Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: LalezionedellaWoolf    15/07/2013    3 recensioni
C'era solo una ragazza con la quale, si era promesso, non avrebbe mai avuto niente a che fare.
Amalia Sperelli era completamente sbagliata per i suoi canoni. Non che fosse brutta, non lo era affatto, ma aveva quella voce, o forse era il suo modo di parlare, di impostare le frasi, che rovinava ogni pensiero gradevole che sorgeva nella mente di Andrea quando la vedeva.
Impostare le frasi, pensò, era proprio una di quelle cose che avrebbe detto lei.
Lei, che era tutta impostata.
Genere: Commedia, Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





 

Mi scuso per l'enorme ritardo con cui aggiorno, spero che mi perdoniate (problemi di connessione) e che continuiate a seguire la mia storia. Ah, suggerimenti e critiche sempre ben accetti! 

 
 
 
 
 
 
 
 

 

E non lo vuoi sapere?”

No, non mi va proprio.”

Verrò anch'io, comunque”

E perché?”

Perché sono invitato, ecco perché.”

Anche la tua famiglia?”

Certo”

Amalia richiuse la cerniera dell'astuccio con studiata lentezza. Incerta, aveva lasciato fuori la penna blu, accanto agli esercizi di francese di Teo, tanto per avere una scusa per riaprire l'astuccio. Sì, poteva guadagnarci altri dieci minuti.

Credi che noterebbero la mia assenza?” mormorò, salvando la penna che, con un movimento brusco di Teodoro, aveva preso a rotolare minacciosamente verso il bordo del tavolo.

Direi di sì” Teo alzò un sopracciglio.

Lei piegò il capo. “E credi che si accorgerebbero della mia presenza?”

Magari no”

Lo spero proprio.”

Oh, Andrea di sicuro se ne accorgerebbe”

La vide arrossire di colpo, e, analizzando mentalmente ogni parola uscitagli di bocca, allarmato, si affrettò a riparare al danno, borbottando che “ci tiene proprio, sai, che tu ci vada”.

Non gli piacciono i drammi familiari – continuò svelto – e tua sorella si metterebbe a piangere e strillare di sicuro, se non ci andassi”

Amalia aggrottò le sopracciglia.

Ah, e questo lo dice lui, non io!” Teodoro si guardò intorno spaesato, prese a fissare il quadro alle spalle di lei, come a sperare che il vecchio barbuto che vi era ritratto, almeno lui, avesse creduto a quella scusa penosa.

Ovviamente, Teo non era affatto tagliato per missioni di quel calibro.

Dire bugie. Ma chi glielo faceva fare? Un inutile spreco di tempo ed immaginazione. Un inutile spreco di energie, un continuo farsi venire le palpitazioni, per risultare credibile, per inventare una stupidissima, verosimile storiella. Già, verosimile. Come se davvero ad Andrea non piacessero i drammi familiari, pensò. Come se davvero Amalia non sapesse che Andrea dedicava la propria vita ad assistere, recitare, generare, se gli riusciva, sventure e catastrofi di ogni portata: dall'appendere le mutande imbarazzanti di suo padre nel cortile, allo svelare al matrimonio del cugino Simone - nei suoi peggiori momenti chiamato semplicemente il ciccione - la triste abitudine del sopracitato di fare il guardone, e registrare con una telecamera il frutto dei suoi sforzi per arrampicarsi sulla piccola quercia di fronte casa, dalla quale poteva spiare la Signora Larisa.

L'unica cosa che gli farebbe piacere è vedermi in difficoltà in mezzo a quella stupida gente.” Avrebbe voluto dire umiliata; vederla umiliata in mezzo a quella stupida, elegantissima gente. Questo avrebbe voluto dire. Ma perché avrebbe dovuto farlo? Teo l'aveva già guardata con compassione quella volta in cui Georgina Dreesen aveva avuto la bella idea di farle lo sgambetto nel cortile, con la pioggia e le pozzanghere, e lei era caduta rovinando nel fango tra le risate generali. Giusto il giorno prima.

Io non ci voglio andare” disse infine, sospirando.

Andrea non farebbe mai nient-”

Oh, ma fammi il piacere”

 

 

 

Andrea, invece, avrebbe fatto volentieri qualcosa, si disse Teo, osservando con apprensione l'amico. Seguì il suo sguardo verso le prime file, lo sguardo particolarmente intelligente dei ragazzi in fase di appagamento. E con la stessa espressione vacua e tonta, Andrea accennò un mezzo sorriso, appoggiando il mento sul palmo della mano. Appoggiando troppo il mento sul palmo della mano. Il gomito scivolò dal banco richiamando l'attenzione di alcuni compagni.

Lindon sei disgustoso” borbottò Pino Barzetti, indicando i pantaloni di Andrea. Quest'ultimo sentì il volto scaldarsi, e “Detto da uno che si chiama Pino” ribatté brusco.

Non avendo a portata di mano la possibilità per nascondere o risolvere quella situazione imbarazzante, Andrea avvicinò maggiormente la sedia al banco, nella convinzione che, nella mezz'ora che rimaneva di Storia dell'Arte, tutto ciò che doveva appiattirsi, si sarebbe appiattito naturalmente.

Poggiò di nuovo il mento sul palmo della mano. No, toglilo, e lo tolse. Si appoggiò allo schienale della sedia, senza la minima intenzione di ascoltare i discorsi del vecchio Professor Palumbo. Lo osservò: grassoccio, basso, sudaticcio. Una risatina da femmina e un fazzoletto sudicio e giallo con il quale si asciugava la fronte bagnata di sudore. Ogni 8 secondi esatti. Come un tic. Andrea era pronto a giurare che quello fosse lo stesso fazzoletto di quattro anni prima, quando si erano visti per la prima volta. Avrebbero dovuto fare una colletta e regalargli tanti fazzoletti nuovi. Povero Professor Palumbo. Gli stessi pantaloni color senape macchiati di gesso. E la bottega aperta, notò con orrore. Questo avrebbe appiattito la situazione. Ma distolse lo sguardo, e tornò ad osservare le prime file.

, avrebbe anche potuto farlo. Magari dopo un paio di bicchierini. Lo avrebbe fatto. Magari dopo una dozzina di bicchierini. Magari sarebbe solo tornato indietro. No, non farci caso. Non sarebbe stato difficile come sembrava. Sorrise, lei no. Lei era confusa. Le sue mani le stringevano la vita, poi le spalle, poi di nuovo la vita. Avanzò di qualche passo solo per imprigionarla contro il muro, solo per toccare quelle gambe con le sue. Così. E così. Si stupì di trovarla che sorrideva, e si avvicinava di più solo per sussurragli che era un cretino. Per soffocare una risata contro il suo collo, mentre lui le pizzicava le cosce. Si sarebbero baciati. Forse era già successo, non se lo ricordava. Ma stava succedendo, in quel momento, e in quello dopo, ora, e ora, e ora. Così. E così. Il suo naso gli fece il solletico. Adorava quel naso. Avrebbe voluto staccarglielo per metterselo in tasca, e portarselo in giro tutto il giorno. Infondo non le serviva un naso. E nemmeno una bocca. I loro denti cozzarono. Trovò le sue spalle scoperte, e le braccia, e il collo, e tutto quanto. I loro denti cozzarono mentre lei lo liberava della camicia, mormorando languidamente parole impronunciabili a voce alta, e lui dovette mordersi la lingua per non risponderle la stessa sciocchezza. Sentì le sue gambe intorno alla vita, e si chiese se fosse il caso di toglierle quel poco che le rimaneva addosso. Dibatté e discusse il fascino di quella spallina che le ricadeva sulla spalle. Cavolate. Cavolate che rischiavano di fargli perdere l'immagine. Uno schiocco di dita.

Dovresti uscire di qui prima che diventi evidente a tutta la classe” Il campo visivo di Andrea fu invaso dal volto preoccupato di Teodoro. Si voltò, lo stesso stupido Pino e qualche altro idiota lo stavano indicando senza pudore.

Fatevi gli affaracci vostri” sbottò, coprendosi i pantaloni con la giacca.

Come fosse finito in quelle condizioni, Andrea non lo sapeva. Ma stava davvero diventando un problema, soprattutto perché da quella scenata a colazione, Amalia lo evitava come la peste. Pareva anche dimenticare magistralmente di allacciare la camicetta fino all'ultimo bottone, e pareva decidere di chinarsi a raccogliere gli oggetti altrui proprio quando lui era nei paraggi. Cioè sempre. Sì, perché non poteva fare a meno di seguirla.

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: LalezionedellaWoolf