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Autore: angiechan 92    28/01/2008    5 recensioni
In harry Potter la coppia RemusxTonks è una delle più amate e dolci... ma la Row ci dice veramente poco su loro due e sulla loro relazione. Come ha fatto il tranquillo e razionale Remus Lupin ad innamorarsi di una pestifera ma dolcissima Ninfadora Tonks? Leggendo questa storia entrerete in un mondo di retroscena che hanno dato origine alla loro relazione e che ha portato a far sbocciare l'amore tra due persone all'apparenza così diverse eppure entrambe accomunate da un sentimento incontrastabile come l'amore...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho già pubblicato questa storia su alcuni forum e ho notato che ha riscosso parecchio successo! così ho deciso di pubblicarla anche per aggiungere qualcosa in più sulla storia di Remus e Tonks, dato che la Row non ci ha dato molte notizie... Spero che la storia piaccia a voi così come è piaciuta agli amici del forum che si sono appassionati e che la leggono con piacere... accetto quindi suggerimenti, critiche, complimenti (se ce ne sono...) e ora vi lascio al primo capitolo di questa storia che inizerà dopo la morte di Sirius e che, seppur all'inizio sembri un pò troppo triste, sarà una storia dolcissima... buona lettura!

CAPITOLO 1: LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

L’anno scolastico ad Hogwarts era appena terminato e lo scontro con i mangiamorte all‘Ufficio Misteri un terribile e presente ricordo, quando i membri dell’Ordine della Fenice convocarono una riunione a Grimmauld Place. Ordine del giorno: come muoversi per neutralizzare Voldemort. Al consiglio erano presenti la maggior parte dei consociati e, quei pochi che mancavano erano reduci dal terribile scontro che imponeva loro di riposare; nonostante questo all’ordine c’erano Albus Silente, Piton, McGranitt, la famiglia Weasley al completo, Hermione, Harry, Moody, Kingsley, Remus Lupin e Nonfadora Tonks. La riunione cominciò senza troppi preamboli e, tra un commento ironico di Piton, una sfuriata di Moody e una richiesta della McGranitt, gli unici che se ne stavano in silenzio erano Harry, ancora terribilmente scosso dalla morte dell’amato padrino, Remus e Ninfadora.

La giovane, in particolare, pensò che a nessuno importava della morte di suo cugino, quel cugino che lei adorava tanto e che aveva dato la vita per l’ordine, ma che ora tutti sembravano aver dimenticato. Al contrario della ragazza Remus sapeva che questo non era affatto vero, che per tutti i membri dell’ordine Sirius era un valido elemento oltre che un ottimo e fedele amico e che il triste ricordo della sua morte era ancora vivo in ognuno di loro, come d’altronde anche in lui, nel Lupo Mannaro dal cuore tenero che, come Harry, vedeva in Sirius tutta la sua vita e tutti i suoi ricordi del passato, la sua famiglia, insomma.

Il professore si accorse dell’indifferenza da parte di Ninfadora, della rabbia e del dolore che doveva provare e che doveva costringere dentro se stessa; stava quasi per parlarle, cercando di sapere la ragione del suo silenzio quando Moody per primo si rivolse a lei con la delicatezza di un elefante…

-Ehi, Tonks! Come mai oggi non spicchi una parola? Cattivo umore?-

Queste erano le parole che Ninfadora non avrebbe mai voluto e dovuto sentire, perché quando questa ragazza lasciava spazio alle sue emozioni e ai suoi pensieri non c’era incantesimo che tenesse per calmarla…

-Cattivo… umore…? Hai perfino il coraggio di chiedermi questo?!-

-È naturale… che c’è il gatto ti ha mangiato la lingua?

Questo era davvero troppo per Ninfadira Tonks: aveva imparato ad essere una ragazza gentile, allegra, servizievole e disponibile oltre che un eccellente Auror… ma l’autocontrollo, davanti al dolore, è difficile da mantenere. Fu così che la giovane Auror si alzò in piedi di scatto facendo cadere la sedia e, con le lacrime agli occhi, si rivolse con tono severo e adirato a tutti i presenti…

-Tutti voi avete il coraggio di starvene qui, indifferenti dei sentimenti altrui, discutendo dei vostri problemi, facendo valere la vostra autorità l’uno sull’altro, noncuranti di quello che Sirius ha fatto per tutti noi!! Lui si è sacrificato per l’Ordine, per la giustiza, e voi lo ripagate in questo modo?!-

Era esplosa, Remus lo temeva, lo sapeva, aveva sempre saputo che quella ragazza un po’ svampita, allegra e con la testa fra le nuvole aveva un cuore d’oro e dei sentimenti profondi, ma soprattutto sapeva che era molto attaccata al cugino, troppo attaccata per sopportare un simile dolore…

-Per la barba di Merlino Tonks, che ti prende?! Ti sembra questo il modo di rivolgerti a noi?! Sirius era anche amico nostro, cosa credi?- le disse Moody usando lo sesso tono della ragazza…

-Non devi nemmeno pronunciare il suo nome, non devi… perché lui è… è…

Tutti i presenti rimasero colpiti da quello che accadde poco dopo: l’allegro Auror dalle ciocche rosa stava piangendo, piangendo amaramente, piangendo lacrime di dolore che forse pochi in quella sala potevano comprendere, e Harry e Remus erano tra questi. Ma mentre il professore di Difesa contro le Arti Oscure era rimasto ancora allibito dal comportamento della sua giovane amica, il giovane maghetto si avvicinò a lei…

-Tonks… io…-

Ma fu interrotto dalla madre di Ron che si mise di fianco alla ragazza e che cercava di consolarla…

-Su, cara, non fare così…-

Le sue parole avevano un tono dolce e materno, che in quel momento però la giovane Auror sembrò non comprendere: la scostò infatti con indifferenza e terminò con un urlo di dolore la frase che prima non era riuscita a terminare…

-LUI E’ MORTO! SE NE E’ ANDATO PER SEMPRE, E QUALUNQUE COSA FACCIAMO NON TORNERA’ MAI PIU’ DA NOI, MAI PIU’!!-

Quelle parole furono pronunciate con un tale dolore che nessuno dei presenti ebbe il coraggio e la forza di controbattere; Ninfadora si sentiva stringere il cuore sempre di più in una morsa accecante e tentò di fuggire da tutti quei volti che la fissavano increduli, tentò di fuggire dal presente correndo via, lasciandosi tutto alle spalle e rifugiandosi nella sua stanza, quella stanza che con tanto amore e affetto il cugino voleva che lei avesse per stare un po’ di più con lui.

La signora Weasley, sentendo sbattere la porta, si lasciò scappare una lacrima..

-Come può una ragazza così giovane provare un tale dolore?-

-E’ solo sconvolta, tutti qui… le passerà- disse ancora una volta Moody…

-Tu devi solo sperare che non abbia io una crisi isterica Alastor, perché se così fosse non credo che mi limiterei a piangere!!- disse la signora Weasley in tono minaccioso e freddo…

-Calmati cara…- disse Minerva…

-Calmarmi? Come posso…-

-Ci conviene calmarci tutti, miei cari amici…-

-Silente, come potete…-

-Capisco il tuo dolore, come madre, ma comprendo anche l’indifferenza di Alastor, come amico- disse con serietà il preside -a volte il silenzio è la miglior arma contro il dolore e il tempo è l’unica cura per certe ferite. La nostra cara Ninfadora è scioccata come tutti noi, ma è una ragazza forte e saprà superare questo dolore…-

Terminate le parole del preside, Lupin si alzò e si diresse con tutta calma verso la stanza di Tonks; Molly Weasley fu sul punto di seguirlo, ma ancora una volta Silente la fermò…

-Lui è l’unico che possa capire e condividere il suo dolore…-

La signora Weasley annuì e lo lasciò andare.

Intanto Remus era arrivato alla porta della stanza di Ninfadora; perfino da lì fuori si poteva udire il suo pianto interrotto da brevi singhiozzi, un pianto amaro, che il licantropo aveva già sentito molte volte ormai, dato che lo aveva provato in prima persona. Ma questa volta era lei ad avere bisogno d’aiuto, così si fece coraggio, bussò e , senza attendere la risposta, entrò nella stanza…

-Scusami, posso…?-

La giovane Auror si stupì nel vederlo entrare e, ritenendosi una sciocca bambinetta a piangere in quel modo, nascose le lacrime e si asciugò gli occhi, per poi posare lo sguardo sull’uomo che era appena entrato…

-R-Remus… sei tu…-

-Volevo sapere come ti sentivi, ma se sono di troppo me ne vado…-

Come era gentile, Remus John Lupin era sempre stato un uomo dai modo cordiali, educato, timido e molto sensibile nei confronti degli altri, questa era una qualità che Ninfadora apprezzava molto, anche se a volte la sua riservatezza lo rendeva terribilmente noioso, ma la giovane Auror sapeva che con il suo amico Lunastorta poteva parlare tranquillamente…

-No.. Resta, ti prego…-

Remus accennò ad un sorriso e si sedette accanto a lei…

-Io… non volevo. Non avrei mai voluto dire quelle cose terribili, è sole che… che…-

Dopo queste parole le scivolò di nuovo qualche lacrima dalla guancia…

-…mi manca Remus!! Ogni giorno di più!! Mi manca la sua risata, le sue battute, il suo sorriso… mi manca mio cugino!!-

-Tonks, io…-

-Ti prego Remus, ti prego, riportalo indietro, ti prego!! Io rivoglio mio cugino!! Lo rivoglio!! Perché me lo hanno portato via?!-

E qui le lacrime ricominciarono a scendere copiose e abbondanti dal volto della giovane Auror, che guardava Remus con aria implorante, nonostante lei stessa era la prima a capire che la sua richiesta era oltremodo assurda e, purtroppo, impossibile da realizzare. Il professor Lupin la guardava con un’aria estremamente dolce e piena di comprensione: anche a lui Sirius mancava più di ogni altra cosa… il suo migliore amico, l’amico perso e poi ritrovato, anche se per un breve periodo e grazie al quale si sentiva più accettato e più “felice”. Con tono dolce il mago si rivolse alla ragazza che gli stava di fronte e che non accennava a voler smettere il suo pianto.

-Tonks… sai che questo non è possibile…-

E detto questo si apprestò ad asciugarle le lacrime con un fazzoletto estremamente pulito e stirato che teneva in tasca con una cura amorevole…

-Anche per me Sirius era importante… il più grande amico che abbia mai avuto, insieme a James, del resto, eppure adesso sono rimasto solo, di nuovo…-

Tonks cominciò a capire che non era l’unica a provare quel dolore lancinante e percepì negli occhi di Remus un velo di tristezza e malinconia che, seppur presente anche prima, ora sembrava più spesso, più duro da attraversare. Non poteva vedere uno dei suoi più cari amici ridotto così…

-Renus io…- disse la maghetta con tono serio e deciso, ma, allo stesso tempo, incredibilmente dolce. Capì che stava solo procurando ulteriore dolore e sofferenza a Remus che era sicuramente distrutto per la scomparsa dell’amico… -mi dispiace…- continuò

Quelle parole fecero sussultare il licantropo che probabilmente poche volte aveva sentito parole così gentili e un tono così dolce nei suoi confronti…

-Non devi preoccuparti per me…- replicò- vedi, quando perdi persone importanti per te, alle quali vuoi bene, ad un certo punto devi rassegnarti alla loro scomparsa, se fai così continui solo a farti del male, inutilmente. Devi rassegnarti, Tonks… purtroppo Sirius non tornerà mai più indietro…-

A quelle parole, al fatto di doversi rassegnare alla morte del cugino (come era giusto che fosse), il cuore di Ninfadora avvertì un dolore improvviso… le faceva male, tanto male. Remus se ne accorse e, per evitare che quegli occhi riprendessero a spargere fiumi di dolore, cercò di consolarla…

-Mi dispiace, non posso riportarti indietro Sirius, sebbene lo voglia con tutte le mie forze, credimi. Ma posso dirti questo: finchè il ricordo di coloro che amiamo rimarrà vivo in noi, queste persone non moriranno mai davvero…-

Ninfadora accolse con tristezza e dolore le parole dell’amico, ma capì che era la cosa giusta da fare: ricordare suo cugino con un sorriso, ricordarlo con amore, ricordarlo per sempre…

La ragazza quindi annuì impercettibilmente e Remus si alzò, avviandosi verso l’uscio, per lasciarla da sola con i suoi pensieri, ma una voce lo fermò…

-Remus…-

-Si? Dimmi Tonks…-

-Posso piangere… un’ultima volta?-

Il giovane Lupo Mannaro rimase scioccato, ma capì subito la richiesta da parte della ragazza che aveva di fronte. Per una volta, non voleva mostrarsi forte, non voleva tenere tutto dentro, voleva lasciarsi andare, voleva pensare a Sirius con tristezza, sfogarsi, far partecipe qualcuno del dolore che provava, un ultima volta…

Remus le sorrise, un lieve sorriso d’assenso, che lei sperava di ricevere in quanto non si sarebbe trattenuta ancora per molto. Pochi secondi dopo, infatti, le guance le si arrossarono, la bocca assunse un espressione di dolore, gli occhi le luccicavano e si riempivano pian piano di lacrime che lei, puntualmente, lasciava andare, affinchè bagnassero completamente il suo viso, affinchè rigassero con gocce trasparenti le sue guance rosate. Il pianto, da debole e silenzioso, scoppiò in un pianto di dolore, rabbia e tristezza, tre emozioni difficili da trattenere e controllare, tanto che la ragazza chinò il capo, piangendo sempre di più…

Remus la guardò: era sola, disperata, senza nessuno che sembrava capirla… nessuno tranne lui.

Così, si avvicinò lentamente alla giovane Auror e, a pochi centimetri da lei la guardò, triste per tutto il dolore che ingiustamente doveva provare quella ragazza dall’apparenza forte ma in realtà così fragile. Non seppe nemmeno lui il perché, ma qualcosa dentro di lui si accese, un desiderio di aiutarla, consolarla, starle vicino, far scomparire quella tristezza dai suoi giovani occhi… per sempre. Questo desiderio divampava sempre di più nel mago che ormai faticava a stare dietro al turbine di emozioni che lo travolgeva alla vista di quella creatura innocente che si trovava di fronte a lui; doveva fare qualcosa, aiutarla, farle sentire che era lì per lei, così, lentamente, la cinse con le sue braccia, per poi stringerla a sé, in un muto gesto d’infinito affetto.

In quel frangente, in quel breve periodo di tempo che segnò il loro abbraccio, Remus si trovò a provare emozioni e sensazioni che credeva ormai spente da tempo in lui: dolcezza, compassione, affetto, forse perfino amore…

Dal canto sua la giovane Auror non era da meno: stava così bene in quell’abbraccio, si sentiva così sicura, protetta, amata… avrebbe voluto rimanere tra le sue braccia in eterno, cullata da quella stretta così timida e dolce nonostante fosse da parte di un uomo, sentendo il suo profumo, continuando a piangere, ininterrottamente, lasciando scivolare via tutte le sue lacrime e il suo dolore con esse. Nella condizione in cui si trovava non riuscì a pronunciare che poche parole che il professore udì, talmente semplici eppure talmente sincere e dette con un tono talmente dolce che avrebbero toccato l’animo di chiunque…

-Grazie, Remus… -

Lupin si stupì ancora una volta di quanto quella ragazza lo facesse sussultare ad ogni minima parola e di come lui non ne capisse il motivo; tuttavia, anche lui non fu in grado di dire altro se non poche significative parole…

-Di niente, Ninfadora…-

Il suo nome, l’aveva pronunciato, eppure la giovane strega sembrò non accorgersi della gravità delle sue parole o, meglio, non le dispiacque affatto, perché il suo nome, pronunciato da lui, con il tono calmo e dolce della sua profonda voce, le sembrava bellissimo.

Pochi secondi dopo, che alla ragazza parvero interminabili, l’uomo si staccò da lei e la guardò serio nei suoi bellissimi occhioni che in quel momento erano un blu oltremare, le sorrise e le disse con dolcezza…

-Ora stai tranquilla e riposa, ne hai bisogno…-

La giovane Auror annuì e lo lasciò andare verso la porta, salutandolo con un semplice ma dolcissimo sorriso. Una volta che Remus fu uscito dalla porta, Ninfadora fece come le era stato consigliato dal suo amico e, consapevole di non essere sola, si mise a dormire, chiudendo piano piano le palpebre e lasciandosi lentamente cullare dai bei momenti vissuti insieme ad un cugino che non c’era più, ma che ora era consapevole che sarebbe vissuto per sempre dentro di lei, nella sua mente, nel suo cuore.

Intanto Remus era arrivato al piano inferiore e aveva subito trovato una Molly Weasley impaziente e agitata…

-Allora, come sta?-

Poco dopo Lupin si accorse di aver gli occhi di tutti puntati addosso, cosa che lui odiava…

-Ehm…- si schiarì la voce -sta meglio ora, aveva solo bisogno di schiarirsi le idee e di capire bene cosa fare a causa della morte di Sirius… l’ha colpita più di quanto immaginate-

-Mi dispiace…- commentò Harry

-Non devi sentirti in colpa, Harry, tu vivi questo dolore in maniera fortissima e nessuno può incolparti di nulla.- concluse il professore

-Forse… sono stato un po’ troppo brusco con lei…-

-Ottima intuizione Alastor… la prossima volta forse dovresti pensare, e poi agire…- coomentò gelidamente la McGranitt

-Scusate se interrompo, ma la riunione è finita e, con tutto il rispetto, le faccende emotive di una ragazzina provata non mi interessano e non mi riguardano nemmeno, quindi toglierei il disturbo…-

-Delicato come sempre Severus- lo rimproverò Remus

-Andiamo, Lupin, non mi vorrai davvero fare credere che ti importi davvero di quella mocciosa troppo cresciuta…-

Gli occhi del professore di Difesa contro le Arti Oscure cominciarono a sprizzare di rabbia…

-Attento a come parli, Mocciosus…-

Questa volta fu Piton ad amareggiarsi e a fissare minacciosamente l’uomo che gli stava davanti…

-Ripeti, prego…-

Ma i due furono interrotti dai presenti che li intimarono che quello non era né il luogo e né il momento adatto per i loro battibecchi e, su consiglio di Silente che commentava sbadigliando che si era fatto terribilmente tardi, i professori, ecluso Lupin, lasciarono la casa per tornare alla propria dimora, mentre i restanti si fermarono a dormire a Grimmauld Place, su richiesta di Lupin che li convinse con un “dato che ormai è tardi potreste fermarvi addirittura qui” e un “a Ninfadora farebbe piacere un po’ di compagnia”. I restanti ospiti non poterono rifiutare e si coricarono nelle camere vuote, mentre i coniugi Weasley presero una camera a parte e le ragazze, Inno e Hermione, silenziosamente si coricarono nella stanza di Ninfadora, consapevoli che alla ragazza non sarebbe scocciato. E così tutti, in un modo o nell’altro, si addormentarono, addentrandosi nel mondo dei sogni… e dei ricordi…

bene... spero che il primo capitolo vi sia piaciuto... aspettatevi il seguito molto presto e non smettete di segirmi... sarà una storia molto lunga. A voi la parola, commentate!

 

 

 

   
 
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