La mattina Ginny
si svegliò prima del solito. La luce filtrava attraverso le tende e illuminava
fiocamente la stanza. Le altre ragazze, compresa Lara, dormivano ancora
profondamente. Non era la prima volta che si svegliava così presto perché
spesso, durante l’anno, la sera era talmente stanca per le ore passate a
studiare che andava a letto poco dopo aver mangiato. La mattina quindi poteva
ripassare per le lezioni del giorno, seduta sul comodo divano della sala
comune, a quell’ora assolutamente deserta e tranquilla e a volte si univa a lei
anche Hermione, in ansia per qualche compito in classe in cui, puntualmente,
risultava poi la migliore. Ma poiché le lezioni non erano ancora iniziate, non
aveva niente da fare e così si alzò senza fare rumore e raggiunse il bagno. Si
truccò con molta calma, attenta ad ogni particolare, e poi prese la divisa dal
baule e si vestì. Trovò un libro che sua madre le aveva comprato la settimana
dopo il suo ritorno a casa, ma che ancora non aveva iniziato e lo prese,
avviandosi verso le scale.
Si sedette sul
divano rosso, appoggiando i piedi sul tavolino.
Aveva iniziato a
leggere da poco, quando un rumore alle sue spalle la fece girare, incuriosita,
verso le scale che portavano ai dormitori.
Un ragazzo dai
capelli neri scompigliati scendeva le scale assonnato, massaggiandosi la fronte
su cui spiccava una cicatrice a forma di saetta.
“Harry” esclamò
sorpresa “che ci fai in piedi a quest’ora? E che hai fatto alla testa?”
Harry le restituì
uno sguardo sorridente e imbarazzato, e la raggiunse sedendosi sul tavolino di
fronte al divano.
“Ehm…io..ho
sbattuto contro il muro” ammise “Non sono ancora completamente sveglio”
Ginny soffocò una
risatina divertita “e allora perché non sei nel tuo letto?”
“ Pensavo di
andare a fare un giro al campo di Quidditch. A settembre il tempo è ancora
abbastanza buono, e a quest’ora il campo è sempre libero. Tu invece?”
“Ieri sera sono
andata a letto presto, così ora sono completamente sveglia.” Mostrò il libro,
sulla cui copertina era riprodotto un vecchio quadro che ritraeva un drago
“Leggevo. Mamma mi ha comprato questo libro che avevo visto l’anno scorso
durante le vacanze di natale.”
Harry prese il
libro e lo girò, per leggerne la trama. Ginny ne approfittò per osservare il
suo bel viso, illuminato dalla luce del sole settembrino che illuminava la Sala
Comune. Era davvero bello. Concentrato poi, senza apparenti preoccupazioni, lo
era ancora di più. Non si stupì di essere stata così innamorata di lui,
dopotutto, a parte l’essere bello quasi quanto il Serpeverde, con lei era
sempre stato gentile ed educato.
“A proposito”
riprese lui “hai già scritto a tua madre?”
“No” rispose
Ginny “Però potrei farlo adesso. Anzi, se aspetti un secondo scrivo la lettera
e esco con te per andare in guferia”
Harry sorrise e
annuì. Ginny si alzò e salì di corsa le scale del dormitorio, entrò nella sua
stanza, prese pergamena, inchiostro e piuma, le infilò di fretta nella borsa
nera tracolla e ritornò in Sala Comune.
Harry aveva preso
il suo libro e leggeva le prime pagine con vago interesse.
Si sedette al
tavolo più vicino e buttò giù qualche
riga per rassicurare sua madre sul fatto che il viaggio era andato tutto bene.
Concluse scrivendo che le voleva bene e che anche Ron le mandava i suoi saluti.
“Bene. Ecco
fatto.” Si girò verso Harry che alzò lo sguardo dalle pagine del volume
spostandolo su di lei.
“Perfetto. Salgo
a prendere la scopa”
Dieci minuti
dopo, qualche metro fuori dalla torre di Grifondoro, i due ragazzi si
salutarono.
Harry svoltò a
sinistra, diretto al campo, mentre Ginny andò a destra, verso la guferia.
Il ragazzo era
appena scomparso oltre la curva del corridoio quando qualcuno afferrò con presa
salda il braccio di Ginny e la trascinò con forza nel corridoio più vicino.
“Ehi!” esclamò la
rossa, ma vedendo il viso della persona che le stava davanti, abbandonò
l’espressione scocciata e ne assunse una sorpresa ma felice.
Draco Malfoy
stava in piedi di fronte a lei, già vestito con la divisa nera pulita su cui
era cucito lo stemma della sua casa. I capelli biondi erano spettinati e
qualche ciuffo gli ricadeva sul viso pallido illuminato da un sorriso. Com’erano
rari, i suo sorrisi, pensò Ginny “e sono sempre dedicati a me!” aggiunse
sorridendo a sua volta.
“Che ci fai
qui?”esclamò abbracciandolo
“Ti aspettavo, mi
sembra ovvio”
“Come facevi a
sapere che sarei passata di qua scusa?”
“In realtà stavo
andando alla torre. Però poi ho sentito la tua voce e quella di Potter e così
mi sono fermato qui.”
“E perché sei
venuto?” chiese lei, sempre sorridendo
“Boh, sai…non
avevo niente da fare” rispose lui guardandosi intorno nervoso e imbarazzato
La rossa rise
divertita dalla sua espressione e lo baciò, spingendolo contro il muro.
Draco non se lo
aspettava. Rimase per un attimo perplesso, prima di rispondere al bacio, ma poi
spostò le mani sulla schiena della ragazza, spingendola contro il proprio
corpo.
Rimase ancora più
stupito qualche attimo dopo, quando invece che interrompere il contatto, Ginny
parve farsi ancora più vicina a lui. Sentì le mani di lei affondare nei suoi
capelli. Di certo non era dispiaciuto da questo contatto ma prima di perdere
definitivamente il controllo, la allontanò gentilmente, guardandola negli
occhi.
“Hai deciso di
farmi impazzire?” le domandò ansimando leggermente
Per tutta risposta
lei rise allegramente “Ma dai…in effetti era il mio scopo”
“Non ti conviene
giocare, sai?” la guardò lui severo
“Ok. Scusa” Con
un movimento veloce si allontanò da lui, facendogli rimpiangere di non aver
tenuto la bocca chiusa.
“Dai, andiamo da
qualche parte!” uscì dal loro nascondiglio e si guardò intorno, poi si voltò
nuovamente verso il ragazzo, che però la guardava serio, senza muovere un
passo.
“Beh?” Inclinò un
po’ la testa verso sinistra. I capelli sciolti le caddero lungo la spalla come
una cascata di fuoco “che fai lì impalato?”
“Non possiamo
andarcene in giro per il castello. Ci potrebbero vedere”
“E chi scusa?Non
c’è nessuno. Sono le 6.30 del mattino, chi vuoi che sia in giro a quest’ora?”
“Per esempio io e
te. E Potter anche” rispose scettico, alzando il sopracciglio
“Oh Draco, come
sei fifone! Avanti, non ti facevo così pauroso…”
Lo guardava con
un sorrisino di scherno, divertita. Lo innervosiva da morire.
Eppure non poteva
fare a meno di pensare che ci potessero essere altre persone in giro come loro,
persino a quell’ora. Persone che non dovevano vederli, non insieme.
Un leggero rumore
raggiunse le sue orecchie. Ginny aveva le mani sui fianchi e batteva un piede a
terra, impaziente.
“Avanti dai! Solo
per un quarto d’ora, poi ce ne torneremo in Sala Comune fino all’ora di
colazione…”
Ma lui ancora non
si era mosso
Ginny sbuffò: “E
va bene. Fai quello che vuoi, io non sto certo qui ad aspettare te. Sei proprio
noioso, sarai pure il figlio di un Mangiamorte, ma sei fin troppo prudente.” E
detto questo gli diede le spalle infastidita e si incamminò per il corridoio,
svoltando poi da dove era arrivata.
Draco rimase un
attimo a fissare il vuoto, dove prima c’era lei, poi sbuffò a sua volta e la
raggiunse.
“Ok, ok. Mamma
mia come sei permalosa. Me l’hai insegnato tu, sai, a essere prudente e a
pensare prima di agire. E’ colpa tua….ti vuoi fermare un attimo??”
La rossa aspettò
che lui fosse al suo fianco, poi si girò, di nuovo radiosa.
“Non speravo
fosse così facile convincerti! Ormai non puoi più fare niente per resistermi
eh?” Il suo sguardo si spostò di nuovo verso il corridoio, ma il sorriso
continuava a resistere sul suo bel viso.
Mai come in quel
momento, Draco sentì il forte impulso di trascinarla fino alla sua stanza e
fare l’amore con lei. Ma si costrinse a girarsi verso il muro, senza
risponderle.
Dopotutto, chi
tace acconsente, no?
E lui non trovava
alcuna argomentazione per dimostrarle che si stava sbagliando.
Marion era ormai
sveglia da un po’, quando si decise ad alzarsi.
La sera prima,
lei, Harry, Ron e Hermione erano andati a fare un giro nel parco, prima di
andare a letto.
Non era poi così
stupita dalla notizia che quei due si fossero messi insieme durante l’estate.
Anzi, non la sorprendeva affatto. Ginny le aveva parlato spesso del rapporto di
amore-odio che era sempre esistito tra di loro e Hermione una sera, in
biblioteca, aveva ammesso, diventando più rossa dei capelli di Ron, di provare
qualcosa per lui.
Era davvero
felice per loro….e per Harry anche. Se non avessero smesso con i loro
battibecchi spaccatimpani, Marion temeva davvero che prima o poi lui avrebbe
scagliato loro qualche incantesimo potente.
Beh, non che ora
avessero smesso completamente di urlarsi addosso, ma almeno i loro litigi non
finivano più con un’Hermione che, in lacrime, correva verso il dormitorio e un
Ron nervoso e intrattabile.
La ragazzina si
vestì e uscì dalla stanza . Era una bella giornata e non faceva ancora freddo,
quindi Harry doveva essere sicuramente al campo di Quidditch. E lei non vedeva
l’ora di passare un po’ di tempo sola con lui.
“Si può sapere
dove stiamo andando, scusa?”
“Ovunque e da
nessuna parte. Semplice no?” gli sorrise, felice.
Draco non rispose
ma continuò a camminare.
Chissà come, ma
il tempo con lei non gli sembrava mai sprecato. Se una qualunque delle migliaia
delle ragazze che aveva avuto gli avesse proposto di fare un giro per andare
“ovunque e da nessuna parte”, probabilmente avrebbe trovato qualche scusa
assurda e l’avrebbe lasciata lì in mezzo al corridoio. O più probabile ancora,
non avrebbe trovato nemmeno una scusa.
Il Serpeverde
sussultò.
Le loro mani si
erano sfiorate. Leggere, lisce. Lisce come la sua pelle chiara. Era stato un
attimo, solo un brevissimo momento, ma era bastato per far vagare la sua mente
dove non doveva avventurarsi.
Lanciò
un’occhiata a Ginny, di sfuggita. Era arrossita leggermente e continuava a
guardare fissa davanti a sé, senza però sorridere. Sembrava imbarazzata.
Ed era
bellissima….
Ma perché ogni
particolare di lei le sembrava così unico?
Perché,
perché, perché…!
E poi successe di
nuovo. La mano di Ginny urtò lieve quella di lui, ma al contrario di quanto era
accaduto prima, questa volta non si allontanò.
Sentì la mano di
lei scivolare nella sua e poi stringerla delicatamente.
Si voltò a
guardarla, stupito.
Ma il suo sguardo
sembrava trovare molto interessante il corridoio ed era ancora rossa in viso.
Così, sorridendo,
strinse la sua mano e intrecciò le dita con le sue.
“A quanto pare
c’è qualcosa in cui sono più bravo di te” disse soddisfatto, a bassa voce ma in
modo che lei lo sentisse.
Si voltò a
guardarlo.
“Non sei molto a
tuo agio, no?” aggiunse lui
“Bè…è che..io e
te non siamo mai andati in giro mano nella mano. E così…non sapevo se ti
avrebbe fatto piacere” arrossì di nuovo e guardò ostinatamente il pavimento.
“Mh, non mi
dispiace” Sorrise, ma lei non lo vide.
Stettero in
silenzio per un po’. Ginny si era girata verso di lui e gli aveva sorriso, di
nuovo felice e lui in risposta aveva stretto ancora di più la mano.
Poi
all’mprovviso, la ragazza aveva interrotto il contatto con un gesto brusco e si
era allontanata da lui.
Era corsa in
avanti e poi si era fermata, girandosi verso di lui, con un’espressione furiosa
sul volto ancora arrossato.
“Malfoy, mi hai
veramente stancata, la vuoi finire??!”
“Io…veramente..”Draco
balbettò, stupito dal repentino cambio di atteggiamento
Proprio in quel
momento però una ragazza dai lunghi capelli neri e lo sguardo di chi non si
aspettava di incontrare qualcuno a quell’ora, sbucò dal primo corridoio a
sinistra.
E Draco capì.
Cercò di rimediare all’errore e assunse l’espressione più sprezzante che potè e
guardò Ginny con odio
“Che hai Weasley?
Paura?”
Marion, ancora
stupita e perplessa spostò lo sguardo da Ginny al Serpeverde, che ora si era
avvicinato minaccioso alla rossa.
“Cha hai da
guardare, Cameron?”
Lei non gli
rispose, rivolgendosi a Ginny “Ehi, tutto ok?” le chiese gentilmente
“Tranquilla”
rispose lei continuando a guardare il biondino con sguardo di sufficienza
“E’ solo un
pallone gonfiato”
A quelle parole
Malfoy si avvicinò di più a lei e i loro nasi si sfiorarono. “Attenta Weasley.
Quest’estate sono stato generoso con te, fin troppo. Non costringermi a fare
quello che avrei dovuto” e con queste parole, dopo aver lanciato uno sguardo
scocciato a Marion, si allontanò.
Ginny sembrò
rilassarsi e sorrise all’amica.
“Quel ragazzo
diventa ogni giorno più odioso”
Marion annuì
“Già. Che ci fai in giro comunque?”
Ginny fece
spallucce. “Non riuscivo più a dormire. Volevo prendere un po’ d’aria,ma poi ho
incontrato lui.”sbuffò “ e tu stai andando da Harry immagino” sorrise.
“Già!”
“Beh, dovresti
trovarlo al campo di Quidditch. E’ uscito dalla Sala Comune con me”
“Stavo andando
proprio lì in effetti” le sorrise radiosa. “Che fai, vieni con me?”
“Ma no, rilascio
da soli. Ora me ne torno in dormitorio”
“Ok” Marion le
diede un bacio sulla guancia e si allontanò di fretta urlandole un allegro “ci
vediamo dopo” prima di scomparire.
Ginny sospirò,
più tranquilla.
“Appena in tempo”
Draco diede voce
ai suoi pensieri, uscendo dal corridoio dove evidente mente era rimasto
nascosto e tornando accanto a lei
“Già. Per un
soffio” si voltò verso di lui “ Beh, dobbiamo essere contenti, no? Poteva
andare peggio!”
Draco sorrise
“com’è che sei sempre di buon umore?”
“Mah” Ginny
riprese a camminare, la divisa che volteggiava regolare al ritmo dei suoi
passi.
“Forse sei tu che
mi fai questo effetto”
Il serpeverde la
raggiunse ma questa volta non le prese la mano.
Però si avvicinò
a lei, e le sfiorò l’orecchio con le labbra “E io sono il ragazzo più felice
della terra”
Poi si allontanò,
diretto ai sotterranei.