Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: DeniRevenger_    16/07/2013    2 recensioni
Il loro rapporto, era diverso da quello con gli altri fratelli.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ore successive passarono in un batter d’occhio. I ragazzi erano ognuno per conto loro: il maggiore era a casa a rilassarsi davanti alla tv, era quello che gli serviva dopo cinque ore di volo affrontate la notte precedente; il minore, come il suo solito, era rimasto in studio per completare alcuni accorgimenti sul lavoro svolto la mattina, insieme ai fratelli. Il ritrovo per la cena, era davanti al ristorante scelto, alle otto e trenta. Mancava un quarto alle otto quando Joe decise di iniziare a prepararsi per questa fatidica uscita. In poco più di una ventina di minuti, era già pronto. Per la prima volta in tutta la sua vita, sapeva di doverci mettere poco darsi una sistemata perché era una serata importante, dato che ne valeva il futuro di coppia, se così si poteva ritenere. Nello stesso momento, dall’altra parte della città, Nick era alle prese con l’ultima cosa. Si era ripromesso di finire tutto in tempo, anche a costo di fare qualche cavolata. A un certo punto, gli squillò il telefono e all’inizio credeva fosse una chiamata del fratello ma quando si rese conto che era lei, la ragazza che aveva rovinato tutto qualche mese prima, diventò improvvisamente di pietra. Dentro di sé, sapeva di non dover rispondere ma si è sempre ritenuto una persona educata e allora decise di rispondere. Quella voce.. Quella maledetta voce che lo aveva incantato dal primo momento che l’aveva udita, gli stava dicendo che voleva incontrarlo, voleva passare qualche minuto ancora con lui, prima di ripartire per San Diego. Pensò che non c’era nulla di male, dato che erano appena le otto. Accettò di incontrarsi con lei, in un piccolo locale a pochi isolati dallo studio. Anche lui era già pronto. Si era portato il cambio, giusto per evitare problemi nel tornare a casa, nelle ore più caotiche di NYC. La vide seduta a un tavolino poco vicino all’ingresso. Era bella, tremendamente bella. Indossava un abito blu elettrico, abbastanza corto ma anche abbastanza lungo da coprire il necessario. Era al corrente che lei ci avrebbe provato ma era abbastanza certo che questa volta, non ci sarebbe cascato. E fu lì che tutto andò a rotoli; iniziarono a parlare, a flirtare, a bere qualche drink. Il tempo volò in un attimo e non appena fece cadere l’occhio sull’orologio, si rese conto che erano le dieci e cinque. Ci era cascato, di nuovo. Aveva dato buca a suo fratello, che lo aspettava da un’ora e mezza, in quel ristorante poco lontano da Central Park. Corse fuori dal locale e cercò disperatamente un taxi. Appena lo trovò, diede l’indirizzo all’autista che lo accompagnò molto rapidamente. Scese dal taxi, pagò la sua corsa ed entrò in quel posto, che doveva essere perfetto. Come perfetta doveva essere la serata. Un cameriere gli si avvicinò e gli disse: signore, suo fratello la stava aspettando. Ma ora se n’è andato, da circa mezz’ora. Era abbastanza triste mentre usciva da qui. Era tutto vero quello che aveva appena riferito il cameriere. Joe era andato via, in preda alla tristezza e alla rabbia, da circa mezz’ora. Si sentiva un cretino perché si era fidato ancora della stessa persona che mesi prima, l’aveva distrutto. Ormai era a casa sua, a mangiarsi un panino fatto di fretta e furia. Stava troppo male per mangiare e decise di infilarsi a letto. Si addormentò con il viso segnato dalle lacrime. Alle due sentì bussare alla porta. Si adentrò nel corridoio totalmente buio e aprì la porta. Appoggiato agli stipiti dell’uscio, c’era lui. Percepiva l’odore dell’alcool anche da lontano e notò gli occhi rossi del fratello. Non fece in tempo a realizzare il tutto, che il fratello era in ginocchio davanti a lui, a supplicarlo di perdonarlo. Diceva di aver mandato tutto a puttane, per la seconda volta. Fu in quel momento che Joe presa la decisione più dura fin ora; chiuse la porta. Era stanco di quelle prese in giro, stanco di quella persona. Ora, era finita, sul serio. La mattina dopo prese un biglietto aereo per Londra. Doveva andarsene via da quella città che lo opprimeva, doveva andarsene da quella casa ma specialmente, se ne doveva andare da Nick.
  
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