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Autore: Dangerina15    15/07/2013    2 recensioni
1759. Alyssa Cortès è la discendente del pirata Cortès e la prima donna capitano dei Caraibi. Il Commodoro Joe Jonas ha una sola ossessione: quella di catturare Alyssa. Tra cannoni, navi pirata, mappe del tesoro e un qualcosa da scovare, i due " eterni nemici" avranno delle incredibili sorprese, magari da un punto di vista sentimentale...spero vi piaccia :) PS: se vi va potete lasciare qualche recensione ;)
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7


POV ALYSSA

 

Aprì gli occhi debolmente. Non ricordavo nulla, nella mia testa c'era solo una grande confusione. Non riuscivo bene a focalizzare il luogo in cui mi trovavo né a percepire cosa c'era attorno a me. Strizzai bene gli occhi; mi sentivo stanca e non capivo perchè. D'un tratto riuscì a guardarmi meglio intorno e allora ricordai tutto: Joe, Nicholas, i suoi uomini, la tenaglia alla caviglia e poi il buio. Attorno a me c'erano delle sbarre d'acciaio; mi trovavo nella cella della stiva, dove il giorno si muore per l'asfissia da caldo torrido e la notte per il freddo che entra fin dentro le ossa. In quell'istante doveva essere circa l'ora di punta, dato il sudore che mi colava dalla fronte e il respiro che mi veniva a mancare. Tentai di alzarmi da terra, ma ricaddi su me stessa. Nel mio viso si disegnò una smorfia di dolore; mi toccai la caviglia ancora insanguinata dalla sera prima. Solo allora mi accorsi di avere i polsi attaccati a delle catene. Ero praticamente senza difese, non avrei potuto fare niente in quelle condizioni.
<< Va bene...>> pensai tra me e me sospirando. << Alyssa, mantieni la tua lucidità. In qualche modo essere a bordo di questa nave può portare i suoi vantaggi.>>. Dovevo trovare il modo di uscire da lì, prendere la mappa e andarmene. Ormai ero nel ballo e dovevo ballare, non potevo lasciare tutto per mettermi in salvo. Risollevandomi a fatica, tenendo la caviglia non poggiata a terra, cominciai a tirare forte le due catene; forse avrei potuto staccarle dal tratto di legno a cui erano attaccate. Dovetti fermarmi più volte per la stanchezza.
<< Sapevo che avresti tentato di liberarti. E' incredibile, non ho mai conosciuto in vita mia una donna più testarda e intraprendente di te, Cortès.>> . Nick arrivò a braccia conserte scendendo lentamente le scale che conducevano alla stiva. Mi distrasse da ciò che stavo facendo e lo guardai arrivare proprio di fronte a me. Solo delle sbarre ci dividevano, delle sbarre che per me significavano salvezza, almeno fino a quel momento. Nick appoggiò la schiena e un piede alla parete di legno, continuando a ridacchiare divertito. Non ci trovavo proprio niente da ridere in quello che stava succedendo.
<< Cosa vuoi da me, Nicholas?>> gli domandai glaciale, prendendo coraggio.
<< Cosa voglio da te?>> ripetè lui sorpreso. << Tesoro, hai cercato di derubarmi e non posso fartela passare liscia.>> mi rispose con un tono da chi ovviamente sapeva la risposta.
Rimasi gelata. La paura cominciò a crescere dentro di me ma riuscì a coprirlo con un tono spavaldo.
<< Non sono io che ho fatto un torto a voi . Siete voi l'insolente meschino che avete avuto il barbaro coraggio di sparare ad un uomo, vostro fratello, senza avere il minimo rimorso di aver compiuto un azione da vigliacco, quale siete.>> gli risposi tutto d'un fiato, infuriata. L'avevo fatta grossa questa volta ma ero disposta a sopportare di tutto purchè lui sapesse la verità su come la pensassi nei suoi riguardi. Nicholas rimase pietrificato dalle mie parole, forse per stupore o forse per ira. Pochi attimi dopo, aprì la porta della mia cella, si avvicinò a me, prendendomi il viso e stringendolo forte, costringendomi a socchiudere gli occhi.
<< Guardami in faccia, Cortès.>> mi disse lui furibondo e fui costretta ad aprire gli occhi. << Non osare mai più dirmi una frase del genere. Con te ci sono andato leggero perchè sono un gentiluomo ma non ripeterò la grazia una seconda volta.>> continuò guardandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo mi intimidiva, mi procurava ansia come nessuno aveva fatto prima di allora. Poi improvvisamente mi baciò. Cercai di liberarmi dalla sua morsa, mi dimenai a lungo ma fui costretta ad assecondare il suo bacio, specialmente quando, con la sua spada, cominciò a punzecchiarmi la caviglia attanagliata. Era una tortura insopportabile, dovevo trovare un piano di fuga e alla svelta. Quando il bacio terminò, mi accarezzò la guancia ma io mi voltai dall'altra parte.
<< Sei veramente una bella donna, Alyssa. Chissà, magari stasera potremmo cenare insieme.>> mi disse lui sorridendo. Lo guardai con aria di sfida.
<< Preferisco morire piuttosto che passare del tempo con un codardo come te.>>
<< Lo vedremo, mia cara, lo vedremo...>> mi rispose lui uscendo dalla mia cella. Ordinò ai suoi uomini di non portarmi più cibo e acqua. Quando rimasi sola, mi inginocchiai esausta, mi toccai la caviglia che mi procurava un dolore allucinante. Ero terrorizzata; quella era veramente la nave degli orrori. Ormai dovevo aspettarmi di tutto, veramente di tutto. Speravo solo che Joe e gli altri stessero bene; ero preoccupata per loro. Chissà come aveva reagito Joe a questa situazione.
 
 
POV JOE
 
<< Tutto chiaro, ci sono domande?>> domandai alla ciurma.
<< E' un'idea brillante, Commodoro. Ma siete sicuro di farcela?>> mi chiese Cotton. Lo guardai con aria severa.
<< Si, Cotton. Noi dobbiamo farcela. Dobbiamo salvare Alyssa, non posso lasciarla ancora nelle mani di quel mostro. Non posso immaginare che cosa le stia facendo in questo momento. Dobbiamo tirarla fuori da li e per farlo questo è l'unico piano che possiamo mettere in atto.>> risposi sicuro delle mie idee. Ero talmente preoccupato per Alyssa che non avevo esitato un attimo nel gettarmi all'inseguimento di mio fratello. Avevo elaborato un piano a prova di bomba: sarei entrato nella nave assieme a Cotton e altri due uomini; io sarei andato a cercare Alyssa mentre Cotton e gli altri mi avrebbero coperto, in caso di pericolo. Poi avremmo istallato nel luogo dove avrei liberato Alyssa una bomba che ci avrebbe permesso di fuggire. Nel frattempo la Gold Treasure avrebbe caricato i cannoni, pronti a sfondare e distruggere la nave avversaria. Tutto era studiato nei minimi dettagli e questa volta non avremmo fallito. Sciolsi l'assemblea con la ciurma, che cominciò a darsi da fare per mettere in atto il mio piano, mentre io mi allontanai dagli altri. Mi sedetti sulla torre di vedetta ad osservare l'orizzonte e le onde infrangersi l'una contro l'altra. Cotton, vedendo la mia espressione preoccupata, mi seguì e si sedette di fianco a me.
<< Sono sicuro che se la caverà. Conosco Alyssa da quando era una ragazzina e so che carattere possiede. E' forte, saprà giocare bene le sue carte.>> mi incoraggiò Cotton, mettendomi una mano sulla spalla. Continuai a guardare il mare.
<< Lo so, ho imparato anch'io a conoscerla ma non è questo quello che mi preoccupa. Hai sentito quelle urla quando Nick le ha attanagliato la caviglia, no? Io...mi sono sentito morire, immobile, incapace di poterle dare un'aiuto, un soccorso. La vedevo con quegli occhi pieni di dolore e lacrime, avrei voluto farmi uccidere piuttosto che vederla in quelle condizioni. E sapendo chi è mio fratello, mi tormenta l'idea che possa davvero farle del male. Potrebbe arrivare ad ucciderla, se volesse.>> risposi tutto d'un fiato, in preda alla paura più profonda.
<< Ma non lo farà, stanne certo. Alyssa è una donna intraprendente.>>
<< Lo so...ed è proprio questo che mi preoccupa...>> risposi. Poi tra noi piombò il silenzio più glaciale. Pensavo a lei; al suo viso, ai suoi occhi, ai suoi baci, ai suoi abbracci. Mi resi conto soltanto in quel momento di quanto lei fosse importante per me. Avrei preferito morire piuttosto che vederla soffrire. Lei era la cosa più bella che mi potesse capitare. Lei, quel pirata a cui davo la caccia, lei, la sola donna capace di rubarmi il cuore come solo una vera delinquente sa fare.
 
 
POV ALYSSA
 
Rimasi tutto il giorno in quella cella. Ero esausta, senza forze, debole. Non avevo toccato cibo nè acqua e avevo passato tutto il tempo a mia disposizione a cercare un modo per liberarmi da quelle catene, ma inutilmente. Quando percepì il freddo entrarmi nelle ossa, capì che doveva essere calata la sera. Tremavo più di una foglia ma dentro di me rimase un barlume di coraggio che mi aiutò a non rassegnarmi all'idea di quella prigionia infernale. D'un tratto due uomini della ciurma vennero ad aprire la cella e, legandomi i polsi, mi condussero a forza nella cabina di Nicholas. Quando entrai, il profumo di cibo si istallò dentro di me: c'era una tavola imbandita delle pietanze più varie, con una serie di vini della compagnia delle Indie. Rimasi a guardare incredula la tavola. Fui liberata ai polsi.
<< Lasciatela.>> disse Nick e i suoi uomini mi fecero cadere di peso. Mi rialzai a fatica, tenendomi alla parete.
<< Cortès, benvenuta a cena. Prego, accomodati. Serviti liberamente.>> mi disse lui con tono galante. Avrei voluto gettarmi sul cibo ma stentai ad avvicinarmi; quel tono così confidenziale mi incuteva terrore.
<< Non ho avvelenato niente, Cortès.>> riprese Nick ironicamente. Allora, lentamente, mi avvicinai al tavolo, mi sedetti e addentai un pezzo di pane. Avrei preferito evitare ma la fame era l'unico pensiero che mi tormentava. Effettivamente non c'era niente di avvelenato o cose del genere. Cominciai a mangiare ma tenni uno sguardo attento verso di lui; cercavo la mappa e un modo per fuggire da li.
<< L'ho nascosta meglio dell'ultima volta. Pensi che sia davvero così facile prendermi in giro? Si vede che ancora non mi conosci bene, mia cara.>> continuò Nick cominciando a passeggiare per la cabina. Smisi di mangiare e lo guardai fisso.
<< Perchè fate questo gioco con me, Nicholas?>> presi a dire alzandomi dalla sedia e allontanandomi. Lui continuò a sorridere.
<< Siete la ragazza di mio fratello, giusto?>> riprese lui. Impallidii. Come faceva a saperlo?
Non risposi.
<< Mia cara, voi siete l'esca per attirare mio fratello in trappola. Io voglio vederlo morto, deve pagare per tutto quello che mi ha fatto.>> continuò serio. Non potevo sentire quei discorsi; Joe era visto da Nick come un carnefice meschino che lo aveva tradito da sempre. << E sappiate che lo ucciderò e lo farò proprio di fronte a voi.>> disse e si avvicinò a me.
<< No!!>> gli urlai ma i due uomini che mi avevano portata li mi ripresero per le braccia, impedendomi di attaccare Nicholas.
<< Si, tesoro, quella sarà la vendetta più dolce.>> continuò accarezzandomi la guancia. Spostai il viso da lui e tentai di liberarmi.
<< Siete spregievole! Lasciatemi andare...>> continuavo a ripetere all'impazzata.
<< Ferisce più la spada, Cortès. Ripotatela in cella e stavolta legatela bene, in modo che non possa muoversi. E' astuta la ragazza, più di quanto immaginiamo.>>
Fui riportata in cella e legata peggio di prima. Notai però che le chiavi della mia libertà erano appese a pochi metri da me ma in quelle condizioni non avevo vie di fuga. Questa volta neanche il mio ingegno avrebbe potuto aiutarmi.
 
 
POV JOE
 
Navigammo tutta la notte e il giorno seguente, all'inseguimento della nave di Nicholas. Tutto era pronto, aspettavamo solo il momento in cui avremmo avvistato il galeone spagnolo. Lo trovammo la notte del secondo giorno, a poca distanza da noi. Ordinai di nascondere la nave, in modo da non avere intoppi nel piano, poi mi feci calare con una barca giù in mare e ,insieme a Cotton e altri tre uomini, cominciammo a mettere in atto il nostro piano di salvataggio. Arrivati alla fiancata, trovai il rampino che Alyssa aveva usato precedentemente
<< Commodoro, faccia attenzione.>> mi disse Cotton premurosamente. Sorrisi.
<< Lo farò, Cotton e la porterò in salvo.>> risposi e cominciai a scalare la fiancata. Entrai furtivamente sottocoperta, cercando di evitare tutti i membri della ciurma che girovagavano in preda ai fumi dell'alcool. Controllai se Nick si trovava nei paraggi e poi cominciai a sussurrare il nome della mia amata.
Nessuna risposta.
Scesi ancora più giù, avvicinandomi alla stiva. Continuai a chiamarla, sperando in una sua risposta.
 
POV ALYSSA
 
Ero così esausta che preferì accettare la sorte che mi toccava, fin quando non avvertì una voce. Una voce a me molto familiare. Poi la riconobbi: era quella di Joe. Il mio cuore si animò di felicità e cominciai a chiamarlo.
<< Joe, Joe, sono qui.>> continuavo a ripetere, sperando di riuscire a guidarlo fin dove mi trovavo.
 
POV JOE
 
Ad un tratto la sua voce. Mi aveva ascoltato. Ero riuscita a trovarla, ora dovevo solo seguire le sue parole. Percorsi ancora delle scale finchè non mi trovai di fronte la cella dove c'era lei, attaccata alle catene, con una caviglia sporca di sangue, con un viso segnato dalla debolezza.
 
POV ALYSSA
 
Era arrivato, il Commodoro Jonas mi aveva trovata. Lo guardai con gli occhi pieni di speranza, di gioia e di felicità nel vederlo.
<< Joe...>> sussurrai con la voce rotta dall'emozione. Lui mi guardò incredulo, poi si buttò sulle sbarre di acciaio.
<< Alyssa, piccola mia, cosa ti ha fatto? Sei ferita?>> mi domandò immediatamente preoccupato. Mi avvicinai alle sbarre con difficoltà ma riuscì ad arrivare abbastanza vicino per poterlo sentire a poca distanza da me.
<< No, sto bene, sta tranquillo. Come sono felice di vederti...>> risposi debolmente.
<< Alyssa...>> continuò lui accarezzandomi la guancia. Chiusi gli occhi dolcemente. Poi sentì il suo profumo farsi più intenso. Stava cercando le mie labbra. Cercando di avvicinarmi a lui, riuscì a baciarlo.
 
POV JOE
 
Solo le sbarre ci dividevano. Quel bacio fu per entrambi un momento di allontanamento dalla realtà. La mia fonte di vita era lei e adesso era giunto il momento di portarla via da quell'inferno.
<< Devo tirarti fuori di qui.>> dissi cercando di scassinare la porta della cella.
<< E' tutto inutile, ho provato a liberarmi ma non ci sono riuscita. Ascolta, Joe, le chiavi sono appese li di fronte. Astuto com'è, Nick le ha lasciate alla portata di tutti.>> rispose indicandomi dov'erano le chiavi. Le presi al volo e aprì la porta della cella, cors dentro e andai a liberarla dalle catene. Non appena fu libera, mi cadde tra le braccia. La presi al volo e la aiutai a rialzarsi. Mi abbracciò forte e mi baciò di nuovo. Non riuscivamo a staccarci, era un bacio carico di paure ma anche voglia di amarci e stringerci di nuovo l'uno nelle braccia dell'altro.
<< Andiamo.>> dissi prendendola in braccio ma lei mi fermò.
<< Aspetta, Joe, devi riprendere la mappa.>>
<< Non mi importa, dobbiamo uscire da qui.>> risposi agitato.
<< A me importa, invece. Ascolta, va nella cabina di Nick, so che l'ha nascosta li ma non so dove. Io cercherò di tenerlo impegnato il tempo necessario.>>
<< No, Alyssa, questa volta non te lo permetto Guardati, sei distrutta..>> risposi trascinandola ma lei mi fermò di nuovo.
<< Ascoltami, maledizione. Lascia perdere le mie condizioni e fa come ti dico. Io lo sfiderò a duello e combatterò con lui il tempo che ti serve per recuperare la mappa.>>
<< Ho detto che non ti lascio morire per mano sua. Ti ucciderà, non sei in grado di affrontare un duello.>>
<< Guardami negli occhi Joe e, ti prego, ascoltami. Fidati di me.>> riprese lei. Non potevo più contraddirla, ormai era decisa.
<< Va bene, ma non farti uccidere, ti prego.>> ripresi ironicamente per smorzare la tensione.
<< Sempre questo tono ironico, Commodoro.>> mi disse lei e , sorridendo, la baciai intensamente e la lasciai andare. Così corsi nella cabina di Nick per cercare la mappa e istallare la bomba.
 
POV ALYSSA
 
Recuperai la mia spada e, con le chiavi della cella in mano, andai da Nick, che si trovava sul ponte di prua. Quando mi vide arrivare zoppicando mi guardò incredulo e così anche i membri della sua ciurma.
<< Come hai fatto a liberarti?>> mi disse alzandosi in piedi. Mostrai le chiavi e poi sfoderai la spada.
<< So io come ho fatto. Nicholas, ne ho abbastanza di te, sfidami a duello e diamo fine a questa storia.>> dissi con tutto il coraggio che avevo. Lui rise di gusto.
<< Vuoi proprio farti uccidere, non è così, Cortès? Bene, se proprio ci tieni, non ti risparmierò perchè sei una donna.>> mi rispose lui e tirò fuori la spada. Il duello cominciò dasubito infuocato. Le nostre spade danzavano freneticamente. Era un ottimo combattente e avrei dovuto tenere gli occhi aperti per non lasciarmi sopraffare.
 
POV JOE
 
Istallai la bomba nella cabina di Nick e, prima di accendere la miccia, cominciai a cercare la mappa.
Era impossibile trovarla in mezzo a tutta quella confusione ma dovevo fare in fretta. La vita di Alyssa era nelle mie mani.
 
POV ALYSSA
 
Nel combattimento, a causa della mia caviglia, fui ferita subito a un braccio.
<< E' solo l'inizio, Cortès.>> disse Nick e riprendendo la battaglia, cominciò ad avere la meglio su di me.
 
POV JOE
 
<< Dov'è, maledizione?>> pensavo tra me. Ero agitatissimo, sentivo le spade in continuo movimento.
 
POV ALYSSA
 
Un'altra ferita alla gamba, una al fianco e una sulla guancia. Non sapevo quanto avrei potuto resistere ancora.
 
POV JOE
 
Finalmente la trovai, seppellita tra altre scartoffie. La presi al volo e accesi la miccia della bomba.
<< Via dalla nave, via dalla nave.>> pensai e andai a recuperare Alyssa.
 
POV ALYSSA
 
Ero a terra, incapace di muovermi. Nick sorrise e mi puntò la sua spada sul collo.
<< Addio, Cortès.>> disse e mentre mi sferrò il colpo finale, la spada di Joe si inserì in mezzo, parando il suo colpo. Nick lo guardò sorpreso.
<< Cosa ci fai qui?>> disse.
<< Salvo la mia Alyssa, non vedi?>> rispose Joe ironicamente. Nel frattempo la Gold Treasure si era avvicinata e aveva cominciato a bombardare la nave. Cotton era salito sul ponte, portando la barca al nostro livello per permetterci di salire a bordo. Joe combattè con suo fratello, riuscì ad atterrarlo, poi mi prese in braccio e Cotton puntò contro Nick la pistola per evitare che potesse attaccarci o la sua ciurma intervenire. Saliti sulla barca, Cotton saltò a bordo e velocemente ci ritrovammo in mare. Il tempo che Nick diede ordine di sparare contro di noi, la bomba esplose, distruggendo parte della nave e ciò lasciò a noi il tempo di rientrare a bordo e fuggire il più lontano possibile da li.
Sentì Nick gridare contro di noi, ma non riuscì a percepire le parole.
<< Ti devo la vita, Joe.>> sussurrai al mio Commodoro con un filo di voce.
 
POV JOE
 
Aveva subito innumerevoli ferite, fortunatamente non gravi. La tenevo stretta in braccio a me. Guardandola, le sorrisi e la portai sul suo letto, lasciando che Gary la curasse.
<< Ottimo lavoro, Commodoro.>> mi disse lei con un filo di voce.
<< Ai suoi ordini, Capitano.>> le risposi sorridendo. Lei chiuse gli occhi felice. Ero riuscita a salvarla dall'incubo.
 
POV ALYSSA
 
Mi aveva salvata. Gli dovevo la vita. Adesso ci attendeva solo un obiettivo: scoprire cosa celava quella mappa per cui avevamo versato il nostro sangue.
NOTA DELL'AUTRICE:
CIAOOO SPLENDORII, VOLEVO FARMI PERDONARE PER L'ASSENZA DI QUESTI GIORNI MA IMPEGNI VARI MI HANNO IMPEDITO DI SCRIVERE IL NUOVO CAPITOLO MA ADESSO HO CERCATO DI FARMI PERDONARE SCRIVENDONE UNO CHE SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO. GRAZIE SEMPRE DI SEGUIRE LE MIE STORIE E SOPRATTUTTO SEMPRE PER LE BELLISSIME RECENSIONI DI ELEONORA_JB_STELLINA E MIRY AMO LE FF. SIETE MITICHE, VI ADORO <3 UN BACIO GRANDE
VOSTRA
DANGERINA15
  
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