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Autore: Grace82    14/07/2013    4 recensioni
Siete mai state innamorate di qualcuno? Immagino di sì.
E se quel qualcuno fosse il fratello della vostra migliore amica?
E se quel qualcuno fosse così bello da spezzare il fiato?
E se quel qualcuno non fosse interessato a voi?
Questa è la situazione in cui si trova Giulia, 17 anni, fidanzata con Marco, ma consapevole delle farfalle nello stomaco che la vicinanza di Simone le provoca, consapevole di essere totalmente e incondizionatamente pazza di lui.
Simone, però, la considera semplicemente 'l'amica di sua sorella'.
E se il destino ci mettesse lo zampino? Se il destino riuscisse ad avvicinare due persone apparentemente tanto distanti?
Questa è la mia prima fan fiction e da poco sono entrata in questo mondo bellissimo.
Spero che la mia storia vi piaccia anche perché a me batte il cuore ogni volta che la immagino nella mia testa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Sabato mattina mi svegliai profondamente arrabbiata.
Quel bastardo di Simone, dopo il suo memorabile discorso lasciato in sospeso, non aveva avuto il coraggio di rivolgermi né una parola, né uno sguardo.
Mi aveva evitata tutto il tempo.
A me non stava affatto bene questo suo comportamento immaturo.
Prima cercava di farmi capire che ci teneva e poi faceva di tutto per dimostrarmi il contrario? Bene, lo avrei ripagato con la stessa moneta. Non volevo sembrare a tutti una depressa e, così facendo, dare modo a Simone di pensare di essere riuscito nel suo intento: far cadere un’altra pedina ai suoi piedi.
Non potevo dipendere da lui e dai suoi sbalzi d’umore.
Con una nuova, e speravo duratura, forza, mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno. Dopo una doccia veloce presi le chiavi e scesi al piano di sotto per fare colazione.
Quando raggiunsi la porta sul retro mi bloccai: fuori c’era solo Simone che combinava qualcosa con il suo cellulare. In un primo momento ebbi l’impulso di tornarmene in camera mia e aspettare che qualcun altro arrivasse, poi, però, ricordando il discorso interiore di pochi minuti prima, decisi di raggiungere il mio posto come se nulla fosse.
E così feci, senza salutarlo né degnarlo di uno sguardo.
-Buongiorno- mi disse lui continuando a guardare il display del suo telefono.
Non gli risposi.
-Sto parlando con te- proferì sollevando lo sguardo.
-Oltre alla lingua hai perso anche l’udito?- mi chiese.
-Ah scusa, non ti avevo visto- risposi versandomi i cereali nel latte.
-Sei arrabbiata per qualcosa?-
-Da cosa lo deduci?-
-Dal fatto che non mi hai salutato, e a stento mi rivolgi la parola. È maleducazione sai?- disse con un sorrisetto strafottente.
-E scusami, non è quello che hai fatto tu negli ultimi giorni?- gli chiesi facendo trasparire un po’ d’irritazione. Ebbi solo il tempo di vedere la sua espressione diventare seria perché Laura ci raggiunse.
-Ciao a tutti-
-Buongiorno!- le dissi schioccandole un bacio sulla guancia.
-Ciao- sibilò appena Simone.
-Allora ho due notizie, una buona e una cattiva. Quale vuoi sapere per prima?- mi chiese euforica.
-Partiamo da quella cattiva- le risposi già in preda al panico. Una cosa avevo imparato in tutto questo tempo: se Laura diceva di avere notizie cattive, in realtà erano pessime, catastrofiche.
-Domani sera c’è una festa in una discoteca qui vicino, e ci va anche un ragazzo che ho conosciuto l’altro giorno. Mi accompagni?-
Appunto.
Io odiavo le discoteche. O meglio odiavo gli strusciamenti, i tizi che cercavano di attaccarsi al tuo sedere e le ragazze che ti consideravano sfigata solo perché indossavi un indumento che copriva il tuo corpo più del dovuto.
Sì lo so, ero un topo da biblioteca e ne andavo fiera.
-Laura sai come la penso. Non mi va, non mi piace quell’ambiente-
-Dai ti prego! Ti giuro che farò tutto ciò che vorrai-
-Preferirei rimanere a casa-
-Per favore!- disse mettendo su una faccia da cucciolo, alla quale non sapevo resistere.
-E va bene-
A quel punto Laura si gettò su di me abbracciandomi.
-Grazie mille, ti devo un favorone, me ne rendo conto-
-Già, ricordatelo. Ora passiamo a quella buona!-
Lei mi guardò confusa.
-La notizia buona, torna in te!-
-Ah già! Quella buona è che oggi è il giorno perfetto per far pagare le scommesse perse-
All’inizio non capii, ma quando Laura si girò verso suo fratello un sorriso compiaciuto comparve sul mio volto.
-Sono d’accordo con te- le dissi.
Solo in quel momento Simone alzò lo sguardo verso di noi e, notando le nostre facce da maniache assassine, apprese immediatamente il nostro obiettivo.
-No, non se ne parla-
-Hai perso fratellone, fattene una ragione-
-Non ci penso neanche, la scommessa era truccata-
-Peccato che non lo puoi provare! O forse hai paura di affrontare anche le tue sconfitte?- gli chiesi, consapevole del doppio senso di quella frase.
Doppio senso che Simone non tardò a comprendere dato che, poggiando con fare minaccioso il gomito sul tavolo, ghignò strafottente.
-Io non ho paura di niente e di nessuno- proferì enfatizzando leggermente l’ultima parola.
-Bene allora, dopo pranzo sarai vittima di una punizione molto imbarazzante- disse Laura.
 
 
 
Il tempo passò velocemente, così come aumentava il desiderio di togliere dal suo viso quel sorriso irritante.
Il piano che avevamo elaborato io e la mia migliore amica era diabolicamente perfetto.
L’appuntamento era in camera mia alle 14.00 e Simone non tardò di un minuto. Avevamo scelto quell’orario cosicché tutti quanti potessero assistere allo spettacolo, dato che le nostre famiglie erano ancora sedute a tavola.
-Facciamo una cosa veloce- disse entrando nella mia stanza.
-Siediti sul letto- gli ordina mettendo una sedia davanti a lui e posizionandomi su di essa.
Solo allora mi ricordai dell’effetto che la sua vicinanza mi faceva. Il profumo dolce e sensuale mi stordì, e quando i nostri occhi si incontrarono persi letteralmente la testa.
Se non fosse stato per Laura, di lì a poco gli sarei saltata sopra.
-Cavolo, ho lasciato i trucchi nella valigia di mamma!-
-I trucchi? Voi siete pazze!- urlò Simone alzandosi dal letto. Io feci lo stesso poggiando le mani sulle sue spalle e costringendolo a sedersi di nuovo.
-Tu non ti muovi- gli dissi puntando il dito sul suo naso.
-Ben detto sorella! Io torno subito- e in pochi secondi uscì dalla stanza.
In quel momento mi accorsi dell’estrema vicinanza dei nostri visi e feci per allontanarmi.
Simone però prese il mio polso con estrema forza, e io mi ritrovai nuovamente seduta sulla sedia.
-Lasciami in pace- dissi irritata.
-Non fare finta di essere arrabbiata-
-È questo il punto, non sto fingendo-
Mi alzai di nuovo, ma lui riuscì ad afferrare anche l’altro polso facendomi nuovamente riprendere il mio posto.
-E quale sarebbe il motivo allora?-
-Perché mi hai baciata?-
Che cavolo mi era preso?
Non volevo chiederglielo. Si, è vero, morivo di curiosità, ma mi vergognavo troppo. Invece la domanda uscì dalla mia bocca in modo del tutto naturale, sia facendo trasparire la mia irritazione, sia sorprendendo Simone.
Glielo leggevo negli occhi, non se lo aspettava. 
-Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. Perché sei arrabbiata?-
Stavo giocando con il fuoco, ma ormai non potevo uscirne, tanto valeva bruciarsi.
-Perché odio il tuo modo di comportarti con me. Perché mi hai baciata?-
-Non è una risposta-
-Tu neanche me ne hai data una! Perché mi hai baciata?- dissi scandendo ogni singola parola di quella domanda.
Proprio in quel momento la porta si aprì e Simone interruppe immediatamente il contatto con i miei polsi, mentre io mi limitai a strofinare le mani sulle gambe.
-Ho interrotto qualcosa?- chiese Laura.
-No assolutamente. Trovati i trucchi?- mi affrettai a rispondere.
-Sì certo- disse lei continuando a spostare lo sguardo da me a lui in modo sospettoso.
-Bene. Chiudi gli occhi-
Durante tutta l’operazione che avrebbe portato Simone a diventare Simona, non si oppose.
Lo costringemmo a mettere l’ombretto, il fondotinta, il rossetto, un orecchino molto femminile sull’orecchio destro e il pezzo di sopra di un bikini. Si era categoricamente rifiutato di infilarsi una mutanda da donna, sostenendo che non avrebbe retto il peso del suo gorilla, così lo chiamava.
Lo obbligammo però ad indossare dei boxer un po’ aderenti.
Non vi dico quanta bava dovetti trattenere nel momento in cui si tolse la maglietta. Che spettacolo ragazze, addominali a tutto spiano!
Laura aggiunse un tocco finale: la scritta I’M A FUCKING GIRL sul petto.
Una volta preparato, scendemmo tutti e tre al piano di sotto.
Fu lei ad annunciare l’imminente spettacolo.
-Scusate, potrei avere la vostra attenzione? Mamma, papà, soprattutto voi. Spero che non odierete vostro figlio per aver accettato la sua reale natura, io non l’ho fatto. Vorrei quindi presentarvi la vera persona che ha vissuto con noi per tutto questo tempo: Simona!-
E non appena pronunciò il suo nome, feci partire la canzone ‘I’m sexy and i know it’ dall’i-phone di Laura e lui/lei entrò in scena.
Se ve lo aspettavate imbarazzato vi sbagliavate di grosso! Simone si era calato perfettamente nella parte, tanto che cominciò a sculettare e ad atteggiarsi da vera donna. Arrivò persino a lasciare una carezza sul viso di mio fratello che ricambiò dandogli una manata sul sedere.
Non lo avevo mai invidiato prima di allora.
Laura stava scattando delle foto, ma entrambe non riuscivamo a trattenere le risate. Io stavo morendo, infatti dovetti sedermi a terra perché non ce la facevo proprio a stare in piedi. Tutti continuavano a ridere di gusto e, quando la recita terminò con un inchino da parte dell’attore, applaudimmo entusiasti.
-Scusate, ora Simona ha da fare- disse lui e, all’improvviso, corse verso sua sorella prendendola in braccio e buttandola in piscina completamente vestita. Poi si girò verso di me con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Comprendendo le sue intenzioni e non volendo fare la stessa fine della mia migliore amica, cominciai a correre per cercare di raggiungere la prima camera disponibile.
-Lasciami stare ti prego!- gridai mentre correvo.
-Non ci penso minimamente-
Sentivo i suoi passi dietro di me.
Stavo per chiudere la porta quando, essendo la sua forza alquanto superiore alla mia, riuscì ad entrare per poi chiuderla lui stesso.
Il suo sorriso era diabolico, sexy, ma diabolico.
L’unica cosa che potei a fare fu prendere un cuscino come arma di protezione.
-Pensi davvero che riuscirà a fermarmi?-
-Lo spero-
A quel punto corse verso di me, mi prese in braccio incurante delle mie cuscinate e mi scaraventò sul letto. Poi cominciò a farmi il solletico e io iniziai a muovermi come se fossi posseduta, mentre ridevo e tentavo invano di fermarlo.
-Basta, basta, mi arrendo!-
-Io non te lo permetto però-
Dopo un paio di minuti riuscii a bloccare le sue mani con le mie.
Solo in quel momento mi accorsi della posizione alquanto equivoca in cui ci trovavamo.
Io sotto, lui sopra, un letto matrimoniale di qualcuna delle nostre famiglie, la mia maglietta leggermente alzata, le mie dita intrecciate quasi perfettamente nelle sue e una delle sue gambe tra le mie. E lui era in boxer ricordate?
Il cuore iniziò a battere all’impazzata, ma speravo con tutta me stessa che non se ne accorgesse.
Il suo sguardo si fermò sulle mie labbra e pian piano cominciò ad avvicinarsi.
Volevo baciarlo, lo avevo sempre voluto.
Ma non sarebbe stato giusto.
-Scusami, non posso- dissi scostandolo da me e avviandomi verso la porta. La stavo aprendo, ma lui la chiuse velocemente con un colpo secco.
-Ti prego, lasciami andare- sussurrai trattenendo le lacrime.
-Non puoi sempre scappare- disse facendomi voltare.
-Io non sto scappando, ti ho detto che non posso-
-A me sembra che tu lo voglia però-
I miei nervi cominciarono a farsi sentire.
-Non mi interessa quello che sembra a te! Io sono fidanzata e non ho intenzione di essere il tuo divertimento estivo-
-Ti ho già detto…-
-È questo il problema! Tu non mi hai detto niente! Lasci le frasi in sospeso, un giorno sembra che t’ importi di me e l’altro mi eviti come se non esistessi, pretendi che io capisca le tue intenzioni quando continui a sottintendere tutto e poi ti aspetti che io stia al gioco? Ancora non lo hai capito? Io non sono così-
Aprii di forza la porta uscendo da quella maledetta stanza e rifugiandomi nella mia dopo essermi chiusa a chiave.
Non potevo farlo, non potevo far finta che questa vacanza fosse un mondo a parte e gettarmi tra le braccia di Simone accontentandomi di due settimane per poi tornare dal mio fidanzato come se nulla fosse successo.
Non ero un prodotto usa e getta e soprattutto non potevo né volevo fare questo a Marco.
Non lo meritava.
Io non lo avrei mai tradito, non ero quel tipo di persona.
Mi buttai sul letto, ma dovetti trattenere le lacrime ancora per un po’ perché il rumore del cellulare attirò la mia attenzione.
Era da parte di Marco.
 
                                                 Ciao, Giulia. Io non ce la faccio più a mentirti.
                                                 So che dovrei rispettare i tuoi tempi e ci ho provato.
                                                 L’altra notte, però, la tentazione è stata troppo forte e
                                                 non ho resistito.
                                                 Non vorrei averti rovinato la vacanza.
                                                 Scusa.
La mia risposta:
 
                                                 L'hai appena fatto, stronzo.
 
 
 
Note autrice
 
Ciao ragazze!
Eccoci al nuovo capitolo! Io mi sono divertita a scriverlo e spero non sia deludente.
A quanto pare Giulia ha dei buoni motivi per essere triste: pensa di essere solo un divertimento per Simone e in più Marco l’ha lasciata con un SMS.
Spero sia chiaro il motivo del suo tradimento, che in ogni caso verrà spiegato per bene nel prossimo capitolo.
Grazie a tutte le ragazze che lasciano recensioni, mi fa veramente piacere leggerle e rispondervi.
Grazie anche a coloro che seguono la mia storia, la ricordano e la preferiscono!
Le parole non saranno mai abbastanza per comunicarvi la mia gioia.
Grazie.
A presto
Grace82
  
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