Anime & Manga > Naruto
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Autore: I_S_Acquamarine    16/07/2013    5 recensioni
salve, questa è la mia prima long su Naruto, spero possa piacere.
ecco qui l'idea che mi è venuta: se Kakashi, al momento dell'attacco della Volpe a Konoha avesse avuto 20 anni e avesse deciso di prendersi cura del piccolo Naruto, come sarebbe andata la storia?
Come sarebbe stata la vita di Naruto con qualcuno accanto fin da subito?
E se magari, per puro caso (si come no), al posto di Sakura nel team 7 ci fosse stata Hinata?
Il nostro biondino si sarebbe finalmente accorto di lei e lasciato stare Sakura che non lo caga neanche di striscio?
Premetto anche, nonostante lo sterminio del clan Uchiha sia avvenuto non è stato Itachi, ma un altro membro del clan e che gli unici superstiti sono proprio Itachi e Sasuke.
Quindi, sì, Sasuke seguirà Orochimaru e via dicendo, ma magari riusciranno a riportarlo a casa un po' prima, chissà.
Per scoprirlo dovrete leggere.
Ringrazio fin da subito chi volesse lasciare un commento.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il diavolo e l'acqua santa'
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Ho fatto un miracolo!!! Nonostante la giornata di merda, sono riuscita a scrivere un capitolo più o meno decente. Dai, sono brava.

Ho fatto qualche cambiamento. Naruto non incontra Haku durante gli allenamenti, anche perché mi pare che lo incontra solo perché era scappato per allenarsi e superare la Papera se non sbaglio. Quindi lo incontra direttamente durante lo scontro, ma la conversazione che c’era nell’anime ci sarà lo stesso. Un po’ cambiata ma ci sarà.

Non potevo certo rinunciarvi.

Bene, vi lascio alla lettura.

La fine dello scontro nel prossimo capitolo.

Sì, lo so, sono stronza, ma per oggi passatemela.

Buona lettura e mi raccomando: RECENSITE!!!!

Iaele

 

 

 

CAPITOLO 7

Passò qualche giorno prima che Kakashi potesse alzarsi dal letto, ma ci sarebbe voluto ancora un po’ di tempo prima che potesse tornare in forma per un combattimento.

Nel frattempo aveva disposto una serie di esercizi per i suoi allievi per aiutarli a controllare meglio il chakra.

La più avvantaggiata era Hinata che, avendo imparato come controllare il Byakugan con il padre, aveva già un controllo molto sviluppato.

Nemmeno Sasuke e Naruto se la cavavano tanto male, ma c’era margine di miglioramento.

E così, mentre Hinata faceva da guardia a Tazuna, Sasuke e Naruto si allenavano.

Nella mente di Naruto poi, oltre al desiderio di riuscire in quegli allenamenti e superare Sasuke, oltre alla parte di cervello occupata dalla preoccupazione per il genitore, c’era anche una piccola parte che pensava alla storia di Inari.

Non riusciva a capire come potesse arrendersi così, senza nemmeno provare a lottare.

Non riusciva a concepirlo.

Tazuna aveva raccontato che Inari non aveva mai conosciuto il suo vero padre, ma qualche anno prima aveva incontrato un uomo che lui finì per considerare come tale.

L’uomo era uno straniero che era arrivato fin lì durante uno dei suoi viaggi.

Inari lo prese subito in simpatia siccome era gentile e di buon cuore.

Sognava di portare la pace nel paese delle Onde, ma, vedendo in lui un pericolo, Gato lo fece uccidere.

Da allora Inari non è più stato lo stesso.

Da ragazzino allegro e vivace era diventato taciturno e triste.

Insomma, era diventato tutt’altra persona.

E Naruto? Cosa avrebbe dovuto fare lui?

Odiato da tutto il villaggio.

Orfano e adottato dall’amico del padre.

Due amici in croce.

Due persone in croce che lo trattano come un essere umano.

Senza offesa, ma la situazione di Naruto mi sembra ben peggiore. Eppure lui continuava a lottare e sempre continuerà a farlo.

Se lui ha la forza per lottare, perché quel bambino non ci vuole neanche provare?

Lui ha sua madre, suo nonno, i suoi amici, il suo paese che gli vogliono bene.

Perché non ci prova?

Se lui, che in pratica non ha quasi nessuno, riesce a trovare la forza per andare avanti, perché Inari no?

Questi erano i pensieri che girovagavano senza un ordine logico per la testa di Naruto.

Per quanto si sforzasse non riusciva a ignorare il piccolo Inari.

E come quando ti porti tutto dentro ad un certo punto si esplode, così anche Naruto esplose.

Successe una sera a cena a casa di Tazuna.

Il signor Tazuna stava parlando del suo ponte e di cosa rappresentasse per il paese quando Inari se ne uscì con la solita frase: << Ma vuoi lasciare perdere?! Combattere non serve a nulla! Tanto vince sempre Gato!! >> disse piangendo.

Naruto, che fino a quel momento se n’era stato mezzo addormentato sul tavolo, scattò.

Come cavolo si permetteva quel moccioso di dire così?!

Non vedeva quello che stava facendo suo nonno per tutti quanti e non solo per lui?!

Stava cercando di portare una speranza dove non c’era e lui lo ringraziava così?!
No, non lo avrebbe accettato.

<< Hai finito di piangere moccioso? >> disse seccato.

<< Cosa? >> chiese Inari sorpreso.

<< Naruto! >> lo riprese Sasuke invece.

<< Hai finito di piangere? Sai una cosa? Piangere non serve a nulla quindi perché non fai qualcosa? >> continuò il biondo imperterrito.

Quel moccioso lo aveva proprio scocciato.

<< Che ne vuoi sapere tu?! Io ho perso mio padre per colpa di Gato!! Tu non sai niente del mio dolore!! >> gli urlò contro Inari.

<< E con questo? Dovrei forse fare la vittima per ogni cosa che mi capita? Smettila. Sei solo un moccioso. >> detto questo Naruto se ne andò.

Quel bambino non lo sopportava proprio quando faceva così.

Capiva quello che provava, ma questo non lo autorizzava a comportasi in quella maniera.

Naruto andò in camera, si mise il pigiama e, non appena tocco il cuscino, cadde in un sonno così profondo che non lo avrebbero svegliato neanche le cannonate.

Beato lui.

Inari, invece, sentendosi offeso nell’orgoglio e arrabbiato perché nessuno lo capiva, uscì di casa sbattendo la porta.

Si sedette sulla terrazza e si sedette gambe al petto.

Perché nessuno lo capiva?

Perché nessuno ci provava?

Perché suo nonno voleva andare avanti nella sua follia?

Perché non capiva che era tutto inutile? Che nessuno poteva battere Gato?

Perché?

I suoi pensieri vennero interrotti da Kakashi.

Il ninja lo aveva seguito credendo di sapere quali fossero i pensieri dal ragazzino.

Infondo erano più o meno gli stessi pensieri che aveva fatto, e che ogni tanto faceva, Naruto.

<< Posso sedermi? >> chiese pacato l’uomo.

Inari annuì.

<< Non avercela con Naruto per quello che ha detto. Non è molto bravo con le parole. Sai una cosa? Voi due siete simili. Anche lui è orfano. Si può dire che non ha mai conosciuto i suoi genitori. Tutti al villaggio lo evitano eppure non l’ho mai visto piangere. Ha sempre lottato per quello in cui credeva, per essere accettato. E lotta anche adesso. Forse si è solo stufato di piangere, ma ha capito cosa vuol dire essere forte. Vi assomigliate. >> disse Kakashi.

Aveva capito cosa aveva cercato di dire Naruto a Inari, ma è un fatto assodato che il biondino con le parole non ci sa fare. Eppure con solo un sorriso è in grado si fare miracoli.

Forse con Inari è stato fin troppo diretto ma certe cose le impari con l’esperienza.

<< Sul serio? >> chiese Inari.

<< Sì e vuoi sapere qual è la prova? Non riesce ad ignorarti. >> fece il copy-ninja.

Rimase per qualche momento in silenzio.

Inari stava pensando a quello che Naruto e Kakashi gli avevano detto.

L’uomo invece stava dando al bambino il tempo di assimilare quello che aveva sentito.

<< Bene. Io adesso vado. Per favore, non avercela con Naruto. >> fece il ninja prima di tornare in casa.

Chissà, forse Naruto aveva avuto ragione ad andarci giù così diretto, ma qualche volta sono meglio le parole gentili.

Forse in due erano riusciti a fare qualcosa per quel bambino.

Forse …

*****

Il giorno dopo a fare da guardie del corpo a Tazuna c’erano solo Kakashi, Sasuke e Hinata perché Naruto, che come al solito aveva esagerato con gli allenamenti, stava dormendo come un ghiro in letargo.

Kakashi aveva deciso che sarebbe rimasto a casa del signor Tazuna finché non si fosse ripreso. Affaticarsi troppo non serve a nulla.

Ovviamente sapeva che, una volta sveglio e appreso che loro se ne erano andati lasciandolo lì, avrebbe fatto il putiferio.

Pazienza.

Non si può avere tutto dalla vita.

Prima la salute, poi il resto.

Il problema era che, se lo avesse svegliato ora, Naruto si sarebbe arrabbiato.

Se lo lasciava lì si sarebbe arrabbiato.

Arrabbiato per arrabbiato, tanto valeva pensare alla salute.

Speriamo comprenda” pensò Kakashi mentre si avviava con gli altri verso il ponte.

Speranza vana Kakashi.

Speranza molto vana.

*****

Naruto si era svegliato a metà mattina e indovinate?

Quando ha scoperto che gli altri se ne erano andati senza di lui aveva fatto il diavolo a quattro.

Vestito di tutta fretta, uscito più veloce della luce … per poi tornare indietro una volta arrivato a metà strada.

Perché?

Ma perché, oltre ad avere un brutto presentimento, aveva anche trovato alcuni animali uccisi a colpi di katana e, da quelle parti, non aveva visto nessuno con quell’arma in giro.

Per di più erano tutti nella direzione della casa di Inari.

Nonostante non gli andasse giù il comportamento di quel piccoletto, lo trovava simpatico.

Erano compagni di disavventure infondo.

Fece più in fretta che poté e riuscì ad arrivare giusto in tempo per evitare a dei criminali di rapire la madre di Inari per usarla come ricatto contro Tazuna.

Capiamoci, Naruto non è un genio. Credo che su questo siamo tutti d’accordo.

Ma sulle strategie dell’ultimo minuto, il ragazzo batte proprio tutti.

Quando ogni piano fallisce, quando non c’è più tempo per elaborare una strategia, ci pensa lui, Naruto a tirare fuori una delle sue idee folli che, puntualmente, funzionano levando dai guai tutti quanti.

In un batter d’occhio riuscì a mettere fuori gioco i due brutti ceffi ed a complimentarsi con Inari per aver cercato di salvare la madre nonostante la sua paura.

Inari rimase commosso da quelle parole.

Appena Naruto ripartì per raggiungere il suo team, Inari si mise all’opera per convincere tutti gli abitanti a fare qualcosa contro Gato.

Forse, tutti insieme, ce l’avrebbero fatta.

*****

Naruto arrivò che lo scontro contro Zabusa era già iniziato.

O meglio, Kakashi combatteva contro Zabusa, Hinata, con il Byakugan, proteggeva Tazuna e Sasuke stava combattendo contro il ninja mascherato.

Naruto, vedendo che il padre se la stava cavando andò ad aiutare Sasuke che non prese tanto bene la cosa.

Possibile che non riuscisse ad accettare un aiuto quando arriva?

Mai una volta che lo facesse.

E poi si dice che Naruto è stupido.

Per me bisogna rivedere la cosa.

Comunque, il ninja mascherato non era un avversario da poco.

Aveva un’abilità innata. Sapeva usare l’arte del ghiaccio (cosa non darei per averla con sto caldo!! nda).

I nostri due eroi (di cui uno è una papera nda) si trovarono ancora di più in difficoltà quando il ninja mascherato usò la tecnica degli specchi di ghiaccio.

Tramite i riflessi degli specchi si muoveva troppo veloce per i due e facevano fatica a schivare gli attacchi con gli spiedi.

Ad un certo punto, vedendo che Sasuke aveva in qualche modo intuito i suoi movimenti grazie allo sharingan, il ninja nemico decise di attaccare Naruto che era disteso a terra esausto.

Sasuke, non potendo permettere che l’amico (guai a chi dica che lo comincia a considerarlo tale) venisse colpito si mise in mezzo e venne colpito al posto di Naruto.

Naruto, che si era ripreso proprio in quel momento, vedere che l’amico l’aveva protetto causò uno certo shock.

<< Perché? Perché l’hai fatto?! Perché Sasuke?! >> chiese stupito.

<< Non lo so. Il mio corpo si è mosso da solo. >> disse il moro prima di cadere a terra privo di forze.

<< Sasuke, non dovevi!! Non serviva!! >> disse Naruto.

<< Non è colpa mia se sei una palla al piede, dobe. Sai, non pensavo di finire così prima di aver ottenuto vendetta. Sopravvivi Naruto. Sopravvivi. >> poi, il povero moro, perse i sensi.

Naruto, credendolo morto, fu investito da un enorme rabbia.

Una rabbia violenta, antica.

Una rabbia che non era solo rabbia.

Era rabbia, odio, dolore tutto insieme.

Tutto mescolato in qualcosa di bruciante, che domina su qualsiasi ragione, che domina su tutto ciò che è razionale.

Si sentiva come se tutto questo non appartenesse solo a lui.

Come se ci fosse qualcosa, o qualcuno, da cui provenisse gran parte di quella rabbia.

Non sapeva spiegarlo, ma non riusciva a contenerlo.

Quella rabbia sembrava oscurargli la volontà, voleva prendere possesso di quello che era.

Non glielo avrebbe permesso.

Però, mentre stava combattendo questa battaglia, una grande energia si sprigionò dal suo corpo. Un’energia che spaventò il ninja nemico.

Da dove arrivava quella forza?

E non fu avvertita solo dal ninja nemico, ma anche da qualcun altro.

*****

Kakashi, che stava combattendo contro Zabusa, avvertì quel tipo di chakra proprio della Volpe a Nove Code e per un momento si preoccupò da morire.

Che il sigillo avesse ceduto?

Che fosse successo qualcosa di grave?

Poi, avvertendo che si trattava solo di chakra e di nient’altro, tirò un sospiro di sollievo.

Si era liberato solo il chakra per fortuna. Il sigillo teneva ancora.

Naruto aveva scelto proprio il momento giusto per tirare fuori quel potere.

Forse così sarebbero riuscite a battere il ninja misterioso.

Però ora era meglio che tornasse al suo scontro.

Zabusa non era ancora fuori combattimento.

Che lo scontro continuasse.

*****

Grazie a quella forza misteriosa, Naruto riuscì a rompere la tecnica degli specchi del ninja nemico e a scaraventarlo distante qualche metro.

Con un pugno ben assestato riuscì a rompergli la maschera che rivelò il volto di un ragazzo molto bello, quasi femmineo.

Naruto si bloccò un attimo prima di tirargli un altro pugno devastante.

Era riuscito a riprendere il controllo in qualche modo.

<< Chi sei? Perché aiuti Zabusa? >> chiese il biondo.

Voleva delle risposte.

Come poteva una persona che sembrava così pura stare con uno come Zabusa?

Perché lo faceva?

<< Mi chiamo Haku. Aiuto Zabusa perché voglio che il suo sogno si realizzi. >> rispose il ragazzo.

<< Ma perché? Come puoi stare con uno come lui? Come puoi aiutare lui e Gato? >> insisté Naruto non capendo.

<< Ragazzo, Zabusa è la persona che mi sta più a cuore di tutte. Tu hai qualcuno a cui tieni pi che a te stesso? >> chiese Haku.

<< Non cambiare discorso. >>

<< Rispondi per favore >>

<< Sì e con questo? >> rispose Naruto non sapendo dove l’altro volesse andare a parare.

<< Quando hai qualcuno che ti sta a cuore faresti qualsiasi cosa affinché quello che desidera si avveri. È questo che voglio per Zabusa. Che il suo sogno si avveri ma ormai non posso più farlo. Per favore uccidimi. >>

<< Cosa?! Perché dovrei?! >> Naruto non capiva più niente.

Solo perché aveva perso voleva morire?

Ma era matto?!

<< Sai, per me è difficile comprendere la mentalità di un ninja. Non sono riuscito a fare quello che dovevo con voi. Non potrei mai più servirlo sapendo che l’ho deluso. - il ragazzo rimase in silenzio per qualche attimo - Ragazzo, tu hai un sogno? >> chiese Haku.

<< Sì certo. Voglio diventare forte così che gli altri mi rispettino. >> fece Naruto.

<< E dimmi, lo fai per te stesso o per quella persona speciale? >>

Naruto non capiva proprio dove volesse andare a parare l’altro ma decise comunque di rispondere.

<< Per me, ma anche per lei. Ha fatto tanto per me e vorrei in qualche modo ripagare quello che mi ha dato. >> disse pensando a tutto quello che Kakashi aveva fatto per lui.

L’aveva consolato quando aveva un incubo.

L’aveva protetto quando tutti lo insultavano.

L’aveva aiutato a capire che l’odio e la rabbia non andavano ripagati con altro odio e altra rabbia. Non ne valeva la pena.

L’aveva allenato quando poteva e quando nessuno voleva aiutarlo a migliorare.

Aveva fatto così tante cose per lui che gli sembrava di non fare abbastanza per ripagarlo.

Gli era soprattutto grato di avergli dato una casa e una famiglia.

Senza di lui non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto diventare.

<< Allora puoi capirmi. Io aiuto Zabusa per lo stesso motivo. Devi sapere che, da dove vengo io, un piccolo paese coperto di neve, le persone con abilità innate non erano ben viste. Dovevano nascondere il loro dono o venivano perseguitate. Io non feci eccezione. Quando ero ancora un bambino mio padre scoprì il mio dono e tentò di uccidermi. Riuscii a salvarmi ma non avevo dove andare e nessuno mi avrebbe preso con loro. In quel periodo arrivò Zabusa. L’unica persona che mi mostrò gentilezza. In quel momento decisi che avrei fatto di tutto per lui. Ora però … ora ho fallito. Non potrò più aiutarlo. Ti prego ragazzo. Uccidimi. >> lo pregò ancora Haku.

<< Ma … non c’è un altro modo? >> l’idea di uccidere qualcuno così, a sangue freddo, non andava molto a genio a Naruto.

Capiva il dolore di Haku.

Capiva cos’aveva provato nella sua infanzia.

Capiva cosa aveva provato quando aveva trovato in Zabusa un po’ di affetto.

Lo capiva, ma cosa doveva fare?

Non poteva ucciderlo.

Ma era un nemico.

Un nemico che si era arreso però.

Che doveva fare?

Che devo fare?

 

 

 

 

 

 

 

Sasu: Iaia, ti odio.

Io (con vena pulsante in fronte): come mi hai chiamato scusa?!
Sasu: Iaia perché?

Io (sempre più arrabbiata): chi ti ha detto quel soprannome?

Sasu: tuo fratello perché?

Appunto per me: ammazzare mio fratello.

Io (presente Tsunade incazzata nera? Ecco, io sono uguale): ok, papera, vuoi il gioco duro, bene. Io sono l’autrice quindi vediamo un po’ cosa possiamo farti. Selezione chunnin? Perdi contro quello del suono alle eliminatorie. Orochimaru? Non ti vuole perché non sopporta i pennuti, quindi niente potere per la vendetta. Vendetta? Ma non fatemi ridere! Assolutamente no! Morto prima. Anzi, visto che sei una papera ti faccio finire arrosto con le patate. Che ne dici?

Sasu (terrorizzato): ok. Non ti chiamo più in quel modo.

Io: vedo che hai capito.

Naru: autrice, come mai così arrabbiata?

Io: giornata pessima. Se avete lamentele per il capitolo fatele un’altra volta. Oggi non gira per niente bene.

Tutti: va bene.

Io: ora torno al lavoro. Sperando che domani vada meglio. Spero che il capitolo via sia piaciuto. Ciao!

 

 

   
 
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