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Autore: akami    30/01/2008    4 recensioni
Un ragazzo, bellissimo ma incredibilmente stronzo, adorato da tutte le ragazze. Una ragazza, altrettanto stronza, con molti problemi in famiglia ma che nasconde dentro di sè un carattere fragile. Tempo fa lui le ha spezzato il cuore ma ora, per un ricatto, si ritroverà obbligata a convivere con lui. "All'inizio era solo sesso. Doveva essere così se nessuno voleva uscirne ferito. Ma poi..."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Era tutto così noioso in quella classe. Le parole dell’insegnante, il libro di matematica, la lavagna piena di lettere e numeri incomprensibili… Sbuffò guardando l’orologio. Mancava ancora mezz’ora alla fine della lezione ma sapeva che non avrebbe resistito per altri cinque minuti. Alzo la mano il più alto possibile sperando che il prof si voltasse dalla sua parte.


-Potrei andare in bagno?- disse interrompendolo. Il prof si girò verso di lei sbuffando per essere stato interrotto.

-Se questo mi eviterà ulteriori interruzioni, vada pure signorina Miller, e ci rimanga tutto il tempo che vuole.- Fece ironico. Dopodiché si rigirò verso la lavagna e continuo la sua spiegazione.

La ragazza si alzò stufata e uscì dalla porta in silenzio. Come immaginava, il corridoio della scuola era completamente vuoto a quell’ora. Cominciò a camminarci molto lentamente cercando il bagno. Dopo alcuni passi sentì alcune voci maschili non molto lontane da lei che ridevano e sembravano divertirsi. Sembrava riconoscere una di quelle voci. Sfortunatamente, dopo aver girato l’angolo accorse di non sbagliarsi.

Un gruppo di quattro giovani era riunito davanti alla finestra a fumare una sigaretta. E poi… eccolo lì. Dannatamente bello e bastardo allo stesso tempo. Fece finta di non averlo visto e continuò a camminare. Se avesse fatto finta di non esistere, forse non si sarebbero accorta di lei.

-Ehi, ma guarda un po’ chi si vede.- disse uno di loro. Si fermò davanti alla ragazza bloccandole la strada. Lei sbuffò.

-Levati, demente.- disse acida evitando il suo sguardo. Gli altri ragazzi del gruppo rimasero a guardare la scena.

-Ehi, calmina! Ecco perché non piace ai ragazzi… sei così acida! Mi dici sempre che ti faccio schifo…

Alzò il viso della ragazza obbligandola a guardarlo con una mano sul suo mento. Lei sentiva che stava per arrossire. Anzi ne era sicura. Ma non poteva, semplicemente, non poteva. Lui avvicinò il viso sfiorando il suo naso.

-Secondo me invece è l’esatto contrario.- sussurrò dolcemente mentre le sfiorava i capelli neri. Lei gli diede una spinta per liberare il passaggio e se ne andò a passo veloce.

-Guarda che quando vuoi, io sono qui!- sentì il ragazzo che le gridava alcuni metri distante.

-Vaffanculo!!- gridò in modo che tutti nelle classi probabilmente, l’avevano sentita. Si dirigì verso il bagno e ci rimase fino alla fine dell’ora. Non ne poteva più di quel ragazzino immaturo e prepotente. Perché non la lasciava in pace dopo tutto quello che aveva fatto?

***
Il suono della campana risuonò in tutta la scuola e in pochi secondi i corridoi si riempirono di persone che correvano affrettate verso tutte le direzioni. La ragazza aprì l’armadio buttandoci dentro i libri.

-Kate!!- Una ragazza bionda, con i capelli legati in una coda, si avvicinò con il suo solito grande sorriso. Bridget Fuller, diciott’anni, migliore amica  della ragazza di fianco a lei, Kate Miller. – Che muso! E’ successo qualcosa?

La mora scosse la testa.

-No, a tutto bene. Pranziamo?- disse chiudendo l’armadietto e finalmente sorridendo. La bionda fece uno strano risolino.

-Mi spiace Kate, ma mi ha invitata a pranzo Josh. Ti ricordi di lui, no?- disse ridendo da sola. Kate ci pensò un attimo. Probabilmente era uno dei tanti ragazzi di Bridge, visto che quest’ultima, auto definendosi “molto versatile”, ne aveva uno ogni settimana. Ora che ci pensava bene però, Josh era quel ragazzo che aveva una cotta per lei fin da quando se lo ricorda ma Bridge, lo ha sempre maltrattato, usandole quando le faceva comodo. Ad esempio, quando aveva finito i soldi.

-Non ti dispiace vero?- disse ancora sorridendo con gli occhi azzurri splendenti.

-Nah, fa niente.- mentì. Ecco, ora non aveva la minima idea di con chi andare a pranzare. Come al solito si sarebbe dovuta sedere con Debby. Povera, non sembrava neanche tanto antipatica, ma quando vedeva Kate, sembrava che vedesse la sua psichiatra e cominciava a raccontarle i suoi problemi. Come se glie ne fregasse qualcosa.

Bridget la salutò con la mano e poi scomparì dietro alla folla, che cominciava a diminuire. Cominciò a camminare anche lei quando però si ritrovò uno dei suoi insegnanti davanti. L’insegnante di Letteratura Inglese. Aveva una gran fama in quella scuola e anche tante fan, fra cui Bridget. Infatti, era molto giovane rispetto agli insegnanti ma a lei non era mai interessato particolarmente. E poi, non aveva una gran fama.

-Signorina Miller? Avrei bisogno di parlarle…- disse invitandola ad entrare. Lei rimase perplessa ma alla fine annuì. A scuola non era brillante, ma non era neanche orribile. Si sedette in una delle poltrone che le aveva indicato e cominciò ad ascoltarlo.

-Vede, Miller, lo sa che tra poco dovrà affrontare l’università.- Si fermò e la guardò attentamente. Questo la lasciava profondamente a disagio.-Lei sa che un buon contatto potrebbe aprirle tante porte…-

Si avvicinò a lei sfiorandole una gamba. La ragazza si irrigidì. Cosa diavolo stava facendo?

-Ma che cosa f…- non riuscì a terminare la frase che si ritrovò quell’uomo che dovrebbe essere il suo insegnante di letteratura appiccicato al suo collo.

-M-ma… mi lasci!- cercò di scostarsi in vano. Dopo alcuni tentativi, gli diede una spinta più forte riuscendo a liberarsi dalla presa. Si alzò furiosa e anche un po’ rossa.

-Che cosa stava facendo??!- quasi gridò ma quando se ne accorse abbassò la voce. Sapeva che se qualcuno l’avrebbe vista in quella situazione avrebbe sicuramente frainteso.

-Cercavo di costruirle un futuro.- disse rimettendosi a posto la camicia.

-Saltandomi addosso?!- si girò pronta ad andarsene quando la voce dell’uomo la fermò.

-Miller… non lo dirà a nessuno, vero?- sembrava quasi preoccupato. La ragazza si girò nuovamente verso la porta senza rispondere ed uscì. Ma non appena mise piede fuori dalla porta, sentì della carta sfiorarle il viso.

Una mano teneva una foto. In cui c’era lei alcuni istanti prima. Si girò e guardò a chi apparteneva quella mano. E non riuscì a credere ai suoi occhi. Quei occhi. Blu, profondi come l’oceano. E una risata soddisfatta. In quel momento, voleva solo scavare un buco a terra, buttarsi dentro e non farsi vedere mai più.

Note dell'autrice: volevo ringraziare chi ha commentato e chi ha persino aggiunto ai preferiti questa storia ^^ Veramente, vi adoro T^T Ecco qua il sec. cap. (ci ho messo tantissimo, lo so Y_Y) Spero vi piaccia e mi raccomando, commentate ^^
  
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