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Autore: SusanTheGentle    15/07/2013    21 recensioni
Un amore improvviso, due cuori che si incontrano ma che non riescono mai a toccarsi davvero come vorrebbero...almeno fino all'ultimo giorno. Nessuno sa. Forse nessuno saprà mai. Solo Narnia, unica testimone di quell'unico attimo di felicità.
Caspian e Susan sono i protagonisti di questa nuova versione de "Il Viaggio del Veliero". Avventura, amore e amicizia si fondono nel meraviglioso mondo di Narnia...con un finale a sorpresa.
"Se vogliamo conoscere la verità, dobbiamo seguire la rotta senza esitazione, o non sapremo mai cos'è successo ai sette Lord e dove sono finite le Sette Spade"
Il compito affidatogli questa volta era diverso da qualsiasi altra avventura intrapresa prima. C'era un oceano davanti a loro, vasto, inesplorato; c'erano terre sconosciute alla Fine del Mondo; una maledizione di cui nessuno sapeva niente. Non era facile ammetterlo, ma era probabile che nessuno di loro sarebbe mai tornato. Stava a lui riportarli indietro.
Caspian si voltò a guardare Susan, la quale gli rimandò uno sguardo dolce e fiero, e all'improvviso capì che qualsiasi cosa fosse accaduta, finché c'era lei al suo fianco, avrebbe sempre trovato la forza per andare avanti"

STORIA IN REVISIONE
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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37. Verso il futuro

 

E finalmente vedo la luce
Ed è come se la nebbia si fosse diradata
E finalmente vedo la luce
Ed è come se il cielo fosse nuovo
Ed è caldo, reale e luminoso
Tutto il mondo improvvisamente è cambiato
Tutto in una volta, ogni cosa sembra diversa
Ora che vedo te



 
L’ansia saliva alle stelle man mano che le ore passavano.
La gioia mista al terrore provocava in loro ondate di adrenalina irrefrenabile.
Era il momento di tornare al giorno in cui si erano lasciati, riprendendo in mano le loro vite da quel punto. Una vita che avevano a malapena assaporato, un mondo che tutti e due avevano perso e volevano ritrovare.
Quasi non si parlarono per il resto del pomeriggio, tanto che Peter credette avessero litigato di nuovo forse a causa della discussione sull’Isola del Drago. Ma Susan lo rassicurò: non era niente di tutto questo.
“E’ solo che Caspian è molto impegnato e non lo voglio disturbare” mentì lei, ma in fin dei conti non era proprio una bugia, lui era davvero molto impegnato.
Sulla nave c’era sempre tanto da fare, da discutere, e tutti volevano sempre il parere del Re, come giusto che fosse. Anche se c’erano Peter e Edmund, l’ultima parola spettava a Caspian.
Il Liberatore fece di tutto per non litigare con il Re Supremo quel giorno, sperando così che potesse starsene tranquillo e non sospettare assolutamente nulla di ciò che stava per succedere.
La cosa migliore era far finta di nulla e comportarsi nel modo più naturale possibile. C’erano riusciti a metà, perché qualche sguardo sospettoso a qualcuno l’avevano strappato …
Contavano i minuti, Caspian e Susan, ancora senza sapere bene come avrebbero fatto, dove sarebbero andati, se sull’isola ci fossero stati pericoli o no.
La terraferma era ormai a un passo da loro e Drinian venne ad avvisare che, se Sua Maestà lo desiderava, si poteva organizzare una breve spedizione prima di cena. Caspian disse di gettare l’ancora, ma di attendere il giorno per iniziare qualsiasi tipo di esplorazione.
“Potremmo mandare Eustace e Ripicì, per primi” propose Peter, e inaspettatamente Caspian fu  pienamente d’accordo con lui.
Allora, fintantoché il sole non era ancora tramontato del tutto, il drago e il topo partirono per un sopralluogo dall’alto, riferendo poi che non sembrava esserci traccia di vita umana né di pericolo.
L’isola si rivelò un’isoletta, a dire il vero, percorribile in poche ore, e somigliava molto a Felimath, la più piccola delle Isole Solitarie. Era costituita da un’unica foresta, selvaggia, splendida, abitata solo da animali, o almeno così era parso ai due.
“Prudenza, Rip” disse Peter, come sempre molto scettico e attento a tutto.
“La superficie è piuttosto ridotta, Sire, credo proprio che non troveremo nulla qui”
La sera arrivò presto e il gran caldo del pomeriggio si attenuò, lasciando posto a una brezza leggera e piacevole che iniziò a soffiare da ovest.
Il Veliero dell’Alba era deserto, eccezion fatta per chi avrebbe fatto il turno di notte. In tutto quattro marinai, uno su ogni lato della nave: a nord, a sud, a est e a ovest.
“Scendi a mezzanotte” sussurrò Caspian all’orecchio di Susan, prima che lei sparisse sottocoperta dietro a Miriel. “Chiama Blu e raggiungi l’isola con lui. C’incontriamo al limitare del bosco”
“Sì…” mormorò lei, sentendo il cuore iniziare a batterle all’impazzata. “Non vedo l’ora!”
Lui le sorrise e lei si sentì sciogliere. “Anch’io non vedo l’ora”
“Dio mio, sta succedendo davvero…”pensò Susan, con un senso di eccitazione mista a paura. Ma non era affatto una brutta sensazione.
Stava per sposarsi. Con Caspian. Con il suo principe. Il suo Re.
“Ti prego tempo, passa in fretta…”si ritrovò ancora a pensare.
Per la prima volta, voleva che accelerasse, che la portasse immediatamente a quel momento tanto atteso.
Non sarebbe stata una cerimonia altamente riconosciuta, niente funzione completa, ma si sarebbe scambiata le promesse con lui davanti ad Aslan, invocando la sua benedizione. E in quanto Re, Caspian aveva il potere di rendere ufficiale la cosa solo con la sua presenza.
Dopo cena, l’agitazione e l’attesa divennero insoportabili.
Caspian non riusciva a star fermo un secondo, e mentre era in cabina di comando con Drinian, Peter e Edmund, continuava a distrarsi e gettare occhiate all’orologio sulla parete. Lo stesso faceva Susan, mentre rammendava le camice dei marinai assieme a Miriel, Lucy e Gael.
Le onde della baia s’infrangevano dolcemente sulla chiglia del Veliero dell’Alba, immobile nella sera tranquilla. I suoi passeggeri si ritirarono tutti introno alle undici.
Susan si alzò in punta di piedi dal letto, per non svegliare Miriel. La Driade si mosse appena ma continuò a dormire.
Si tolse la camicia da notte e s’infilò l’abito da sposa con mani tremanti. Non si era sciolta i capelli per andare a dormire, li aveva lasciati raccolti nel solito leggero nodo dietro la nuca legato dal fiore blu. Quello non doveva mancare mai. Se li sistemò appena, passandovi in fretta il pettine e restando per qualche attimo in piedi davanti allo specchio, mentre attendeva che le gambe smettessero di tremare. Infine, indossò un ampio mantello nero e vi si avvolse, scivolando piano fuori dalla camera.
Attraversò quasi volando i corridoi che la separavano dal boccaporto. Stette ben attenta che nessuno la vedesse, o i marinai avrebbero potuto chieder dove andava e insistere per accompagnarla.
Piano piano, slegò la scaletta di corda e scese giù, fin quasi a toccare l’acqua con i piedi.
“Blu…” sussurrò appena, e subito il grosso muso della balena azzurra emerse in superficie.
Susan si lasciò cadere gentilmente su di lui. Raggiunse in pochi secondi la riva e scese a terra, voltandosi subito a guardare il Veliero dell’Alba, contando i secondi che la separavano dal momento in cui Caspian sarebbe arrivato.
Si addentrò appena un poco nella vegetazione, rimanendo nascosta tra i primi alberi sottili.
I grilli cantavano, il fruscio delle foglie era lieve alla brezza. Voleva trovare dei fiori, così si allontanò un poco, incontrando presto un sentiero che saliva dolcemente verso nord. La foresta era fitta di cespugli, e gli alberi assumevano ricche sfumature di verde nell’alternanza di luce e ombra che filtrava tra le fronde. Nel cielo era apparsa una falce di luna.
Quando arrivò in cima alla collinetta, rimase senza fiato nell’ammirare il prato immenso nel quale crescevano le più belle rose che avesse mai visto. Rose blu.
Sembrava quasi che fossero lì appositamente per lei, perché le rose blu erano il simbolo dell’amore a Narnia.
Qua e là crescevano anche altri fiori bianchi, simili a quelli che lei aveva usato per fabbricare la ghirlanda di fiori che aveva regalato a Caspian, dalla quale lui aveva estratto quello che lei portava tutt’oggi tra i capelli.
“Queste non sono rose”aveva detto Susan quella volta.
“Ma sono blu”aveva ribattuto lui.
Già…lei non portava una rosa blu tra i capelli, ma poco importava, perché quello era il simbolo del sentimento che Caspian provava per lei. Un fiore che avrebbe dovuto appassire in pochi giorni, ma che lui aveva invece fatto in modo che durasse per sempre, come il loro amore.
Stavolta, però, sarebbero state davvero rose.
Vincendo l’emozione, si chinò e ne raccolse un bel po’, stando attenta a non pungersi, legandone insieme i gambi con steli d’erba e foglie in modo da formare un bel mazzo.
A un tratto sorrise tra sé, pensando che, dopotutto, una sposa non è una sposa senza un boquet...
 
Negli alloggi dell’equipaggio regnava il silenzio assoluto, solo Caspian rimaneva sveglio, aspettando che tutti si addormentassero.
Mezzanotte era passata.
Si alzò con cautela dalla sua branda e s’infilò il mantello, Rhasador al fianco, per ogni evenienza. Fece pochi passi quando una voce sussurrò alla sua sinistra.
“Dove vai?”
Caspian si bloccò all’istante e si voltò piano. A parlare era stato Edmund.
“Devo prendere un po’ d’aria, fa davvero caldo” rispose il più naturalmente possibile.
“Vai da Susan?” chiese ancora Ed, guardando attentamente l’amico. “Oh, non che abbia qualcosa in contrario, lo sai. Non sono Peter, io”
Caspian abbozzò un sorriso. “In effetti sì. Sto andando da lei”
Edmund annuì. “Però toglimi una curiosità: dove vai così ben vestito?” chiese ancora, notando che l’amico indossava stivali, pantaloni e camicia blu scuri, con fini ricami argentati. Un abbigliamento piuttosto inconsueto, molto più simile agli abiti che si portavano a corte che a quelli più comodi e informali che tutti loro avevano indossato per tutto il viaggio.
Caspian fissò Edmund per qualche secondo, esitante, riflettendo se fosse il caso di dire almeno in parte la verità.
“Senti, se rientriamo tardi…molto tardi, è un problema?”
“No, figurati.” rispose il Re Giusto, poi sorrise. “Non è che hai intenzione di scappare con mia sorella?”
Chiaramente scherzava, ma Caspian non poté fare a meno d’irrigidirsi un poco e farsi serio in volto.
Edmund lo guardò aggrottando le sopracciglia. “Guarda che io scherzavo”
“Ah…sì, certo, lo so. Ora devo andare, scusa. Buonanotte”. Caspian fece per voltarsi e uscire, ma di nuovo l’altro lo fermò.
“Dovresti farlo, sai? Intendo sposare Susan, portarla con te”
I due amici si fissarono.
“Allora? La sposi o no?”
Caspian fece un passò verso Edmund, mentre un’idea, forse assurda, gli passò per la mente.
“Ed…mi faresti un favore? Un enorme favore…”
 
Dal bosco si levavano i canti degli uccelli notturni e i richiami di piccoli animaletti.
Mentre ripercorreva la strada all’inverso, scendendo di nuovo verso la spiaggia, Susan sorrise: le sembrava di essere in una delle foreste di Narnia.
Arrivò al limite della boscaglia e vide una figura alta tra le ombre.
S’incontrarono a metà strada. Lei, radiosa, gli andò incontro con una piccola corsa che fece ondeggiare attorno al suo viso i lunghi capelli, il mantello aperto sul davanti, così che Caspian poté vedere lo splendido abito bianco nel quale era fasciata.
Il giovane rimase così estasiato dalla sua bellezza e dalla sua grazia che per un attimo i suoi pensieri si confusero, e gli occhi di lei brillarono in modo tale da offuscare ogni altra cosa introno a lui.
La distanza tra loro sembrò infinita, poi finalmente furono uno di fronte all’altro.
“Ciao” esalò la fanciulla, quasi senza fiato, e il sangue le salì alle guance osservando l’alta e virile figura del Re alla luce della falce di luna che brillava nel cielo, i capelli lucenti leggermente mossi dalla brezza notturna.
“Ciao” fece lui rispondendo al suo sorriso. “Sei un sogno…”
Susan gli sorrise a sua volta, raggiante, e subito le loro mani s’incontrarono per stringersi.
Lui notò con un certo stupore i fiori che stringeva nell’altra.
“E questi?”
“Vieni, ti mostro dove li ho presi”
Susan lo tirò verso di sé per indurlo a seguirla, ma Caspian non si mosse e tornò serio d’improvviso.
“Sue, ascolta…”
“Cosa c’è?” chiese subito lei, allarmata.
Poi, dall’immobile oscurità, un’altra figura apparve. Anch’egli indossava un mantello per nascondersi nelle ombre.
“Edmund!” esclamò Susan stupita. Le mancarono le parole per qualche secondo, tempo in cui fece vagare lo sguardo tra il fratello e il Re. “Che succede?”
“Succede che posso sposarvi io, Sue. Perché anch’io sono Re di Narnia, e dispongo dei mezzi e dei diritti per farlo. E poi, vi serve almeno un testimone”
“Gliel’ho chiesto io” disse Caspian a Susan, ancora un po’ stordita.
Edmund annuì. “Il Re di Narnia ha il potere conferitogli da Aslan di unire due persone in matrimonio. E comunque, su quest’isola non ci sono leggi, non è di nessuno. Volendo, non avreste bisogno nemmeno di me, però credo sia meglio che lo faccia io piuttosto che Caspian. Lo sposo non dovrebbe pronunciare i voti, molto poco romantico…”
“Oh, Edmund!” esclamò Susan, gettandogli le braccia al collo e baciandolo sulle guance, lasciandolo assolutamente allibito.
“M-ma, Sue…dai…n-non servono tutte queste smancerie”
La Regina si separò da lui e gli sorrise, vedendo sul volto del fratello un cipiglio imbarazzato, tipico di lui.
“Grazie! Grazie Edmund, io non so…non so cosa dire…”
“Non devi dire niente. Lo sai che farei qualsiasi cosa per veder felice te, Peter e Lucy” disse ancora il Giusto, rivolgendosi poi a Caspian. “Non so se sono la persona più adatta a celebrare il vostro matrimonio, ma sono felice che tu me l’abbia chiesto. Voi due meritate di essere felici più di chiunque altro, con tutto quello che avete passato…”
Susan lo abbracciò ancora e poi rimasero lì a fissarsi tutti e tre per qualche secondo.
“Non ho mai avuto nulla da ridire su voi due, ragazzi, lo sapete” aggiunse Ed, poi schiarendosi la voce. “Per cui…ehm, s-se vogliamo cominciare…”
La cerimonia si svolse in mezzo al prato di rose blu. Il cielo era una trapunta di stelle, la luna brillava proprio su di loro, illuminando magicamente le loro tre figure.
“So che volevi qualcosa di diverso” mormorò Caspian, mortificato “mi dispiace”.
Susan scosse il capo. “Non mi serve niente se ci sei tu”
Edmund stava davanti a loro. Il Liberatore e la Dolce si tenevano per mano, e lo fecero sempre, guardandosi negli occhi tutto il tempo.
Edmund prese un gran respiro e cominciò a parlare.
 “Tu che domini sopra ogni cosa, volgi i tuoi occhi su questo luogo e ascolta la mia voce. Poni su di noi la tua benedizione Aslan, qui, stanotte, dove un uomo e una donna stanno per donarsi l’uno all’altra, per sempre”
D’un tatto, i volatili notturni- gufi, civette e pipistrelli- mandarono un richiamo per svegliare i loro compagni diurni, e presto i rami degli alberi si riempirono dei più svariati colori. Dalla foresta spuntarono poi piccoli e grossi animali, richiamati anch’essi dal bubolare del gufo, e pian piano circondarono la radura. Ghiri, ricci, ermellini, topi e tassi, un paio di pigri orsi e linci, qualche cinghiale. Poi fu la volta di cervi, cerbiatti, lepri, scoiattoli, volpi; e ancora le talpe, che misero fuori le testoline dalla terra, un gruppetto di lontre uscì dal fiume, e persino le aspidi strisciarono sul terreno guardinghe e poi si misero in ascolto.
 “Io, Re Edmund il Giusto, Sovrano di Narnia, ho l’onore di unire voi, Caspian il Liberatore, e Susan la Dolce, nel sacro vincolo del matrimonio”.
Le mani di Susan e Caspian si strinsero ancor più le une nelle altre.
“Davanti ad Aslan, davanti a suo padre, il Grande Imperatore d’Oltremare, davanti a Narnia e alla Grande Magia, vi pongo sotto giuramento, Caspian, Figlio di Adamo, e Susan, Figlia di Eva.”
Edmund, si fermò un istante, perché la voce gli mancò per un momento a causa dell’emozione. Aveva sempre immaginato di vedere il matrimonio di Susan e Caspian da un’altra prospettiva, non certo dalla prima fila, e mai si sarebbe immaginato di sposarli lui. Ebbe paura di non stare facendo le cose per bene. Aveva assistito a qualche matrimonio durante l’Età d’Oro, celebrato al castello dai sacerdoti dell’Ordine del Leone, ed era preoccupato di non riuscire a ricordare qualche passaggio dei cerimoniali che si usavano a Narnia.
“Volete dire qualcosa, prima di scambiarvi le promesse?”
“Rischierei di ripetermi, credo” disse Caspian, cercando di esprimere al meglio quello che sentiva, “Ma stasera, di fronte ad Aslan e al mondo, voglio ancora una volta farti capire cosa significhi per me. Tu sei l’unica, Susan. Ti ho amata fin dal primo sitante, ti ho amata sempre, e ti avrei amato anche se non fossi mai tornata. Il tempo che abbiamo passato lontani non ha fatto altro che accrescere questo mio sentimento per te, a differenza di quel che altri hanno detto. Io voglio renderti felice. Qualunque cosa succederà, io ti resterò sempre accanato, e tu non dovrai mai più avere paura. Non ti farò mai più soffrire …o almeno ci proverò”
Lei sorrise ancora.
 “Ho fatto tanti errori, lo so, e se tu sei uno di questi errori, allora sei il più bello che io abbia mai commesso”
Susan si perse nel suo sguardo colmo d’amore, la sola cosa vera e reale in tutto ciò che stavano affrontando.
“Amore mio” iniziò lei, chiudendo per un attimo gli occhi, cercando di non essere vinta dall’emozione più forte che avesse mai provato. “Ho attraversato lo spazio e il tempo per stare con te, e anch’io voglio dire ad Aslan, stanotte, che lo ringrazio di avermi scelta per essere Regina, o non ti avrei mai incontrato. Tu mi hai mostrato chi sono in realtà quando io stessa non lo sapevo, e anche se non era il nostro destino essere qui, stanotte…bè, invece eccoci qui. Anch’io desidero renderti felice sopra ogni cosa e lo farò, farò di tutto perché tu lo sia. Io ti amo, Caspian. Ti amo come non avrei mai creduto di poter amare.”  
Ci fu un momento di silenzio.
“Ed?” sussurrò poi il Liberatore, guardando l’amico con la coda dell’occhio. “Dovresti…”
Edmund sbatté le palpebre un paio di volte.
“L’anello”
“Oh! Sì! Scu-scusate…”
Il Re e la Regina sorrisero e dovettero fare uno sforzo enorme per staccare gli occhi l’uno dall’altra, mentre Edmund porgeva loro l’anello reale che Susan gli aveva consegnato poco prima della cerimonia. In assenza di vere fedi nuziali, si sarebbero scambiati la promessa porgendoselo a vicenda.
Forse non era il matrimonio più perfetto del mondo, ma loro non avrebbero potuto desiderare niente di più bello.
Edmund fece loro un cenno del capo. “Pronti?”
Caspian prese un gran respiro, espirando poi a bocca aperta “Va bene…ci siamo” tentò di scherzare, per allentare l’agitazione, e Susan sorrise, felice e nervosa.
E infine, il momento più atteso, il più difficile da superare senza versare lacrime, e il più meraviglioso.
La voce di Edmund risuonò chiara nella notte, avvolgendo il prato immobile e salendo fino al cielo.
“Vuoi tu, Caspian, prendere Susan Katherine Pevensie come tua sposa, per avere cura di lei, proteggerla, esserle fedele sempre, onorarla, ma soprattutto amarla, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, per tutti i giorni della tua vita?”
“Lo voglio” rispose Caspian, prendendo dalla mano di Edmund l’anello reale e infilandolo all’anulare sinistro di Susan. “Con questo anello, io ti sposo. Io sono tuo, e tu sei mia, oggi e per sempre”
Caspian guardò la sua Susan e vide che stentava a trattenersi dal gettarsi tra le sue braccia. I suoi occhi celesti risplendevano, limpidi e luminosi come il cielo d’estate, e quasi ne fu abbagliato. Sul suo dolce viso scese una lacrima di gioia e un sorriso si aprì tra le sue labbra.
“Vuoi tu, Susan Katherine Pevensie, prendere Caspian come tuo sposo, per avere cura di lui, proteggerlo, essergli fedele sempre, onorarlo, ma soprattutto amarlo, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, per tutti i giorni della tua vita?”
“Lo voglio” rispose lei, sentendo un profondo senso di leggerezza nel cuore.
Poi, con dita tremanti d’emozione, prese l’anello reale e afferrò la mano sinistra di Caspian.
“Con questo anello, io ti sposo. Tu sei mio, e io sono tua, oggi e per sempre”
Gli occhi scuri di lui erano colmi di un’emozione profonda. Non cercava di trattenersi, e sorrideva, sempre. E lei capì che quello era il vero sorriso di Caspian. Un sorriso senza pensieri reconditi che ne oscuravano la bellezza, l’autenticità, la spontaneità, e che non aveva mai mostrato appieno nel passato.
“Guarda Narnia” riprese Edmund, gli occhi lucidi. “Vieni e osserva i tuoi Figli nel giorno dell’allegrezza del loro cuore. Non più due, ma uno, e così per sempre, fino all’eternità e oltre. Uniti da un vincolo più forte della vita, più forte della morte. E se qualcuno qui non ha una più che valida ragione perché quest’uomo e questa donna non debbano unirsi in matrimonio, che si pronunci ora, oppure taccia per sempre” Edmund si mosse un poco. “Non guardate me…”
Tutti e tre si scambiarono un nuovo sorriso.
Non un alito di vento, non un frullar d’ali o un ondeggiare d’erba, persino il tempo pareva fermo. Niente avrebbe potuto impedire ai due innamorati di coronare il loro sogno.
“Che nessuno osi dividere ciò che oggi Dio ha unito” disse Edmund, con un sorriso che si allargava finalmente sul suo viso rimasto serio e un po’ teso fino ad all’ora.
“Con la benedizione di Aslan, e con i poteri conferitimi, io vi dichiaro marito e moglie”
Nell’attimo in cui Edmund pronunciò l’ultima fase, Susan gettò le braccia al collo di Caspian.
“Puoi baciare la…bè, non c’è bisogno che ve lo dica” fece il Giusto alzando le spalle, perché i due sposi si stavano già baciando.
In quel momento, gli animali venuti ad assistere alla modesta cerimonia fecero sentire le loro voci felici.
Fu una vera sorpresa per i tre ragazzi, che non si erano avveduti dei loro spettatori fino a quel momento. Non erano animali parlanti di Narnia, ma c’era in loro qualcosa di diverso dagli altri animali muti, qualcosa che li rendeva speciali anche senza la parola. E davvero sembrava di essere in una delle foreste di Narnia, e forse per un attimo si poteva crederlo davvero, dimenticando di trovarsi invece su un’isola dell’Oceano Orientale, lontano mille miglia da casa.
Quindi, la Dolce strinse il fratello in un forte abbraccio pieno d’affetto e di gratitudine, e lo stesso fece il Liberatore.
Il ragazzo annuì e basta, deglutendo un paio di volte, poi abbracciandoli di nuovo entrambi. “Co…congratulazioni.”
“Grazie, Ed. Grazie davvero” disse Caspian per l’ennesima volta. Voleva aggiungere di più, ma non sapeva cosa dire.
“I migliori amici servono a questo”
“Edmund…” mormorò Susan, cercando parole che non potevano essere espresse al meglio se non in un solo modo. “Ti voglio bene, Edmund”
“Anch’io, Susy. E, a proposito, sei incantevole. Scusa se non te l’ho detto prima”
Lei ancora lo strinse forte e lo baciò di nuovo sulle guance. “Grazie”
“Trattala bene, ok?” aggiunse il Giusto, rivolto a Caspian. “Te l’affido”
“E’ in buone mani”
“Sì…questo lo so” sorrise Edmund, improvvisamente imbarazzato. “Bè, io…credo di dover andare. Vi lascio soli. E non preoccupatevi di niente, vi copro io con gli altri se chiedono qualcosa.” Ed fece qualche passo indietro. “Prendetevi tutto il tempo che volete. Insomma…buonanotte”
Edmund si allontanò e sparì presto alla loro vista, e il silenzio scese sulla foresta.
Anche gli animali se ne andarono piano piano. Ricci e gufi tornarono a caccia, i conigli rientrarono nelle loro tane, le colombe ai loro nidi rimettendo le teste sotto le ali, lo scoiattolo tornò sull’albero...e il leone si voltò e scomparve in una lieve scia di luce...
 
Un silenzio ancora più intenso s’impossessò della radura. Senza una parola, Caspian le si accostò maggiormente.
“Andiamo?” le sussurrò e lei annuì felice.
Si avvolsero nuovamente nei mantelli che avevano tolto per la cerimonia e poi s’incamminarono.
Caspian le porse la mano e lei l’afferrò saldamente, seguendolo, e il mondo dietro di lei svanì. Guardava solo avanti ora, Susan, dove c’era lui: il suo futuro.
Caspian sembrava sapere dove andare, Susan invece non aveva idea di dove avrebbero passato la notte.
Le lucciole avevano cominciato a volteggiare attorno a loro, accompagnandoli attraverso i prati e i sentieri.
Susan, la mano ben stretta in quella di Caspian, con l’altra ancora reggeva il suo bouquet di fiori ma riusciva anche a tenere un poco sollevata la lunga gonna bianca.
“Chiudi gli occhi quando te lo dico” fece Caspian, voltandosi appena.
“Dove mi stai portando?”
“Niente domande.”
“Va bene…”
Il Re di Narnia si arrestò all’improvviso e si voltò verso di lei. “Credo che questo punto non riuscirai ad attraversarlo con quell’abito. Ci sono troppi rami bassi, rischieresti di strapparlo”
“Oh, e allora come…”
“Non c’è problema” disse lui, sollevandola tra le braccia.
Si guardarono per qualche secondo, sorridenti. Susan si sentì piena di emozione: l’aveva presa in braccio per portarla nel luogo che aveva scelto per loro, proprio come quando una sposa attraversa la soglia di casa portata dallo sposo.
Qualche istante dopo, Caspian la rimise a terra. “Chiudi gli occhi, adesso”
Lei obbedì e lui la riprese per mano.
Si udiva scrosciare di acqua poco lontano, l’odore dei pini e delle rose.
Il Liberatore si chinò per sussurrarle all’orecchio. “Ora aprili”
Susan lo fece ed emise un’esclamazione di meraviglia quando le si rivelò ciò che l’isola donava loro. C’era un laghetto d’acqua azzurra e limpidissima che sorgeva in mezzo a una nuova radura, come uno specchio su cui si rifletteva la falce di luna nel cielo, e qualche stella. Le fronde dei salici piangenti ne lambivano dolcemente la superfice e coprendo d’ombra le sponde, mentre altissimi pini e pioppi facevano loro da tetto. Dalle rocce che circondavano la radura per un quarto, scendeva una piccola cascata. Su tutto, dominava il colore blu delle rose, tra le cui corolle giocavano le farfalle della notte e le lucciole, e l’argento del riflesso lunare sull’acqua.
Sembrava un luogo fatato, e forse lo era per uno o più motivi, reali ed emotivi.
“Il nostro nido, mia regina”
“E’ stupendo!” esclamò Susan, spinta dall’istinto e facendo un passo sull’erba. “Ma quando l’hai scoperto?”
Caspian sorrise furbo. “Sono sceso sull’isola molto prima di te apposta per trovare un posto per noi. Un posto nel mondo che sia solo nostro”. Il Re spostò lo sguardo verso il cielo, osservando le chiome degli alberi che a malapena facevano trasparire la volta celeste. “E soprattutto, cercavo un luogo nascosto. Niente stelle, stasera”
“Sono d’accordo” disse Susan, e lo guardò negli occhi mentre lui le posava le mani sulle spalle e le accarezzava piano.
“Volevo che tutto fosse perfetto, anche se forse non lo è” aggiunse il giovane con un mezzo sorriso.
“E’ più che perfetto” disse lei, mettendosi in punta di piedi per sfiorargli le labbra.
In pochi secondi, fu stretta a lui.
Caspian le posò una mano sulla schiena, avvertendo la leggerezza del suo abito e subito cercò la pelle di lei nel punto in cui non era coperta dalla seta. La sentì tremare al suo tocco leggero, che chiedeva non più di un bacio.
Susan percepì tutti i suoi muscoli sciogliersi, la tensione alleviarsi. Sentì le gentili dita di lui intrecciarsi nei suoi capelli e sfiorarle la nuca, poi risalire sul viso. Gli appoggiò le mani sul petto, stando attenta che le spine delle rose che stringeva in mano non lo pungessero.
Con delicatezza e lentezza, si allontanò poi da lui, facendo un passo indietro.
“Vieni” lo invitò con un sorriso, allontanandosi verso il lago.
Caspian la guardò interrogativo. “Bagno di mezzanotte?”
Lei sorrise. “Una cosa del genere”
La Dolce si tolse le scarpe e allungò un piede scalzo verso la superficie argentea e limpida. “E’ tiepida” mormorò tra sé. “Vieni, è bellissimo!” esclamò allegramente, entrando in acqua fino al ginocchio.
Si sfilarono gli abiti rimanendo solo con la biancheria leggera, e s’immersero in acqua. Susan era pienamente a suo agio, nel suo elemento, nuotava agile come una sirena.
Caspian la raggiunse ma lei si allontanò con una bracciata. Iniziò così a giocare con lei, a ridere, gioendo di quel momento in cui non erano un Re e una Regina, ma solo loro stessi. Spensierati, come se non avessero un problema al mondo.
“Prova a prendermi”
“Susan…” sorrise lui. “Non cominciare”
Lei fece finta di non capire. “A fare cosa?” domandò, spruzzandolo in viso.
“Questo!”
Lei rise allegramente e un secondo dopo sparì sott’acqua.
Caspian si voltò da una parte all’altra, ma non la vide. L’acqua del lago era limpidissima, ma le ombre della notte celavano le sue profondità.
“Susy?” la chiamò, quando iniziò a preoccuparsi.
Improvvisamente, si sentì trascinare sotto da un peso sulle spalle. Quasi subito ne fu libero e risalì in superficie con una gran boccata d’aria.
Sentì che le braccia di lei gli avvolgevano le spalle da dietro, la sua risata cristallina all’orecchio, il suo corpo morbido premuto contro la sua schiena.
“D’accordo, pesciolino, il primo round lo hai vinto tu” ansimò, scostandosi i capelli dal viso. “A trattenerne il fiato sei più brava di me, ma se ti sfidassi a una gara di velocità, vincerei io”
“Oh, non credo proprio” lo stuzzicò lei, appoggiando il mento alla sua spalla. “Essere basse di statura ogni tanto aiuta, sai? Sono più agile di te, signor spilungone”
Caspian gettò la testa all’indietro e rise, forte, voltandosi poi verso di lei e prendendola per i fianchi.
“Me la stai facendo pagare per l’altro giorno, vero?”
Susan, aggrappata a lui, storse le labbra e alzò gli occhi al cielo. “Mmm….può darsi. Così impari a dirmi che sono bassa”
“Ma è la verità, pesciolino”
Si allungò verso il suo viso e le rubò un bacio veloce a fior di labbra. Poi la guadò, e si fecero seri entrambi, già pensando all’imminente momento in cui si sarebbero abbandonati fino al mattino l’uno tra le bracca dell’altro.
“Che cosa c’è?” gli chiese lei, accarezzandogli i capelli bagnati.
Caspian si liberò appena del suo abbraccio per prenderle la mano e unirla alla sua, ammirando al riverbero argenteo della luna sull’acqua lo scintillio d’oro dell’anello reale. Lui voleva che fosse lei a portarlo.
“Usciamo” disse il Re, nuotando a fianco a lei fino alla riva.
Entrarono nel bosco e cominciarono a farsi strada in mezzo agli alberi, dove un’altra sorpresa attendeva la Regina.
Nel centro esatto di una macchia di salici, le cui cortine formavano come un baldacchino attorno a loro, Caspian accese il fuoco e stese a terra i loro mantelli.
“Anche questo è opera tua?” chiese Susan, indicando le centinaia di petali blu sparsi sul terreno.
“Esatto. Tu devi avere il meglio” le rispose, abbracciandola da dietro.
A lei e Caspian non sarebbe importato di dormire all’aperto, perché ce l’avevano fatta alla fine. Continuavano a ripeterselo e si sentivano sempre più felici.
Tutto andava al suo posto adesso, era come doveva essere; come avrebbe dovuto essere già da tanto tempo.
Caspian piegò la testa e sfiorò con le labbra la pelle di lei nell’incavo tra il collo e la spalla, passandole piano le dita sulle braccia e sulle spalle.
Il tocco della bocca e delle mani di lui le fece chiudere le palpebre.
Il ragazzo risalì piano la sua gola, mentre una mano si posava sul ventre di lei e lo accarezzava piano.
Susan spostò automaticamente la tesa di lato, appoggiandola poi alla spalla di Caspian, infilando una mano tra i suoi capelli.
Il tempo rimase sospeso mentre ciò che li circondava svaniva all’improvviso. La fanciulla ebbe quasi paura di respirare, nel momento in cui quella sensazione che la scaldava in tutto il corpo le scaldò la pelle, finché non si sentì bruciare. Se pensava di doversi rassegnare ad avere tutto questo, a vivere una vita senza di lui! No, mai! Mai più avrebbe dovuto temere. Mai più avrebbe dovuto pensarlo.
Si separò dolcemente da lui e si voltò per essergli di fronte.
Caspian reclamò la sua bocca, baciandola gentilmente, schiudendole le labbra mentre ne assaporava la dolcezza.
Susan gli mise le braccia attorno al collo e rimase così, mentre lui la baciava a fondo, e i sospiri di lei le morivano in gola, le labbra imprigionate tra quelle di lui. Labbra e mani che volevano di più. Molto di più.
Fu sull’orlo delle lacrime quando il Re si ritirò sfiorandole il viso con il proprio, per poi ricominciare a baciarla.
Lo sentì addolcire il bacio e aveva ancora gli occhi chiusi quando una lacrima scese solitaria sulla sua guancia.
Caspian le prese il viso tra le mani, e le baciò la fronte. Il sorriso di lui la sciolse, il cuore gonfio di felicità.
“Ti amo così tanto, Susan” sussurrò, posando la fronte contro quella di lei. “Così tanto…”
“Adesso sono davvero tua” mormorò la Regina, le guance infiammate. “Puoi fare di me ciò che vuoi”
Il giovane percorse il suo corpo delicatamente, abbassandole piano la sottoveste finché questa scivolò a terra.
L’aria si fece elettrica.
Susan smise di respirare mentre gli occhi neri di Caspian percorrevano il suo corpo, totalmente, così come le sue mani, grandi, calde e incredibilmente gentili.
Caspian le scostò piano i capelli ancora umidi dalle spalle bianche, per far si che non ci fosse nulla che gli impedisse di ammirare il corpo di lei, mentre i sensi lo tradivano e gli consumavano la ragione. La desiderava. La desiderava disperatamente.
Tremò quando Susan gli posò le mani sul torace nudo, respirando veloce quando lei vi posò le labbra.
Si sentivano davvero vivi solo quand’erano insieme. Lei era il suo unico e vero amore: l’anima gemella, l’altra metà. Viveva per il suo sorriso, per il suo tocco, per poterla amare con ogni parte di sé, con ogni fibra del suo essere. Non per il suo aspetto, non perché era una Regina. Era qualcosa di più profondo. Qualcosa che non si poteva esprimere a parole.
Era un legame di anime, di corpo e spirito, di mente e di cuore, fatto di parole dolci e litigi, di momenti lieti e sofferenze, di giorni interi passati a ridere e altri a combattere contro il mondo intero.
Era un amore unico, nato in un istante, maturato piano piano e scoperto all’improvviso. Puro come acqua, ma bruciante come fuoco.
Si comprendevano come nessuno li aveva mai compresi, e nessuno avrebbe potuto mai; solo guardandosi, solo con un gesto, sapevano cosa stava per dire o fare l’uno o l’altra. Due esseri che diventavano uno e si completavano, simili in tutto, differenti in ogni cosa. Erano la risposta vivente alla domanda che ogni uomo si fa almeno una volta nella vita: esiste il destino? Nessuno poteva saperlo, neanche loro. Ma se era sì, ebbene, avevano dimostrato che era possibile combatterlo, respingerlo, cambiarlo.
“Abbracciami” sussurrò Susan, quando Caspian la fece stendere sul tappeto di petali di rose. “Stringimi forte”
Le bastò un suo sguardo e si sentì scagliata tra le braccia dell’amore, e si donò a lui, anima e corpo.
Caspian la faceva sentire speciale, ma soprattutto la faceva sentire felice, completa.
Le fiammelle del fuoco disegnavano luci e ombre sul corpo di lui, agile e muscoloso, e lei lo ammirò lasciandosi sfuggire un nuovo sospiro.
Caspian si stese sopra di lei e le loro labbra s’incontrarono, frementi.
Calore, dolcezza, passione, spontaneità nei gesti, nessun imbarazzo, solo una grande, grandissima emozione di donarsi l’uno all’altra ora che erano legati da un vincolo indissolubile. Reciprocamente abbandonati al punto che non esisteva nient’altro se non loro, consumati da una magia tutta loro.
“Questa è la vera magia” mormorò lui, il cuore che batteva impazzito contro quello di lei. “Io e te”
Il giovane osservò l’emozione che attraversava il viso della sua sposa, mentre l’accarezzava.
Susan non poteva parlare, non ci riusciva. Gli occhi di Caspian non smisero mai di cercarla e di inondarla d’amore ogni volta che si posavano su di lei. Lui la cercava e la trovava.
Caspian ebbe un brivido quando Susan pronunciò il suo nome in un leggero sussurro, perdendosi in lei come mai prima, ricordando solo che l’amava, che la voleva, che era sua. La ragazza risalì la sua schiena con la punta delle dita, accarezzando poi con desiderio la pelle dell’uomo che amava.
La fanciulla lesse sul suo viso desiderio e grande tenerezza.
“Caspian... Amami, Caspian”
“Io ti amo”
Ogni volta, provavano sensazioni nuove, più forti, che si accrescevano ed esplodevano come un fuoco divampante che niente e nessuno sarebbe mai stato in grado di estinguere.
Una passione inscindibile, eterna, che non era possibile reprimere.
Rapita da tutte le sensazioni che lui sapeva provocare in lei, Susan chiuse gli occhi e affondò il viso nella sua spalla. Le braccia di Caspian la circondarono e la tennero più stretta, mentre una sensazione di vertigine sovrastò tutte le altre.
Lui aprì gli occhi, per il bisogno di vederla, e Susan scoppiò in lacrime.
Si strinsero l’uno all’altra, respirando veloce.
“Ehi…” sussurrò Caspian, accarezzandole i capelli, posando e labbra sulle sue per tranquillizzarla. “Cosa c’è?”
Le baciò le guance, il naso, la fronte, facendola scivolare su un fianco.
“Scusa…” mormorò lei, nascondendo il viso nel suo petto, mentre Caspian la copriva premurosamente con il mantello.
Allungata al suo fianco, Susan percepiva il copro forte e rassicurante di lui, mentre la stringeva a sé.
“Ssshhh…tranquilla, non piangere” sussurrò Caspian, cingendole con un braccio la vita, inarcando il corpo di lei contro il proprio, per sentirla più vicina.
Lei affondò il viso tra il collo e la spalla di lui, vinta da un’emozione indescrivibile. “Non so perché sto piangendo…”
“Se piangi dovrò baciarti” le disse ancora, sorridendo tra i suoi capelli, posando le labbra su di essi.
Anche lei sorrise appena, tirando un gran sospiro e già calmandosi al tocco di lui, passando la mano tra i peli del suo petto.
“Il tuo cuore batte forte…fortissimo”
“Per te, amore mio. Solo per te” disse lui, prendendole la mano e intrecciando le piccole dita delicate alle sue. “Sei la mia vita, Susan. Tutto quello che abbia mai desiderato”
Una nuova lacrima scivolò dagli occhi celesti della Regina finendo sulla sua tempia.
“Ti amo, Caspian. Ti amo davvero. Per tutto il tempo che sono stata lontana da te, è stato come viaggiare a lungo senza mai arrivare da nessuna parte. Ma adesso sono a casa”
Le lucciole danzavano attorno a loro, il silenzio li avvolgeva, eccetto il lieve suono della cascata in lontananza. Si trovavano in un altro mondo, ovattato, in cui esistevano solo loro due.
Le tenebre tiepide li avvolgevano come un sogno, e li cullarono dentro l’universo in cui furono di nuovo trascinati mentre facevano l’amore, più e più volte quella notte. La notte del loro matrimonio.
Parlarono, si coccolarono con baci, abbracci, carezze, confidenze di esperienze passate che ancora non conoscevano, e progetti per il futuro. Poi tornarono nel silenzio rotto solo dai loro respiri, dal suono dei loro baci, dimentichi di ogni cosa, del tempo che passava, che tra poche ore avrebbero dovuto tornare ad affrontare la vita reale; dimentichi di avere dei doveri verso un popolo intero, come se dovessero rimanere lì per sempre.
Diventare una cosa sola, dimenticare chi erano, eccetto che erano insieme e la consapevolezza dell’estasi, dell’abbandono, della sensazione di essere vivi, di avere un posto nel mondo.
Accanto a lui.
Accanto a lei.
“Per sempre” mormorò Caspian, perdendosi in lei.
“Più a lungo di per sempre” sussurrò Susan, prima di incontrare le sue labbra.
Era un angolo di paradiso, in quel caos che era il mondo.

 
 
 
 
 
 
Potrei anche saltare il mio spazietto, oggi, visto che il capitolo dice tutto da sé…ma non posso lasciarvi così e non ringraziarvi di essere arrivati insieme a me a questo tanto sospirato evento!!!
Vi giuro che è da poco dopo che Caspian le ha fatto la proposta che sto cercando le parole, le atmosfere adatte per le loro nozze, e spero di essere riuscita a farvi emozionare, sognare e sospirare, come la sottoscritta mentre descriveva i nostri adorati Caspian e Susan finalmente sposi!! Mi sono lancaiata anche con le descrizioni d'amore, per l'occasione! XD
Io, personalmente, sono soddisfattissima di questo capitolo…anche se (ecco l’autocritica che scatta) ogni tanto mi sembra di far dire loro sempre le stesse cose……paranoie da scrittrice in erba, sorry guys ;P
Dite la verità, Edmund nei panni del sacerdote (per così dire) non ve lo aspettavate, vero? Penso che Ed sia il più adatto: è il miglior amico di Caspian, in primis, e poi non ha mai avuto da ridire sulla coppia, a parte le sue comiche uscite ogni tanto, ma non erano vere e proprie opposizioni al loro amore.
C’erano perfino gli ospiti!!! XD E tra loro ce n’era uno particolarmente illustre…
Per i voti matrimoniali ho preso quelli veri e poi li ho mischiati con alcune frasi che ho inventato io, creando così il rito nuziale di Narnia.

 Veniamo ora ai ringraziamenti:
 
Per le preferite:

ActuallyNPH, Alice_wonderland94,  Andreamatilde2000,  Anne_Potter,  ArianneT, Babylady, Ballerinasullepunte,  catherineheatcliff, Cecimolli,  Charlotte Atherton,  elena22, english_dancer, EstherS, Fly_My world,  FrancyNike93,  GossipGirl88,  HikariMoon,  Imagine15, Jordan Jordan, KaMiChAmA_EllY_,
 KingPetertheMagnificent, LittleWitch_, loveaurora, Lules, lullabi2000, Martinny, piumetta, ScarlettEltanin, Serena VdW, shoppingismylife, susan the queen, TheWomanInRed, Tsuki_Chan94,
virginiaaa

Per le ricordate:
ActuallyNPH, Angie_V,  Cecimolli, Colette_Writer, dalmata91, LilyEverdeen25, postnubilaphoebus, e susan the queen
 
Per le seguite:

Allegory86, Andreamatilde2000, ArianneT, Arya512, Ballerinasullepunte, Betely, catherineheatcliff, Cecimolli, Chanel483, cleme_b, ElenaDamon18, FedeMalik97, Fellik92, FioreDiMeruna, Fly_My world,
FrancyNike93,  GossipGirl88, irongirl, IwillN3v3rbEam3moRy, JLullaby, Jordan Jordan, Judee, LenShiro,  Lucinda Grey, lullabi2000, Mari_BubblyGirls, Miss H_, piccolaBiby, piumetta,  Poska, Red_Dragonfly,  Revan93, Riveer, Serena VdW,Smurff_LT , susan the queen,  SweetSmile
e Yukiiiiii
 
Per le recensioni dello scorso capitolo:

Andreamatilde2000, Babylady, catherineheatcliff, ElenaDamon18, EstherS , FioreDiMeruna, Fly_My world, FrancyNike93,  GossipGirl88, Lena Morgenstern, lullabi2000, Martinny, Serena VdW, TheWomanInRed,virginiaaa
 
Mamma mia siete diventati tantissimi!!!!!!!! Nello scorso capitolo ho anche ricevuto molte recensioni da nuovi lettori che mi hanno riempito di complimenti!!!!!! Oh, tahnk u!!!!!
 

Angolino delle anticipazioni:
Lasceremo i nostri Suspian a godersi la loro notte di nozze e ci concentreremo invece su un’altra coppia che ha preso molto piede: la Lumeth!!! Non so dirvi se vi dedicherò tutto il capitolo, però se così non fosse, direi quasi!!! Riusciranno stavolta a baciarsi e dichiararsi? Bho???????? XD Voi siate ottimisti!!!


 
And now….ecco il video promesso!!!! Che ripercorre la storia di Caspian e Susan fino ad arrivare al loro lieto fine!!! Spero vi piaccia, anche se ci sono immagini in cui non sono davvero loro…

 
Un bacio e un abbraccio, grazie del vostro affetto e del vostro entusiasmo!!!
Vi voglio bene,
Susan<3
   
 
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