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Autore: Distress_And_Coma    18/07/2013    1 recensioni
Akira si sente solo nonostante sia da sempre innamorato di Takanori. Non ha pregiudizi, è buono. Per sopperire alla sua solitudine e donare il suo amore a qualcuno sceglierà di adottare Amina. Ma chi è Amina?? E' una povera orfanella... Muta. Con lui però...
Non si può semplicemente adottare una bimba per amore?
Non si può semplicemente insegnarle che l'amore, se è vero, non ha limiti, che non c'è nulla di sbagliato nell'amare qualcuno del tuo stesso sesso?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita, Ruki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ルキ

“Pa-Papà…” Reita prende in braccio Amina, le tiene la mano e la chiama dolcemente. Vedo che la bambina si sveglia, e non so perché, ma questa scena mi mette addosso una malinconia tremenda. Quasi piango. “Ehi, piccolo, tutto ok?”
“Come?? Si, si.” respingo un groppo di lacrime, e lo seguo in cucina.
Prepara del cibo per Amina. Vedo che sono gustosi panini al cioccolato, molto probabilmente le piacciono.
“Lui si chiama Takanori” la bimba mi guarda, con quei suoi grandi occhi nocciola, forse spaventata.
“E’ la persona che amo. Vi amo tutti e due.”
“Papà… Che vuole dire amare?”.
“Vuol dire volere tanto ma tanto bene.”
“Tanto tanto?”
“Si, piccola. Tanto tanto” rispondo io ad Amina, guardandola fiero. Questa bambina è mia figlia, nostra figlia.
“Anche Taka mi vuole tanto tanto bene?”
“Certo, piccola. Non te lo devi chiedere, sappi solo che ti voglio bene”.
“Tesoro, quando finisci di mangiare ricordati di pulire tutto, ok? Perché oggi pomeriggio vengono gli amici di papà e mamma. Poi te li presento, sta’ tranquilla.”
“Ok, papà”.
La bambina pulisce tutto, poi insieme giochiamo con dei burattini che a dire il vero neanche avevo notato, visto che stavano tutti in una scatola in fondo al salotto.

Puntuali come sempre arrivano i nostri amici.

Arrivo a casa del mio bassista, per oggi ci aveva invitato, parole sue poi, per mostrargli la cosa più bella del suo mondo.
Davanti ci sono già Uruha con Aoi, che evidentemente hanno già suonato, poiché poco dopo Ruki apre.
“Reita?” chiedo, sorpreso.
“E’ di là, con nostra figlia.”
Rimango sorpreso. Molto sorpreso. Aspettate un secondo, ma due maschi mica possono avere un figlio insieme, no?
Entro, incuriosito dalla storia della figlia, mi torna in mente in quel momento la visione che ho avuto mentre pulivo.
Reita lo sento muoversi nella stanza attigua a questa saletta, molto probabilmente sta parlando alla figlia di chi siamo e di cosa facciamo, anche se credo che lei lo sappia già.
Poco dopo entra, tenendo per mano una piccola creatura dagli occhi molto dolci ed espressivi, che timidamente si nasconde dietro di lui.
Si siede di fronte a noi, in modo che la creatura possa guardarci e conoscerci meglio.
Anche Takanori è seduto accanto a lui, e ciò non mi sorprende affatto. Molto probabilmente si sono già dichiarati.
Mi avvicino alla bambina, la studio, e solo dopo le parlo. “Ciao!”, la sua risposta è un balzo indietro, si nasconde dietro a Takanori.
“Non aver paura di me, piccola. Il mio nome è Yutaka. Yu-ta-ka” scandisco bene il nome perché temo che non lo capisca. “Yuta…Yuta…”

“Tutti mi chiamano Kai, puoi farlo anche tu, se vuoi”.

“Va bene! Kai! Kai-Kai!”.
“Hm…Hm…Hm” mi fa sorridere.
Aoi si avvicina lento alla bambina, con un sorrisone le chiede come si chiami.
“Mi chiamo Amina. Sono la figlia di papà e mamma. Me lo hanno detto loro.”
Uruha la guarda e le chiede “Quanti anni hai, piccola Amina?”
“Uno… Due… te… Quatto! Papà dice che ho quatto anni!”
“Quattro. Capisco, sei molto piccola. Mamma ti vuole bene. Anche noi ti vogliamo bene. Tanto.”
“Mamma… mi vuoi bene?”
“Certo, piccola amore mio!” e la abbraccia.
“Ti andrebbe di uscire, Amina? Andare a spasso?”
“Spasso! Spasso!”
“Si, tesoro. Andiamo al parco. Vediamo le papere”

Questa bambina è magica. L’ho vista per meno di mezz’ora, ma già l’amo. Anche se non sono suo padre. Non mi sorprende che Reita e Ruki siano innamorati di lei. E innamorati di loro. Forse anche io troverò l’anima gemella. Penso che parlarne ad Aoi non sia una bella idea, dato che spiattellerebbe tutto ad U-sama. Scelgo di ripiegare su Eriko. Fa l’insegnante, per quello che so, magari verso sera sarà libera. Oggi ha lezione fino alle quattro.

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Che bello, andiamo a vedere le mie papere! Spero solo che un giorno il mio adorato Aoi me ne doni una, magari gialla.

Amina non ha ancora smesso di battere i piedi felice, così Takanori la mette a terra e la conduce per mano. Ci manca solo che si perda, piccola com’è. E il colmo è che conosca la città. “Zio-zio…”
“Che c’è? Vuoi venire da zio Uruha?”
“Uru…Pon!”
“Va bene, amore, chiamami anche solo Pon!”
“Come fa la papera?” mi chiede lei.
“Quack!”
“Prova a dirlo, piccola” la incita Takanori.
“Va bene Takanori. Uno…Due… Quack!”

Ci avviciniamo a delle strisce pedonali. Le macchine passano veloci. Istintivamente stringo a me la mano di Aoi. La bambina molto probabilmente sente la mia ansia, perché si stacca da me e chiama freneticamente Takanori.
“Mamma-Mamma!”, così lui la prende in braccio. Quell’omino è piuttosto lento a venire, ma appena scatta il verde attraversiamo.

Dopo un po’ a piedi giungiamo al parco, ma neanche allora lascio la mano della persona che amo. Io lo amo per ciò che è, anche se la società dice che tutto questo è sbagliato. Sempre poi per la storia del generare figli. Non lascerò certo che si separi da me. Lo terrò sempre al mio fianco. Ricordo quando ci siamo giurati amore eterno. Eravamo sotto la luna. Era una calma serata estiva. Aoi mi prese la mano e mi disse che mi amava. Guardai le stelle lucenti, pensai che per lui avrei fatto qualsiasi cosa, e se il dio che era lassù non avrebbe accettato questa cosa, allora non mi sarebbe importato. Io lo avrei amato.

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“Ecco amore, le papere sono lì. Stanno là in quel laghetto, vieni sulle mie spalle”.
Takanori alza Amina sulla mia testa. “Devi solo tenerti piccola. Non aver paura, papà non ti farà mai cadere”.
Mi avvicino solo un po’ in modo che la bambina possa vedere tutto.
“Che belle… Guarda zio Pon! Fanno Quack!”
“Già… E’ vero, piccola Amina, fanno proprio quack! Oh, guarda, Amina! Là c’è una papera con le paperette gialle!”
“Quella è la mamma… Vero Mamma?”
“Certo…”

  
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