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Autore: Judith Loe    16/07/2013    5 recensioni
Espirando pesantemente, guardò verso il basso, cogliendo l’occhio del suo sensei puntato proprio verso di lei, osservandola da sopra le pagine di quel suo stupidissimo libro. In un istante si ricordò di essere appesa al ramo a testa in giù con le gambe a penzoloni. Veloce fece risalire le braccia al bordo della gonna così da potersi coprire le gambe, comunque sufficientemente nascoste dai pantaloncini neri. Arrossendo come un pomodoro, distolse lo sguardo e borbottando un ”Questa è una scemenza…” ritornò all'esercizio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno, Team 7, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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NOTE:
Aloah! Fa caldo, gli esami sembrano non dover finire mai, prima che io possa andare finalmente al mare devono trascorrere ancora ventotto implacabili giorni, e su Efp ci sono decisamente toppe poche KAKASAKU! L’insieme di queste cose mi ha mandato in pappa il cervello (@_@)e di conseguenza mi ha fatto decidere di postare quest’affare (non meglio definibile) XD Quindi, reduce dall’ultima mia One-Shot che mi ha devastato in modo alquanto destabilizzante (piango ancora T.T), mi butto su una coppia che lovvo incondizionatamente *-* Voglio dire, di Sakura alla fine mi piacciono solo gli occhi ed il colore dei capelli, ma di Kakashi-sensei… :Q______ e ci siamo capiti XD Non so cosa sarà - Shot? Una raccolta? Long? Una schifezza? (è probabile .-.) BOH! -  ma sarà senza dubbio lemon e coccolosa!
  Solo qualche avvertimento:  Sasuke non se n’è mai andato dal villaggio, ad Itachi non sono mai saltati in mente strani istinti omicidi, gli Uchiha, di conseguenza, vivono e prosperano allegri e vivaci (?) nel villaggio e Ero-sennin continua ad importunare tutte le avvenenti pulzelle che incrocia per la sua strada ;)
  Come al solito buona lettura e fatemi sapere che ne pensateee!
 
 
 
 
L’ALLENAMENTO
 
I.
 
  A lei sembrava solo un’enorme perdita di tempo. Insomma, non le pareva proprio il caso di rendersi ridicoli a quel modo. Si voltò un secondo a sbirciare i suoi compagni di team. Naruto non sembrava rendersi conto di quanto sembrasse un idiota nel tentare di sorreggersi a qual modo al ramo dell’albero, reggendosi con un solo braccio, e anzi, sembrava trovarci gusto, aggiungendo all’esercizio già di per sé umiliante, anche qualche spinta di fianchi così da potersi dondolare. Sakura pensò che assomigliasse proprio ad una scimmia. Scuotendo la testa sbirciò anche Sasuke, che senza la ben che minima espressione in faccia a tradire i suoi pensieri, se ne stava accovacciato come un gatto, eseguendo zelante e con precisione il compito assegnatogli. 
  Espirando pesantemente, guardò verso il basso, cogliendo l’occhio del suo sensei puntato proprio verso di lei, osservandola da sopra le pagine di quel suo stupidissimo libro. In un istante si ricordò di essere appesa al ramo a testa in giù  con le gambe a penzoloni.  Veloce fece risalire le braccia al bordo della gonna così da potersi coprire le gambe, comunque sufficientemente nascoste dai pantaloncini neri. Arrossendo come un pomodoro, distolse lo sguardo e borbottando un ”Questa è una scemenza…” ritornò all’esercizio.
 
  Era sicura che Kakashi-sensei si stesse in qualche modo vendicando per il casino che avevano combinato nell’ultima missione e che quello stupido compito fosse in realtà una sorta di punizione.
  Dannazione! Punizione che lei certamente non meritava! Era stata tutta colpa di quel baka di Naruto che come al solito aveva deciso di fare di testa sua ignorando completamente gli ordini ricevuti e che si era lanciato a capofitto sugli avversari. E naturalmente Sasuke, per non sembrare da meno, lo aveva seguito all’istante. Avevano fatto un tale casino, alberi sradicati, crateri nel terreno, un fiume era strabordato, per Kami!,  erano arrivati a litigarsi i nemici, che bellamente, tranquilli e beati se l’erano svignata con il rotolo che era stato trafugato dal palazzo dell’Hokage. Una delle loro prime missioni di livello A completamente rovinata da quelle due teste calde. L’unica sua colpa era quella di essere stata inserita nel Team 7.     
  Grugnendo si tirò a sedere sul ramo di scatto, infastidita dall’avere i capelli tutti arruffati e pieni di foglie secche e rametti spezzati.
 
 
  “Sakura stai eseguendo l’esercizio o ti stai acconciando per una cerimonia?” la richiamò il suo sensei. Era sul punto di rispondere per le rime, quando Naruto si mise a strillare. Tutti e tre saltarono giù dall’albero raggiungendo Kakashi.
 
  “Ho finito! Ho finito!” iniziò a cantilenare il biondo voltandosi  verso Sasuke e facendogli una linguaccia. Quello arricciò il naso infastidito.
 
  “Impossibile testa quadra, senza dubbio avrai sbagliato qualcosa o non avrai…”
Kakashi intervenne impedendogli di terminare la frase, prima che i due si mettessero le mani addosso.
 
  “Calmatevi. Allora Naruto qual è la tua risposta?” chiese il jonin fissando serio il suo alunno. Quello fece un sorrisone ed indicò l’albero alle sue spalle.
 
  “Centonovantatre” disse orgoglioso. Sakura non poté impedirsi di ridere. Beccandosi un’occhiataccia da Naruto.
 
  “…Oppure non hai capito la consegna dell’esercizio, per l’appunto” aveva terminato Sasuke con quel suo fare saccente. Kakashi-sensei dopo essersi ripreso dalla sparata, scosse la testa iniziando a credere che forse il ragazzino fosse veramente un po’ lento di comprendonio e che l’Uchiha nella sua arroganza forse non aveva tutti i torti.
 
  “Risposta sbagliata”.
 
  “Ovviamente!” ridacchiò Sakura.
 
   “Ma come è possibile che abbia sbagliato?” si chiese il bambino infervorandosi “Sono sicuro che fosse la risposta giusta!” continuò guardando Kakashi con insistenza.
 
  “Naruto” lo richiamò Sakura iniziando a perdere a pazienza “Come diavolo è possibile che su quell ’albero ci siano solo centonovantatre formiche?” chiese esasperata. Ebbene sì, era quello il compito che Kakashi-sensei gli aveva affidato. Contare quante formiche abitassero l’arbusto. In uno dei campi d’addestramento. Il numero 2. Il più affollato naturalmente.
 
  “Altre teorie?” domandò l’uomo osservando gli allievi.
 
  “No” risposero in un coro mogio.
 
  “Beh, tornate al vostro esercizio allora” fece il jonin tornando a sedersi a terra ed infilando nuovamente la faccia nel suo romanzo.
  La ragazzina si voltò verso il maestro.
 
  “Ma sensei è un compito impossibile!” si lagnò. “Come si possono contare degli insetti su un albero?” chiese esasperata conscia dell’assurdità della richiesta. “E’ una cosa talmente idiota…”. Si lamentò incrociando le braccia al petto.  Kakashi sollevò lo sguardo dalle pagine, un sopracciglio inarcato.
 
  “Quindi rinunciate?” chiese.
Sakura era già pronta ad annuire vigorosamente.
 
  “Certo che no!” esclamò quell’esaltato di Naruto. Dannazione a lui
Poteva avvertire la Sakura interiore inferocirsi.
  “Bene” asserì il maestro riabbassando lo sguardo. Ma Sakura non aveva intenzione di perdere altre tre ore a penzoloni su quell ’albero a guardare degli stupidissimi insetti.
 
  “Io mi rifiuto di eseguire un esercizio tanto inutile!” fece ad alta voce. “Che insegnamento dovrei trarre da una cosa tanto stupida?!” chiese risentita.
 
  “Naturalmente c’è un insegnamento, cara Sakura-chan” si permise di rimproverarla Naruto. “Giusto sensei?” chiese con i suoi occhioni da cucciolo. L’uomo annuì solenne.
 
  “E visto che ancora non lo avete colto da soli, può solo significare che dovete esercitarvi di più” indicò nuovamente l’albero. Naruto e Sasuke risaltarono tra i rami.
 
  “Ma…ma…” balbettò Sakura senza sapere esattamente come ribattere.
 
  “Forza Sakura.” La ragazzina non si mosse “ Non vorrai disubbidirmi vero?” chiese Kakashi assottigliando l’unico occhio scoperto e facendosi vicino. Sakura lo fissò truce ma poi eseguì il comando. Fu certa di vedere un sorrisetto furbo disegnarsi sotto la maschera del suo sensei.
 
*
 
  Non ce la faceva più. Era allo stremo, non avrebbe resistito un secondo di più. Si diede un pizzicotto ripetendosi che se l’avessero beccata non si sarebbero risparmiati commenti di ogni sorta e questo non lo sopportava. Oh no, ecco che ne arrivava un altro! Strinse i denti, serrando le labbra. Si pizzicò nuovamente un fianco, con più forza, ma neppure quello sembrò impedire alle sue palpebre di farsi pesanti. Alla fine sbadigliò. 
  Mancava poco, si ripeté nuovamente.
Ma non era vero, non mancava poco.  Mancava più di un’ora e mezza. Kami se era stanca! Un altro sbadiglio. Provò a stirare le gambe e le braccia, sgranchendosi. Doveva solo resistere ancora un po’ poi ci sarebbe stato il cambio. Buttò un occhiata oltre al fuoco sperando di trovare qualcuno sveglio. Magari Naruto. Sarebbe stato fin troppo facile convincerlo a sostituirla in anticipo. Si sporse alzandosi un poco dal tronco su cui era seduta per controllare. Era girato di spalle. Fece un passo avanti attenta a non calpestare il sacco a pelo di Sasuke, se lo avesse svegliato per sbaglio sarebbe stato il finimondo.
 
  Tsz!
 
  Se lo sarebbe meritato di essere svegliato, e nel peggiore dei modi! Magari con una bella secchiata di acqua gelata… da vero gentiluomo qual era al momento della decisione dei turni per la guardia se n’era uscito dicendo che a lui sarebbe toccato quello delle sei. Di mattina naturalmente, poi aveva tirato fuori il sacco a pelo e pregandoli di non far rumore si era messo a dormire. Povero cucciolo! “Ho usato per troppo tempo lo Sharingan” questa era stata la sua scusa. Una delle più gettonate negli ultimi sette anni tra l’altro. Così avrebbe avuto tutta la nottata per riposarsi dopo due giorni di cammino praticamente ininterrotto.
  Era esausta, alla fine lo erano tutti, ma…dannazione! Lei era pur sempre la ragazza nel team! E per quanto si fosse sempre battuta per farsi valere, per far sì che anche gli altri tre la considerassero pienamente come loro pari e non come una ragazzina sprovveduta e bisognosa del loro aiuto per qualsiasi cosa, ora della parità dei sessi tra shinobi non le importava proprio niente. Anni di battaglie per farsi valere potevano essere tranquillamente buttati alle ortiche per qualche ora di sonno.
  Dopo la missione di livello S completata con successo, non voleva altro che tornarsene a casa e dormire per una settimana dopo un mese di ricerche e combattimenti sfiancanti.
  A degli imbecilli di un paesino sconosciuto al mondo intero - e Sakura sospettava persino agli stessi abitanti - sperduto tra le montagne della Terra, doveva essere esplosa la merda in testa perché dal nulla avevano deciso di tentare di rubare un inutile documento dal palazzo dell’Hokage. Una cartella relativa alla Terza Grande Guerra in cui venivano conteggiati i feriti di Konoha dopo una battaglia contro la Roccia. Cosa gli potesse interessare in quelli che erano solo referti clinici da campo proprio non lo capiva.
 
  Così dopo che Sasuke se n’era partito per il mondo dei sogni a lei, Naruto e Kakashi era toccato giocarsi a carta, sasso e forbice gli altri turni. Come se fosse una cosa corretta. Quell’imbroglione del sensei aveva attivato a tradimento lo Sharingan e si era così aggiudicato il primo turno, mentre a lei era toccato quello delle due. Maledicendo mentalmente l’Uchiha che riposava beato lo sorpassò facendo molta più attenzione di quanto avrebbe voluto, dopotutto non voleva che si arrabbiasse con lei, già si parlavano poco…e si ritrovò sopra a Naruto che se la dormiva alla grande ronfando pesantemente.
Beh, lui non se lo meritava, era sempre così accondiscendente e carino con lei, ma stava proprio morendo dal sonno e se avesse atteso un istante di più sarebbe crollata lì come un sasso. Vergognandosi con se stessa, prese ad abbassarsi pronta a scuotere il ragazzo quel tanto che sarebbe bastato a farlo svegliare per poi saltare veloce dall’altra parte del falò fingendosi innocente.
  Con una mano già sulla sua spalla, sospirò convincendosi che in fondo a Naruto non avrebbe dato troppo fastidio essere svegliato dalla sua voce, magari avrebbe creduto di star sognando e di sicuro se anche l’avesse beccata, con lei non se la sarebbe mai presa, e…
 
  “Che stai facendo?” si ricosse all’istante ritirando la mano e alzando di scatto lo sguardo. Guardò gli altri due sacchi a pelo e rimase sconvolta nel trovarne solo uno, quello con dentro l’Uchiha. Era così stanca che prima non se n’era neanche accorta. Kakashi la fissava seduto tranquillamente sul troco fino dove a pochi minuti prima se ne stava rannicchiata a fare la guardia, con in mano uno dei suoi Icha Icha. Il suo occhio scoperto la fissava curioso, un sopracciglio inarcato. Solo in quell’istante si accorse di avere la bocca a pochi centimetri dalla faccia del biondo. Si alzò di scatto arrossendo fino alla punta dei capelli rosa. Lo sguardo dell’uomo si fece insinuante mentre si poteva chiaramente intravedere un sorrisetto che si allargava da sotto la maschera.
 
  “Non-non è come sembra” si affrettò a spiegare facendo qualche passo indietro per mettere un po’ di distanza tra lei e il ragazzo addormentato. Si portò le mani alla bocca sperando di non aver fatto troppo rumore. Sasuke aveva grugnito qualcosa e si era voltato, mentre Naruto aveva solo russato più forte allargando le braccia di colpo. “Non stavo facendo proprio niente…io…” iniziò abbassando lo sguardo e torturandosi le mani.
 
  “Va pure a dormire Sakura, qui ci penso io.” Disse Kakashi rituffandosi nel suo romanzo. Senza dire altro Sakura si avviò alla sua borsa e ne estrasse il sacco a pelo. Buttò un occhio al suo sensei e poi si sdraiò accanto a Naruto in modo da essere il più lontano possibile dallo sguardo di Kakashi. Non voleva che credesse cose che non esistevano, e non voleva che scoprisse che aveva tentato di imbrogliare un compagno di team. Già, quello sarebbe stato imbarazzante da spiegare. Ma qualcosa le diceva che con tutta probabilità si era visto in diretta tutta la scena e che quindi già doveva sapere cosa stava per fare. Chissà da dove era saltato fuori… ripensandoci prima oltre a quelli di Sasuke e Naruto non c’era un altro sacco a pelo a terra. Ma era troppo stanca per pensarci in quel momento, avrebbe rimandato le domande alla mattina successiva.
 
*
 
  Si risvegliò con la sgradevole sensazione di avere una mano poggiata sul culo. Socchiuse gli occhi infreddolita, e notò che doveva essere giusto l’alba. Poi buttò un occhio al suo didietro e per poco non si mise ad urlare. Ringraziando il cielo era decisamente troppo stanca per mettersi a prendere a pugni quella testa quadra che doveva essersi avvicinata durante la notte. Semplicemente gli sollevò il polso strattonandolo con più forza che poté facendo svegliare il proprietario di soprassalto.
 
  “Io…No, il mio ramen…” aveva borbottato quello tirandosi a sedere di colpo mentre una risata conosciuta le solleticava l’orecchio. Quell’imbecille era stato capace di sognare il ramen mentre una sua mano si trovava sulla sua chiappa?! Non avrebbe dovuto – e lo sapeva – ma se ne sentì profondamente offesa. Si controllò per non esplodere.  Voltandosi trovò Kakashi ridacchiare da dentro il suo sacco a pelo.
 
  “Oh, stai zitto” borbottò cercando di rimettersi a dormire. Naturalmente le fu impedito.
 
  “Visto che siete svegli,” aveva iniziato un'altra voce “Sarebbe il caso di mettersi subito in cammino. Entro il primo pomeriggio mantenendo un passo svelto saremo a Konoha” informò Sasuke con quel suo tono annoiato.
   Sbuffando si costrinse a mettersi in piedi, dopotutto non vedeva l’ora di andarsene a casa, spogliarsi e farsi un bagno infinito per poi andare direttamente a dormire.
  Arrivati alle porte del villaggio ringraziò il cielo che non ci fossero feriti, altrimenti le sarebbe toccato passare in ospedale e naturalmente Tsunade  avrebbe trovato una scusa qualsiasi per trattenerla e farle finire il proprio turno. Quella donna sapeva essere veramente impossibile rendendole la vita un dannato inferno. Li avrebbe salutati e sarebbe corsa dritta filata a cas-
 
  “Qualcuno dovrà andare a fare rapporto all’Hokage” Sakura non si sprecò neppure di rispondere. Lei senza dubbio non lo avrebbe fatto. Continuò a camminare impettita verso casa.
 
  “Sensei non dovrebbe faro lei?” aveva chiesto subito Naruto leggermente scettico. Sasuke non sembrava neppure aver sentito.
 
  “Non posso proprio…”iniziò quello.
 
  Sakura si voltò curiosa di vedere che si sarebbe inventato sta volta. Scettica lanciò uno sguardo d’intesa a Naruto che contemporaneamente a lei incrociò le braccia al petto, pronto a sentire che avrebbe escogitato questa volta. Il sensei che architettava bugie era proprio uno spettacolo da non perdersi, messo sotto pressione poi era una vera forza della natura. La semplicità con cui ideava le più assurde corbellerie non smetteva mai di sorprendere, per non parlare dell’innocenza con cui le propinava. Una volta per spiegare un ritardo durato la bellezza di cinque ore, che aveva comportato la posticipazione di una missione che coinvolgeva tre squadre composte ciascuna da quattro persone, per un totale di dodici persone che se ne erano rimaste per una mattinata intera ad aspettarlo sbuffando e maledicendolo alle porte della citta, aveva parlato ininterrottamente per venti minuti, incantandoli tutti, e senza l’uso dello Sharingan, Sasuke avrebbe potuto giurarci, sia chiaro.
Quella era una specie di leggenda ormai. Il suo capolavoro.
Stregando tutti con le sue capacità oratorie era riuscito a coniugare nella stessa incredibile avventura che lo aveva trattenuto quella mattina, non solo il semplice “Non mi è suonata la sveglia”  - no, pff! Quello era da pivelli! – ma bensì una cospirazione ai danni dell’Hokage stesso, una mezza dozzina di Anbu della pioggia in agguato sotto il suo appartamento, Pakkun malato che aveva necessitato di immediate cure specifiche, un incredibile combattimento tra i tetti di tutta Konoha con un evaso dal carcere di massima sicurezza della Foglia di livello S, una gara con il maestro Gai che si era trasformata in una missione di salvataggio in favore di uno dei sottoposti del Raikage ed una storia veramente toccante (questo bisognava concederglielo) di una ragazzina, orfana, che aveva perso il suo gattino e che lui si era prodigato a ritrovare.
  Alla fine del racconto c’era chi aveva le lacrime agli occhi e per poco non era partito un applauso. Aveva temuto che Ino potesse iniziare a lanciargli dei fiori… 
 
  Naruto e Sakura non erano tanto facili da imbrogliare. Ma questa volta Kakashi parve superarsi.
 
  “Ho un…ehm…un appuntamento” tossicchiò fuori veloce. Ai due per poco non si staccarono le braccia. Anche l’Uchiha ora pareva interessato.
 
  “Un COSA?!” urlò Naruto piantandoglisi davanti. Quello lo spostò afferrandolo per la testa e levandoselo da davanti. “Non è possibile..?” iniziò sconvolto. Kakashi parve piccato dall’insinuazione.
 
  “Beh? E che ci sarebbe di male? Anche uno Jonin d’élite ha una vita, sapete?” fece tagliente pentendosene immediatamente. Naruto e Sasuke si scambiarono un’occhiata piena di significati poi presero a ridacchiare maliziosi. A Sakura si strinse lo stomaco senza un apparente motivo. Kakashi-sensei aveva una vita all’infuori delle missioni e dei suoi romanzi? Davvero? Le sembrava assurdo. Certo era un uomo fatto e finito, eppure…
 
  “Ed avrebbe un appuntamento con una ragazza? Una ragazza vera?” continuò Naruto con fare insinuante. Kakashi si limitò a sbuffare senza rispondere.
 
  “Kakashi-sensei hai una ragazza?!” chiese a quel punto Sakura senza riuscire a contenersi. Kakashi preso alla sprovvista arrossì. Persino Sasuke era sorpreso.
 
  Okay, questo era veramente troppo! Kakashi Hatake aveva una ragazza? Neppure Sakura era riuscita a trovarsi uno straccio di ragazzo decente nell’ultimo anno! Dopo un paio di storielle senza futuro con paio di anbu scapestrati architettate ad arte per far rodere Sasuke – senza risultati tra l’altro – non era riuscita a mettersi con nessuno…non che morisse dalla voglia di avere qualcuno accanto. Non era una di quelle che smaniavano per avere un uomo nella loro vita. Da sola stava anche bene dopotutto, ma, per la miseria!  Com’era possibile che un misantropo, rompiscatole, introverso, pervertito, scroccone come Kakashi Hatake si fosse trovato una donna?
  Un altro quesito spinoso si impose prepotente. Il sensei aveva una vita sessuale attiva? La cosa era sconvolgente. D’accordo che era un pervertito patentato, sempre in giro con il naso incollato a quei suoi stupidi romanzi pornografici, uno spudorato che se li leggeva pure davanti a dei bambini, ma immaginarselo intento a fare certe cose conuna ragazza vera – come aveva giustamente specificato pure quel baka di Naruto – era davvero difficile!
  Cercare di figurarsi il suo sensei che magari ci provava con una ragazza poi… - per comodità la sua mente offrì l’immagine di se stessa . Se lo vide che le si avvicinava in una bar notando per la prima volta il fatto che le pareva pure abbastanza seducente, con la bocca corta un solo occhio che brillava alla luce flebile del locale, che si avvicinava chiedendole se era sola, se voleva da bere…in effetti poteva avere anche un suo fascino… Continuò a pensare come doveva essere mentre baciava una ragazza – l’immagine nella sua testa questa volta per poco non la fece arrossire – chissà come dovevano essere le sue labbra…
Come doveva essere mentre scop-.
 
  Fremendo fu costretta a tornare alla realtà come se le avessero tirato una secchiata d’acqua gelida addosso.
  Oddio! Se lo stava immaginando? Sul serio? Sakura scosse la testa con violenza cercando di allontanare quelle immagini dalla sua testa. Ma che diavolo le prendeva?
 
 Quando Kakashi si voltò verso di lei capì che doveva essersi persa qualche battuta del discorso, così intenta com’era nelle sue riflessioni. Per poco non tentò di allontanare lo sguardo, quasi temendo che potesse leggerle in faccia i pensieri decisamente inappropriati di poco prima.
 
  “Ehm, Sakura?” iniziò il sensei con quella sua voce adulatoria che tirava fuori solo quando voleva intortare qualcuno. Capì al volo la situazione e corresse lo sguardo incenerendo l’uomo di fronte a lei. Quello sorrise conscio che dopotutto era il capitano e che lei alla fine avrebbe dovuto accettare il compito impartito. E questo lo sapeva anche Sakura che però non poté trattenersi.
 
  “Non provarci neanche. Fino a prova contraria questo è il TeamKakashi.” Ringhiò lanciandogli un’occhiataccia a cui nessuno avrebbe osato ribattere. “Non andrò io a fare rapporto” avvertì fissandoli truce, visto che anche Naruto e Sasuke avevano iniziato ad allontanarsi facendo finta di niente, di colpo nuovamente vaghi e silenziosi.
  Naruto portò le mani avanti iniziando a guardarsi attorno con fare impaziente, grattandosi la testa.
 
  “Beh, andrei io ma…ma…a momenti arriverà Ero-sennin, e lui odia aspettare e…” gli andò bene; tempo cinque secondi ed apparì il suo sensei pervertito.
 
  Sasuke senza preoccuparsi di creare una scusa sufficientemente credibile, borbottò solo un “Mio fratello mi aspetta per allenarci” e se ne andò con le mani affondate nelle tasche.
 
  “Sensei seriamente io sono distrutta e…” iniziò sperando di riuscire ad apparire abbastanza pietosa da poter essere compianta.
 
  “ Ti ho sostituito nel tuo turno di guardia, direi che mi devi un favore.” Le ricordò l’uomo incastrandola. Non trovando altro con cui ribattere, sospirò e parve che le spalle fossero collassate incassandole la testa nello sterno.
 
  “D’accordo” bofonchiò voltandosi e dirigendosi verso il palazzo dell’Hokage.
 
  “Grazie Sakura-chan” canticchiò il sensei alle sue spalle. Naruto nel vederla così abbattuta iniziò a fremere.
 
  “Beh, ma forse potrei andare io” propose volgendosi a Jiraiya.  Ma l’uomo non parve averlo sentito osservava la rosa allontanarsi.
 
  “Certo che è diventata proprio una bella ragazza” commentò ad alta voce, facendo scattare all’istante Naruto che gli rivolse un’occhiataccia. Incredibilmente anche Kakashi si sentì come colpito in piena faccia da quel commento. Si voltò a fissare l’uomo più vecchio attendendo delucidazioni. D’accordo era un vecchio maniaco, lo sapevano tutti, e sapeva benissimo che dovesse avere fantasie su ragazze di molto più giovani di lui, insomma! Non era forse il fan numero uno dei suoi libri? Era ovvio che da qualche parte dovesse pur trarre ispirazioni per le storie, ma…Sakura?!
 
  Indiscutibilmente si era accorto di come fosse sbocciata in quegli anni. A diciannove anni compiuti da poco era nel fiore della giovinezza, si era fatta crescere nuovamente i capelli fino alla vita, una vita sottile su un corpo dalle forme che finalmente andavano definendosi, le era venuto un bel seno, un sederino niente male, due gambe toniche e lunghe che avevano già attirato parecchi sguardi, gli occhioni verdi che da bambina parevano dominarle il viso facendola sembrare una bambolina con la testa un po’ troppo grossa ora si erano assottigliati e fatti languidi, erano occhi da cerbiatta con lunghe ciglia. Ormai le bastava sbatterli un paio di volte per far sì che uomini molto più grandi – ed impegnati – di lei le cascassero ai piedi e la compiacessero. Ma per ora pareva non essere ancora del tutto a conoscenza di questo suo potere, che da ruffiana qual era, usava volontariamente solo su Naruto. Ma Kakashi poteva giurare di aver visto un paio di volte anche l’Uchiha in difficoltà di fronte a quel visino grazioso e  a quei due occhi smeraldini. Per non parlare del fatto che anche lui a volte…si morse la lingua. Jiraiya lo influenzava in maniera negativa.
 
  Certo non era più la ragazzina altezzosa che all’inizio gli aveva fatto temere avrebbe potuto compromettere seriamente l’equilibrio del team stesso. Naruto ne era cotto da sempre nello stesso modo in cui lei moriva per l’Uchiha. Kakashi sapeva che non ne sarebbe uscito nulla di buono. Ed invece era rimasto sorpreso dallo svolgersi degli eventi. Piacevolmente sorpreso.  Non solo la ragazza dopo i primi rifiuti del moro aveva iniziato ad addolcirsi verso Naruto - che inizialmente veniva malamente picchiato ogni qual volta tentasse di avvicinarsi alla rosa - forse proprio perché iniziava a capire il dolore di un rifiuto, ma aveva iniziato anche ad impregnarsi seriamente con gli allenamenti. Era diventata abilissima con i genjutsu sorprendendolo per la sua straordinaria capacità di controllo del chakra, era diventata molto abile con le arti mediche, per non contare dell’importanza che avesse nel team come equilibratrice. Era l’unica in grado di far calmare quelle due teste calde che erano in grado di azzuffarsi per qualsiasi cretinata e parevano ascoltare solo lei per calmarsi.
  Dopotutto prima di essere uno shinobi, un jonin d’élite, il capitano della squadra 7 prima e del team Kakashi dopo, era un uomo ed era ovvio che si fosse accorto di quanto si fosse fatta donna, e bella.
 
  L’Hatake si ritrovò a stringere i denti. Era pur sempre la sua adorata allieva. In tutti quegli anni aveva imparato ad affezionarsi prima, e poi a voler veramente bene ad ognuno di quei mocciosi. Certo oramai erano cresciuti, collaboravano in team, erano shinobi praticamente alla pari, quell’Uchiha era anche entrato nell’Anbu seguendo le orme del fratello maggiore Itachi. Per non parlare di Naruto che ormai era sempre più vicino alla carica di Hokage. Seppur continuasse a combinare casini neppure avesse undici anni e non diciannove, era abbastanza palese che sarebbe stato lui il successore di Tsunade. E poi c’era, naturalmente, la dolce e piccola Sakura. Allieva perfetta di Tsunade-sama, aveva sorpassato da un pezzo Shizune, divenendo dopo l’Hokage la kunoichi più promettente di tutto il villaggio, un ninja medico molto richiesto in praticamente qualsiasi tipo di missione, e loro avevano il privilegio di avercela in squadra. Ormai aveva perso il conto di tutte le volte che gli aveva letteralmente salvato il culo, a tutti e tre. Sapeva essere così leale, apprensiva verso i suoi compagni di team…finché non la si faceva arrabbiare. Allora erano dolori.
 
  Come a ricordarglielo proprio in quel momento, la ragazza si voltò, lanciando uno sguardo di fuoco ai due compagni. Oh, sì. Questa gliel’avrebbe fatta pagare. Ma cosa poteva farci Kakashi? Aveva un appuntamento che non poteva di certo rimandare.
  Naruto, sbuffò infastidito.
 
  “E’ sempre il solito pervertit-“ Jiraiya non lo fece finire, guardava fisso fisso Kakashi. Che stesse cercando di dirgli qualcosa?
 
  “Credo che sia proprio da idioti farla arrabbiare a quel modo. “ continuò tornando a Naruto scompigliandogli i capelli. “ Una così la si trova una volta su un milione, da retta a me! Se assomiglia anche solo un decimo alla sua maestra,” e si fermò un attimo lasciando sottintesi molto poco nascosti “Sarebbe un peccato lasciarsela sfuggire” ma anche ora non era l’Uzumaki che stava guardando. Kakashi inarcò un sopracciglio. Naruto aveva ripreso a scrutare la figura di Sakura che continuava ad allontanarsi, indeciso sul da farsi.
 
  “Beh?!” chiese Jiraiya colpendolo sulla nuca “Non ti ho insegnato proprio niente sulle donne?” lo sospinse in avanti “Fa il gentiluomo per una volta!” Naruto prese a correre.
 
  “Sakura-chan! Sakura-chan aspettami ti accompagno!” ululò accostandosi alla rosa. Quella in tutta risposta lo afferrò per un braccio scuotendolo e intarmandogli di fare meno rumore. Quello con il suo solito sorriso che gli illuminava tutta la faccia prese a scusarsi, ma la ragazza già sorrideva segretamente grata al biondo del gesto.
 
  Kakashi era confuso, già sul punto di chiedere all’uomo a fianco a lui spiegazioni per le parole di poco prima si ritrovò a voltarsi verso il nulla. Lo cercò tra la folla voltandosi alla ricerca della sua chioma bianca. Ma sembrava sparito. Con una scrollata di spalle sospirò ed estraendo dalla tasca anteriore dei pantaloni il suo romanzo preferito, in tutta calma si avviò verso casa.
Purtroppo le parole del Sannin Leggendario lo disturbavano ancora.
  Ripensò a Sakura.
  Poi allo sguardo dello scrittore.
  Poi al personaggio femminile del suo libro. Giovane, avvenente, occhi verdi.
  Chiuse con uno scatto il libro. Infastidito se lo rinfilò in tasca.
  Non doveva rimuginarci troppo. Lui una specie di ragazza ce l’aveva. E con tutta probabilità sarebbe venuta a fargli visita presto. Si concentrò sui suoi occhi neri come la notte, occhi da predatrice, finché non sentì un languore conosciuto espandersi nel suo basso ventre. A quel punto si ritenne soddisfatto.
 
  Non era vero che aveva un appuntamento. O meglio, con probabilità avrebbe trovato qualcuno ad aspettarlo. E sì, quel qualcuno era in effetti una ragazza, una vera ragazza. Ma era sicuro che quello non fosse un appuntamento, era un qualcosa che era troppo pigro per sprecare energie nel tentare di interrompere.
  Finché la cosa fosse durata lui non l’avrebbe troncata. L’Hatake era fatto così. Pigro fino al midollo.
  Sbadigliando affrettò il passo. Chissà se Mr. Ukki stava bene…
 
 
 
NOTE2
 
Beh…ripeto, non ho idea di che cosa uscirà XD
Se non fosse chiaro dopo la prima parte (che da il titolo alla storia, l’Allenamento appunto) c’è un salto temporale. Dal team 7 si passa al team Kakashi, quindi ora l’età dei ragazzi è di circa diciannove anni.
  Spero davvero vorrete recensire, perché ho seriamente bisogno di capire se questa cosa merita un seguito ;) Pleaseee!
Besos Judith :D
   
 
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