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Autore: martinazerozero    15/07/2013    1 recensioni
La siringa spingeva il liquido nelle sue vene. Il suo braccio era diventato grigio. Eccolo, stava arrivando il flash. Ora stava meglio. La droga non lo abbandonava come facevano le persone.Stava come volando, era come un orgasmo che attraversa tutto il corpo. Respira Kurt, è facile. Ora stai meglio, starai meglio. I pensieri diventano leggeri, il corpo si rilassa ... le ore sembrano minuti e i minuti sembrano secondi. Per un po Kurt non penserai a lei, tutta sola e indifesa. Non pensare a lei K, ti fai solo del male. Quando l'effetto finirà il tormento ricomincerà. La fregatura della droga è che l'effetto finisce e ti ritrovi in un tunnel da cui non riuscirai a uscire. Doveva trovarla.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Polly sentiva un rumore provenire dall'esterno. Aprii gli occhi. Era tutto sfocato. I suoni le rimbombavano nella testa. Dove si trovava? Aveva la bocca secca. Si alzò. La stanza dove si trovava era buia, c'era solo una lampadina in fondo alla stanza che funzionava a scatti. In lontananza cominciò a sentire un suono ripetitivo. Era musica. Era perfetta, era perfetta la sua melodia. Doveva essere a casa di Kurt o in un sotterraneo.Il pavimento era bagnato. Si diresse verso la porta della camera. Quando la aprii cigolò. Kurt si voltò appena sentì il rumore. I suoi capelli bagnati gli arrivavano alle spalle. Una ciocca gli cadeva su i suoi bei occhi blu. La porta conduceva ad un salotto abbastanza spoglio. Fuori non era notte, era soltanto molto buio. Le nuvole nascondevano sempre il sole.Nevicava moltissimo. - Come stai?- le chiese Kurt facendo cenno di sedersi. Lei si mise seduta - Sto bene...- -Non si direbbe. Hai due occhiaie scurissime- Lei rimase impassibile e ad un tratto chiese : -Cosa suonavi?- -Non so ancora... be.. diciamo che è solo una bozza della canzone finale. Quando sarà finita te le farò sentire!- lei gli sorrise e sussurrò :-grazie...- -Sai Polly.... hai un nome buffo!- Si misero a ridere - Mia madre aveva un pappagallino che si chiamava così...probabilmente era strafatta quando scelse il mio nome-. Risero di nuovo. - Vuoi che ti accompagni a casa? Dovresti mangiare, ma io non ho un cazzo!- -Non ci ritornerò mai in quella casa.- - Ti va di raccontarmi il motivo ?- -Magari dopo, andiamo a cercare qualcosa da mangiare!- Kurt annuì. Entrarono in un supermercato. Lei fece finta di stare male, mentre Kurt metteva il tonno e i fagioli in scatola sotto l'enorme giaccone invernale. Quando fu finita la falsa, Kurt e Polly rientrarono a casa passando per il viale alberato pieno di ghiaccio. La cittadina era deserta. Sembrava di stare in un film sull'apocalisse. Entrammo in casa. -Non ci sono i tuoi?- chiese Polly. -Mia madre e mia sorella... saranno fuori città per un po- Lei non gli chiese del padre. Si vedeva dai suoi occhi che parlando della sua famiglia si era incupito. Lei non era come lui. Era simile, ma non era come lui. Lei nascondeva i suoi sentimenti dietro una maschera spessa di indifferenza, lui soffriva e, nonostante tentasse di nasconderlo non ci riusciva. Per Polly lui era un'anima pura e sofferente. La casa era gelata. Accesero il fuoco del camino e ci si misero davanti. kurt andò in cucina e prese una bottiglia di vodka. Aprirono le scatolette e le mangiarono. Polly aveva moltissima fame, ma non essendo abituata a mangiare molto vomitò quasi tutto. Aveva le lacrime agli occhi. La gola le bruciava come non mai. Prese la vodka e ne bevve un sorso.Kurt la si avvicinò. Ora lei sentiva caldo. Una bella sensazione, mai provata. Lui l'abbracciò. Nessuno l'aveva mai abbracciata, nemmeno sua madre. Era quello, quella sensazione. Era la prima volta che non doveva proteggersi da sola, era la prima volta che poteva abbassare la guardia.Le braccia di kurt erano ossee. Lei si girò per guardarlo in faccia. Le piaceva osservare i suoi occhi, perchè mutavano in ogni momento. - Cosa ti è successo Polly?-. Non sapeva come rispondere. Cosa poteva dire? Non si era mai aperta con nessuno. Forse doveva dirlo a qualcuno o il segreto l'avrebbe distrutta dall'interno facendola diventare una specie di Zombie. Lei si girò di scatto, non voleva più guardare il suo viso. -Cosa dovrei dirti, Kurt? Tutto quello che mi è successo è stata colpa mia. La mia stessa madre mi odia. Dice che seduco il suo uomo. Io non faccio niente, ma rovino tutto comunque. Sono io il problema. Sono io. io. io. io. io. Non mi sono difesa da lui. Sono debole-. Iniziò a tremare e lui la teneva ancora più stretta. - Non è colpa tua... cosa ti ha fatto Polly? che ti ha fatto?
  
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