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Autore: Just Jude    18/07/2013    21 recensioni
"Cosa è uno dei tanti modi con cui conquisti le ragazze?" - borbottai staccandomi di scatto dalla sua presa.
"Oh no" - esclamò guardandomi - "Io con le ragazze ho chiuso!",
"Davvero?" - chiesi incredula - "Sei per caso diventato gay? Perché se così fosse non ci sono problemi" - continuai iniziando a tirare fuori un flusso smisurato di parole - "Insomma non ti giudiche .. Aspetta, dove sono finiti gli altri?" - urlai poi strabuzzando gli occhi non vedendo più nessuno di fronte a noi. Harry si girò di scatto, muovendo il suo sguardo a destra e a manca per poi passarsi una mano tra i suoi morbidi ricci : la sua bocca rimase completamente serrata mentre le sue mani si seppellirono nelle tasche dei suoi jeans scuri. Questa sua indifferenza mi dava davvero sui nervi, possibile che fosse così apatico?
*****
Ecco cos'ero: un pezzo di ferro, un piccola lamina metallica di fianco ad un magnete; per quanto resistenti possano essere le forze che si frappongono però, una calamita riuscirà sempre ad attirare a sé un pezzo di ferro, è matematico.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                               Madly 4

S  
embrava non dovesse mai finire questa agonia - mi dissi - ed invece siamo già al penultimo giorno di campeggio e soprattutto, sono ancora viva! La mia mente era già proiettata verso il momento in cui sarei tornata a casa, alle mie cose e alla mia normalità la quale, benché fosse banalissima, mi permetteva per lo meno di non spaccarmi la schiena ogni volta che dormivo e di farmi una doccia per bene. Quel giorno, mio padre, Jonah e l'ometto erano andati a pescare sull'altra sponda del lago, lasciando però questa volta me e Cecile a far la guardia alle tende : fortunatamente non si sentivano rumori molesti da posti nei paraggi e in alto, un bel sole caldo splendeva tutt'intorno. Nonostante ciò, me ne stavo seppellita in silenzio nella mia felpa verde over-size, accarezzandomi di tanto in tanto le braccia nella speranza di procurarmi calore : infatti, 'l'esilarante' scherzetto di buttarmi tra le acque gelide del lago mi aveva comportato un bel raffreddore che di lì a poco si sarebbe manifestato con tutti i suoi annessi e connessi.
"Ti piace proprio tanto leggere" - esclamò di punto in bianco Cecile (Cecile) sedendosi al mio fianco,
"Oh si" - risposi esaltata - "In qualsiasi occasione cerco un angolino in cui rintanarmi e leggere" - spiegai guardandola - "Mi fa sentire meno sola" - conclusi infine, un po' titubante. Dopo il suo 'é un bel passatempo', il silenzio piombò tra di noi in quanto, probabilmente, nessuna delle due sapeva da dove cominciare; ci pensai io però a rompere il ghiaccio quando, in preda ad un impeto di coraggio, pronunciai il suo nome per attirare la sua attenzione: lei si girò sorridendomi e, dopo aver ricambiato, continuai il discorso che avevo iniziato.
"P-perché Harry spesso si isola e se ne sta in silenzio?" ,
"Sai" - cominciò sospirando, segno che non era il suo argomento preferito da trattare - "Ultimamente è un periodo un po' difficile per lui : sua sorella è partita da poco per l'università e le cose con suo padre non vanno tanto bene" - aggiunse poi fissando il suo sguardo nel vuoto. Annuii semplicemente, più che altro non sapevo che dire e ad essere sinceri non mi era neanche tanto chiaro il motivo per cui le avessi chiesto una cosa simile.
"Sai" - cominciò di nuovo - "Penso che abbia un misto di emozioni all'interno di sé che però non sa gestire e .." - continuò per poi interrompersi - "penso che non abbia ancora trovato la persona giusta con cui condividerle". Mi fece strano sentire quelle parole, devo ammetterlo, d'altronde non avevo mai notato questa sensibilità dell'ometto anche perché, in fin dei conti, non gli avevo mai dedicato poi così tanta attenzione; non che in quel momento gliene stessi dedicando di più, sia chiaro, il punto era che avendoci a che fare per alcuni giorni di fila avevo avuto varie occasioni per scrutare i suoi comportamenti.
"A te invece?" - chiese poi lei - "Come vanno le cose?" - aggiunse sistemandomi i capelli dietro l'orecchio destro. Trascinai le mie gambe portandole al petto e, circondatele con le braccia, feci per rispondere :
"Bene" - esclamai dapprima - "C-cioè normale : a scuola non ho problemi perciò mio padre mi ha regalato un viaggio a Barcellona con la mia migliore amica, mentre mia madre .." - aggiunsi per poi interrompermi : quando si trattava di lei non sapevo mai cosa dire o meglio, dove iniziare. Poggiai il mento sulle mie ginocchia, mentre Cecile continuava ad accarezzarmi i capelli : sapevo perfettamente che era a conoscenza della situazione tra me e mia madre, ci avrei scommesso qualsiasi cosa sul fatto che mio padre gliene avesse parlato ma, apprezzai notevolmente il fatto che non disse nulla a riguardo lasciando decidere a me se parlargliene o meno.
"Con lei le cose non vanno e non andranno mai ne sono certa" - borbottai,
"Perché dici così?" - chiese lei cercando di farmi sfogare - "Perché non provi a farle andare nel verso giusto?",
"Differenze" - esclamai - "Differenze fin troppo profonde per trovare un punto di incontro, non a caso ci ho rinunciato ormai : credo sia successo parecchi anni fa, quando lei decise di rinunciare ai suoi figli, non accudendoci quando ne avevamo bisogno". A quelle parole, Cecile mi avvicinò a sé, portando la mia testa sul suo petto ed accarezzandomi i capelli con una mano, mentre con l'altra mi stringeva cercando di darmi calore : si dimostrò davvero dolce e gentile e, benché la conoscessi già da un po', non mi ero ancora abituata a questo lato di lei e forse non l'avrei mai fatto. Insomma, per lei non ero nessuno eccetto la figlia sedicenne, un po' maldestra ed acidella di un suo vecchio amico ma non le era importato : non si era fatta scrupoli a comportarsi come una madre con me e, fu per quel motivo che in quel momento più che mai desiderai che effettivamente lo fosse.


Delicatamente, spostai la ciocca di capelli che era finita sul mio viso : a causa del vento continuava a muoversi, accarezzando ora le mie narici ed ora le mie labbra. Era pomeriggio inoltrato, il sole all'orizzonte era sul punto di calare e il cielo era di un celeste acceso che tendeva a fondersi con il rossiccio del tramonto, sfumandosi quindi in un leggero violaceo. A pochi passi da me, Jonah e Harry si divertivano a lanciarsi un pallone, facendolo rotolare sull'erba e colpendolo con dei leggeri calci : di tanto in tanto, con la coda dell'occhio notavo che ora uno e ora l'altro correvano a destra e a manca per recuperare il loro giocattolino il quale, evidentemente era stato vittima di qualche colpo un po' troppo azzardato. Benché talvolta i loro schiamazzi mi facessero sussultare, prestavo loro molta poca attenzione; il libro che avevo sottomano mi aveva letteralmente catturata a tal punto che il mio sguardo era incollato a quelle pagine quasi come se temesse di perdere un dettaglio, magari una virgola : questo però, finché qualcuno non mi interruppe.
"Posso sedermi vicino a te?" - mi chiese una voce; annuii semplicemente, benché avessi capito immediatamente a chi appartenesse quel timbro, ciononostante mi piaceva lasciare le persone un po' sulle spine. Josh (Josh) si era delicatamente seduto al mio fianco, con le ginocchia contro il petto e la schiena poggiata sulla ruvida corteccia di una quercia secolare : la sua t-shirt bianca levigava ulteriormente il suo corpo muscoloso e i capelli ben pettinati gli conferivano l'aria di uno di quegli studenti modello, quelli che capiscono al volo la lezione di matematica e che tutte le ragazze vorrebbero come tutor per la loro espressione incredibilmente sexy. Misi via il libro, se Dio mi aveva concesso una seconda opportunità non dovevo di certo farmela scappare, e accennato un sorriso, gli chiesi come stava. La sua voce era davvero accattivante, una di quelle che non smetteresti mai di ascoltare e la sua padronanza di linguaggio mi affascinava, facendomi pensare che forse, fosse effettivamente uno di quei secchioni dallo sguardo magnetico. Stava andando tutto bene, insomma avevamo iniziato a divertirci semplicemente facendo due chiacchiere all'ombra di un vecchio e grosso albero, finché qualcuno non pensò bene di disturbare la mia, o meglio la nostra quiete. Stavamo appunto parlando di sport quando un pallone bianco e grigio giunse a toccare la mia caviglia destra : sapevo perfettamente a chi appartenesse e così, senza neanche guardare se lo stessi lanciando nella direzione giusta, me ne liberai frettolosamente. Ripresi il mio discorso con Josh, non dando tanto peso a cosa era appena successo: in fin dei conti può capitare a tutti di sbagliare - mi dissi tornando poi ad osservare come le rosee labbra sottili ma al tempo stesso ben definite del ragazzo al mio fianco si muovessero delicatamente in simbiosi con la sua voce melodiosa.
Stupido idiota - mi dissi poi, ritrovandomi di nuovo quel maledetto pallone tra i piedi; notai che Josh ne seguì il percorso con lo sguardo, e dalla sua espressione capii che era rimasto un po' perplesso dal fatto che stranamente nel giro di neanche dieci minuti una nuova pallonata era giunta a colpire la mia povera caviglia,
"Ignoralo" - dissi quindi per rassicurarlo - "È un idiota" - aggiunsi gesticolando per rendere il tutto più incisivo ed infine sorridendogli (Vicki) per metterlo a suo agio.  Senza neanche esitare poi, presi quell'inutile cianfrusaglia e la lanciai nella direzione completamente opposta rispetto a quella in cui si trovavano Jonah e l'ometto; chissà, magari questa passeggiatina sotto il sole gli farà migliorare la mira - pensai iniziando a percepire la mia pazienza scivolare via dal mio corpo come i granelli di sabbia in una clessidra capovolta; ma come si suol dire : non c'è due senza tre. Non dovemmo aspettare molto prima che il pallone piombasse nuovamente nel nostro spazio vitale questa volta però finendo quasi sulla testa di Josh : pronunciando con fermezza un 'ma che problemi ha tuo cugino?' agilmente schivò il colpo spostandosi in avanti ed avvicinandosi pericolosamente a me, tanto che arrossii leggermente, ma poi, mi bastò vedere l'ometto che senza alcun contegno rideva (Harry) della scena per sentire il sangue ribollire nelle vene.
"Basta" - sbottai - "È ora di darci un taglio" - aggiunsi per poi alzarmi di scatto e, afferrato il pallone, dirigermi verso quel mentecatto dai riccioli scombinati.
"Credo sia ora di tagliare questo cespuglio Styles" - dissi alludendo ai suoi capelli non appena gli fui sufficientemente vicina - "Ti impedisce di vedere" - aggiunsi lanciandogli con forza il pallone. Harry lo afferrò prontamente, racchiudendolo tra le sue possenti mani e pronunciando un 'oh no, io ci vedo benissimo' ovviamente con il suo solito fare malizioso, mi lanciò nuovamente la palla.
"Perché non mi lasci in pace?" - gli chiesi rispedendogli indietro violentemente quanto mi aveva tirato,
"E perché tu non torni a leggere? Non ti hanno insegnato che non si parla con gli sconosciuti?" - rispose sfoderando di nuovo quel fare autoritario che proprio non tolleravo e, per non farsi mancare nulla, lanciò con forza il pallone verso di me. Immediatamente però, intuii che quella volta non era stato ben in grado di calibrare la forza e così istintivamente mi spostai, lasciando che la palla mi sfiorasse continuando poi la sua traiettoria oltre la mia schiena e, buttando lì un 'sei un idiota' che, riferendosi a lui, non guastava mai. Curiosa però, mi girai per vedere dove fosse finito il loro giocattolino e la scena che si presentò ai miei occhi fece illuminare nella mia testa non una lampadina, ma un intero albero di Natale. Harry il genio infatti, con il suo lanciò degno di un giocatore di football, aveva colpito una povera signora che, seduta sotto un ombrellone proprio di fianco alla sua tenda, stava sorseggiando un bicchiere di limonata con tanto di cubetti di ghiaccio. Il risultato? La palla era andata a finire proprio sul bicchiere facendolo così voltaggiare leggermente e poi capovolgersi vuotando tutto il contenuto sulla camicia a fiori della povera mal capitata.
"La prego di scusare mio cugino" - le dissi avvicinandomi e fingendomi seriamente dispiaciuta - "È un vero imbranato : sono sicura che per scusarsi le preparerà una fantastica limonata con le sue dolci manine" - aggiunsi trattenendo una risatina beffarda. Non contenta però, decisi di rendere la scena ancora più memorabile e rincarai la dose :
"Harry sei proprio maldestro" - esclamai in modo che la signora al mio fianco capisse chi fosse il responsabile di quella enorme macchia sui suoi indumenti - "Devi sempre trovare il modo di farmi vergognare di te. Ma ora per favore, mostra che perfetto damerino sei, e prepara una nuova limonata per questa simpatica signora" - aggiunsi facendogli l'occhiolino; eccoti sistemato mio caro ometto - mi dissi soddisfatta. Okay lo ammetto, mi divertivo e non poco a metterlo nei guai, trovavo estremamente esilarante vedersi dipingere sul suo volto l'espressione di un pesce fuor d'acqua che, per rimanere in tema, non sa proprio che pesci prendere. In mia discolpa però, tengo a precisare che anche lui si divertiva a darmi fastidio, non lasciandomi mai in pace ed escogitandone sempre una più del diavolo per mettere a dura prova la mia pazienza e i miei poveri nervi; insomma eravamo pari,no? Approfittando del momento in cui l'ometto era impegnato a scusarsi con la signora della limonata, afferrai per una mano Josh, proponendogli di andarci a fare un giro. Non camminammo a lungo, giusto il tempo necessario per arrivare sulle sponde del lago e, poggiate le nostre schiene contro la staccionata, continuammo a parlare ancora un po'. Fu quando mi disse qualcosa tipo 'non ho mai visto degli occhi come i tuoi' che fummo sul punto di baciarci e sottolineo 'sul punto' : infatti, proprio mentre le sue labbra erano ad un dito dalle mie tanto che potevo già sentirne il calore, una voce irritante e ben nota alle mie orecchie spuntò fuori dal nulla, distruggendo il mio momento romantico con Josh.
"Vicki la nostra tenda sta andando a fuoco" - esclamò Jonah (Jonah), quel piccolo birbantello : non risposi, mi soffermai a chiedermi come avesse fatto a trovarmi e contemporaneamente a maledire il momento in cui i suoi passi l'avevano condotto proprio lì.
"Insomma che stai aspettando? Vuoi che tutte le tue cose si trasformino in un ammasso di polvere?" - aggiunse con la sua voce squillante e, avvicinatosi, mi afferrò per un polso trascinandomi via e contornando tutto con un 'ciao amico' diretto a Josh.
Ma che ho fatto di male? - continuavo a chiedermi mentre il mio polso era ancora racchiuso tra le esili dita di mio fratello - Dove era finita la regola 'lei è più grande perciò devo lasciarla in pace'? Perché ci si metteva anche lui adesso? Avrei dovuto dargli una bella lezione proprio come avevo fatto con Styles, forse avrebbe capito. Notai però, che non appena ci fummo allontanati dal lago, benché mancasse ancora un po' alle nostre tende, Jonah aveva decelerato il suo passo, smettendo di camminare come un ossesso:
"Non c'è nessun incendio vero?" - chiesi fredda capendo finalmente tutto,
"Brava Vicki" - esclamò - "Vedo che sei perspicace" - aggiunse con fare ironico, mentre nel frattempo continuavo a chiedermi perché non ci fossi arrivata prima, per caso la vicinanza con Styles mi aveva reso stupida di colpo?
"Ti ha mandato quell'idiota?" - chiesi secca, fermandomi di botto ed incrociando le braccia al petto; Jonah, da furbetto quale era non rispose, costringendomi così a fare leva sul tasto che avrebbe fatto tornar la vista anche ai ciechi : il denaro.
"Ti do cinque sterline se mi dici la verità" - incalzai sicura che avrebbe ceduto,
"Cinque sterline?" - esclamò incredulo - "Harry me ne ha date dieci per seguirti e trascinarti via" - affermò per poi coprirsi la bocca, rendendosi conto di aver vuotato il sacco. Sbuffai, c'era da immaginarselo, solo un troglodita come Harry poteva pensare ad un'idiozia tale : insomma, ridicolo, non trovate?
"Fatti pagare di più la prossima volta pivello" - esclamai risentita per poi superarlo e dirigermi spedita verso la mia tenda : menomale che a breve sarebbe finito quell'incubo e io e Harry avremmo ricominciato ad ignorarci come avevamo sempre fatto.


Dormire in tenda era decisamente scomodo: per non trasformarsi in un ghiacciolo bisognava letteralmente seppellirsi nel sacco a pelo il quale, una volta tirata su la zip, ti impediva qualsiasi movimento, era concesso giusto respirare. Quella notte Jonah era crollato poco dopo che ci eravamo sistemati, borbottando di tanto in tanto frasi incomprensibili, l'ometto si era steso coprendosi la testa con il cappuccio e rivolgendomi le spalle, mentre io, non rinunciando alle mie abitudini, mi attardavo tenendo lo sguardo fisso sul mio libro ed illuminando il mio viso con la lanterna.
"Che ne dici di spegnere questa luce Collins?" - sbottò improvvisamente Harry girandosi verso di me,
"Io leggo la sera" - risposi secca senza neanche degnarlo di uno sguardo,
"Ed io la sera dormo" - mi disse stizzito. Annuì semplicemente, continuando a tenere lo sguardo fisso sul volume tra le mie dita : sapevo che gli avrebbe dato ancora di più sui nervi questo mio atteggiamento ma non mi interessava minimamente anzi, in un certo senso mi divertiva. Ci fu ancora un attimo di silenzio finché l'ometto non prese l'iniziativa chiedendomi di vedere la copertina del libro : in un baleno me lo strappò dalle mani dicendo che avevo letto abbastanza per quella sera.
"Ridammi il mio libro Styles" - sbottai protendendomi verso di lui per afferrare quanto mi aveva sottratto : di tutta risposta egli allungò ulteriormente il braccio allontanandolo sempre più da me. Basta Styles - mi dissi - ora mi stai davvero dando sui nervi : frettolosamente mi sporsi ancora di più verso di lui, stendendo il mio braccio il più possibile in direzione della sua mano mentre lui, sghignazzando, se ne stava tranquillamente steso nel suo sacco a pelo. Fu un attimo : con le gambe strette nella morsa del sacco a pelo persi l'equilibrio ancora una volta, precipitando a peso morto con il mio bacino sui suoi addominali bassi, proprio nella zona dell'inguine, facendolo sussultare ed emettere uno strano verso. Il mio corpo era praticamente  spiaccicato sul suo, il mio petto era pressato sui suoi addominali ed il suo braccio cadde poi sulla mia schiena: mi accarezzò leggermente la colonna vertebrale e pensò bene di posare la sua grande mano in corrispondenza alle mie fossette di Venere, la quale, approfittando della felpa leggermente sollevata dopo la caduta, finì per trovarsi a contatto diretto con la mia pelle.
"Andatevene in hotel a fare queste cose" - esclamò improvvisamente Jonah girandosi verso di noi : strabuzzò gli occhi vedendoci in quella posizione pensando chissà cosa fosse successo, tanto che aggiungendo un 'risparmiatemi i vostri strambi giochini notturni' con tanto di smorfia a ciò che aveva precedentemente affermato, voltò il suo viso dall'altro lato tornando nuovamente a dormire. Bene - mi dissi - ci mancava solo che Jonah rimanesse traumatizzato da non so neanche io cosa : in effetti non era accaduto nulla di scandaloso ma, come spesso succede l'apparenza inganna, soprattutto agli occhi di un dodicenne. Sentii improvvisamente le mie guance andare a fuoco, imbarazzata sia da quello che era successo sia da quanto non era successo ma sembrava come se lo fosse mentre, l'ometto, notato questo mio disagio, scoppiò in una leggera risata che mi mandò ancora di più in escandescenza : poteva mai essere così insulso? Gli strappai violentemente il mio libro dalle manacce e, giratami dal lato opposto, iniziai a dirgliene mentalmente di tutti i colori : non ti insulto ad alta voce solo perché mio fratello dorme quindi, ritieniti fortunato - mi dissi mentre ad occhi chiusi continuavo a fare strane smorfie. Improvvisamente però, sentii il calore di un respiro proprio a pochi centimetri da me : che intenzioni hai babbeo? - pensai cercando di tenere gli occhi chiusi e reprimere l'istinto di dargli un pugno nel bel mezzo del suo visino da bimbo - in che guaio mi sono cacciata?
"Buonanotte Victoria" - mi  sussurrò sfoderando una voce roca particolarmente accattivante e, dopo aver accarezzato il mio orecchio con la punta del suo naso, mi baciò delicatamente il collo, facendomi leggermente rabbrividire. Avevo i nervi a fior di pelle, il suo strambo modo di fare mi irritava come nient'altro : avvicinati a me in quel modo ancora una volta e ti rompo un braccio Styles, ti avverto.




- My Corner -
Hiii girls! Eccomi qui con un nuovo capitolo : la parte su Josh è il frutto di una notte insonne, AHAHAH. Chiedo scusa se è un po' lungo ma, non sono riuscita a contenermi, pardon!
Alloooora,
è il penultimo giorno di campeggio e questi due ancora battibeccano : dobbiamo perdere le speranze?!
Vi avevo chiesto come immaginate Vicki e, mi son divertita molto a leggere ciò che avete scritto a riguardo : la maggior parte la immaginano con capelli ed occhi castani, qualcuno con gli occhi verdi, qualcuno la immagina bionda e qualcuno come Vanessa Hudgens! In questo capitolo però, vi ho messo le foto dei vari personaggi, così potrete vedere come li immagino io nella mia testa! Che ne pensate?
Volevo ringraziarvi di cuore per tutte le recensioni ricevute : insomma, è stato grandioso, e mi ha fatto molto piacere leggere le vostre opinioni e sapere che avete trovato divertente il capitolo precedente; mi sento realizzata perchè il mio intento era proprio farvi ridere :D
Colgo l'occasione quindi, per ringraziare tutte le persone che hanno inserito la storia tra le pereferite, seguite o ricordate e ringrazio anche i lettori anonimi xD
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi faccia ridere un po' come il precedente e, in generale,
lasciate una recensionciiiina così mi fate sapere che ne pensate, sia in positivo che in negativo (:
Buona giornata ragazze,


Jude

PS: Vi piace il make-up? Beh vi lascio il link del blog della mia migliore amica : lì ci troverete davvero tante notizie interessanti su make-up ed altre cose divertenti! http://www.j4giulia.holdonhope.eu/
PPS: Non vedo l'ora di ascoltare 'Best Song Ever' ed ovviamente di vederne il video :D
            

                                                     
  
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