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Autore: Margareth    28/01/2008    2 recensioni
Ecco la seconda parte della mia ff su Draco/Ginny...I due stanno finalmente insieme ma devono trovare il modo di dirlo a Harry e Ron..cosa abbastanza difficile..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina Ginny si svegliò prima del solito

La mattina Ginny si svegliò prima del solito. La luce filtrava attraverso le tende e illuminava fiocamente la stanza. Le altre ragazze, compresa Lara, dormivano ancora profondamente. Non era la prima volta che si svegliava così presto perché spesso, durante l’anno, la sera era talmente stanca per le ore passate a studiare che andava a letto poco dopo aver mangiato. La mattina quindi poteva ripassare per le lezioni del giorno, seduta sul comodo divano della sala comune, a quell’ora assolutamente deserta e tranquilla e a volte si univa a lei anche Hermione, in ansia per qualche compito in classe in cui, puntualmente, risultava poi la migliore. Ma poiché le lezioni non erano ancora iniziate, non aveva niente da fare e così si alzò senza fare rumore e raggiunse il bagno. Si truccò con molta calma, attenta ad ogni particolare, e poi prese la divisa dal baule e si vestì. Trovò un libro che sua madre le aveva comprato la settimana dopo il suo ritorno a casa, ma che ancora non aveva iniziato e lo prese, avviandosi verso le scale.

Si sedette sul divano rosso, appoggiando i piedi sul tavolino.

Aveva iniziato a leggere da poco, quando un rumore alle sue spalle la fece girare, incuriosita, verso le scale che portavano ai dormitori.

Un ragazzo dai capelli neri scompigliati scendeva le scale assonnato, massaggiandosi la fronte su cui spiccava una cicatrice a forma di saetta.

 

“Harry” esclamò sorpresa “che ci fai in piedi a quest’ora? E che hai fatto alla testa?”

 

Harry le restituì uno sguardo sorridente e imbarazzato, e la raggiunse sedendosi sul tavolino di fronte al divano.

 

“Ehm…io..ho sbattuto contro il muro” ammise “Non sono ancora completamente sveglio”

 

Ginny soffocò una risatina divertita “e allora perché non sei nel tuo letto?”

 

“ Pensavo di andare a fare un giro al campo di Quidditch. A settembre il tempo è ancora abbastanza buono, e a quest’ora il campo è sempre libero. Tu invece?”

 

“Ieri sera sono andata a letto presto, così ora sono completamente sveglia.” Mostrò il libro, sulla cui copertina era riprodotto un vecchio quadro che ritraeva un drago “Leggevo. Mamma mi ha comprato questo libro che avevo visto l’anno scorso durante le vacanze di natale.”

 

Harry prese il libro e lo girò, per leggerne la trama. Ginny ne approfittò per osservare il suo bel viso, illuminato dalla luce del sole settembrino che illuminava la Sala Comune. Era davvero bello. Concentrato poi, senza apparenti preoccupazioni, lo era ancora di più. Non si stupì di essere stata così innamorata di lui, dopotutto, a parte l’essere bello quasi quanto il Serpeverde, con lei era sempre stato gentile ed educato.

 

“A proposito” riprese lui “hai già scritto a tua madre?”

 

“No” rispose Ginny “Però potrei farlo adesso. Anzi, se aspetti un secondo scrivo la lettera e esco con te per andare in guferia”

 

Harry sorrise e annuì. Ginny si alzò e salì di corsa le scale del dormitorio, entrò nella sua stanza, prese pergamena, inchiostro e piuma, le infilò di fretta nella borsa nera tracolla e ritornò in Sala Comune.

Harry aveva preso il suo libro e leggeva le prime pagine con vago interesse.

Si sedette al tavolo più  vicino e buttò giù qualche riga per rassicurare sua madre sul fatto che il viaggio era andato tutto bene. Concluse scrivendo che le voleva bene e che anche Ron le mandava i suoi saluti.

“Bene. Ecco fatto.” Si girò verso Harry che alzò lo sguardo dalle pagine del volume spostandolo su di lei.

 

“Perfetto. Salgo a prendere la scopa”

 

Dieci minuti dopo, qualche metro fuori dalla torre di Grifondoro, i due ragazzi si salutarono.

Harry svoltò a sinistra, diretto al campo, mentre Ginny andò a destra, verso la guferia.

Il ragazzo era appena scomparso oltre la curva del corridoio quando qualcuno afferrò con presa salda il braccio di Ginny e la trascinò con forza nel corridoio più vicino.

 

“Ehi!” esclamò la rossa, ma vedendo il viso della persona che le stava davanti, abbandonò l’espressione scocciata e ne assunse una sorpresa ma felice.

Draco Malfoy stava in piedi di fronte a lei, già vestito con la divisa nera pulita su cui era cucito lo stemma della sua casa. I capelli biondi erano spettinati e qualche ciuffo gli ricadeva sul viso pallido illuminato da un sorriso. Com’erano rari, i suo sorrisi, pensò Ginny “e sono sempre dedicati a me!” aggiunse sorridendo a sua volta.

 

“Che ci fai qui?”esclamò abbracciandolo

 

“Ti aspettavo, mi sembra ovvio”

 

“Come facevi a sapere che sarei passata di qua scusa?”

 

“In realtà stavo andando alla torre. Però poi ho sentito la tua voce e quella di Potter e così mi sono fermato qui.”

 

“E perché sei venuto?” chiese lei, sempre sorridendo

 

“Boh, sai…non avevo niente da fare” rispose lui guardandosi intorno nervoso e imbarazzato

 

La rossa rise divertita dalla sua espressione e lo baciò, spingendolo contro il muro.

Draco non se lo aspettava. Rimase per un attimo perplesso, prima di rispondere al bacio, ma poi spostò le mani sulla schiena della ragazza, spingendola contro il proprio corpo.

Rimase ancora più stupito qualche attimo dopo, quando invece che interrompere il contatto, Ginny parve farsi ancora più vicina a lui. Sentì le mani di lei affondare nei suoi capelli. Di certo non era dispiaciuto da questo contatto ma prima di perdere definitivamente il controllo, la allontanò gentilmente, guardandola negli occhi.

 

“Hai deciso di farmi impazzire?” le domandò ansimando leggermente

 

Per tutta risposta lei rise allegramente “Ma dai…in effetti era il mio scopo”

 

“Non ti conviene giocare, sai?” la guardò lui severo

 

“Ok. Scusa” Con un movimento veloce si allontanò da lui, facendogli rimpiangere di non aver tenuto la bocca chiusa.

 

“Dai, andiamo da qualche parte!” uscì dal loro nascondiglio e si guardò intorno, poi si voltò nuovamente verso il ragazzo, che però la guardava serio, senza muovere un passo.

 

“Beh?” Inclinò un po’ la testa verso sinistra. I capelli sciolti le caddero lungo la spalla come una cascata di fuoco “che fai lì impalato?”

 

“Non possiamo andarcene in giro per il castello. Ci potrebbero vedere”

 

“E chi scusa?Non c’è nessuno. Sono le 6.30 del mattino, chi vuoi che sia in giro a quest’ora?”

 

“Per esempio io e te. E Potter anche” rispose scettico, alzando il sopracciglio

 

“Oh Draco, come sei fifone! Avanti, non ti facevo così pauroso…”

Lo guardava con un sorrisino di scherno, divertita. Lo innervosiva da morire.

Eppure non poteva fare a meno di pensare che ci potessero essere altre persone in giro come loro, persino a quell’ora. Persone che non dovevano vederli, non insieme.

Un leggero rumore raggiunse le sue orecchie. Ginny aveva le mani sui fianchi e batteva un piede a terra, impaziente.

 

“Avanti dai! Solo per un quarto d’ora, poi ce ne torneremo in Sala Comune fino all’ora di colazione…”

 

Ma lui ancora non si era mosso

 

Ginny sbuffò: “E va bene. Fai quello che vuoi, io non sto certo qui ad aspettare te. Sei proprio noioso, sarai pure il figlio di un Mangiamorte, ma sei fin troppo prudente.” E detto questo gli diede le spalle infastidita e si incamminò per il corridoio, svoltando poi da dove era arrivata.

 

Draco rimase un attimo a fissare il vuoto, dove prima c’era lei, poi sbuffò a sua volta e la raggiunse.

 

“Ok, ok. Mamma mia come sei permalosa. Me l’hai insegnato tu, sai, a essere prudente e a pensare prima di agire. E’ colpa tua….ti vuoi fermare un attimo??”

 

La rossa aspettò che lui fosse al suo fianco, poi si girò, di nuovo radiosa.

 

“Non speravo fosse così facile convincerti! Ormai non puoi più fare niente per resistermi eh?” Il suo sguardo si spostò di nuovo verso il corridoio, ma il sorriso continuava a resistere sul suo bel viso.

Mai come in quel momento, Draco sentì il forte impulso di trascinarla fino alla sua stanza e fare l’amore con lei. Ma si costrinse a girarsi verso il muro, senza risponderle.

Dopotutto, chi tace acconsente, no?

E lui non trovava alcuna argomentazione per dimostrarle che si stava sbagliando.

 

 

 

 

Marion era ormai sveglia da un po’, quando si decise ad alzarsi.

La sera prima, lei, Harry, Ron e Hermione erano andati a fare un giro nel parco, prima di andare a letto.

Non era poi così stupita dalla notizia che quei due si fossero messi insieme durante l’estate. Anzi, non la sorprendeva affatto. Ginny le aveva parlato spesso del rapporto di amore-odio che era sempre esistito tra di loro e Hermione una sera, in biblioteca, aveva ammesso, diventando più rossa dei capelli di Ron, di provare qualcosa per lui.

Era davvero felice per loro….e per Harry anche. Se non avessero smesso con i loro battibecchi spaccatimpani, Marion temeva davvero che prima o poi lui avrebbe scagliato loro qualche incantesimo potente.

Beh, non che ora avessero smesso completamente di urlarsi addosso, ma almeno i loro litigi non finivano più con un’Hermione che, in lacrime, correva verso il dormitorio e un Ron nervoso e intrattabile.

La ragazzina si vestì e uscì dalla stanza . Era una bella giornata e non faceva ancora freddo, quindi Harry doveva essere sicuramente al campo di Quidditch. E lei non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo sola con lui.

 

 

 

 

 

“Si può sapere dove stiamo andando, scusa?”

 

“Ovunque e da nessuna parte. Semplice no?” gli sorrise, felice.

 

Draco non rispose ma continuò a camminare.

Chissà come, ma il tempo con lei non gli sembrava mai sprecato. Se una qualunque delle migliaia delle ragazze che aveva avuto gli avesse proposto di fare un giro per andare “ovunque e da nessuna parte”, probabilmente avrebbe trovato qualche scusa assurda e l’avrebbe lasciata lì in mezzo al corridoio. O più probabile ancora, non avrebbe trovato nemmeno una scusa.

Il Serpeverde sussultò.

Le loro mani si erano sfiorate. Leggere, lisce. Lisce come la sua pelle chiara. Era stato un attimo, solo un brevissimo momento, ma era bastato per far vagare la sua mente dove non doveva avventurarsi.

Lanciò un’occhiata a Ginny, di sfuggita. Era arrossita leggermente e continuava a guardare fissa davanti a sé, senza però sorridere. Sembrava imbarazzata.

Ed era bellissima….

Ma perché ogni particolare di lei le sembrava così unico?

 

Perché, perché, perché…!

 

E poi successe di nuovo. La mano di Ginny urtò lieve quella di lui, ma al contrario di quanto era accaduto prima, questa volta non si allontanò.

Sentì la mano di lei scivolare nella sua e poi stringerla delicatamente.

Si voltò a guardarla, stupito.

Ma il suo sguardo sembrava trovare molto interessante il corridoio ed era ancora rossa in viso.

Così, sorridendo, strinse la sua mano e intrecciò le dita con le sue.

 

“A quanto pare c’è qualcosa in cui sono più bravo di te” disse soddisfatto, a bassa voce ma in modo che lei lo sentisse.

Si voltò a guardarlo.

“Non sei molto a tuo agio, no?” aggiunse lui

 

“Bè…è che..io e te non siamo mai andati in giro mano nella mano. E così…non sapevo se ti avrebbe fatto piacere” arrossì di nuovo e guardò ostinatamente il pavimento.

 

“Mh, non mi dispiace” Sorrise, ma lei non lo vide.

 

Stettero in silenzio per un po’. Ginny si era girata verso di lui e gli aveva sorriso, di nuovo felice e lui in risposta aveva stretto ancora di più la mano.

Poi all’mprovviso, la ragazza aveva interrotto il contatto con un gesto brusco e si era allontanata da lui.

Era corsa in avanti e poi si era fermata, girandosi verso di lui, con un’espressione furiosa sul volto ancora arrossato.

 

“Malfoy, mi hai veramente stancata, la vuoi finire??!”

 

“Io…veramente..”Draco balbettò, stupito dal repentino cambio di atteggiamento

 

Proprio in quel momento però una ragazza dai lunghi capelli neri e lo sguardo di chi non si aspettava di incontrare qualcuno a quell’ora, sbucò dal primo corridoio a sinistra.

E Draco capì. Cercò di rimediare all’errore e assunse l’espressione più sprezzante che potè e guardò Ginny con odio

“Che hai Weasley? Paura?”

 

Marion, ancora stupita e perplessa spostò lo sguardo da Ginny al Serpeverde, che ora si era avvicinato minaccioso alla rossa.

 

“Cha hai da guardare, Cameron?”

 

Lei non gli rispose, rivolgendosi a Ginny “Ehi, tutto ok?” le chiese gentilmente

 

“Tranquilla” rispose lei continuando a guardare il biondino con sguardo di sufficienza

“E’ solo un pallone gonfiato”

 

A quelle parole Malfoy si avvicinò di più a lei e i loro nasi si sfiorarono. “Attenta Weasley. Quest’estate sono stato generoso con te, fin troppo. Non costringermi a fare quello che avrei dovuto” e con queste parole, dopo aver lanciato uno sguardo scocciato a Marion, si allontanò.

Ginny sembrò rilassarsi e sorrise all’amica.

“Quel ragazzo diventa ogni giorno più odioso”

 

Marion annuì “Già. Che ci fai in giro comunque?”

 

Ginny fece spallucce. “Non riuscivo più a dormire. Volevo prendere un po’ d’aria,ma poi ho incontrato lui.”sbuffò “ e tu stai andando da Harry immagino” sorrise.

 

“Già!”

 

“Beh, dovresti trovarlo al campo di Quidditch. E’ uscito dalla Sala Comune con me”

 

“Stavo andando proprio lì in effetti” le sorrise radiosa. “Che fai, vieni con me?”

 

“Ma no, rilascio da soli. Ora me ne torno in dormitorio”

 

“Ok” Marion le diede un bacio sulla guancia e si allontanò di fretta urlandole un allegro “ci vediamo dopo” prima di scomparire.

Ginny sospirò, più tranquilla.

 

“Appena in tempo”

Draco diede voce ai suoi pensieri, uscendo dal corridoio dove evidente mente era rimasto nascosto e tornando accanto a lei

 

“Già. Per un soffio” si voltò verso di lui “ Beh, dobbiamo essere contenti, no? Poteva andare peggio!”

 

Draco sorrise “com’è che sei sempre di buon umore?”

 

“Mah” Ginny riprese a camminare, la divisa che volteggiava regolare al ritmo dei suoi passi.

“Forse sei tu che mi fai questo effetto”

 

Il serpeverde la raggiunse ma questa volta non le prese la mano.

Però si avvicinò a lei, e le sfiorò l’orecchio con le labbra “E io sono il ragazzo più felice della terra”

Poi si allontanò, diretto ai sotterranei.

 

 

 

 

 

 

  
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