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Autore: styleslaugh    19/07/2013    5 recensioni
All I can do is say that these arms were made for holding you.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 agosto.
Mi svegliai di soprassalto al suono della sveglia alle 7.
Scesi di sotto e feci colazione.
Ero agitata, tra poche ore sarei salita su quell'aereo insieme a Milly che ci avrebbe portate via di qui. Da tutto e da tutti. Cominciai a pensare che non vedevo l'ora di rivedere mia zia e mio cugino.
Una volta finita la colazione, tornai di sopra. Svegliai i miei e mia sorella e corsi a lavarmi.
Mentre loro facevano colazione io decidevo come vestirmi: non era facile, era solo un semplice viaggetto in aereo, il punto arrivava dopo quando dovevamo arrivare a casa di mia zia e volevo apparire in ordine.
Faceva molto caldo essendo ad agosto, quindi scelsi dall'armadio dei pantaloncini a jeans con delle borchie e delle stelline laterali e poi una canotta dell'hard rock, era una delle mie preferite.
Misi le mie vans e poi sistemai il bagaglio a mano che dovevo portarmi in aereo.
La valigia l'avevo già preparata la sera prima, ma non ero nemmeno sicura di aver preso tutto. Si ha sempre quell'orribile sensazione quando si sta per partire.

Una volta sistemata la valigia vicino la porta del soggiorno con sopra la mia borsa, presi il telefono e chiamai Milly.
-'Devonne, la mia valigia è pronta. Sono pronta. I miei devono finire di prepararsi, ma l'aereo è alle 11:00 e non credo che faremo tardi.'- disse tutto d'un fiato.
-'Si, lo credo anche io. Comunque anche io sono pronta e sto aspettando i miei, solo che sono un pò agitata..'- dissi guardando il giardino.
-'Ah si? Io non vedo l'ora.'- rispose.
-'Anche io, ma...'- mi fermai a pensare: ero preoccupata. Avrei lasciato questa casa. La casa dove avevo passato tutta la mia infanzia con i milioni di ricordi che cominciarono a farsi spazio nella mia mente.
-'Ascoltami. Cavolo, stiamo andando a vivere a Londra. Londra, ci sei? È chiaro? L-O-N-D-R-A.'- sorrisi alla sua affermazione. Aveva capito senza che le avessi detto niente. Amavo quando lo faceva. Io non ero mai in grado di farlo con le persone. Non sapevo mai se la mia risposta sarebbe stata adatta alla situazione o meno.
-'Hai ragione, cavolo. Il sogno di una vita è qui davanti a me e io stavo per tirarmi indietro.'- le dissi.
-'Quanto abbiamo lavorato per far si che i nostri ci dicessero di si? Grazie a tua zia poi. La bacerò quando saremo lì, te la do la notizia.'- disse ridacchiando.
-'Vabbene, adesso fai muovere i tuoi e ci sentiamo dopo. Chiamami tu.'- e così chiusi.

Feci muovere i miei ricevendo delle lamentele e facendomi ripetere di stare calma, ma da dopo la conversazione che avevo avuto con Milly per telefono, non facevo altro che aprire ogni porta della stanza saltendo e dicendo 'addio cucina', 'addio bagno' e così via. 
Ero felice, ma quando arrivai alla mia camera che mi ero ripromessa di lasciare per ultima, mi bloccai, entrai e mi gettai sul mio letto con non chalance. 
Mi rialzai dopo un minuto e sorrisi restando in piedi. La mia stanzetta, dopo 18 anni della mia vita passati li dentro, stavo per abbandonarla. 
Mi sarebbe piaciuto tanto portarla con me, ma non avevo la benchè minima idea di come fare e poi l'avevo completamente svuotata. Avevo preso tutto: foto, poster, cd, libri, vestiti.

-'Milly è qui, andiamo?'- sentii urlare mia madre dal piano di sotto.
Guardai la mia stanza, 'addio vecchia baldracca' sorrisi ancora malinconica e chiusi la porta.
'Bene, adesso o mai più' pensai.
Scesi correndo e prendendo la valigia. Milly era già in macchina dei suoi e mi sorrideva agitando le braccia.
Salii in macchina e finalmente partimmo. Nel tragitto facemmo affiancare le macchine dei nostri genitori per cominciare a parlare a vanvera su cosa ci aspettava, solo da finestrini di due auto in movimento.
Che stupide.

Arrivammo all'aeroporto 20 minuti prima e così facemmo il check-in.
Il tempo che restava lo impiegammo a dare tutta l'attenzione ai nostri genitori.
-'Miraccomando ai soldi. Tienili ben nascosti.'- disse mia madre.
-'Si mamma..'- risposi. Solita risposta ovviamente. 
-'Ricordatevi di chiamarci appena arrivate.'- disse la madre di Milly.
-'Certo mamma.'- rispose Milly seccata.
-'Chiamami se succede qualcosa. Chiamami non appena sei da zia così ci parlo un po' al telefono. Chiamami appena sai notizie sulla scuola. Ti chiamerò anche per sapere come va con tuo cugino.'- disse mia madre.
-'Si, mamma, va bene. Adesso calmati. Ti chiamerò, tranquilla. E anche se non lo farò, so già che lo farai tu.'- risposi provocando risatine da parte dei presenti.

'I passeggeri in partenza per Londra sono pregati di dirigersi nel reparto Imbarco' disse una voce proveniente dagli altoparlanti. Perfetto, era il nostro aereo.
Salutammo i nostri genitori che ci accompagnarono fino al metal detector e per nostra fortuna, loro non potevano oltrepassarlo con noi. Ci erano stati col fiato sul collo fino a quel momento.
Così mostrammo all'hostess i biglietti e ci imbarcammo. Arrivammo ai nostri posti e ci sedemmo. Guardammo fuori dal finestrino e cominciammo a guardarci sorridendo: essì, il nostro sogno era ad un'ora e mezza da noi.

Quando l'hostess disse che stavamo per decollare, ci allacciammo le cinture.
L'aereo si mosse e cominciò ad accellerare. Quando vedemmo che stava per alzarsi, io e Milly ci prendemmo per mano chiudendo gli occhi. 
È una bella sensazione volare, ma la paura c'è sempre.
Quando l'aereo si riaddrizzò, aprimmo gli occhi e notammo già qualche nuvola dal finestrino. 
Vedevamo l'Italia rimpicciolirsi sotto i nostri occhi ed eravamo euforiche di arrivare a destinazione.
  
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