Buonasera (anche se forse sarebbe meglio un
“buonanotte” dato l’orario!) a tutti! Sembra incredibile, ma sono tornata alla
carica! Dopo quasi un mese di assenza, riesco ad
aggiornare… purtroppo, come qualcuno sa, tra scuola e problemi vari ho dovuto
far passare in secondo piano molte cose, come questa fanfic.
Ma oggi ho scritto un nuovo capitolo, e finalmente la
storia riparte! Cominciamo con le recensioni del capitolo precedente!
Alan, che devo aggiungere? Hai capito quasi più di me quel capitolo!
Beh, comunque che Trunks non sia ancora
definitivamente l’amore, hai proprio detto bene. Per ora per lei è più un punto
di riferimento, una certezza. Sono contenta che si capisca. Grazie del
commento, al prossimo capitolo! È tornata anche Ainim! Beh, ormai ti considero
parte del gruppo delle angels, eh! Sono contenta che
mi segui con assiduità, per quel che riguarda la curiosità spero di averla saziata almeno un po’ con questo nuovo capitolo,
fammi sapere! Grazie e un bacione grande! Ho trovato
anche una commentatrice nuova, la carissima Xhennet! Che
io adoro tra l’altro, perciò trovare la tua recensione è stato davvero un
piacere doppio! Complimenti vivissimi intanto per esserti letta tutto il
mattone dall’inizio, e comunque non avrei mai
immaginato che tu volessi leggerlo, è stata davvero una piacevole sorpresa!
Grazie mille dei complimenti, spero che la trama si sviluppi senza delusioni.
Per l’appunto questa è la prima volta che aggiorno con così
tanto ritardo, ma spero comunque che continuerai a seguire la storia e
soprattutto che mi farai sapere cosa ne pensi! Un bacio grandissimo e grazie
ancora! E poi, c’è l’immancabile Lory! Ogni volta mi fai i complimenti per le descrizioni, e questo mi rende sempre molto felice. Ho esaurito almeno un po’ la tua
curiosità? Ah… lo so che aspetti il bacio xD
pazienza dai… pazienza per un altro po’… eheh.
Un saluto anche alla Lovva e a
Ele94 che a questo capitolo non ho
sentito, ma visto che sono due delle mie angels le
saluto con un bacione e spero che stiano bene!
E adesso… torniamo alla
storia, che è meglio. Forse è un po’ più lunghina del
solito… ma visto che sono mancata un mese, me lo
concedete?
Un bacione
a tutti, anche chi dà una letta veloce! Ci sentiamo al prossimo capitolo, la
vostra scimmia x3
Cap.15 -Mano nella mano-
Ci furono dei lunghi minuti in cui regnò il
silenzio. Dopo che Trunks aveva deciso, anche a nome mio, di restare, Goku si
era avvicinato a me allontanando un po’ il ragazzo dal mio fianco. Non ebbi
quella strana sensazione che sentivo quando mi si
allontanava, quella brutta sensazione di abbandono, e non solo perché mi rimase
comunque relativamente vicino. No, c’era dell’altro, qualcosa che non potevo ben meglio definire se non interpretandolo come una
fiducia crescente nei confronti del giovane dai capelli lunghi.
Goku mi girò un po’ intorno,
osservandomi attentamente, ogni tanto poggiava una mano su di me, a
volte su una spalla, a volte sulla testa, restava qualche istante immobile, poi
abbandonava il tocco e continuava a scrutarmi. Si fermò dopo
qualche minuto, mi si mise davanti con le mani sui fianchi, lo sguardo
pensieroso. Un’ ultima occhiata partì dai miei piedi arrivando fino ai capelli.
“Beh, perlomeno con quei fianchi farai dei gran bei
bambini!” la voce era spensierata, quasi in contrasto con l’espressione fin
troppo seria, che subito seguendo il tono delle parole mutò tornando meno
greve.
Mi portai con uno scatto le mani sulla parte del
mio corpo presa in esame, e sentii il volto farsi caldo, mentre istintivamente
corrucciavo lo sguardo.
“Ma… ma che c’entra!” mi
lagnai. Sebbene dalla vergogna tenessi lo sguardo in
un punto indefinito del terreno, mi accorsi che Trunks, divertito da quell’uscita spontanea, ridacchiava un po’ imbarazzato poco
distante da noi.
“Non hai proprio il fisico di una guerriera!” si
difese il saiyan dai capelli biondi portandosi una
mano alla nuca “Sei bassettina, hai i fianchi un po’
larghi per la tua altezza, e i tuoi muscoli non sono certo…” si
interruppe lentamente, sembrò scorgere qualcosa nell’espressione che
involontariamente avevo assunto. Non erano certo parole adulatorie, quelle che
mi venivano rivolte, ma sentirle pronunciare da quell’uomo, con quell’aria
bonaria e l’espressione solare, non potevano in alcun modo ferire. Sentendole
rimbombare nella testa, durante il silenzio che si era creato, non riuscii a
trattenermi da una risata. Trunks, che in un primo momento seguiva l’evolversi
della scena un po’ impaurito dalla reazione che avrei potuto avere, al mio
gesto di allegria distese i nervi e ricominciò a ridere
a sua volta. Come se non avesse potuto gioire di una cosa
palesemente divertente, se questa non avesse divertito anche me.
“Senti un po’, Goku! Hai
conquistato così tua moglie?” tornai con lo sguardo su quello dell’uomo
di fronte a me, assumendo un tono ironico. Lui sembrò non
capire, la sua espressione dubbiosa per la mia risata rimase immutata,
ma più concentrata, cercando di comprendere il senso della mia domanda. Poi si
voltò verso Trunks, come a chiedergli consiglio. Il giovane, ancora divertito,
si chiuse nelle spalle accompagnando il gesto con un’espressione un po’
dispiaciuta, come a dirgli che non poteva aiutarlo.
Non è che non avesse capito, ma da quel poco che lo
conosceva già sapeva che con Goku c’era sempre poco da spiegare, e preferì
evitare di intromettersi nel discorso di sua natura già molto delicato. Sapeva
che parlando di fisicità con una donna si corrono
molti rischi. Il guerriero più grande, ancora confuso, sembrò dimenticarsi
della mia domanda retorica e proseguì il discorso che sembrava essersi nel
frattempo sviluppato nella sua testa.
“E poi, con quelle due cose lì davanti, se tu
dovessi mai combattere alcuni movimenti ti risulterebbero
sicuramente impacciati!” se il sorriso che avevo sul volto si stava rilassando,
tornò a questa frase più teso e profondo. Almeno quello, avrei potuto prenderlo
come un complimento. Ma ciò che mi faceva più
sorridere, era vederlo parlare in modo schietto e spontaneo, come un bambino.
“È veramente bizzarro immaginarti come guerriera.”
Finalmente, arrivò alla conclusione di tutto quel ragionamento, e esplicò a parole la motivazione dei gesti di poco prima.
“Ma io infatti non sono
una guerriera!”
“Sì, ho capito, ma se è vero quel che ha detto
Vegeta, almeno qualcosa di te dovrebbe riportare a una
natura guerriera, invece…” si interruppe scrutandomi un’ennesima volta da capo
a piedi, poi riprese la parola “… comunque, meglio passare oltre. Del resto,
Vegeta non ha detto che hai combattuto, ma solo che
hai sprigionato una strana energia.” Mi si avvicinò a passi
lenti, mi sollevò una mano poi prese saldamente il polso voltando il
palmo verso l’alto. “Tu ricordi qualcosa di quell’energia?
L’hai sviluppata volontariamente?”
“Non ricordo niente.”
Ero concentrata sui suoi movimenti, ma accorgendomi che non si muoveva più, nel
momento di silenzio aggiunsi “E comunque, non mi è mai
accaduto niente del genere. Non ho mai sprigionato nessuna energia…
né volontariamente, né involontariamente.”
“Quindi non sai fare
questo” alzò la mano che non teneva la mia, girò il palmo verso l’alto e
materializzò una piccola sfera luminosa. Sebbene di dimensioni non maggiori a una palla da baseball, si poteva nitidamente sentire un
imponente calore, oltre la forte luminosità che mi impose di voltare la testa
dalla parte opposta. Non avevo mai visto niente del genere, se non nei cartoni
animati e in qualche film di fantascienza. Eppure
quella strana sfera era reale, e scaturiva dalle mani di quell’uomo.
Voltai di nuovo lo sguardo verso quell’energia,
la fissai, costretta però a strizzare gli occhi, molto attentamente. Trunks mosse qualche passo
verso di noi, lentamente, distrattamente. Di lì a poco, Goku fece
sparire la sfera. “Sapresti fare questo?” insistette, sempre tenendomi il
polso.
“No” scossi il capo diverse volte accompagnando la
risposta.
“Prova” sentii la stretta più serrata,
imponendomi di tenere il palmo verso l’alto. Portai lo sguardo su quello di
Goku.
“Ma non so che devo
fare.”
“Devi concentrarti… concentra le tue energie
nella mano.”
Mi infastidì, anche solo per
un secondo, il modo che aveva di insistere. Non avevo la minima idea di quel
che mi chiedesse di fare. Non capivo cosa intendesse
per energie. Ma sembrava non voler proprio comprendere che non sapevo minimamente cosa fare, così portai lo sguardo sulla
mano. E mentre pensavo di concentrarmi mi accorsi che
in realtà pensavo a cosa volesse dire concentrare le energie, perciò pensavo
senza in realtà concentrarmi. Pensavo fissandomi la mano, e ovviamente non
accadeva niente.
“Non sei proprio capace, eh?” sentii la sua voce
interrompere i miei pensieri. Fu in quell’istante che
mi accorsi di come fossi totalmente sconcentrata.
“Te l’ho detto…”
Mollò la presa sul polso,
lasciandomi libera
la mano.
“Sì, ma eri anche troppo distratta.” La sua
espressione era perennemente spaurita e allegra, ma bastavano poche parole per sottolineare come fosse in realtà a attento a ciò che lo
circondava. Almeno, verso ciò che lo interessava.
“Forse mio padre si è sbagliato…” la voce di
Trunks, disattesa, mi fece notare quanto vicino ormai ci fosse.
“Chi? Vegeta che si sbaglia su qualcosa del
genere?” Goku portò lo sguardo sul giovane al suo
fianco. “Tuo padre non fa che combattere da tutta la vita. Sa quello che dice.”
“C’era caos in quel momento,
era in difficoltà…”
“E comunque, Trunks, lui
ha riconosciuto di esser stato aiutato da una potente energia; se non è stata
lei, chi è stato?” dopo un attimo di silenzio, Goku proseguì “anche se non
fosse stata lei, qualcuno ha sprigionato quel potere perché Vegeta lo ha
percepito. Se ha avuto la forza di percepirlo, era abbastanza lucido da capire
chi fosse a sprigionarlo. Sai meglio di me come noi saiyan possiamo resistere al dolore: quando perdiamo
lucidità è praticamente solo in punto di morte.”
Il giovane dai lunghi capelli lisci chinò la testa
e portò lo sguardo verso terra. Ciò che gli aveva detto quel guerriero molto più esperto di lui era vero. Si limitò a rimanere in
silenzio, in cenno di assenso.
“Forza Mirai, vieni
qui.” Si rivolse poi a me, Goku, che mi intimò di
mettermi al suo fianco con un gesto della mano. Gli obbedii subito, portandomi vicino
a lui con passo deciso.
“Adesso metti le mani in avanti col palmo verso
l’alto” simulò il movimento che mi aveva appena descritto “Così.” Aggiunse una volta in posizione. Lo imitai in silenzio.
Trunks, a pochi passi da noi, osservava attento.
Sulle mani di Goku si formò una sfera di energia gialla più grande di quella che mi aveva mostrato
poco prima, delle dimensioni più o meno di un pallone da calcio. Come era successo prima, mi dava un po’ noia il calore e la
luce, ma strizzai solo un po’ gli occhi cercando di resistere di nuovo col viso
rivolto verso quello strano fenomeno.
Goku iniziò a muovere la mano verso la mia. Il
calore si faceva sempre più noioso, la pelle bruciava a
ogni centimetro che le sue mani si avvicinavano alle mie, ma rimasi immobile.
Solo non riuscivo a mitigare un’espressione infastidita sul volto. I piedi di
trunks si agitarono senza spostarlo di un passo, come se si volessero
inconsciamente muovere ma la ragione li placasse.
“Prova a sostenere questa sfera d’energia” mi
disse Goku con voce calma. Sembrava che per lui fosse meno faticoso che
sollevare un bicchiere. Ma io mi sentivo bruciare
sempre di più la cute, e iniziavo a sudare, vuoi per il calore, vuoi per la
tensione che stava crescendo. Sforzandomi restai immobile mentre la sfera,
sebbene sui miei palmi, era sorretta dall’uomo di fianco a me. Ma quando fece
per mollarla lasciandomi l’onere di sostenerla, ritirai
le mani facendo qualche passo indietro di scatto. Fu rapido lui, che con una
mossa decisa, come se il mio gesto non lo avesse stupito nemmeno più di tanto, riprese
subito l’energia per poi farla sparire in pochi istanti da dove era stata
generata.
“Scusami.” E alzai
subito lo sguardo verso di lui, che si voltava nella mia direzione scrutando
che stessi bene. “scusami non ce l’ho fatta. Bruciava,
bruciava terribilmente e poi…” non potetti finire, poiché
mi prese le mani guardandole.
“Non ti sei fatta male, vero?” poi mi fece una
carezza sulla testa e sorrise benevolo “Non preoccuparti va tutto bene.”
Portai lo sguardo verso Trunks, era fermo, ma il
suo corpo sembrava pronto a scattare in avanti. Era serio, ma pareva un animale
legato, pronto a correre al massimo non appena la catena che lo tratteneva si fosse spezzata.
“Ok, allora… non ci
siamo nemmeno così. Vediamo un po’ come possiamo fare…” il guerriero si voltò
verso il giovane che ci guardava senza distrarsi un solo istante “Trunks, puoi
aiutarmi?”
Con un cenno del capo, il
ragazzo si avvicinò a Goku, il quale gli spiegò cosa doveva fare. Ma
non capii quasi niente, ancora persa nei miei pensieri, nel guardarmi le mani,
nella paura, nel desiderio di interrompere quelle strane prove.
“Allora, Mirai” tornò rivolto verso di me, il saiyan biondo, spingendomi delicatamente verso Trunks “tu
stai qui vicino a lui.” E
mentre parlava, iniziò a camminare per distanziarsi un po’ da noi due “Ti
mostriamo come si può liberare l’energia. Osserva bene, e se ti senti pronta a un certo punto…” si fermò e tornò voltato nella nostra
direzione “… prova a sostenere l’energia di Trunks. Ma
per adesso osserva.”
Muovendo la testa gli risposi senza parole che
avevo capito, poi portai lo sguardo a Trunks, che trovai già con gli occhi su
di me.
“Non preoccuparti, terrò l’energia bassa,
d’accordo?”
“Mi fido di te.” Sembrò stupito da quelle parole,
che mi uscirono spontanee dalle labbra. Le dissi riferite
a ciò che mi aveva appena detto; le dissi riferite a lui come persona. Le
dissi, perché in quel momento avevo solo lui.
I due uomini si concentrarono, ognuno a modo suo
si misero in posa, e dopo pochi minuti nelle loro mani si formarono sfere di intensità e luminosità differenti, che poi spinsero l’una
incontro all’altra. Un fascio di luce sembrava unire le mani dei due ragazzi,
interrotto solo al centro dalle due energie che fuse creavano una sfera grande
e luminosissima. Schizzavano strani raggi simili a fulmini da
quella sfera, grandi da far paura, spuntavano da un polo della bolla
energetica e con un balzo arrivavano al polo opposto per poi essere inghiottiti
di nuovo. Sebbene quell’energia sprigionasse, oltre a
forza e calore, anche un forte vento, i due non sembravano
affatto affaticati né in difficoltà, tanto che quando i miei occhi
persero la concentrazione per tornare ad osservare i due uomini che si
confrontavano, mi sembrò quasi una cosa facile da farsi. Non pensavo che poco
prima non ero nemmeno riuscita a concentrarmi;
guardando loro sembrava solo tutto così semplice. Che Goku fosse un guerriero
più forte ed estremamente più esperto di Trunks
l’avevo capito, perciò non mi stupii se il più del tempo il punto d’incontro
delle due energie era sempre più sbilanciato verso il giovane Trunks. Via via che passavano i minuti,
sembravano quasi dimenticarsi di me, di dovermi mostrare qualcosa: sembravano
più voler dimostrare qualcosa a loro stessi, e le energie si intensificarono.
La bolla luminosa che scaturiva dal contrasto dei loro poteri
era sempre più vicina a Trunks, ma Goku si tratteneva magistralmente per non
rischiare di ferirlo in alcun modo.
Mentre loro parevano ormai essersi scordati di
me, ricordai quello che mi aveva detto Goku, di provare a sostenere l’energia con
Trunks se me la fossi sentita. Senza pensarci su più
di una volta mossi una mano in direzione di quelle del
ragazzo. Lui se ne accorse, mi guardò senza muovere la
testa, sorrideva come a rassicurarmi. Sorridendogli a mia volta poggiai il
palmo sul dorso delle sue mani unite.
Non ebbi nemmeno il tempo di accorgermi cosa stesse accadendo. In quel preciso istante il fascio di energia che usciva dalle mani di Trunks raddoppiò, i
capelli del ragazzo divennero biondi e irti verso il cielo, come erano quelli dell’altro
guerriero. La sfera energetica divenne enorme e iniziò a correre indietro lungo
la scia luminosa verso Goku, che anche se preso alla
sprovvista riuscì comunque con uno sforzo a deviare il colpo verso il cielo,
dove esplose e si esaurì. Il contraccolpo sbalzò Trunks qualche passo indietro,
mentre io rotolai qualche metro per terra per poi
fermarmi contro una roccia. Ricordo solo la polvere, tanta polvere da non
vederci niente, la terra arida su cui ero sdraiata, e
il mio respiro disturbato dalla terra che, volante, mi entrava nei polmoni ad
ogni respiro. Non mi dava noia non poter respirare. L’unica cosa che mi
angosciava era che, con quel senso di soffocamento, non riuscivo a chiamare
quel nome, quel nome che mi rimbombava nella testa… il
suo nome.