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Autore: LordWeavile94    16/07/2013    6 recensioni
L'avventura di due gemelli attraverso i piani di Sword Art Online, una storia parallela a quella di Kirito e Asuna. Lotte, Amicizie, Amori, Perdite, Tradimenti: un'avventura straordinaria, una lotta per la sopravvivenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno. Dopo anni e anni, rieccomi finalmente qua! Scusatemi molto, gli esami mi hanno tolto tutto il tempo che avevo. Da adesso in poi cercherò di esserci di più! Ad ogni modo, cominciamo!
 
 
Capitolo Settimo: Il segreto di Syria.
 
Erano passati pochi giorni da quando Fabiorex e sua sorella erano entrati nella Gilda. L’atmosfera non sembrava essere tanto serena: Syria era diventata molto più acida del normale, rispondeva male a tutti, e sembrava avercela in particolare con l’unico altro maschio della Gilda a parte me. Un giorno, l’11 Gennaio, scoppiò il caos.
 
-Cosa diavolo stai facendo?- un grido risuonò attraverso la casa e nel giardino, dove io mi stavo allenando con White. Entrambi ci spaventammo, poi corremmo in casa, cercando di capire cosa fosse successo. Nella cantina trovammo la nostra cassaforte aperta, Fabiorex vicino ad essa e Syria con la lancia puntata alla sua gola.
-Syria! Che cosa stai facendo?- gridò mia sorella, precipitandosi a fermarla. Io mi avvicinai, trattenendo la mia amica, che sembrava essere ammattita.
-Lo ho visto! Ha aperto la nostra cassaforte, voleva rubare tutto e fuggire!- disse lei di rimando, guardando con odio Fabiorex. L’espressione di lui si indurì, e il nostro nuovo amico si alzò. –Ma cosa stai dicendo! Stavo mettendo i miei soldi nella cassaforte, così che tutta la gilda li potesse usare!- gridò, il pugno chiuso. Sentii dei passi sulle e scale, e Aury e Umiko arrivarono di corsa.
-C-cosa è successo?- disse Aury, guardando Syria e Fabiorex.
-Te lo dico io che succede! Questo assassino stava cercando di rubarci tutto!- disse di nuovo Syria.
-Cosa? Ti stai sbagliando!- rispose lei, correndo a difendere il fratello.
-Certo! Tu sei sua complice, ovvio che lo difendi! Assassini!- continuò a gridare l’altra.
Mi stavo veramente arrabbiando. Aprii la bocca per dire a Syria di smetterla, ma Umiko fu più veloce di me. Si mise davanti alla nostra amica e le tirò uno schiaffo con tutta la sua forza. Il colpo risuonò tra le pareti vuote, e un silenzio tombale scese su di noi.
-ADESSO BASTA!- gridò.
 
Eravamo seduti nel salone della casa. Fabiorex, rigido, contratto, era seduto su una poltrona, sua sorella accanto a lui. Syria, adesso calma, con gli occhi spenti, sedeva sul divano, con me e White accanto a lei. Umiko era seduta su un’altra poltrona, e squadrava a fondo Syria.
Alla fine, il capo della nostra gilda sospirò.
-Syria. Perché ti sei comportata così?- disse gentilmente.
-Io...non lo so...- rispose l’altra. Sembrava in confusione.
Qualche secondo di silenzio.
-...anzi, lo so.- continuò Syria.
-Ti andrebbe di raccontarcelo?- chiese Umiko, sempre con tono gentile.
Syria non fece niente per qualche secondo, poi annuì.
E cominciò a raccontare.
 
(N.A.: Da adesso in poi utilizzerò come narratore in prima persona Syria stessa, come se fosse un flashback.)
 
Il sole del mattino risplendeva caldo poco sopra l’orizzonte. Mi stavo allenando fuori dalla locanda nella quale ci eravamo fermati. Stavo migliorando, pian piano, e la mia lancia diventava sempre più potente. Trafissi un nemico immaginario, parai un colpo con il bastone della lancia, poi, girandola, colpii un altro nemico alle gambe, uccidendolo sul colpo. Decisi di riposarmi qualche secondo, e mi asciugai il sudore dalla fronte. Dietro di me, qualcuno batté le mani. Mi girai: era Snow, il capo. Aveva il suo lungo spadone in mano e una borsa con dentro un oggetto luminescente alla cintura.
-Complimenti- disse –stai migliorando ogni giorno di più. Tra un po’ potresti superarmi...se io non mi allenassi più, ovvio!- scoppiò a ridere. Risi con lui.
-Oh, ma io sono già migliore di te, caro!- risposi determinata.
-Ah sì? Vuoi provare?- disse lui, mettendosi in posizione di combattimento.
-Mangerai la polvere, oggi!- gridai, correndogli incontro.
Combattemmo per diversi minuti, scambiandoci colpi, parate, fendenti e schivate. Alla fine entrambi crollammo a terra, distrutti.
-Uff...pareggio, che ne dici?- disse Snow, respirando forte.
-Condordo...- risposi, rialzandomi.
Ogni volta che ci battevamo, pareggiavamo sempre. E quando uno diventava più forte, l’altro si impegnava ancora di più. Eravamo un’ottima squadra.
-Sempre qui a lottare, eh? Non cambiate proprio mai, voi due.- Un ragazzo robusto si avvicinò a noi. Era Derom, il terzo e ultimo membro della Gilda delle Dieci Lame, il difensore della squadra.
-Così diventiamo più forti!- dissi, per poi rivolgermi a Snow.
-Allora, Snow, dove andiamo oggi?- gli chiesi. Lui ci pensò un attimo, poi schioccò le dita.
-Be’, possiamo andare al sedicesimo piano. Lì potremmo allenarci un po’...e poi, ho sentito che nella città di quel piano c’é uno dei migliori fabbri. Forse ci potrà dire qualcosa di più sull’oggetto che abbiamo trovato ieri.- rispose.
In effetti il giorno prima avevamo trovato un oggetto, un pezzo di un minerale chiamato “Adamantelorite”, la cui descrizione era “rarissimo minerale usato per la creazione di armature e armi di alto livello”. Era una drop di un boss secondario, ed eravamo stati davvero fortunati ad ottenerlo. Si diceva che ci fosse lo 0.1% di possibilità di ottenerlo.
Concordammo allora di partire e, poco tempo dopo, eravamo in città. Ci dirigemmo subito da quel famoso fabbro, un giocatore che si era specializzato nel costruire armi e armature per i giocatori, in modo da aiutarli nella loro “scalata” ad Aincrad.
Il negozio si trovava nel centro della città, e c’erano diversi clienti fuori dalla porta. Sospirammo e ci mettemmo in coda. Dopo più di un’ora, finalmente, riuscimmo a parlare con il fabbro. Si chiamava Avalon, ed era un uomo alto e robusto, di quasi due metri, con un martello da guerra sulle spalle.
-Sì? Cosa volete?- disse, guardandoci annoiato. Snow controllò che non ci fosse nessuno, poi diede il minerale all’uomo. Il suo sguardo si fece più interessato.
-Dove lo avete trovato?- chiese, mentre lo esaminava con attenzione.
-Quello non importa. Cosa puoi fare con questo?- disse Snow.
Il fabbro si zittì, e utilizzò le sue abilità di fabbro per raccogliere più informazioni possibili sul minerale. Ad un certo punto, impallidì. Rimise il minerale sul bancone.
-Io non posso farci niente.- disse. Quando vide le nostre facce stupite, si spiegò meglio.
-Per lavorare questo minerale serve un fabbro che abbia raggiunto il massimo nella lavorazione di armi e armature. Io non sono nemmeno a metà del percorso, quindi lo romperei e basta. Dovrete aspettare un po’ per trovare qualcuno che lo lavori.-
Noi tre ci guardammo, ancora più stupiti. Se ci voleva un fabbro così esperto, doveva voler dire che le armi create con quel minerale dovevano essere fortissime!
Ringraziammo il fabbro e uscimmo dal negozio.
-Be’, non ci resta che andare ad allenarci un po’.- disse Derom.
-Oh, non vedo l’ora di sapere che tipo di arma verrà fuori! Sarà potentissima!- dissi io, tutta eccitata. Con qualcosa del genere, nessuno ci avrebbe fermato!
I ragazzi scoppiarono a ridere, poi si diressero verso l’esterno della città.
Ci addentrammo tra le montagne del piano, dove si diceva ci fossero mostri che davano molta esperienza.
Ad un certo punto, sentii un grido provenire dall’alto. Alzai di scatto la testa e vidi un mostro piombare su di noi.
-Giù!- gridai. Ci buttammo tutti a terra, appena prima che il mostro ci colpisse. Mi rialzai e mi misi in posizione di combattimento.
Il mostro era una specie di drago marrone, con una lunga coda, ali piccole e frementi e grandi zampe di aquila. Si chiamava “Viverna di montagna”.
La bestia lanciò un grido e si gettò ad artigli protesi verso di noi. Derom parò il colpo con il suo grande scudo torre.
-Ha! Non ci puoi far niente! Avanti Snow, cambio!- disse, un sorriso ferino sul suo volto.
-Eccomi!- gridò il mio amico, correndo oltre Derom e colpendo la viverna con un fendente a due mani. Il mostro gridò di dolore.
-Syria! A te!- disse Snow. Annuii, poi scattai. Evitai un getto di acido, poi conficcai la lancia nelle profondità del corpo del mostro. Facendo leva, gettai il mostro a terra. Un attimo dopo, lo spadone di Snow calò sul suo petto, uccidendolo in una nube di pixel.
Controllai i risultati di battaglia. Quello che vidi mi stupì molto.
-Wow, praticamente il doppio di esperienza rispetto ai mostri di ieri!- dissi.
-Di questo passo raggiungeremo il gruppo di testa in un batter d’occhio!- disse Derom.
Snow annuì, concordando con noi.
Passammo gran parte del giorno a combattere con viverne e aquile giganti, insieme ad altri mostri di montagna. Ognuno di loro dava un sacco di esperienza, e ben presto salimmo di livello.
Alla fine, mentre il sole cominciava a tramontare e lunghe ombre si disegnavano sul terreno, decidemmo di tornare in città. Avevamo pochi cristalli di teletrasporto, quindi non volevamo sprecarli. Decidemmo quindi di tornare a piedi.
Eravamo in fila, Snow davanti, io in mezzo e Derom dietro. Camminammo, chiacchierando un po’, felici che la caccia fosse andata bene.
Ad un certo punto, sentii un rantolio ed un tonfo alle mie spalle. Mi girai e trovai Derom steso a terra, con una freccia nera che gli spuntava dalla schiena.
-Che cosa?- gridai. Snow corse accanto al nostro amico, cercando un cristallo di cura all’interno della borsa. Io mi guardai in giro, la lancia in mano, cercando di capire da dove fosse arrivato quel dardo. Intravidi un luccichio in aria, poi un tonfo, un rumore di carne lacerata e un grido di dolore.
Snow era stato ferito al braccio da un pugnale. Si ritrasse, controllando la ferita. Intanto, un uomo comparve dall’ombra. Era vestito completamente di nero, aveva un arco sulla schiena e un pugnale in mano. L’indicatore sopra la sua testa era rosso.
-No...- sussurrai, in preda al panico. La Gilda degli Assassini. Erano un gruppo di giocatori senza scrupoli che uccidevano altri giocatori per rubarne soldi ed oggetti. Agivano nel silenzio, con veleni letali.
Veleni!
Guardai le barre di salute dei miei compagni. Entrambi presentavano un indicatore color verde acido, e le barre vita diminuivano costantemente.
-Bastardo!- gridai, preparandomi ad attaccarlo. Quello schioccò le dita, ed altre dieci figure vestite di nero uscirono dall’ombra. Un’imboscata.
-C-cosa volete?- disse Snow, impallidito per l’effetto del veleno. Uno di essi parlò.
-Vedete, ieri voi avete trovato un oggetto molto importante. Quell’oggetto a noi interessa.- disse, con voce atona.
Snow si alzò faticosamente. –Abbiamo faticato tanto per prenderlo. Non ve lo daremo!- disse.
Lo guardai come se fosse matto. –Ma sei scemo? Quelli ci possono ammazzare!- mi rivolsi a quello che aveva parlato –Senti, noi ti diamo il minerale, ma voi andate via e ci lasciate in pace, ok?- provai a negoziare. La vita era più importante di uno stupido sasso.
Il tizio sogghignò.
-Temo che non sia possibile. Potreste riferire i nostri nomi e ciò che facciamo a qualcuno. È meglio non lasciare tracce...- rispose.
Impallidii. Non poteva essere. Derom si alzò, la barra vita ormai nella parte gialla, affaticato ma pronto a combattere.
-Non ci batterete! Avanti, distruggiamoli!- disse, per poi utilizzare un cristallo anti-veleno. Snow fece lo stesso.
L’uomo rise.
-Attaccate!-
E sparirono.
Mi guardai in giro, spaventata. Dove erano finiti?
Con la coda dell’occhio vidi uno scintillio. Girai la lancia appena in tempo per parare un pugnale. Uno degli assassini mi guardò ferocemente, poi saltò via, sparendo di nuovo.
I miei compagni erano nella mia stessa situazione: paravano per poco i colpi, ma non riuscivano a contrattaccare. Girandomi, evitai per caso una freccia, che si piantò ai miei piedi. Un rumore di ferraglia fu seguito da un grido: Derom era stato colpito da un’altro dardo. Il ragazzo cadde a terra, incapace di muoversi.
-Ma...le...di...zione...- disse stancamente. Volevo andare ad aiutarlo, ma tre assassini si gettarono su di me, provando a colpirmi. Contrattaccai con la mia Skill più forte, ma quelli la evitarono e scomparvero di nuovo.
Corsi accanto a Derom, cercando nel mio inventario un cristallo di cura. Improvvisamente mi sentii cadere a terra, e il cristallo volò via dalle mie mani. Un grosso peso stava sopra di me. Era il mio compagno. Mi rialzai velocemente: dalla schiena gli spuntava un grosso pugnale. La sua barra vita stava precipitando verso la fine.
-Derom! No!- gridai. Lui sorrise, con quel sorriso che spesso aveva rallegrato le giornate di tutta la gilda.
-...Tranquilla...ci rivedremo.- disse lui, mentre il suo corpo cominciava a sparire.
-...è stato bello...Syria, amica mia...- gli presi la mano, con gli occhi che bruciavano. Non riuscivo a crederci.
Mi vennero in mente un sacco di ricordi. La prima volta che ci eravamo incontrati: io combattevo da sola sul decimo piano, ed ero in difficoltà contro alcuni mostri. Proprio quando avevo pensato che fosse la fine, un grande scudo si era messo tra me e gli artigli della bestia. Era lui. Subito dopo era entrato in scena anche Snow, che con i suoi fendenti aveva annientato tutti i mostri. Derom, invece, non si era allontanato nemmeno per un secondo da me.
Oppure, quando, una volta, ad una locanda, aveva bevuto troppo e si era messo a cantare con la sua voce stonata, facendomi ridere come mai prima. E ancora, tanti altri.
Derom sorrise, ancora. Poi svanì in una nube di pixel.
-Derom...- mi sentii sussurrare. Non avevo più controllo del mio corpo. Presi la lancia accanto a me e mi rialzai. Snow combatteva ferocemente. Due scie di lacrime scendevano dai suoi occhi. Strinse il pugno, poi gridò e si gettò sugli assassini. Parò un colpo, poi, con un veloce movimento, tagliò in due il giocatore che lo aveva attaccato. L’uomo svanì in una nube di pixel, e l’indicatore di Snow si colorò di rosso.
Ma non importava più. Mi gettai anche io nella mischia. Paravo, restituivo colpi, ma niente, nessuno andava a segno. Snow, diventato una macchina da combattimento, riusciva invece a colpire, ed un altro assassino cadde sotto i suoi colpi. Un luccichio alla mia destra mi avvertì che qualcuno si stava avvicinando. Girai il bastone per parare, poi abbassai la lancia in una stoccata, che l’assassino deviò con il pugnale, prima di sparire.
-Syria! Attenta!- sentii una voce.
Rumore di carne lacerata. Un rantolo soffocato. Una risatina.
Mi girai, orripilata. Dietro di me c’era Snow, a braccia aperte, un pugnale conficcato nel corpo.
Non riuscii nemmeno a dire il suo nome.
-Umpf...volevo eliminare prima lei...be’, tanto sei tu quello che mi interessa.- disse la voce dell’uomo con il pugnale. Una mano guantata si allungò a prendere la borsa con il minerale dalla cintura di Snow.
Il pugnale fu estratto, e l’uomo si allontanò.
-Syria...Savinor...- disse faticosamente Snow.
Cosa stava dicendo? Savinor era il nome della città di quel piano!
-S-snow...- dissi debolmente, provando a toccarlo.
-Savinor!- gridò lui, per poi girarsi e lanciarmi un cristallo di teletrasporto. Non appena mi colpì, l’oggetto si illuminò, attivandosi. Cosa? Poteva essere utilizzato anche in questo modo?
Gridai. Gridai, ma lui non mi sentì. Mi sorrideva e, pochi attimi prima che io sparissi, la sua barra vita raggiunse lo zero. Le sue labbra si mossero, e poi lui sparì, raggiungendo Derom, dovunque lui fosse.
E tutto fu buio.
 
(N.A. Il flashback finisce qui, aa ora in poi il narratore ritorna Franz)
 
-...e così mi salvò. Mi salvò da quei maledetti assassini. Da quel giorno ho giurato di diventare più forte, e di vendicarmi di loro...è per questo che, quando ho visto Fabiorex, lo ho odiato. Me li ricordava. Ho pensato che fosse uno...uno di loro...uno di quelli che mi hanno tolto i miei amici più cari...- finì Syria, la voce spezzata. Umiko, White e Aury si precipitarono a consolarla.
Un mare di sensazioni mi travolse: pena, affetto, ma soprattutto odio. Odio verso quei mostri, quegli...uomini, se così si potevano chiamare, che avevano ucciso i compagni di Syria per un oggetto raro. Non lo potevo sopportare. Mi alzai in piedi.
-Syria.- dissi. Lei alzò lo sguardo verso di me.
-Ti prometto che ti aiuterò. Ti aiuterò a prendere quegli assassini e a consegnarli alla giustizia.  Ti aiuterò e onorerò la memoria dei tuoi amici, così che possano riposare in pace.-
Anche Fabiorex si alzò dalla sua poltrona. Si avvicinò alla nostra amica e parlò, con una voce determinata come non la avevo mai sentita.
-Syria, anche io ti aiuterò. Uso le stesse tecniche degli assassini, è vero, ma non sono uno di loro. Anche io penso che vadano consegnati alla giustizia. Giuro sul mio pugnale e sulla mia vita che da ora in poi il mio obiettivo sarà quello di vendicare i tuoi compagni e di aiutare te.-
Syria sorrise leggermente.
-Grazie, ragazzi...- sussurrò.
Subito dopo, Aury scoppiò a ridere.
-Oh, avanti ragazzi, lo fate sembrare un dramma greco! Fate un po’ meno i grandi eroi!- disse, continuando a ridere. Poi tornò più seria.
-Però, anche io ti aiuterò. È una promessa!- continuò.
Mia sorella si alzò e offrì la mano a Syria –Hai anche la mia promessa, amica mia.- disse.
Syria sorrise e si alzò, aiutandosi con la mano di White.
Ci disponemmo in cerchio e mettemmo le mani al centro, una sopra l’altra. Umiko fu l’ultima a metterla.
-E io, come Capo della Gilda dei Soli Gemelli, do ufficialmente inizio alla nostra nuova missione. Noi siamo uno, noi siamo nessuno, noi siamo centomila! Gilda, all’assalto!- gridò.
Tutti insieme lanciammo un grido, poi sollevammo le mani, nel consueto gesto che ormai ci univa tutti.
La pace così tornò nella nostra grande famiglia. Successivamente, Syria si scusò con Fabiorex, e lui, leggermente imbarazzato, disse che non servivano le scuse. Da quel momento i due andarono molto più d’accordo...mia sorella diceva che andavano anche troppo d’accordo per essere solo amici, ma chissà. Io avevo già una persona a cui pensare. O meglio, in realtà ne avevo altre cinque a cui pensare, oltre a me: i miei amici migliori, coloro che mi avevano sostenuto e aiutato per tutto il tempo, coloro a cui tenevo più di ogni altra cosa nell’intero universo.
 
 
Ecco, qui finisce il capitolo. Un po’ triste, vero? Scusami, Lady, se te ne ho fatte passare così tante ;) Spero comunque che vi sia piaciuto! Accetto ogni tipo di commento, critica o elogio! Cercherò di rispondere a tutti i vostri commenti! Voglio inoltre ringraziare ancora una  volta tutti i recensori che hanno voluto “prestarmi” loro stessi per renderli personaggi di questa fanfic. E se qualcuno vuole unirsi al gruppo, non deve far altro che scrivermelo! A presto!
  
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