Ciao a tutti
questa è la mia prima ff, spero vi piaccia il primo
capitolo. Ah, le parti in
corsivo riguardano i flashback. Buona lettura:)
Delusione:
ecco tutto quello che provava in quel momento. Allyson era stata delusa
per l’ennesima
volta, dall’ennesima persona in cui aveva creduto, a cui si
era affidata e
ormai nessuno avrebbe più potuto rimediare a
quell’enorme cicatrice che si era già
aggiunta alle altre, che era andata ad accumularsi alle ferite ricevute
nel
corso della sua esistenza. Che senso ha vivere? Si trovò a
chiedersi per un
momento e arrivò alla conclusione, come faceva molte volte,
di essere
semplicemente una di quelle a cui il destino aveva detto
“no” rendendogli così
la vita impossibile. Dopo la madre, anche il padre sembrava averla
abbandonata
e adesso l’unica persona a cui era riuscita ad aprire il suo
cuore l’aveva
tradita, finendo così per tritare quel poco di fiducia che
le era rimasto.
Pov. Allyson
*il volo per
Londra sta per partire* una voce rimbombava nella mia testa. Mi alzai,
presi
quelle poche cose che ero riuscita a recuperare nel trambusto di ieri
sera e mi
avviai verso la porta d’imbarco, sperando così di
riuscire a lasciarmi tutto alle
spalle, non volevo più ricordare nessuno in questo posto,
non di certo dopo
quello che era successo.
Stavo tornando a
casa dopo una
giornata di lavoro dal mio Mike e questo non mi poteva rendere
più felice. Io e
lui eravamo fidanzati ormai da 2 anni e gli dovevo tutto, era stato lui
a
salvarmi dal mondo in cui vivevo prima. Dopo una camminata di due
isolati
intravidi finalmente la casetta che eravamo riusciti a tirar su con
tanta fatica,
mi avvicinai fino a riuscire a scorgere il tappetino alla porta
d’entrata che
riportava la scritta “welcome”, ma mi bloccai. Un
immagine orribile si posò
davanti ai miei occhi, una ragazza ben poco vestita era avvinghiata a
Mike, il
quale la stringeva a sé con foga, mentre si scambiavano un
bacio che di casto
non aveva proprio niente. Singhiozzai, lui si girò e per un
attimo mi volli
sotterrare. I miei occhi passarono da lui alla ragazza per almeno
qualche
minuto e ora erano sommersi da goccioline salate e silenziose. Il mio
sguardo
era pieno di odio, rancore e amarezza e l’unica cosa che
riuscii a fare in quel
momento fu sorpassarli entrando così in casa, tra le parole
di Mike che non
sentii perché ovattate dal pianto. Presi qualche indumento e
lo gettai in una
borsa a caso, uscii di nuovo a passo svelto e riuscii solo a decifrare
qualche
sua parola –sei tu la donna della mia vita- disse, non lo
ascoltai. Di certo in
quel momento non volevo comprendere niente, volevo solo fuggire. Mi
aveva fatto
male e solo lui sapeva cosa potessi provare in quel momento, ma questo
sembrava
non importargli dato che l’aveva fatto comunque. Tutte
promesse buttate al
vento –non ti farò mai del male- era quella che
adesso ardeva di più e l’unica
che volevo rispettasse veramente. Adesso, l’unica cosa che
volevo fare era
scappare via da lui e da quel posto che ormai riusciva solo a
trasmettermi
tristezza, ero troppo debole per sopportare anche questo, troppo debole
per
sopportare qualsiasi cosa, così decisi di andare
dall’unica persona che mi
aveva sempre capita, con il solo sguardo.
Vagavo per
quella città ormai da un’ora come una turista
sperduta, una cartina in mano e
un indirizzo che mi vagava per la mente, quello che mi avrebbe portato
da lui.
Tirai un altro sospiro frustrato per il mio tremendo senso
dell’orientamento,
ero già stata a Londra qualche volta, ma in quel momento mi
trovavo davvero in
difficoltà. –stai cercando qualcuno?- una voce
alle mie spalle mi face girare
di scatto –come?- risposi ponendogli un’altra
domanda. La persona che mi trovai
davanti fu una ragazzo di almeno una spanna più alto di me,
con i capelli
castani e due occhi nocciola tremendamente profondi che in quel momento
erano
accesi da una leggera curiosità nei miei confronti, era
davvero molto bello…ma
poco importava in quel momento. –ti posso dare una mano. Dove
devi andare?- io
annui sollevata e mi feci portare nella via che tanto avevo cercato
–sei nuova
di qui?- ruppe il silenzio –si, beh…non so nemmeno
se rimarrò a lungo- -ah,
capisco- vagai con lo sguardo e finalmente vidi quello che cercavo.
–ehm..grazie
per avermi accompagnata, io sono arrivata- -è stato un
piacere, ci vediamo
allora!- -si, ciao-
Detto questo
andai alla porta e suonai il campanello, notando con
felicità che almeno da
fuori quel posto non era cambiato proprio per niente. La porta si
aprì –ti ho
detto che non voglio comprare nien..- la sua voce si bloccò
–Ally- sospirò –Harry-
dissi di rimando