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Autore: realpandora    18/07/2013    5 recensioni
Questa è la mia prima McDanno, anzi... E' la prima storia che scrivo da 15 anni a questa parte; quindi cercate di avere pietà.
Questo capitolo inizia una settimana dopo la season finale della 2^ stagione, quindi attenzione agli spoiler per chi non l'ha vista.
Steve torna al quartier generale... Non da solo.
Grazie a babycin per avermi fatto da beta. Ti adoro, babe! E voi non odiatemi. Posterò un capitolo a settimana. Se riesco a tirarne fuori di più,sarete i primi a saperlo. ;P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Io non so da voi, ma da me è già mezzanotte passata.
Quindi è già domani! XD
Eccovi il penultimo capitolo!


Capitolo dieci: Risoluzione

 

 

Il mattino li trovò ancora abbracciati, con Danny che copriva il SEAL come un lenzuolo, le gambe intrecciate, una mano di Steve sul sedere del compagno e il lenzuolo perso per terra chissà dove durante la notte.

Fu così che li trovò anche Doris, che, verso le 7, scesa a preparare la colazione e non avendo visto Danny sul divano, era corsa in camera di Steve: era troppo presto perché il detective si fosse alzato e uscito, quindi qualcosa non andava. E se era colpa del figlio, gliene avrebbe di sicuro detto quattro.

Di certo non si aspettava di trovare la persona per cui era preoccupata nella stanza da letto del figlio, così entrò senza neanche bussare e chiese ad alta voce: “Steve, sai dove è finito Danny? Non è di…” Si fermò di colpo quando si rese conto della scena che aveva davanti agli occhi.

Steve si svegliò non appena sentì la porta aprirsi e, grazie all’addestramento SEAL, già completamente sveglio. “Doris!” Questo svegliò anche Danny che, vista la sig.ra McGarrett sulla porta, con una mano sulla bocca, che cercava di trattenere le risate, si affrettò a portare uno dei cuscini sopra i loro bacini, e nascose il viso nel petto di Steve, sentendosi arrossire come mai in vita sua per l’imbarazzo.

“Potresti cortesemente uscire da camera mia e aspettare di sotto? E la prossima volta che vedi una porta chiusa, magari bussa!” La voce del Comandante era tesa all’inverosimile per l’imbarazzo e  il nervoso.

Di certo la madre non facilitò le cose, visto che si mise a ridacchiare, rispondendo al figlio: “Oh Stevie, nessuno dei due ha niente che io non abbia già visto. E comunque, la prossima volta, la porta chiudetela veramente. Non lasciatela solo accostata.” E, continuando a sghignazzare per il disagio evidente del figlio e di Danny, scese di nuovo al piano di sotto, non senza prima dire ai due uomini che avrebbe preparato la colazione, e chiudere la porta, facendo in modo che lo scatto della serratura si sentisse, cosa che sia il Comandante sia il Detective non erano sicuri di aver sentito quando entrati in camera, troppo preoccupati com’erano in altre faccende.

“E secondo te come faccio ora a presentarmi davanti a tua madre, eh? Me lo dici? Mi ha visto in tutta la mia gloria e non sono proprio certo che mi piaccia come si è messa a sghignazzare…” Danny cominciò una tirata delle sue, fermato solo da Steve che gli mise un dito sulle labbra e, dicendo “Sta zitto, Danno!”, lo fece voltare sulla schiena, portandoglisi sopra e sostituì il dito con la propria bocca.

Quando il bacio finì, avevano entrambi il fiato corto e un sorriso stampato sulle labbra. “Doccia?” suggerì Steve con fare malizioso.

“Non se la dobbiamo fare in 3 minuti.” Rispose Danny, altrettanto provocante, cominciando a strofinarsi contro il SEAL.

Steve fece finta di pensarci qualche momento, poi, ridacchiando, replicò: “Direi che se ti impegni, potrei trovare le motivazioni per fare una doccia più lunga!”

Ridendo apertamente, si alzarono entrambi dal letto e si diressero verso il bagno. Danny si fermò un attimo per chiudere la porta a chiave, controllando per essere sicuro che non si aprisse. “Danno, che stai facendo?”

“Cerco di fare in modo di non essere disturbati. Non si sa mai, con una madre come la tua.” rispose il detective in modo serio.

Mettendosi a ridere, Steve aprì l’acqua nella doccia e spinse il biondo, che continuava a brontolare, sotto lo spruzzo, chiudendogli la bocca con un bacio.

Al piano di sotto, Doris stava continuando a preparare la colazione, continuando a ridacchiare per la scena avvenuta di sopra. Almeno ora era sicura che il figlio sarebbe stato in buone mani. Quel Detective del Jersey le era piaciuto subito, soprattutto il lato protettivo che aveva visto rivolto a tutti quelli che lui pensava dover prendere sotto la sua ala, in pratica il mondo intero, ma in modo particolare per Steve e la bambina, Grace.

Quando richiuse la porta del frigorifero, dove aveva cercato il necessario per preparare dei pancake, si ritrovò faccia a faccia con la canna di una pistola.

 “Buongiorno, sig.ra McGarrett. Wo Fat le manda i suoi saluti.” Dietro all’arma si stagliava un uomo alto, col viso spigoloso e gli occhi azzurri, gelidi come il mare Artico.

Senza far trasparire il nervosismo di avere una pistola così vicino alla faccia, Doris replicò: “Strano. Avrei pensato che Wo Fat sarebbe venuto di persona a salutarmi. Dopotutto ci conosciamo da parecchio.”

“Cambio di programma. Ha avuto un inconveniente dell’ultimo minuto, così ha chiesto a me se potevo fargli questo favore.” Spostandosi di lato ma sempre puntandole l’arma addosso, l’uomo le fece segno di uscire dalla cucina e di dirigersi in soggiorno. “Sul divano staremo di certo più comodi.”

Mentre si sedeva, Doris si guardò intorno per vedere se aveva una qualche via di uscita. Non trovandone, si ripromise di continuare a far parlare il suo aggressore; in questo modo forse riusciva a dare a Steve e Danny un po’ di tempo per rendersi conto di quello che stava accadendo.

Usciti dalla doccia, il Comandante e il detective si vestirono, uno con lo sguardo fisso nell’altro, ancora increduli di essere finalmente insieme. Visto che la maglietta che era stata usata per pulirli era quella di Danny, il biondo decise di andare a prenderne un’altra in camera sua.

Aprì la porta della stanza da letto di Steve e andò nel corridoio, quando sentì delle voci provenire dal soggiorno.

Una era di sicuro la voce di Doris, l’altra quella di un uomo, ma non riusciva a capire a chi appartenesse. Di certo Chin non sarebbe passato così presto di domenica mattina, a meno che non fosse un’emergenza, ma era quasi sicuro che, pur essendo conosciuta, quella non era la voce del collega.

“Cosa ci fai fermo nel corridoio?”

Danny fece un piccolo salto per la sorpresa. Era tanto concentrato a cercare di capire a chi appartenesse la voce in soggiorno, da non rendersi conto che Steve gli era arrivato alle spalle.

“C’è qualcuno di sotto con tua madre.”

Il SEAL si mise subito in allarme e andò verso la stanza da letto, cercando di fare il meno rumore possibile, prendendo la pistola e ritornando nel corridoio.

Anche Danny aveva ritrovato la sua pistola ed entrambi si diressero silenziosamente verso il ballatoio che dava sul soggiorno, ma prima di arrivarci, Steve ebbe conferma delle sue paure.

Doris provò a far parlare in tutti i modi l’uomo che la stava minacciando, ma questo continuava a risponderle a monosillabi, cercando però a sua volta di chiederle dove fossero suo figlio e il partner.

La donna evitò di guardare verso la camera, mentre rispondeva che erano già usciti perché avevano delle commissioni da fare.

“Strano però che le loro macchine siano ancora entrambe qua fuori, non crede?” rispose l’uomo con un tono beffardo.

“Hanno preso la Marquis.” Replicò Doris, sperando che la porta del garage, dove aveva visto parcheggiata la macchina del marito, fosse chiusa. “Posso comunque sapere il nome della persona che mi ucciderà?” Continuò a guardare il suo assalitore, senza dare a vedere di aver scorto Steve e Danny avvicinarsi al ballatoio.

“Oh… non penso che sia un’informazione che le possa tornare utile.” Ci pensò un momento, poi continuò: “Comunque, visto che tra qualche momento lei sarà morta, non vedo il motivo di non dirglielo. Il mio nome è Frank Delano.”

“Allora lei è il bastardo che ha ucciso la moglie del Tenente Kelly, giusto?” Spostandosi leggermente di lato, senza farsi notare, Doris afferrò un cuscino, pronta a scattare. “Lei lo sa che era il partner di mio marito?”

Delano si fece scappare una risata. “Spero solo che non fossero partner come lo sono suo figlio e il piccoletto. Lo sa tutta l’isola che stanno insieme.”

Doris vide di sfuggita Danny diventare rosso dalla rabbia alla menzione della sua altezza e Steve che cercava di calmarlo. Con una risata forzata, ribatté: “Peccato che tutta l’isola sbagli. Non stavano insieme fino a stanotte.”

L’ex-poliziotto la guardò con aria sorpresa e Doris approfittò del momento per colpirgli la mano armata con il cuscino, mentre nel frattempo si toglieva dalla traiettoria della pistola.

Steve si catapultò giù dalle scale, mentre Danny prendeva sotto tiro dal ballatoio il malvivente, gridando: “Fermo Frank. Sei sotto tiro. Non darmi il piacere di spararti, ti prego.”

Preso alla sprovvista, Delano alzò l’arma verso la voce, pronto a premere il grilletto, quando si trovò atterrato da un infuriatissimo SEAL, che, dopo avergli tolto la pistola di mano, cominciò a tempestarlo di pugni. Non poteva ucciderlo, ma di certo poteva fargli abbastanza male da farlo pentire di aver toccato la sua Ohana.

Servì l’intervento sia di Danny sia di Doris per fermarlo. Rimanendo seduto sopra un ormai svenuto Delano, Steve lo ammanettò, mentre Danny chiamava l’HPD perché si potesse procedere all’arresto.

  
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