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Autore: Sera_Akai    20/07/2013    4 recensioni
Penso che sarebbe magnifico se esistesse un seguito della storia Detective Conan, ovviamente concludendo quella attualmente in corso - se mai ci sara' una fine si intende xD.
Se dopo il matrimonio tra Shinichi e Ran, nascesse una tenera bambina ereditando la tenacia nel combattimento dalla madre e lo spirito d'osservazione dal padre, che creatura potrebbe nascere da due persone straordinarie come loro due?
Una storia ricca di emozioni travolgenti e suspance per la figlia dello Sherlock Holmes del Terzo millennio.
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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L'INIZIO

Aprile. La stagione delle fioriture, la stagione in cui tutto ha inizio: un nuovo anno scolastico stava per iniziare al liceo Teitan. 
Una ragazza dai capelli corvini raccolti in un chignon fatto di corsa e fisico slanciato, camminava con passo sicuro e fiero, per un sentiero invaso da petali rosa, che conduceva verso il luogo dove quella mattina si sarebbero svolte le lezioni, le sue prime lezioni da liceale. 

Era una giornata calda nonostante fosse solo primavera; infatti, indossava la divisa estiva: camicia bianca appena stirata, sopra di essa un gilet giallo completando il coordinato con una gonna blu notte sopra le ginocchia: sembrava fatto appositamente per lei. 
Si era già preparata a superare quel giorno: nuova classe, nuovi compagni, nuovi professori e nuove complicazioni. Ma, almeno per lei,  non era un problema insormontabile. 
“Ehi Aya! Aspettami!” la ragazza dai capelli scuri si voltò nella direzione da dove proveniva la voce che la richiamava da lontano. Una volta spuntata fuori, le si illuminò il volto alla vista di una ragazza, pressapoco della sua statura ma più robusta,  venirle incontro con un sorriso che goffamente cercava di nascondere la fatica della corsa.
“Buongiorno Honoka” la saluto' ridendo per come era ridotta la povera faccia della ragazza che, stravolta, cercava di raggiungerla con passi pesanti da far alzare una nube di petali trascinando il suo corpo come se fosse un macigno.
“Eh, 'giorno anche a te ''miss non aspetto nessuno'', grazie davvero!” gli apostrofò asciugandosi il sudore che gli sgorgava impetuoso dal viso con la mano candida scostando i capelli scesi in mezzo alla faccia.
“Mi dispiace, perdonami” si appresto' a scusarsi lei per non farla arrabbiare ulteriormente: la ragazza dai capelli corti si protese in avanti con fare curioso.
“Come mai tutta questa fretta per arrivare a scuola, eh?” incalzo' con la curiosità che la divorava dall'interno. Ignorando la domanda, ricominciò a camminare come se niente fosse: odiava quando le venivano fatte domande     di cui si era già a conoscenza delle risposte. Diceva che era uno spreco di tempo soprattutto se lo scopo era per prendere in giro.
“E dai, stavo scherzando! Che permalosa!” e scoppiò a ridere nel constatare che l'amica  non era cambiata di una virgola durante le vacanze di primavera: era la stessa.

-tutti i nuovi studenti sono pregati di recarsi nell'auditorium per la cerimonia di inizio anno-
“Maledizione, non ci danno neanche il tempo di guardare in che classe siamo finite. E ora...” si guardò intorno notando che ad ascoltarla non ci fosse nessuno a parte gli alberi che circondavano l'ingresso del liceo e qualche uccellino in mezzo al cortile.
“Ma guarda te, mi lascia sempre da sola senza avvisarmi. Chissà da chi ha preso.” parlò tra se e se dandosi della stupida per aver parlato da sola: stava impazzendo.
-...ora lascio la parola alla rappresentante dei nuovi alunni...-
Si alzò un vociferare che pareva non aver fine
“Che cosa?”
“Sarà una ragazza?”
“Dicono che è da circa dieci anni che, tra i nuovi studenti, abbia i voti più alti un ragazzo!”
“Allora questo vuol dire che infrangerà la tradizione.”disse un ragazzo ascoltando distrattamente le chiacchiere nella sala, più divertito di chi fosse la  diretta interessata, che di quelle voci che giravano.
“Dicono proprio curioso.”
-... Ayane Kudo, può procedere con il suo discorso.-

“Allora... Aya, rappresentante dei nuovi alunni, come ci si sente ad essere così importanti e popolari tutto d'un colpo?” la canzonò Honoka dirigendosi, per la seconda volta in quella giornata, verso i tabelloni dove erano distribuiti i vari studenti nelle rispettive classi.
“Beh, come dire... Normale? Non c'è niente di speciale, credimi” gli rispose con fare seccante per il suo nuovo appellativo. Non gli interessava niente di quello che pensavano gli altri, gli bastava solo essere se stessa Si avvicino' sempre di più alla calca che si accerchiava.
“Comunque sia, voglio vedere in che classe sono capitata.” finì il discorso, cercando di alzarsi in punta dei piedi per osservare meglio le sezioni. Tirò un sospiro di sollievo una volta che ebbe trovato il suo cognome.
“Allora, sono nella sezione 2... “ esclamarono all'unisono Aya e un ragazzo che albergava alle sue spalle. La ragazza si girò di scatto e si ritrovò un ragazzo, occhi verdi e capelli neri che la fissava con fare curioso e non smise un secondo di guardare la sua figura.
“Ah..” provò a parlare ma non ci riuscì: era come immobilizzata da quello sguardo. Rimase pietrificata per una manciata di secondi, poi si riprese rendendosi conto che si era imbambolata a guardarlo.
Aveva l'aria famigliare: quel modo di fare, quell'accento che non era di Tokyo ma soprattutto quella carnagione. Era simile a un ragazzo che qualche tempo fa trovò casualmente in una vecchia rivista in un bel articolo in prima pagina.
“S-scusa, io...” 
“Allora sarò in classe con la rappresentante, sono onorato” e si inchinò come per mostrare rispetto. La ragazza, sorpresa non si mosse di un millimetro: era la prima volta che si trovava in una situazione simile. 
"Ma che mi sta succedendo? Maledizione."
“E tu saresti..?” domando' con fare cortese senza mostrare troppa confidenza nel miglior modo possibile: a recitare non era mai stata un asso, ma con le parole ci sapeva fare.
“Forse avrai sentito parlare di me qualche volta, che so, magari in TV nei telegiornali... Mi chiamo Hattori Naoki, primogenito del migliore amico di tuo padre, ovvero di Kudo Shinichi” a quella rivelazione mancò poco che cadesse a terra: allora le sue supposizioni non erano del tutto infondate. 
“Non sarai mica il bambino con cui giocavo dieci anni fa... “ 
“Era da tanto che non ci vedevamo, eh Aya?”  era come se avesse fatto un tuffo nel passato; stralci di immagini che ritraevano lei da bambina insieme ad un altro della sua età con la cosa in comune ereditata dai loro padri: la fame di conoscere che mai sapevano saziare in alcun modo. 
Dopo qualche secondo, arrivo' una calca di ragazze di ogni classe  accerchiando il ragazzo del kansai facendolo sparire dalla sua vista. 
“Ehi, chi era quel figo? Eh?” chiese l'amica rendendosi conto che non era stata ascoltata.
“Ehi? Pronto? Terra chiama Aya!”
“Ho sentito, ho sentito. Non serve che mi urli sull'orecchio, non sono sorda.” urlò sentendosi le orecchie fischiare dal dolore provocato dalla voce squillante dell'amica. 
“Cosa c'è?” chiese nuovamente una volta ripresasi.
“Sbaglio o eri distratta?” gli apostrofò guardandola con aria divertita.
“Io? Distratta? Quando mai?” rispose con tutta franchezza incamminandosi verso l'entrata dell'edificio, per recarsi nella sua aula.
“Già, avevi uno sguardo assorto” 
La rincorse a fatica avendo finito tutte le energie un'ora prima per arrivare in orario. 
“Ma non farmi ridere” rise continuando a camminare per la sua strada, ma quella era solo una risata falsa sapeva benissimo che d'ora in avanti, quel ragazzo, gli avrebbe dato del filo da torcere. 
“Ahahah qui gatta ci cova, eh cara la mia Aya” la stuzzicò con aria maliziosa. La ragazza non accogliendo le sue intenzioni continuò a camminare non badando alle occhiate curiose che di tanto in tanto, gli alunni del liceo, gli lanciavano.

  
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