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Autore: lightoftheday    27/09/2004    1 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Chu, non ti accecare per leggere! Stai arzilla che mancano due settimane di pubblicazione e poi smetto di tediarvi inutilmente… mi sa che stavolta l’ho fatta troppo lunga? Bo, il problema è che io so da dove parto, ma non so mai dove arrivo! Hai ragione Artiglio, questi ultimi sono capitoli di svolta, succedono un sacco di cose! E vedrai i prossimi, sempre che non vi rompiate prima di leggere ‘sta lungagnata… sigh!

Ciao a tutti e buona lettura! Mandy

 

Capitolo 34

Se è single a trent’anni un motivo c’è…

 

L’incidente domestico di cui era stata vittima la madre di Caroline, la vicina di casa di Jennifer, si era rivelato essere meno grave del previsto. Quella mattina era passata a casa sua per ringraziarla del favore che le aveva fatto la notte precedente; Jennifer dal canto suo era stata sollevata nel sapere che non era stato niente di grave e aveva rassicurato Caroline di poter fare affidamento su di lei.

Nel primo pomeriggio, Jennifer aveva ricevuto la telefonata di Patricia. Dominic se n’era andato da poco, aveva degli impegni importanti quel sabato ed era dovuto andare via di corsa dato che, come al solito, rischiava di fare tardi.

L’amica le era sembrata da subito piuttosto strana, ancor più strano le era sembrato che le avesse chiesto di uscire quella sera. Non per il fatto in se stesso, piuttosto perché pensava che avrebbe passato la serata con Ethan, dopo tutto si parlava del sabato sera.

Avevano deciso per andare prima a cena fuori e poi a bere qualcosa, ma poi avevano finito per andare solo a cena e poi dritte a casa di Patricia, dato che lei aveva decisamente bisogno di sfogarsi.

La sera prima, improvvisamente, aveva piantato Ethan. Questo era tutto quello che aveva detto a Jennifer mentre erano a cena, Patricia si era sfogata solo quando erano state a casa sua in tranquillità.

- Eppure ormai dovrei avere abbastanza esperienza per capire che se un uomo è single a trent’anni, e un uomo come lui vorrei specificare, un motivo c’è! Cazzo se c’è! Bigotto del cavolo, ti giuro che m’ha fatto sentire come se fossi un’arrapata, mi ha veramente umiliata! Ma che paura ha di venire a letto con me?-

Jennifer aveva essenzialmente capito che il problema doveva essere lo stesso del mese scorso. Forse era perché aveva avuto la sua bella gatta da pelare anche lei in quel periodo che non si era resa conto che il problema dell’amica era perdurato, anzi, in verità si era convinta che tra Patricia e Ethan quella ormai fosse una cosa decisamente superata, invece non era così.

- Ma cos’è successo?- le chiese preoccupata e anche un po’ incuriosita.

- Te lo spiego subito: ieri sera dopo l’uscita solita l’ho invitato a casa mia per bere una cosa, certo che l’ho fatto perché mi sarebbe piaciuto che succedesse qualcosa. Sai come vanno queste cose, l’ho baciato, lui mi ha risposto, quando ho cercato d’intensificare la cosa, come al solito, si è staccato da me e mi ha detto che era ora che tornasse a casa!-

Jennifer aveva fatto un’espressione delusa, come se sentisse addosso la frustrazione della sua amica.

- Insomma, ho preso il coraggio a due mani e gli ho esplicitamente chiesto di rimanere, e lo sai cos’ha fatto lui, dico, lo sai cos’ha fatto?- disse infervorata dal suo discorso verso l’amica. Ovvio che non aspettasse una risposta, Jennifer la seguiva con lo sguardo mentre camminava nervosamente nel suo soggiorno.

- Mi ha guardata come se fossi una maniaca sessuale e dopo qualche secondo mi ha detto che non sta cercando una storia di sesso! Dopo due mesi che usciamo regolarmente si rifiuta di fare l’amore con me perché non vuole una storia di sesso! A quel punto non c’ho visto più, l’ho messo alla porta e gli ho detto di non farsi più vedere, che deficiente! Certo, non prima di avergli spiegato, forse in modo abbastanza confuso, che se volevo fare l’amore con lui era perché lui mi piace, non certo per un orgasmo!- fece una pausa, si rimise seduta accanto a Jennifer.

- Mi dici che ho di sbagliato Jen? Ti giuro che m’ha fatto sentire come se fossi una ninfomane o giù di lì. Sono quasi otto anni che non ho una storia così lunga, stavolta pensavo davvero di aver trovato una persona che valesse, invece mi ritrovo ad essere scambiata per una che vuole solo scopare!-

- Tu non hai niente che non va, se mai è lui che è un tantino fuori di testa! Va bene aspettare, però mi sembra palese che il tuo voler fare l’amore con lui era per dimostrargli che ci tieni, se non l’ha capito vuol dire che in fondo non ti sei persa niente.- le aveva detto Jennifer.

- Cioè, mica che non mi attrae fisicamente… insomma, Ethan senza dubbio è veramente un bell’uomo, mi piace come si muove, quello che dice e come lo dice, se ti dicessi che volevo fare l’amore con lui solo per amore, se così si può chiamare, ti direi una bugia. Sono fatta di carne anch’io, che credi! Mi chiedo se è lo stesso per lui. Forse è asessuato…-

Entrambe scoppiarono a ridere, di una risata liberatoria, ne avevano proprio bisogno a quel punto. Continuarono a chiacchierare finché non si era fatto tardi e Jennifer aveva deciso di tornarsene a casa sua, tuttavia quella discussione fatta con Patricia aveva continuato a tenersela in testa.

Per prima cosa era sinceramente dispiaciuta per la sua amica: era vero che finalmente sembrava che le cose per lei avessero ricominciato a funzionare, era da quando si era separata che per lei gli uomini erano un argomento estremamente delicato. Non che la sua separazione fosse avvenuta per motivi particolari o molto dolorosi: il problema era che si era sposata troppo giovane, e con il fidanzato dell’adolescenza, sin dai primi mesi del matrimonio le cose avevano cominciato ad andare male e non c’era voluto nemmeno un anno perché tutto finisse.

Sebbene tutto questo fosse avvenuto senza grossi scossoni, era stato però come se a Patricia si fosse spezzato qualcosa dentro: aveva smesso di credere che potesse esistere l’amore, per lei il vero amore era stato quello da cui aveva dovuto allontanarsi e che si era trovato un’altra in tempi più che record, tanto che si era sposato nuovamente nemmeno un anno dopo che il loro divorzio era diventato effettivo. In un rapporto a due Patricia riusciva a vedere solo una sorta di adattamento reciproco che due persone compiono in un lento processo che durava anni ed anni, un po’ com’era il matrimonio dei suoi genitori, ovvero la cosa che non voleva dalla vita. Sotto sotto sperava sempre che potesse arrivare qualcuno che le avrebbe fatto cambiare opinione, nonostante il fatto che due mesi non fossero sufficienti per poterlo dire, Ethan aveva tutte le carte in regola per poter essere il suo uomo ideale.

Questo Jennifer l’aveva capito subito, del resto anche lei era stata ad un passo dallo sposarsi, come Patricia, con il fidanzato del liceo, quello che conosceva da una vita e con il quale il suo futuro di moglie e madre era già praticamente programmato. Poi non l’aveva fatto, ed era stato meglio così per lei: quella scelta, per quanto era stata dolorosa a quel tempo, le aveva permesso di vivere la sua vita davvero.

Anche lei aveva avuto un momento di sconforto e aveva pensato che l’amore non esistesse, ma era sempre stata più ottimista di Patricia e non aveva smesso di cercare.

Certo la sua vita sarebbe stata immensamente diversa se fosse rimasta in Nevada, nella ridente e perfettissima Spring Creek, dove tutti sono un modello di virtù e, se anche non te lo dicono, di frustrazione. Questo Jennifer aveva potuto vederlo con i suoi occhi, dato che Robert si era sposato con un’altra sua compagna di liceo: l’ultima volta che lo aveva visto era stato quasi un anno prima, l’aveva incontrato casualmente, per strada nel centro di Spring Creek, durante una delle sue visite annuali durante le quali sua madre non faceva che criticare la sua vita. Era stato una domenica mattina dopo la messa, alla quale nessun membro della piccola comunità mancava, pena la catalogazione come eretici da perseguitare. Con addosso i vestiti della festa aveva visto lui e Sara, la sua dolce mogliettina che dai tempi del liceo doveva aver messo su almeno una decina di chili, probabilmente un regalino lasciato dalle sue tre gravidanze. All’età sua Sara aveva già tre bambini, tre odiosi bambini in verità, litigiosi e piuttosto stupidi, come i genitori. Non che Jennifer non volesse figli, era solo quel modo di averli che non accettava, come non accettava il fatto che Robert, per il solo fatto che lei non avesse accettato di diventare così come lui avrebbe voluto, la considerasse una donna perduta, destinata a bruciare tra le fiamme dell’inferno. Del resto tutti in quel posto pensavano che chissà che vita conducesse a Los Angeles, sua madre per prima.

Subito il suo pensiero era andato alla sua relazione con Dominic mentre sdraiata nel suo letto, prima di addormentarsi, non riusciva a smettere di rimuginare su quanto Patricia le aveva raccontato.

Il problema che l’amica aveva avuto con Ethan per lei quella volta non si era mai posto minimamente, anzi, se mai si era posto quello contrario. Con Dominic era andato tutto anche troppo velocemente: il fatto di aver fatto l’amore la prima volta dopo solo due settimane che si conoscevano per prima cosa, ma anche il modo in cui si era posta con lui nel sesso. Inutile negarlo, era sempre stata una timidona sotto quel punto di vista e di certo nei suoi rapporti precedenti lei non era mai stata spinta a capire cosa significasse stare veramente con un uomo in quei frangenti. In un certo senso si sentiva come se si fosse appena svegliata da una sorta di torpore, pensò che se aveva scoperto quel lato di se stessa e anche il fatto che non si vergognava minimamente di tutto questo era interamente merito di Dominic.

Un sorriso le increspò le labbra, pensò a Sara e al modo in cui probabilmente aveva concepito le sue tre “splendide” creature, a meno che Robert non avesse imparato qualcosa dopo che lei l’aveva lasciato.

Dire un paio di spinte e via forse era esagerare, ma non è che Robert si fosse impegnato molto di più con lei, e il bello era che credeva di essere un grande amante, forse perché nell’inesperienza dei diciott’anni, età in cui Robert era riuscito a portare Jennifer a quel passo, lei gliel’aveva lasciato anche credere.

Il sorriso si era allargato quando aveva ripensato che lui, come pretesto per convincerla a non lasciarlo, gli aveva proprio ricordato che lei si era concessa a lui, era stato un peccato di debolezza che avevano commesso, le aveva spiegato:- Dio forse ci potrà perdonare per essere stati deboli, - gli aveva detto quella volta, erano passati più di sette anni da quella discussione, - Ma è un errore che potremmo buttarci alle spalle solo se rimarremo insieme e se ci sposeremo…-

Era un discorso ridicolo, come ridicolo era il fatto che lui non aveva colpa di quello, perché era stata lei a concedersi a lui e a rinunciare alla sua virtù… lui non aveva fatto niente, figuriamoci, quel sant’uomo! Gli mancava solo l’aureola!

Robert aveva continuato per un po’ con quel sermone da quattro soldi, ma Jennifer ormai aveva capito quello che voleva, e non era certo che la rendesse una donna onesta. 

A dirla tutta aveva spesso pensato che probabilmente non era stato nemmeno sesso con Robert, aveva capito cosa fosse veramente un orgasmo solo quando era arrivata a quel passo con Colin, anche se poi aveva dovuto costatare che spesso gli uomini sono disattenti e pensano solo al loro. Ma più probabilmente era Colin che era un egoista: era finita da parecchio anche con lui e Jennifer ancora si chiedeva come fosse possibile che si fosse innamorata e per giunta perdutamente di uno del genere.

Tanto per cominciare lei e Colin non avevano niente, ma assolutamente niente in comune. Si erano conosciuti per via del fatto che era stato un cliente del commercialista per cui lavorava, lui stava nel campo dell’economia e se Jennifer avesse dovuto dire quale fosse di preciso il suo lavoro, non avrebbe saputo dirlo. Lui le aveva anche spiegato in cosa consistesse il suo impiego di consulente finanziario, ma lei, del tutto a digiuno di rudimenti di economia a quei livelli, non riusciva mai a capirci niente di tutti quei termini strani. Finiva sempre che lui s’innervosiva e le diceva di non scocciarlo.

Alla fine si era conclusa per lei in modo devastante, dato che in quel rapporto Jennifer aveva visto un punto di arrivo ed era stata invece ripagata con una serie infinita di tradimenti che erano venuti alla luce tutti insieme. Addirittura l’ultima non sapeva nemmeno di essere l’amante, Colin conduceva praticamente una doppia vita ed entrambe ignoravano la cosa, o volevano ignorarla, almeno per Jennifer era così.

Anche se non ne era sicura, Jennifer aveva finito per lasciarlo, per continuare per un bel po’ a pensare a lui e a pentirsi di non averlo perdonato, finché un giorno non aveva aperto gli occhi: Colin era soltanto uno stronzo, e della peggiore specie, uno di quelli che di tutto sanno sempre più di te e che quando aveva pensato per sé stava apposto. Il modo poteva anche cadere se lui stava bene e aveva tutto quello che gli serviva, compresa una stronza, ovvero Jennifer in persona, che per lui avrebbe fatto anche lo zerbino tanto era innamorata. Era stato a quel punto che Jennifer aveva smesso di starci male e che si era, se così si può dire, rimessa in piazza, anche se sempre con una certa cautela.

Quella cautela Dominic l’aveva spazzata via con un sorriso, offrendole una birra e chiamandola Jenny Jennifer quella sera all’Hard Rock.

Per come era andato l’ultimo periodo con lui dopo quel fraintendimento dell’amica che aveva trovato a casa sua, Jennifer cominciava davvero a concedersi il lusso di pensare che probabilmente quella storia stava ingranando veramente. Certo non era facile, ma non era impossibile in fin dei conti, e lei voleva credere che sarebbe stato possibile costruire qualcosa con Dominic.

 

***

 

- Che fine hai fatto ieri sera? Ad un certo punto non ti abbiamo più visto e ci siamo pure preoccupati, eri così ubriaco che se ti chiedevano chi eri saresti stato capace di rispondere che eri il grande puffo!-

La domanda di Billy, il pomeriggio della domenica, aveva riportato improvvisamente Dominic allo spiacevole stato d’animo con cui si era svegliato all’alba di quella mattina. Giustamente l’amico gli aveva chiesto che fine avesse fatto, dato che la notte prima, da quello che aveva capito, se ne doveva essere andato in fretta e furia dal locale dove erano andati tutti insieme senza nemmeno avvertire.

Non che fosse una sensazione nuova, ma era sempre piuttosto spiacevole svegliarsi e per prima cosa farsi una serie di domande che mettono in discussione anche il più piccolo dettaglio della propria esistenza: Dove sono? Chi è questa? Cosa ho fatto? L’avrò usato il preservativo? Ma quanto ho bevuto ieri sera che non mi ricordo un accidenti di niente? Ma che ore sono? Dove sono le mie mutande? Qual’è l’uscita?

A quel punto una cosa si faceva chiara: il bisogno di fuga. A occhio e croce dovevano essere le sei di mattina, la luce era più o meno quella con cui si era svegliato la mattina del giorno prima, l’unica differenza, e che differenza, era che la crisi esistenziale la mattina prima non gli era presa, dato che era a casa di Jennifer e che non era reduce da festeggiamenti.

Quando gli succedevano cose simili non poteva fare altro che arrabbiarsi con se stesso: per quanto potesse essere soddisfacente in termini puramente fisici, Dominic sapeva perfettamente che cose del genere erano veramente senza senso, senza bisogno di rincarare la dose fermandosi a riflettere sul perché certe donne ci stavano con lui senza farsi troppe remore.  Ma così, era ridicolo! Non ricordarsi nemmeno com’era arrivato in quell’appartamento, cosa avevano fatto e se gli era piaciuto era proprio da mentecatti. Allora che l’aveva fatto a fare?

La sera prima aveva optato per non prendere la macchina, tanto già lo sapeva che sarebbe finita così. Con Billy e gli altri si erano dati appuntamento nel solito locale, si ricordava vagamente dell’inizio della serata, che c’era anche quella rompiscatole di Susan, che come il suo solito gli si era strusciata senza ritegno per buona parte della serata almeno fino a che lui non era riuscito a liquidarla in qualche modo.

Non appena lo aveva visto gli era andata incontro, circuendolo e facendo in modo che lui si staccasse addirittura dagli amici con cui era arrivato. Susan subito gli aveva chiesto com’era che nell’ultimo periodo non l’aveva mai visto. Se fossi davvero un’amica di Jennifer, brutta stronza che non sei altro, lo sapresti, aveva pensato subito lui, poi invece le aveva dato una delle sue solite risposte a gran fico, alla quale lei aveva riso in modo anche esagerato.

- Mi faccio desiderare, del resto me lo posso permettere.- le aveva detto.

Poi si ricordava vagamente di una tipa carina che doveva essere quella che dormiva alla sua destra. Doveva esserlo almeno, di certo non ne era poi così sicuro.

Era uscito da quell’appartamento per ritrovarsi in una zona della città che nemmeno conosceva tanto bene, chiamare un taxi e spiegare dove fosse era stato anche abbastanza difficoltoso, la signorina che gli aveva risposto doveva averlo preso per un rincoglionito, Dominic aveva come il sospetto che se l’avesse pensato non avrebbe avuto tutti i torti. Mentre aspettava il taxi per scrupolo aveva controllato nel suo portafogli costatando che il condom che ci aveva messo prima di uscire la sera prima non c’era più, tirando l’ovvia conclusione che almeno quello l’aveva usato. Tutto ciò seguito da un rassicurante sospiro di sollievo. Almeno di quello, aveva pensato, era sicuro.

La domanda di Billy gli era stato rivolta sulla porta, Dominic non gli aveva risposto subito, l’aveva fatto entrare prima e poi gli aveva detto che semplicemente si era svegliato a casa di una e se l’era filata subito dopo. Billy lo aveva guardato un po’ di traverso, non che lui quelle cose non le avesse mai fatte, ma decisamente non con la sorprendente frequenza con cui le faceva Dominic. Si era astenuto da ogni giudizio ovviamente, Dominic era libero di vivere come voleva, di certo però non lo approvava.

Era piuttosto curioso di una cosa dopo quella sera, dopo un po’ aveva chiesto a Dominic di spiegargli un po’ la faccenda e l’altro l’aveva fatto a grandi linee, mostrando di non essere molto propenso a parlare di quell’argomento. Billy era stato molto incuriosito dal fatto che lui si fosse mostrato così freddo con quello schianto di ragazza che gli era stata appiccicata per buona parte della serata, ovvero Susan.

- Tanto per fartela breve, quella è un’amica, si fa per dire ovviamente, di Jennifer, che crede che se riuscirà a venire a letto con me forse le si apriranno le porte del cinema, che imbecille. A parte il fatto che se anche riuscisse a venire a letto con me ben poco potrei e vorrei fare per lei, ma poi, voglio dire, io potrei anche farmela, che mi frega, ma lei dice di esser amica di Jenny… insomma, è un gran troione. Pensa se l’è fatta pure Jonathan e nonostante questo si struscia a me davanti a lui che è una meraviglia.-

Billy lo guardò perplesso, più di una parte di quel discorso non gli era stata chiara.

- Scusami, ma che differenza fa se ci prova davanti a Jonathan? E poi, abbi pazienza se te lo dico, ma non è che pure tu faresti una gran bella cosa a farti un’amica della tua donna!-

Dominic girò la testa di scatto guardando Billy piuttosto seccato. - E chi sarebbe la mia donna scusa?-

L’altro rimase un momento spiazzato per il tono e per la domanda che gli sembrava davvero fuori luogo.

- Come chi è la tua donna? Ma che domanda è?-

- Se ti riferisci a Jennifer chiariamolo una volta per tutte, ci vediamo e tutto il resto ma non è la mia donna e su questo non ci piove, cazzo!-

Billy s’innervosì per il modo poco gentile con cui Dominic si era rivolto a lui. - Tanto per cominciare datti una calmata, ti sei fatto anche una scopata stanotte dovresti essere un tantino più tranquillo. E poi vedi tu di spiegarmi, perché francamente parli di questa Jennifer come se fosse la tua donna, e questo mi porta a pensare che forse sei tu che hai le idee un tantino confuse!-

- Scusami, sono un cretino, è che m’innervosisce questa situazione.- rispose Dominic dopo qualche secondo. Si era reso conto di aver esagerato.

Billy comprese e continuò. - Da come parli di lei sembra che questa tipa sia molto presa, poi passi un sacco di tempo a casa sua, come l’altra notte, veramente dai un’idea diversa.-

Dominic tentò di spiegare all’amico parte della natura del suo rapporto con Jennifer semplicemente con questo concetto, che se anche vago, fece intendere a Billy tutto il necessario, non spingendolo a fare altre domande.

- Che ci posso fare io se questa crede che io sia preso da lei quanto lo è lei per me? Insomma, io la coscienza apposto ce l’ho, mica le ho mai promesso niente. Se si è innamorata, affari suoi.-

Dal canto suo Dominic pensò che quella era in assoluto la prima volta che doveva giustificarsi del fatto di aver continuato a vedere Jennifer per tutto quel tempo, e l’aveva fatto esprimendo a chiare lettere quella che era la sua scusa principale. Da come Billy l’aveva guardato o, meglio, non l’aveva guardato, intese che l’amico non approvava per niente. Pazienza, quella era la sua vita, se Billy non approvava tanto peggio per lui.

Billy infatti rimase in silenzio, ma pensando che a Dominic qualcuno doveva aver fatto un lavaggio del cervello negli ultimi mesi. Non era quel Dominic che aveva conosciuto agli inizi, lui non avrebbe mai detto una cosa tanto stupida, nel frattempo ingiusta e pure di comodo. Non si sarebbe comportato mai così con una ragazza: Billy aveva capito benissimo che lui stava approfittando di lei per un suo tornaconto, e la cosa lo disgustava un po’. Cominciò seriamente a chiedersi chi fosse la persona che aveva seduta davanti, perché non la riconosceva.

Quella conversazione, che sul momento sembrava conclusa, era rimasta impressa a Dominic: Billy non aveva parlato, ma lui aveva colto perfettamente tutti i sottintesi di quel silenzio e questo l’aveva portato a rifletterci su.

 

Appena pochi giorni dopo, di prima mattina, l’aveva chiamato il suo agente, buttandolo anche giù dal letto. Nel suo solito tono piuttosto autoritario gli aveva detto di passare nel suo ufficio di corsa, Dominic aveva eseguito dato che aveva intuito che doveva essere una cosa importante. Mentalmente, mentre in macchina percorreva la strada che doveva fare, aveva pensato a quale potesse essere il problema. Forse l’avevano beccato ad uscire da un locale con qualcuna, sicuramente doveva essere quello. Infatti, non appena era entrato nell’ufficio del suo agente, l’uomo gli aveva sbattuto davanti un periodico e gli aveva detto di andare ad una certa pagina. La sorpresa era stata piuttosto pronunciata, Dominic era rimasto a guardare quelle foto a bocca aperta come un luccio.

- Sei sorpreso? Mi dici chi è questa per piacere?- gli aveva chiesto tagliente l’agente.

Dominic l’aveva guardato. - Sì che sono sorpreso, saranno state nemmeno le sette di mattina, francamente non mi aspettavo che mi facessero le poste anche all’alba! E’ un’amica, non ti scaldare più di tanto.-

- Per me quella poteva essere pure tua cugina o una che ti sei portato a letto ripetutamente, non fa differenza, mi devi dire quale parte della frase non ti devi far vedere in giro con donne non ti è chiara.- Dominic però non lo stava molto ascoltando, e forse era anche meglio dato che non aveva nessuna voglia di arrabbiarsi per quello che diceva il suo manager.

Era Jennifer nelle foto, senza alcun dubbio. Fortunatamente solo lui era ben riconoscibile, le foto non erano molto chiare, Jennifer non era mai stata inquadrata bene in nessuno scatto, ma per chi la conosceva era certamente riconoscibile in più d’uno. Improvvisamente Dominic si era perso nel guardare nuovamente quelle foto, aveva dei flash che gli attraversavano la mente, ricordi di quella mattina in cui si era svegliato e si era ritrovato Jennifer appoggiata contro la sua schiena, mentre gli teneva il braccio destro sul suo e gli teneva la mano sulla sua spalla. La sera prima c’era stato quell’incidente della sua vicina, lui non ce l’aveva fatta ad aspettare che lei tornasse e si era addormentato. Svegliarsi così, con la prima luce dell’alba che filtrava dalla tapparella era stata una sensazione molto bella. Le aveva preso la mano mentre lei ancora dormiva e aveva intrecciato le dita alle sue, non ci aveva messo molto a svegliarsi anche lei. Dato che era così presto erano usciti a fare colazione, erano tornati subito a casa sua però a riprendere finalmente quello che non avevano potuto finire la sera prima. Se n’era andato solo nel primo pomeriggio, ed era stato bene, una sensazione che stava cercando di rivivere in quel momento.

- Mi stai ascoltando?- aveva ribattuto l’altro, Dominic era quasi trasalito a quel richiamo, aveva alzato di scatto la testa.

- Sì, ti sto ascoltando. E comunque lo sai che a me questa cosa non piace, dato che sono un personaggio pubblico si pretende che io non abbia una vita privata? Insomma, è assurdo!-

Avevano discusso su questa linea per un po’, alla fine Dominic aveva detto che avrebbe provato a stare un po’ più attento, anche se a dire la verità nemmeno lui ci credeva. Quando se n’era andato aveva chiesto se poteva tenere il giornale, il suo manager lo aveva guardato storto e gli aveva detto di fare un po’ come voleva. - Tanto fai sempre quello che ti pare comunque, nemmeno a dirtele le cose!-

Una volta a casa sua aveva sprecato tempo anche a leggere l’articolo, un mucchio di stronzate dove si facevano delle ipotesi su chi Jennifer potesse essere. Dominic aveva sempre considerato la categoria dei paparazzi malissimo, li detestava veramente dal profondo, in quel momento ancora di più. Ormai lui si poteva dire che ci fosse abituato, la sua paura era che la cosa potesse nuocere in qualche modo a lei. Dove li avevano fotografati erano anche vicini a casa di Jennifer, questo complicava molto le cose.

Non si rendeva nemmeno pallidamente conto di quanto fosse strano il suo comportamento, e di certo in quel momento non si accorse affatto che si stava preoccupando per lei, che temeva che avrebbe potuto avere dei problemi e che li sentiva come suoi, mentre invece a Billy, uno dei suoi migliori amici, aveva candidamente detto che di lei non gl’importava nulla.

   
 
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