Genius 7: un giorno
sfortunato...o forse no...
Il sole era sorto da poco,
nella città regnava ancora la tranquillità e gli
uccellini cantavano sui rami
degli alberi. Due ragazze erano già in piedi e si stavano
preparando per andare
a scuola, mentre un'altra era ancora nel mondo dei sogni.
Lucrezia si avvicinò al
letto dove dormiva Michela ed aprì la finestra per far
passare l’aria. Poi si
accorse dell’amica ancora addormentata.
-Stefy…dovremo svegliare
Michela no?- chiese Lucrezia, mentre indossava la divisa.
-si aspetta ci penso io-
rispose la ragazza, si avvicinò al letto e tolse le coperte
all’amica.
-dai dormigliona, alzati-
disse Stefania, ma Michela non ne volle sapere di svegliarsi.
-allora? Guarda che farai
tardi a scuola!- disse scuotendola -umm….lasciami
dormire…-
Disse spingendola via. In
quel momento si apri la porta e Momo entrò come una furia
nella stanza
-YAMAGUCHIYAAAAAAA! ALZATI CHE DOBBIAMO ANDARE A SCUOLAAAAAAAA!-. Alle
grida
del ragazzo Michela si alzò su di scatto, sbattendo la testa
contro il vetro
della finestra. -ahio….che botta!- disse ricadendo
all’indietro e premendosi
una mano sulla fronte. Dopo questo risveglio movimentato, Michela
pensò bene di
alzarsi. Infilò le ciabatte e scese giù in
cucina, era a meta della scale,
quando una ciabatta gli si sfilò e lei scivolò
rotolando giù dalle scale.
Stefania sentendo le urla dell’amica usci dal bagno per
vedere che cosa fosse
successo. Si affacciò sulle scale e vide Michela per terra
con una gamba ancora
sui gradini. -emh…è tutto a posto?-
domandò preoccupata -si si…sono tutta
intera- disse Michela rialzandosi. Andò in cucina dove
trovò Momo -passami il
cafè- disse con aria abbattuta, quella mattina era
cominciata proprio male. Il
ragazzo le passò una tazza di café -devi solo
aggiungerci lo zucchero-. Prese
il barattolo dello zucchero e ne versò due cucchiaini nel
café. Ma non appena
ne bevve un sorso lo sputò per terra -che schifo! Ma questo
è sale!- disse
strofinandosi la bocca. Momo allora infilò due dita nel
barattolo e poi se le
portò alla bocca.
-hai ragione è
sale...ieri
devo essermi confuso, quando l'ho travasato nel barattolo- -ho
capito...oggi
salto la colazione...-.
Si diresse in bagno per
prepararsi, sperando che non le accadesse qualche altra disgrazia. Quel
giorno
però la fortuna sembrava essere proprio cieca. Mentre
infatti si stava lavando
il viso le andò il sapone negli occhi -ahio! bruciaaaaa!-.
Poi le cadde il
porta saponetta su un piede -che maleeeeeee!- urlò
saltellando su un piede
solo.
Decisamente quella non era
la sua giornata, Guardandosi allo specchio vide che aveva i capelli
mossi, cosi
prese il fono e la spazzola per dargli una lisciata. Prese la spina e
la infilò
nella presa.....
-Lucrezia sei pronta?-
domandò Stefania -si, arrivo- rispose la ragazza uscendo
dalla stanza. -Momo
noi andiamo, ci vediamo più tardi- disse Stefania -ciao-
rispose Momo. Stefania
e Lucrezia era già davanti la porta, quando all'improvviso
tutte le luci si
spensero -che succede?- domandò Lucrezia -deve essere un
blackout- disse Momo.
-non so perchè, ma qualcosa mi dice che centra Chiaki- disse
Stefania -vai a
controllare, è in bagno- disse Momo.
Stefania sali le scale,
aprì la porta del bagno e trovò Michela con il
fono in mano e i capelli sparati
in aria a causa della scossa.
-non sapevo che ti
piacessero i capelli alla Dragon Ball!- disse Stefania trattenendo a
stento le
risate -stai zitta e aiutami...- disse Michela a denti stretti.
Stefania allora
le tolse il fono dalle mani e stacco la spina. -Non posso andare a
scuola
cosi!- si lamentò Michela guardandosi allo specchio -lascia,
ci penso io- disse
Stefania, prese la spazzola e si mise a pettinare i capelli di Michela,
dopo
diversi tentativi riusci a farli ritornare normali, poi prese un
elastico e le
fece una coda alta -grazie- disse Michela. Le due amiche scesero in
salotto
dove Momo e Lucrezia le stavano aspettando. Stefania e Lucrezia si
avviarono
verso la fermata dell'autobus, mentre Michela aspettò che
Momo prendesse la
bicicletta.
-speriamo che a scuola non
mi accada qualche disgrazia- disse Michela mentre era sulla bici dietro
a Momo.
-capita a tutti di avere una giornata storta- disse il ragazzo.
Giunti a scuola Michela
scese dalla bici e attese che Momo la sistemasse insieme alle altre
biciclette
degli altri studenti. Poi i due si avviarono verso la classe. "strano
che
non mi sia successo ancora qualcosa..." pensò la ragazza
mentre si
dirigeva verso il suo banco. si sedette e poggiò la cartella
a terra vicino a
lei. Poco dopo entrò il professore. Quello era il suo primo
vero giorno di
lezione, sperò che tutto filasse liscio, ma quello che non
sapeva era che la
sua sfortuna aveva appena cominciato a giocare con lei.
-Bene ragazzi, qualcuno di
voi vuole leggere il brano a pagina 160?- domandò il
professore di geografia.
Come era logico nessuno alzò la mano. Cosi il professore
dopo una breve
occhiata tra i banchi indicò Michela. -Yamaguchiya giusto?-
-si professore-
rispose la ragazza -comincia a leggere-. Michela trasse un lungo
respiro poi
apri il libro alla pagina richiesta del professore ed iniziò
a leggere, poco
dopo si fermò, ricordandosi che nelle scuole giapponesi,
quando uno studente
doveva leggere qualcosa si alza sempre in piedi. Spostò la
sedia leggermente
indietro e si alzò. Nel silenzio della classe si
udì un lieve rumore simile a
qualcosa che si strappava. "no...ti prego fa che non sia quello che
penso..." Michela abbassò lentamente lo sguardo sulla sua
gonna, completamente
scucita da un lato "non ci credo..." pensò sull'orlo delle
lacrime
-Yamaguchiya c'è qualche problema?- domandò il
professore, -no nulla...solo mi
chiedevo se poteva far leggere qualcun'altro...sa sono nuova...- -va
bene
rimettiti pure seduta- disse il professore. Michela si
accasciò sulla sedia
sospirando, ad un tratto Momo si piegò verso di lei -tutto
bene?- le domandò il
ragazzo, Michela scosse la testa e si indicò la gonna, Momo
vedendo lo strappo
lungo il fianco della gonna non poté fare a meno di ridere
-scemo...- disse
Michela colpendolo con un libro in testa -ehi voi due, fate silenzio!-
disse il
professore riprendendoli, i due si scusarono chinando il capo.
Quando suonò la
ricreazione
Michela uscì dalla classe per evitare che altre parti dei
suoi indumenti
potessero strapparsi ancora per poi rimanere mezza nuda in classe,
camminava
strisciando addosso al muro, lo sguardo vigile pronto a captare anche
il minimo
pericolo per la sua incolumità “voglio capire,
perché proprio oggi mi succedono
di tutti i colori?!?!.....oggi è 11
settembre…..ed è pure il mio numero
preferito!!!! Manco a dire che sia venerdì 17 o
che….spero soltanto che tutto
questo finisca al più presto e che possa tornare a casa sana
e salva….”. Aveva
appena incominciato a rilassarsi che qualcuno, tenendo in mano un succo
di
frutta le andò addosso facendola cadere e rovesciandole il
succo sulla divisa
-ahi....ehi! fai più attenzione!- esclamò
arrabbiata, già pronta a dirgliene e
dargliene quattro al malcapitato -scusa, sono mortificato...- disse un
ragazzo
poco più alto di lei con i capelli rasati sui lati
"O...Oishi"
-emh...no non importa, è stato un incidente- "non posso
prendermela con
Oishi...ma devo comunque sfogare la mia rabbia su qualcuno". In quel
momento passò di li Echizen, quando lo vide, a Michela
brillarono gli occhi di
una luce malvagia –Echizeeeeeeeeen!!!!- disse avvicinandosi
pericolosamente a
lui scrocchiando le nocche -che vuoi?- chiese il ragazzo con la sua
solita aria
strafottente -nulla...solo pestarti a sangue-. Se Oishi non fosse
intervenuto
Michela avrebbe fatto a pezzi Ryoma -dai non te la prendere con lui-
disse
mettendosi tra i due e sorridendo alla ragazza -sei stato fortunato
oggi
“NANO”…..- disse la ragazza, Ryoma senza
dire nulla se ne andò. -Scusa non mi
sono ancora presentato sono Oishi- -io invece sono Yamaguciya, ma
chiamami
semplicemente Yama- -forse è meglio se vai a lavarti la
divisa-
-perchè...oh...è vero è macchiata di
succo- Michela si guardò intorno in cerca
del bagno, non appena lo vide salutò Oishi ed si
recò in quella direzione.
Era appena uscita dal bagno
dopo aver lavato la camicia che vide passare Kikumaru e Fuji -ciao
ragazzi!-
esclamò felice -ehi! ciao Yama- disse Kikumaru -ciao Yama-
Fuji la salutò con
il suo solito sorriso "oddio quant'è carino...Michela
controllati"
-la ricreazione è quasi finita non torni in classe?- le
domandò Fuji -emh...si
stavo andando, però...non è che potreste
accompagnarmi?- i due ragazzi si
scambiarono un occhiata -è successo qualcosa?- -no
è solo che...è tutta la
mattina che mi capitano incidenti e ho paura che possa succedermi
qualcosa
mentre torno in classe- -va bene ti accompagniamo noi- -grazie-.
Stavano scendendo le scale,
Michela al centro e i due ragazzi ai lati, ad un tratto arrivati a
metà scala
inciampò e non sapendo dove tenersi si aggrappò
alle camicie dei due ragazzi
che persero pure loro l'equilibrio e rotolarono tutti e tre
giù per le scale.
-ahia!...Fuji levati dalla mia schiena!- si lamentò Kikumaru
-ragazzi...levatevi
dal mio stomaco!- disse Michela, non appena i due ragazzi si furono
alzati, la
ragazza notò un particolare, avevano la camicia
completamente sbottonata, e
alcuni bottoni erano sparsi per terra e sulle scale -mi...mi dispiace,
ve la
ricucirò- disse mortificata, ma anche molto imbarazzata -non
importa- disse
Fuji aiutandola a rialzarsi. In quel momento suonò la
campanella, -andate pure,
la mia classe è quella in fondo al corridoio- disse -ok noi
allora andiamo-
Michela guardò i due ragazzi allontanarsi e poi se ne
tornò anche lei in
classe, quando entrò vide che Momo era seduto al suo banco.
Il resto delle lezioni
passò velocemente e senza troppi problemi, tranne quando
alzandosi dopo essere
stata chiamata alla lavagna dalla professoressa si strappò
l'altro lato della
gonna, o quando abbassandosi per raccogliere la penna che le era caduta
senti
uno strappo alla manica -non ci credo...-.
Non appena suonò la
campanella dell'uscita si precipitò fuori seguita da Momo.
Fuori era una
splendida giornata, ma appena lei mise piede fuori dalla scuola
cominciò a
piovere -che strano, ha iniziato a piovere appena sei uscita tu-
osservò Momo,
Michela allora rientrò a scuola e subito torno il sole "non
mi stupisco
più di niente ormai..." -Yama...- -si?- -tu resta qui cosi
posso tornare a
casa sotto il sole- disse Momo uscendo -ehi! non lasciarmi sola!-
Michela fece
per seguirla ma ecco che ricominciò a piovere -oh...uffa!-
disse sbuffando e
incrociando le braccia -non torni a casa?- una voce famigliare giunse
alla sue
spalle, si voltò e vide Fuji con in mano un ombrello -...no,
Momo mi ha
lasciato qui- il ragazzo si avvicinò di più per
coprire anche lei con
l'ombrello -se vuoi ti posso accompagnare io- -davvero lo faresti?-
-certo!-
-grazi Fuji sempai- -di nulla, allora andiamo-.
I due ragazzi si
incamminarono, l'ombrello non era molto grande cosi i due ragazzi
dovevano
stare vicini per entrarci tutti e due, ma questo a Michela non
dispiaceva
affatto. Ad un tratto Fuji si abbassò per allacciarsi una
scarpa, cosi facendo
spostò l'ombrello e Michela si ritrovò sotto
l'acqua, poco dopo passò anche una
macchina che schizzò Michela bagnandola tutta. -scusami, ti
sei bagnata?- le
chiese Fuji -che non si vede...?- disse Michela voltandosi verso di
lui.
Alla fine arrivarono
davanti casa di Momo, Michela vide che la bici non c'era -ma come non
è ancora
tornato?- -qualche problema?- -no, è solo che non ho le
chiavi e Momo non è in
casa- -vieni da me allora- -...come?- -vieni a casa mia- ripete il
ragazzo,
Michela non credeva alle sue orecchie, Fuji l'aveva invitata a casa
sua, forse
in tutta quella sfortuna c'era un briciolo di fortuna -se non disturbo
vengo
volentieri- -no certo che no-.
Casa di Fuji non era
lontano, non appena il ragazzo aprì la porta invitandola ad
entrare, Michela si
rese conto che in casa non c'era nessuno -non è un problema
per te se siamo
soli no?- -no no figurati...- disse Michela sedendosi sul divano -sei
bagnata,
meglio se ti cambi, ti vado a prendere qualcosa- disse Fuji entrando in
una
stanza. Poco dopo torno con una maglietta e dei pantaloni -questi sono
di mia
sorella, forse ti staranno un pò grandi ma sempre meglio di
niente- -grazie,
andranno benissimo- Michela si alzò, prese i vestiti che
Fuji le porgeva ed
andò in bagno a cambiarsi. Come aveva detto il ragazzo i
vestiti le stavano un
pò larghi, soprattutto la maglietta. Dopo essersi vestita
usci dal bagno, Fuji
era seduto sul divano, guardando la televisione, o meglio un
documentario sulle
piante grasse. Michela si sedette accanto a lui, era agitata, nervosa e
imbarazzata a tal punto da tremare. Fuji, vedendo le condizioni della
ragazza,
andò a prendere una coperta e iela mise sulle spalle
–cosi non avrai freddo-
disse sempre con quel sorriso angelico ma facendo cosi,
peggiorò le condizioni
della ragazza “….mi
sciolgo….” Pensò. –vuoi
qualcosa, come del tè, acqua o…-
-mi va bene del tè caldo grazie…- disse con la
voce che gli tremava –ok- andò
in cucina, prese il necessario per prepararlo e appena mise la tazza
nel forno
a microonde, un black out…stavano nel buio totale
“oddio!!!...calma…stai calma
Michela….vediamo la situazione….siamo io e lui
soli in casa….io con addosso i
vestiti della sorella….ora manca la luce….ok
questa è la mia sfiga che si fa
ancora sentire….” Pensò per poi fare un
profondo sospiro. –tieni….certo nn è
caldo ma è temperatura ambiente- disse Fuji tornato dalla
cucina cn in mano una
candela “e mo pure la candela!!! Oddio mi gira la
testa…” –grazie…- disse per
poi prendere la tazza e sorseggiare. Michela cominciò a
curiosare per la casa
con lo sguardo, vedeva delle foto, bei mobili e il suo sguardo si
posò su un
cactus a lei famigliare. Si alzò e si diresse verso la
piccola pianta, la prese
e –fa attenzione a Susan…-
“SUSAN?!?!?!” –ah…si
scusa…è solo che….mi sembra di
possedere anche io questo tipo di cactus…- -davvero?-
-si….la tengo in camera
mia, su un comodino…- -mmm…e dimmi possiedi
qualche altra pianta grassa?-
domandò il ragazzo con gli occhi che gli brillavano
–no….però ho tre gatti
pestiferi…- -ah! Se non ricordo male, anche Echizen ha un
gatto…si chiama…mmmm-
mentre il ragazzo tentava di ricordarsi del nome, Michela ripose la
pianta “ma
che me frega a me del gatto del NANO!!!” pensò
arrabbiata. –ah! Ora ricordo si
chiama..- non fece in tempo a dirlo che già era ritornata la
luce e il telefono
squillava, rispose e dall’alta parte era Momo che chiedeva di
Michela –si…si
sta qui con me….come?....a ok…va bene allora a
tra poco…ciao- -era Momo?-
-si…tra due minuti è qui a…-
suonò il campanello –oh! Eccolo…- Fuji
andò alla
porta seguito a ruota da Michela “ uffa….volevo
rimanere un altro po’ con lui e
invece…e va bene….” –
Yama….andiamo che le altre ti stanno aspettando…- -si arrivo…-
-non preoccuparti per i vestiti
di mia sorella, non se ne accorgerà…- -grazie di
tutto Fuji sempai…- disse per
poi fare un inchino e se ne andò con Momo.
Quando tornarono a casa,
Stefania e Lucrezia stavano facendo i compiti -Chiaki
dove sei stata?- le chiese Stefania
-sapessi Sanako...sapessi- -e dai siamo curiose!- disse Lucrezia -e va
bene ve
lo dico...sono stata a casa di Fuji- -COSA?!- esclamarono insieme le
due
amiche, poi afferrarono Michela per le braccia e la trascinarono in
camera
chiudendo la porta -e ora vogliamo tutti i particolari!- disse Stefania
-ma
quali particolari! non è successo nulla di che- disse
Michela arrossendo
-seeeeee perchè ci crediamo?- disse Lucrezia dandole un
colpetto sul braccio -è
la verità!...abbiamo solo conversato….-
-……- -….che c’è?-
-la prossima volta,
impegnati!- disse Lucrezia –e che ci posso fare!!! Stavamo
soli, in casa, al
buio e….- -eeeeeeeeeeeeee???-
-….hem….niente….abbiamo solo
parlato…- -se va
be….- -è inutile insistere, Arisa, più
tosto, finiamo i compiti…- -ok…- rispose
Lucrezia per poi rimettersi a fare quello che stavano facendo.
“….abbiamo solo
conversato…..uff….hanno ragione
loro….mi devo dare una mossa….”
Pensò Michela
mentre si cambiava e si metteva qualcosa che no le stesse cosi grande.
Le ragazze rimasero in
camera finche Momo non le chiamò per avvertirle che la cena
era pronta, anche
quel giorno c'era Sushi. -spero che questa sia l'ultima volta che
mangio Sushi-
disse Michela, non sapeva quanto si sbagliava.