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Autore: fablarry    18/07/2013    1 recensioni
La vita è il vento, la vita è il mare, la vita è il fuoco; non la terra che si incrosta e assume forma.
Ogni forma è la morte.
Tutto ciò che si toglie dallo stato di fusione e si rapprende in questo flusso continuo, incandescente e indistinto, è la morte.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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storia capitolo 2


Quella mattina il sole era nascosto da una nuvola chiara e non sembrava essere intenzionato a venire fuori.
Stella aprì gli occhi
e allungò un braccio per spegnere la sveglia che ormai suonava da dieci minuti.
Girò la testa di poco e la luce delicata del mattino le irritò gli occhi, facendoglieli richiudere.
Sospirò
Sentire sua madre urlare il suo nome annunciandole che se non si alzava avrebbe fatto tardi a scuola era un ottimo inzio giornata.
Quest'estate non aveva fatto nulla se non dormire tutto il giorno o uscire qualche volta con Eveline e rientrare a scuola oggi non la entusiasmava molto.
Si alzò dal letto e si diresse in bagno per darsi una sciaquata dopodichè, dopo l'ennesimo urlo di sua madre, scese in cucina a fare colazione
''Hai intenzione di fare tardi anche il primo giorno?" le chiese sua madre con un occhiataccia
Scostò una delle sedie per sedersi e roteò gli occhi.
"Come se se ne accorgerebbe qualcuno" borbottò in risposta alla donna, sedendosi. Afferrò la sua solita scatola di cereali integrali e ne versò una generosa quantità in una ciotola
"Se ne accorgerebbero i professori" le rispose sua madre in tono severo facendole roteare di nuovo gli occhi, Shonda fece finta di niente e continuò "Comunque sei pronta ad affrontare un altro anno di scuola?" le chiese raggiante, come sempre.
"Certamente - rispose Stella sarcasticamente - non vedo l'ora di vedere quei adorabili professori" sorrise falsamente facendo fare un risolino alla madre
"Vuoi un passaggio oppure vai a piedi?" le chiese generosa le madre sorseggiando il suo caffè
"Vado con lo skateboard, non preoccuparti" le rispose Stella sorridendole
"Va bene, ora però muoviti e vai o farai tardi" le disse prima di posare la tazzina nel lavello.
Regalò un sorriso a Stella e scomparve su per le scale per preparasi per il lavoro.
Non appena finì di gustarsi i suoi cereali posò anche lei la ciotola nel lavello e salì in camera a prepararsi per il suo primo giorno al quarto anno.
Aprì la porta della stanza trovandosi un palla di pelo che dormita tranquillamente sul suo letto, sorrise.
Stella aprì con malavoglia l’armadio e vi frugò dentro, raccattando i suoi jeans neri preferiti e una semplice canottiera lunga, larga e bianca.
Lasciò una carezza a Blaster e si chiuse in bagno, una volta pronta indossò le sue amate Vans rosse e la sua giacca.
Si buttò lo zaino semivuoto sulle spalle, prese il suo skateboard preferito e tornò al piano di sotto, dove Shonda stava leggendo una rivista.
Le diede un bacio sulla fronte e si avviò al portone.
"A stasera!" urlò, ormai fuori casa dopo aver sbattuto il portone.
Un leggero venticello quella mattina rinfrescava l'aria, Stella sorrise, salì sullo skateboard e partì verso la scuola sperando di non fare tardi.
Quando arrivò fortunatamente la campanella non era ancora suonata.
D
i fronte all’entrata stavano gli studenti intenti a parlocchiare di tutto ciò che avevano fatto quell'estate, dalle mega-vacanze alle storielle estive.
Lei si mise in un angolo con le cuffiette agli orecchi aspettando che Eveline arrivasse puntuale, anche se la puntualità non era proprio il suo forte.
Dopo qualche minuto la vide spuntare da dietro l'angolo insieme a suo fratello, non appena la vide le fece un gran sorriso e dopo aver salutato suo fratello si diresse verso di lei.
"Stella oddio quanto mi sei mancata" urlò abbracciandola, ricambiò sorridendo
"Anche tu" le disse staccandosi dall'abbraccio
"Sei pronta per questo nuovo anno?" le chiese sorridendo, non capiva come faceva a non farle male la mascella, non smetteva mai di sorridere.
"Prontissima" disse Stella in urletto
Scoppiarono a ridere e si ricomposero solo dopo che la campanella suonò.
"Dai forza andiamo" prese sottobraccio l'amica dirigendosi in segreteria per prendere l'orario delle lezioni.
"Speriamo di avere più lezioni possibili insieme" le disse sbuffando
"Speriamo, l'anno scorso avevamo solo due lezioni in comune a settimana" rispose Stella sbuffando a sua volta
Presero l'orario e controllarono frettolosamente.
"Oddio si, abbiamo più di otto ore in comune" disse Eveline entusiasta all'amica
"Che sia lodato il Signore" indicò Stella il cielo facendo ridere Eveline
Dopo un veloce saluto andaro ognuna ai propri armadetti e successivamente a lezione.
Iniziava veramente l'anno.
Entrò in classe e sotto i soliti risolini si mise in fondo all'aula sperando che nessuno si sarebbe messo accanto a lei, anche se già sapeva che nessuno l'avrebbe fatto, lei era Stella Smith, la ragazza troppo secchiona per avere un amico.
Il professore di Filosofia entrò poco dopo e si sedette alla cattedra dopo aver mormorato un 'buongiorno' a cui nessuno aveva risposto, troppo intenti a chiccherare e ridacchiare.
Dopo aver fatto zittire tutti cominciò a fare l'appello.
"Smith" pronunciò cercandola tra i banchi
Stella alzò un braccio e rispose con un flebile 'presente'.
Dopo aver fatto l'appello e aver chiesto alla classe un po' di quest'estate iniziò la sua lezione e Stella, affascinata dalla materia, appunto tutto sul suo quanderno.
Non passarano neanche dieci minuti che qualcuno bussò alla porta, il professore mormorò un 'avanti' ed dalla porta entrò un
ragazzo alto e ben piazzato, dalla pelle chiara, che indossava solamente una maglietta bianca dalle trame sottili e un paio di jeans scuri.
Sui capelli ricci si era calato una cuffia dello stesso colore dei suoi occhi, che si guardavano attorno affannati e preoccupati.
Stella non sapeva chi era, non lo aveva mai visto.
Si perse ad osservarlo.
"Prego si presenti" sentì dire Stella al professore
Il ragazzo diventò un po' rosso dalla vergogna e rivolgendosi alla classe annuncio il suo nome "Harry Styles" le era sembrato di sentire, aveva un tono di voce molto basso.
Dopo essersi presentato, il professore gli indicò l'unico posto vuoto accanto a quello di Stella e il ragazzo si avviò al suo banco.
Si avvicinò con passo traballante, e Stella lo osservò con attenzione mentre si sedeva timidamente accanto a lei.
Un profumo maschile e pulito le arrivò alle narici e senza accorgersene inspirò profondamente.
Era buono.
Lo vide appoggiare il suo zaino a terra ed estrarre un quaderno stropicciato e una biro che appoggiò sul banco.
Si era accorto dello sguardo insistente della ragazza di cui ancora non sapeva il nome e per questo si girò e le regalò un sorriso.
Stella arrossì e sorrise a sua volta distogliendo lo sguardo.
"Piacere Harry Styles" le disse il ragazzo porgendole la mano, neanche lui sapeva da dove arrivava tutto quel coraggio e ne fu meravigliato.
Stella si girò verso di lui cercando di non arrossire ancora di più e afferrando la mano rispose: "Stella piacere, Stella Smith"



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Ed ecco a voi il primo capitolo.
Comincio con il dire che sono l'una e mezza e che non riesco più a tenere gli occhi aperti e continuo con il dire che non ho ricontrollato quindi se ci sono errori scrivetelo nella recensione, accetto tutto.
In questo capitolo compare Harry, ma solo per una piccola parte lo so, nel prossimo ci sarà molto di più.
Ora vado, vi prego lasciate una recensione, ci tengo a sapere cosa ne pensate.

xoxo

              Sophia












   
 
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