarsi.
Cosa era successo?
La fortuna aveva deciso di voltare le spalle alla giovane, che si gettò con un urlo frenetico addosso a Munsu.
Ma lì c'era Sando, sempre accanto a lui, sempre pronta per lui, che trafisse il collo della giovane con la propria katana.
La trafisse, mentre ne fece tanti brandelli.
E mentre Sando faceva strage, Munsu versò dell'alcool posto precedentemente sulla tavola, lì per terra, per poi osservare Sando.

Si allontanarono dall'abitazione, quando Munsu esercitò pressione lungo il grilletto della pistola.
Un esplosione tale da distruggere tutto quello che c'era in zona.

Sando osservò Munsu, con gli occhi colmi di lacrime.

"Io, so che non potevo.. Però.."

Munsu sorrise, scuotendo il capo, mentre poggiò le sue calde labbra lungo quelle di Sando.
La ragazza arrossì, mentre il cuore le prese a martellare nel petto.
Munsu non disse una parola, non un'emozione, non un fremito.

Esattamente come l'aveva conosciuta, mormorò senza alcuna sfumatura nella sua voce.

"Sando, andiamo."

Sando annuì, senza dire altro, seguendo Munsu verso un nuovo viaggio, verso quella meta sperduta, che non portava da nessuna parte.



A distanza di tutto questo tempo non seppi mai perchè mi baciò,
Quel che è certo, è che quando lo fece, non pensai a Monlion.
Non era Monlion quello che stava nel mio cuore in quel momento.
In quel momento vi era soltanto una persona, colui che mi salvò da quell'inferno che avrei dovuto subire.
Quella persona era Munsu, L'Amen Osa.




[FINE]
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shin Angyo Onshi / Vai alla pagina dell'autore: YokoPucioLove