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Autore: ContessaDeWinter    19/07/2013    2 recensioni
Merlin e Arthur sono ragazzi normali, con i loro sogni e le loro passioni. Non hanno nulla da condividere, nulla che li accomuni: sono diametralmente opposti in ogni aspetto della vita quotidiana.
E, forse, è proprio quello che li avvicinerà.
Raccolta di flash-fic e one-shot, partecipante al Challenge "Slice of Life" indetto da areon sul forum di EFP
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Prompt: Bagno
Titolo: Momenti di te e di me
Autore: ContessaDeWinter
Fandom: Merlin
Personaggi: Merlin, Arthur Pendragon
Genere: Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Slash,  AU
Lunghezza: 786 parole
Eventualinote dell’autore: Per la tristezza di non sapere come si sarebbero evolute le cose, dopo il finale della quinta stagione di Merlin, ho deciso di sperimentare io.
Devo ammettere che tale capitolo è quello che mi convince di meno, ma in questo momento non ho moltissimo tempo a disposizione per mettere mano al testo e l'ispirazione, già di per sé altalenante, è lontana dall'essere costante. Speriamo torni a breve :)

PS: Volevo soffermarmi un attimo su come ho trattato il prompt. Diciamo che, in linea di massima, mi erano venute in mente due versioni per questo capitolo: la prima tendente al genere "commedia" e la seconda al genere "introspettivo". Ho preferito la seconda versione *evita i pomodori* 
Lo so, lo so. Sono una persona cattiva, non ci  dormo la notte lol
Ma, a parte ciò, in questo capitolo il prompt "Bagno" è usato come luogo. I due momenti principali si ambientano lì. Spero vada bene ugualmente.

Questa raccolta sta partecipando al Challenge “Slice of Life” indetto da areon sul forum di EFP. Vi auguro buona lettura!
Baci,
_ContessaDeWinter


  

Momenti di te e di me

V.   Bagno
 

Merlin si contorse tra le lenzuola, rigirandosi ancora nel letto, senza riuscire a emergere dal sonno.
Non gli capitava spesso di avere visioni oniriche tanto vivide ma, quando succedeva, non poteva evitarle in alcun modo: rimaneva intrappolato nelle loro spire, affogando in luoghi mai visti, mai visitati realmente, incapace di riaffiorare dai meandri della mente.
Perché, in fondo, non voleva farlo.
 
 
“Arthur, non qui.”
“Perché mai, Merlin?”
“Potrebbero vederci. V- vostro padre, non mi sembr-”
“Stai zitto. Stai zitto.”
Un bacio.

 
Parole sussurrate, appassionate, intrise di emozioni e sentimenti tangibili nella loro semplicità. Aleggiarono nell’aria attorno a quei due corpi (Merlin poté chiaramente riconoscere i propri capelli, neri pece, risplendere alla luce delle candele) senza mai perdere d’intensità, rimanendo incollate alle pareti che li circondavano come un segno.
Indissolubile.
 
“Non scherzo, Arthur.”
“Neppure io, Merlin.”
“È pericoloso.”
“Hai paura, forse?”
“Ho paura per il mio Re.”
“Non devi.”
“Ho detto che vengo con Voi.”
“No, non lo farai. Rimarrai a Camelot.”
“Non ci sperate.”

 
La scena cambiò, innanzi agli occhi di Merlin. Il piacere effimero del bacio rubato di poco prima fu sostituito dall’inquietudine. Il turbamento profondo penetrò la superficie della visione, infettando la quiete della notte.
 
“Vi prego.”
“Non potrò combattere sapendoti lì, in mezzo a tutti quei soldati, Merlin.”
“Perché mai?”
“Perché sarò troppo preso dall’assicurarmi che tu esca incolume dalla battaglia.”
“Non potete farmi questo.”
“Tu cosa faresti se fossi al mio posto?”
Uno sguardo bruciante, seguito dall’ennesimo bacio alienante e struggente, pregno di frasi non dette.

 
 
 Merlin spalancò gli occhi.
Si alzò di scatto dal letto, guardandosi attorno alla ricerca dell’uomo che aveva popolato i suoi sogni, quella notte, senza trovarlo. Il battito cardiaco parve perdere la sua audacia, lasciando sporadici residui di sé nel petto del moro, rallentando la propria corsa sfrenata.
Per la prima volta in vita sua, il ragazzo sentì di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Lui non apparteneva a quell’epoca.
 Si rinchiuse in bagno, sperando che le pulsazioni e il respiro accelerati potessero avere un po’ di pace. L’aria non riusciva a essere inalata correttamente, bloccandosi all’altezza della gola.
La stanza continuava a girare in maniera frenetica, attorno a Merlin.
Non si era mai sentito tanto in bilico, come in quel momento. Avrebbe voluto continuare a perdersi in quei ricordi e, al contempo, tornare in sé.
Ma Arthur non sarebbe svanito dalla sua mente, unico punto fisso in quel caos.
L’assenza di ossigeno si fece sentire.
E, in un secondo, si ritrovò a vomitare anche l’anima nel lavandino.
 
“Sire, mi avete cercato?”
“Certo, idiota. Non ti sei fatto vedere da stamattina!”
“Beh, scusatemi se ero impegnato a rassettare le Vostre Reali stalle!”
“Vieni qua e taci una buona volta, Merlin. Prepara la tinozza con dell'acqua tiepida e spogliati."
"Perché mai?"
"Voglio fare un bagno rilassante in tua compagnia."

“Come desiderate, Maestà.”
 

 

- - - -

 
Quando quella mattina Merlin arrivò innanzi al triste plesso grigio, tristemente rinominato 'Avalon High School', non si aspettò di vedere Morgana avvicinarsi così rapidamente a lui per poi abbracciarlo quasi non lo vedesse da anni.
Il moro ricambiò il gesto, stringendola a sé delicatamente e chiedendosi il motivo che avesse spinto la ragazza a esprimere così apertamente le proprie emozioni.
Non era solita essere tanto espansiva.
“C- cosa?”
Morgana scosse il capo, sfiorandogli una guancia con dita tremanti. Gli sguardi dei due s’incontrarono.
Blu nel grigio.
Merlin s’interrogò sul perché sentisse la necessità di allontanarsi dalla Pendragon.
Un presentimento.
Un ricordo sfuocato nei secoli.
Qualcosa d’importante da rammentare e cancellare via dalla mente.
Scusami.”
Dolore.

 
“Cos’hai?”
Una voce lo scosse dalla contemplazione del proprio riflesso allo specchio. Serrò le mani sui bordi del lavandino mentre le nocche divennero bianco latte. Strinse gli occhi, percependo mille brividi scorrergli sotto pelle.
Arthur era dietro di sé: poteva sentire il suo respiro bollente farsi un poco più vicino.
“Niente.”
“Non dire stronzate: è da stamattina che ti comporti in modo strano.”
“N- non ho dormito bene, stanotte.”
Arthur poggiò una mano sulla spalla dell’amico.
Merlin si scostò repentinamente a quel tocco.
“Oh, mi dispiace. Forse dovresti, beh… tornare a casa. Provare a dormire. Magari, una camomilla.”
“Già, non credo di essere abbastanza sveglio da reggere ancora due ore di lezioni.”
Il biondo annuì, andando poi a sfiorargli la fronte con il dorso della mano.
“Sei caldo. Probabilmente hai la febbre. Vai a casa e restaci. Avviso io la segreteria.”
Merlin annuì, allontanandosi da lui come da un appestato. Non era sua intenzione mancargli di rispetto o farlo preoccupare inutilmente, come il proprio comportamento poteva indurre a pensare, ma non riusciva a rimanergli accanto un minuto di più.
“Merlin.”
Lo richiamò Arthur, facendolo voltare verso di sé e inchiodandolo al suolo con i suoi occhi azzurro cielo, fieri e splendidi come sempre.
“Se dovessi avere bisogno di qualcosa, chiamami.”
“Grazie, Arthur.”
 
Merlin fuggì via.
Lontano da se stesso.
Lontano da lui.

"Ti amo."
"Vi amo anch'io."

 

  
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