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Autore: PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST    26/01/2008    2 recensioni
Lei arrossì. Succedeva tutte le volte e lui detestava ammettere che adorava quella sua reazione.
[claire/sylar]
SPOILER!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claire Bennet, Sylar
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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-Che cosa???-
Tutti i tentetivi del signor Bennet di calmare sua figlia erano andati a farsi fottere. Urlava e piangeva pestando i piedi come una bambina. Ogni tanto provava con un "ma perchè non può stare qua?" oppure "ma non ci può difendere Peter o qualcun'altro?". Noah provava pazientemente a spiegare che a casa Parkman non c'era più posto, e in più c'erano già Molly e Maya. La prima poverina, non avrebbe retto il colpo, e la seconda nemmeno, con la differenza che avrebbe fatto fuori tutti quanti.
Claire uscì dalla stanza entrando in quella dove c'erano ancora tutti gli altri. -Mohinder puoi venire un attimo?- chiese irrompendo come una pazza dentro la stanza.
-Ma dico sei pazzo??- urlò appena il genetista fu uscito dalla stanza. -Perchè ci deve aiutare??-
-Claire ci potrebbe essere utile.. cerca di capire..- cominciò Mohinder.
-No non c'è niente da capire!! se vuoi il suo aiuto tenetelo qua, non a casa mia!-
-sai benissimo che non posso.-
-Ma perchè questo Adam o come si chiama non lo potete uccidere voi? che bisogno c'è di farsi aiutare da quello?- chiese cercando di tenere il controllo.
-perchè Adam ha i tuoi stessi poteri, Claire..-
Claire strabbuzzò gli occhi, poi cercò di far uscire una frase sensata. -Cioè, lui si rigenera?-
-esatto. E gli unici che possono fare qualcosa sono Peter e purtroppo Sylar.-
-e chi ci dice che una volta ucciso questo, Sylar non farà fuori tutti???-
-Ha bisogno anche lui delle mie cure. Ma purtroppo non ce lo assicura nessuno.- concluse Mohinder con un tono pieno di scuse.
Claire ribolliva di rabbia. Solo perchè era l'unica indistruttibile la dentro, non voleva dire che non aveva paura come gli altri.
Maya era uscita dal bagno e andò da Claire per chiederle perchè urlava, volendo ricambiare la gentilezza. Lei spiegò tutto in 5 minuti e Maya le lanciava occhiate tutt'altro che amichevoli. Avendo capito il perchè delle occhiatacce, si allontanò, per non rischiare di far partire la brocca. Lei non lo voleva in casa e in più si doveva subire anche lo sguardo trabboccante di gelosia di Maya.
-Perchè te ne vai?- chiese squadrandola.
-Perchè è ancora gradita la mia presenza?- chiese Claire. In quel momento le venne in mente l'immagine di Jeckie, e tutte le cattiverie che si scagliavano dietro ogni volta. Stavano litigando anche due minuti prima che Sylar la uccidesse per sbaglio.
-Che ti ho fatto?- urlò Maya distogliendo Claire dai suoi pensieri.
-Mi guardi male.- Tutti i santi giorni litigava con Debbie, la sua compagnia di squadra nelle cheerleader, e adesso anche a km di distanza da casa sua, riusciva a battibbecare con una ragazza. -E comunque stai tranquilla è tutto tuo!- urlò Claire sopprimendo la voglia di prenderla a cazzotti.
-Io non ti ho detto niente!-
Claire stava per rispondere ma il padre la prese per un braccio e la trascinò via. -Dai che dobbiamo tornare a casa-
Sylar camminava tenendosi al muro, zoppicando vistosamente. Il signor Bennet lo strattonò in malo modo buttandolo letteralmente fuori di casa, tirandosi dietro la figlia che ancora non la smetteva di urlare contro Maya che piagnucolava qualcosa in spagnolo.
-Vedo che hai conosciuto Maya..- disse Sylar non appena la porta si richiuse alle spalle di loro tre. Claire sussultò sentendo quella voce. Riuscì a sussurrare un flebile si. -A volte è insopportabile.- disse con un ghigno stampato sul volto. Poi si cominciò a massaggiare il ginocchio.
-Che c'è adesso? muoviti.- esclamò il signor Bennet scocciato da quella presenza quasi quanto la figlia.
-Se il tuo amico non sa mettere i punti non è colpa mia.-
-Peter è infermiere- intervenne Claire, ma se ne pentì subito quando vide Sylar storcere la bocca.
-Quello non mi tocca.- urlò Sylar, facendo rimbombare la sua voce nella tromba delle scale. Il signor Bennet lo prese per un orecchio, storcendoglielo, parlando in modo che Claire non sentisse. -Fosse per me la gamba te la staccherei e ti ci prenderei a calci nel culo, ma ci servi vivo e illeso. E guai a te se succede qualcosa alla mia famiglia, è chiaro?-



Claire scese dalla macchina dirigendosi verso casa. Il viaggio in aereo era stato una tortura. Fin da piccola aveva sempre avuto paura dell'aereo, e in più la presenza di Sylar non aveva aiutato a calmare la sua fobia. Come se non bastasse sua madre e Lyle non sapevano che quello fosse un assasino, anzi l'assassino che voleva uccidere lei. Noah aveva detto semplicemente che era il figlio di un suo amico. Bugie, sempre bugie. Forse era giusto che gli altri membri della famiglia sapessero chi era il loro "ospite". Claire entrò in cucina. La madre e Lyle non erano ancora tornati. Dalla finestra vedeva suo padre insieme a Sylar percorrere il vialetto per entrare. Nonostante zoppicasse un pochino la sua andatura era disinvolta. Claire da dietro il vetro osservava quel ragazzo, con la camicia nera strappata su un braccio, dopo la scarica di Elle, i jeans invece li avevi cambiati perchè erano disastrati. Lo squadrava, forse per trovare qualcosa di sospetto per cui rimandarlo indietro, o forse per pura curiosità. Era alto quanto suo padre, e questo non la confortava. Lui si accorse di essere osservato e prima di entrare rivolse uno sguardo truce alla finestra della cucina, rivolgendo poi alla ragazza un sorriso, forse per prenderla in giro, forse per spaventarla più di quanto non lo era.


Quando Sandra era tornata aveva accolto l'ospite con un largo sorriso, facendogli vedere tutta la casa[cosa che gli altri 2 Bennet no si erano dati disturbo di fare]. Era contenta come una bambina quando aveva qualcuno di nuovo dentro casa, e perciò aveva ripulito da cima a fondo la camera degli ospiti. Sandra entrò in camera della figlia che stava seduta sul letto imbronciata.
-Claire tesoro che cos'hai?-
La ragazza scosse la testa mentre si fissava le mani.
-Claire, dovresti essere contenta! Hai visto quant'è carino quel ragazzo?- La signora Bennet fece l'occhilino alla figlia, che rispose con una smorfia. Che era carino l'aveva notato, avendolo avuto avuto davanti per un giorno intero. Ma la spaventava a morte. Claire fece un sorrisino a sua madre tanto per farla contenta.


Era l'ora di cena. Claire usciva dalla stanza e incrociò Sylar nel corridoio. Soffocò un urlo e fece un salto indietro, andando a sbattere al muro.
-Ti ci devi abituare.- disse lui, col solito ghigno stampato in faccia.
Claire alzò le spalle come risposta, rimanendo appoggiata al muro. Si era cambiato ancora. Stavolta aveva messo una maglietta blu a mezzemaniche.
-Puoi staccarti dal muro, non ti uccido.- continuò lui, sempre tenendo il sorriso, che dava tanto l'aria di "presa per il culo". Lei si avviò verso le scale a passo svelto. Corse in cucina, aiutando la madre a apparecchiare. -Tesoro vai a chiamare Gabriel così cena con noi?- chiese Sandra a un certo punto.
-Chi?- chiese Claire cercando di fare mente locale su chi fosse quel tizio che diceva la madre. Poi fece due più due, arrivando a capire chi fosse. -No vacci te.- disse infine.
Sandra stava per ribattere ma arrivò Noah. -Vado io.- disse lanciando un'occhiataccia alla figlia.


A cena la signora Bennet, parlava a macchinetta, Lyle, che era appena tornato dalla palestra, aveva già intrapreso un discorso con il loro ospite. Claire non mangiava e fissava con la coda dell'occhio Sylar. Ogni tanto lui ricambia lo sguardo facendola rabbrividire. Sembrava che si divertisse a metterle paura. Appena finito di mangiare salì subito in camera, ignorando il fratello che le urlava qualcosa, ma evitò di mettersi a litigare.


Claire si continuava a girare nel letto, guardando ogni tanto la sveglia. Si alzò, usci dalla camera e scese le scale, con l'intenzione di farsi una camomilla. Entrò in cucina e prese una tazza pulita poi si girò e soffocò un urlo e fece cadere la tazza, ma lui la prese al volo.
-Visto che riflessi?- disse Sylar facendole l'occhiolino.
-Che ci fai qui?- chiese Claire sottovoce. Lui la squadrò e lei arrossì quando si accorse di avere solo una maglietta rosa più grande di due taglie. Non sopportava i pantaloni per dormire, neanche d'inverno, ma in quel momento li desiderava come mai in vita sua.
-Non ho sonno.- disse lui ridendo, vedendo l'imbarazzo evidente della ragazza. -Te?-
-Lo stesso.- sussurrò la ragazza. Così al buio non riusciva a vederlo bene, e questo la preoccupava ancora di più.
-Stai tranquilla, ti ucciderò solo quando non sarò più costretto a collaborare con tuo padre.- disse Sylar, continuando a ridere. Sembrava che le avesse letto nel pensiero la cosa che la preoccupava.
-Allora sto tranquilla...- disse Claire con tono ironico.
-Mi fai una camomilla anche a me?- lo chiese come fosse la cosa più normale del mondo, e in effeti lo era, era la situazione che era alquanto strana e un filino inquietante.


Seduti al tavolo, con la luce accesa, aspettavano che la camomilla si freddasse. Lei più per abitudine che per paura di scottarsi. -Ti chiami davvero Gabriel o è se lo inventato mio padre per coprirti?- chiese a un tratto Claire, sorprendendosi di aver fatto una frase così lunga in sua presenza. Lui annuì sorpeso per quella domanda. Poi fece una smorfia pensando a quando Maya gli aveva detto che si chiamava come l'angelo. Al solo pensiero di come era dovuto cadere in basso per tornare a New york gli venne il voltastomaco. -Vado a dormire.- annunciò mettendosi in piedi e uscendo dalla cucina. Zoppicava ancora un po', ma Claire non poteva fare a meno di notare quanto era carino. Si mozzicò un dito, come per punirsi del pensiero. E come se non bastasse, c'era anche sua madre che le aveva messo la pulce nell'orecchio. Si alzò e rovesciò tutte e due le camomille nel lavandino. Tanto non aveva sonno e non c'era camomilla o sonnifero che tenesse.



Ciao!!! Grazie tantissimo a
Ino chan
Julie san

Ciao ciao al prossimo.
ps:vedrò di aggiornare anche l'altra al più presto..
  
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