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Autore: I am in love with a train    20/07/2013    4 recensioni
[dalla storia]
"Siamo tutti tesi mentre infila il braccio dentro l’enorme barattolo la prima volta, per poi estrarre il fogliettino con il nome del malcapitato. Lentamente lo apre e con un sorriso annuncia: -il nome del primo tributo di questa settantaquattresima edizione degli Hunger Games è…"
Come promesso, eccomi con una nuova storia! :D *coro di insulti* Questa volta sarà una bike ambientata... *rullo di tamburi* nel primo libro di Hunger Games! :D La trama sarà la stessa, con qualche cambiamento necessario in alcuni punti u.u quindi se amate questo libro tanto quanto lo amo io (*^*) entrate e leggete bella gente! :3
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10- Life's so reckless, tragedy endless
 

Billie’s P.O.V.

Spero che il contenuto di questo barattolo sia del fottutissimo cicatrizzante, sennò potrei dare di matto.

Lo apro, e per poco non mi rovescio addosso tutta la minestra che si trova dentro.

Ma porca di quella…! Minestra?? Questo è il massimo che riescono a darci??

Attaccato al paracadute c’è un bigliettino, c’è scritto: “Vedo che hai finalmente capito cosa vogliono gli spettatori  -Matt”

Ah, ah, ah. Sono bravo a dare spettacolo, eh?

-Cos’è?-

-Minestra. La metto da parte- il contenitore è termico, quindi la infilo dentro ad uno zaino insieme alla gallinella, o piccione, insomma, quella cosa che ho ucciso.

Ritorno di fianco a Mike, sedendomi a gambe incrociate sul terreno. Non so che dire, o cosa fare, spero solo che a lui non venga in mente di chiedermi qualcosa in merito a ciò che è successo poco fa…

Insomma, cosa vuole che gli dica? Non mi sarei esposto così tanto se non ce ne fosse stato bisogno. Il problema è che io non ammetterò mai la verità, ma non posso neanche in parte mentirgli dicendogli che l’ho fatto per i doni. Gli spezzerei il cuore, e mi renderei più spregevole di quanto già non sia. Devo solo sperare che non apra bocca, anche se prima o poi il discorso salterà fuori…

-Uhm… Billie…? Posso-posso chiederti una cosa?- bene, come non detto.

-Sì, certo- indugia qualche secondo prima di pormi la domanda, durante i quali lo fisso intensamente negli occhi, in attesa.

-Perché… mi hai baciato prima…?- oh, come se lo avessi solo baciato. Ho fatto lo stronzo e l’ho stuzzicato un po’, poi però l’ho fermato poco prima che mi potesse scopare sul pavimento. Forse ha eliminato qualche passaggio.

-Non ho spiegazioni da dare…- sì, sono idiota. Ma cosa mi è saltato in testa per dire una cosa del genere?

-No, io voglio sapere. Se l’hai fatto per dar spettacolo dillo subito, così non mi illudo…- oddio, e ora che faccio? Non resisto di fronte al musetto triste che mi ha piantato.

Ehi, ma che pensieri faccio? Tutto d’un tratto sono diventato mieloso e mi lascio facilmente intenerire, che mi succede?

Questo ragazzo mi ha fottuto il cervello, ecco cosa.

-Ma che dici? Io non l’ho fatto per dar spettacolo…-

-E allora per cosa l’hai fatto?-

-Per i sentimenti-

-Cosa significa?-

-Sono loro ad avermi fatto agire d’impulso-

-Che genere di sentimenti?-

-Amore- oh, mi sento tanto un grande poeta. Alla fine gliel’ho detto… con qualche gioco di parole ma gliel’ho detto. E spero vivamente che Mike abbia capito.

-Nei miei confronti?- mamma mia come la fa difficile. Mi sembra più che ovvio che sia amore nei suoi di confronti. Sennò di chi?

Sbuffo, e con uno slancio in avanti premo le mie labbra sulle sue, in un piccolo bacio a stampo.

-Lo prendo come un sì- ridacchia mentre io mi rimetto seduto e lo fisso con un finto broncio.

Ma quanto sono rincretinito nel giro di poche ore? Tanto. Forse non mi rendo conto che sono ancora nell’arena a combattere per la vita. Da quando c’è Mike qui con me non ci faccio più caso.

D’improvviso, la voce di un annunciatore irrompe nell’aria, squarciando il silenzio che si era venuto a creare: -A tutti i tributi: tra un’ora ci sarà un festino alla Cornucopia. Ognuno di voi ha bisogno di qualcosa, quindi vi conviene approfittare di questa occasione-  e con l’annuncio, di colpo anche il temporale finisce.

-Tu non ci andrai- ordina serio Mike, non ammette repliche.

-E invece ci andrò- dico, mentre già inizio a raccogliere arco e frecce.

Proprio quando mi sto per alzare, mi afferra per le braccia e mi riporta col viso alla sua altezza: dai suoi occhi traspare preoccupazione mista a determinazione.

-No! Non capisci che questo festino è stato architettato apposta per far uccidere tra di loro i tributi?? Non voglio che tu vada!-

-Ma tu hai bisogno del cicatrizzante! Come possiamo vincere se non riusciamo neanche a muoverci da questa grotta??- sto urlando. Ma io voglio andare, voglio che Mike torni in forze e possa aiutarmi, voglio vincere e tornare a casa con lui. Me la so cavare, so che tornerò indietro sano e salvo.

Mi fissa dritto negli occhi, deciso ma al contempo tentennante.

Oh… oh no… se pensa che acconsentirei a farlo restare qui e lasciarlo morire per poter proseguire senza pesi ha sbagliato a capire. Ma cazzo, non l’ha capito che lo voglio con me? Non voglio perderlo.

-Non ti devi penare per me… devi pensare a te e tentare di salvare la tua di vita, non la mia-

-No. Io ci andrò punto e basta. Sei… non ci credo che queste parole stiano per uscire dalla mia bocca, ma tu sei importante per me, non ti voglio perdere- ammetto, appoggiando il palmo della mano su una delle sue che ancora mi tengono fermo.

-Anche tu sei importante per me, Billie. Per questo ti dico di proseguire senza di me e vincere. Sto offrendo la mia vita, non capisci che io morirei per te?- i suoi occhi luccicano, non so se per un pianto imminente o per semplice emozione, fatto sta che questo bagliore lo fa sembrare ancora più bello, fragile.

Ho mai detto che è bello? Credo di no, ma ora che lo osservo non lo posso più negare. Dai suoi occhi azzurri e colmi di sentimenti lascio vagare il mio sguardo su tutto il suo viso, che lo accarezza come vorrebbero fare le mie mani in questo momento: osservo il naso adunco, le sopracciglia che quasi si confondono con la sua pelle, i capelli che sembrano paglia sia per quanto sono spettinati che per il colore, poi la fronte un po’ spaziosa, sulla quale si trova un piccolo graffio ancora rosso; e infine scendo sulle labbra sottili, sulle quale lascio l’ennesimo bacio.

Mi concentro qualche secondo sul suo sapore dolce, per imprimermelo bene in mente: se proprio dovrò morire, voglio che uno dei miei ultimi ricordi sia qualcosa di felice.

-Se io fossi davvero importante per te, e se ci tenessi ai miei sentimenti, tu non vorresti morire per me, bensì vivere per me- e con questa frase su cui riflettere, lo lascio per dirigermi alla Cornucopia.

Lungo la strada non incontro nessuno, fortunatamente, e una volta arrivato mi apposto dietro ad un albero al limitare della piccola radura, al cui centro è posto un tavolo con gli zaini per i vari Distretti.

Individuo subito quello con su scritto “12”, ma attendo che qualcun altro si faccia vivo, per constatare se il campo è libero da imminenti scontri a sangue.

Come un fulmine vedo passare Mikey, che afferra di corsa il suo zaino e si reimmerge nella vegetazione sul lato opposto. Quel ragazzo è troppo veloce, e finora non si è fatto molto vedere: credo stia usando come tattica la fuga e non l’attacco, aspettando che tutti gli altri tributi si ammazzino tra di loro.

Do un’ultima occhiata in tutte le direzioni, e volo letteralmente verso il tavolo tanto vado veloce. Acchiappo senza fermarmi quello che mi spetta e con uno scarto rapido torno indietro: peccato che, proprio dove mi trovavo prima, mi aspetti Dominic.

Si avvicina e lancia un pugnale nella mia direzione, non colpendomi per davvero poco.  Ho paura, cavolo, credo di essere al capolinea; per schivare il coltello ho perso l’equilibrio e sono caduto miseramente a terra, senza più possibilità di rialzarmi. Dominic mi raggiunge e mi sale sopra, inchiodandomi al terreno.

Mi agito disperatamente nel tentativo di scrollarmelo di dosso, ma lui si inginocchia proprio sui miei polsi, per tenermi fermo, e tira fuori un nuovo coltellino a serramanico, lucente e affilato, che mi preme sulla gola.

Mi blocco di colpo, spalancando gli occhi: solo un miracolo potrebbe salvarmi ormai, penso di essere spacciato.

Io non ho paura di morire, non ho mai avuto paura della morte, piuttosto diffido da essa e la ripudio; lei è così misteriosa, ma al contempo affascinante… non ci si può fidare di lei, perché non sai cosa ti potrebbe dare. Eppure è sempre lì che bussa alla porta: potrebbe metter fine alla tua vita in qualsiasi momento, in qualsiasi modo.

Ecco come ha deciso di porre fine alla mia di vita. Infilzato da un coltello, che bella prospettiva. O magari Dominic prima mi tortura e poi mi uccide. Sì, diciamo che mi terrorizza di più l’idea del dolore.

-Allora, dov’è l’altro innamorato? Attende il tuo ritorno? Oh beh, credo aspetterà per il resto dei suoi giorni- mentre parla avvicina il viso al mio; so che non dovrei farlo, ma ormai non ho più nulla da perdere: con una smorfia di disgusto e rabbia stampata in volto, gli sputo in un occhio.

Spalanca la bocca schifato e si asciuga la mia saliva di dosso, per poi aggiungere: -bene, a quanto pare sei masochista. Non ti meriti di morire e basta tu, prima devi soffrire-

Il modo in cui l’ha detto mi spaventa, ritornando improvvisamente serio.

Solleva il coltellino dalla mia gola, ma ovviamente non per riporlo in tasca: la sua mano entra nel mio campo visivo, impugnando il manico con il pollice rivolto verso il fondo e avvicinandolo pericolosamente alle mie labbra.

-Chissà quante cose hanno toccato le tue labbra in questi giorni…- sogghigna perfido, mentre mi sfiora poco sotto il naso con la lama -… puttana. Hai vissuto anche fin troppo per i miei gusti-.

Con una lentezza straziante affonda la punta del coltello nella carne e inizia a tracciare il contorno della mia bocca; il dolore che mi provoca mi attraversa da parte a parte, facendomi venir voglia di urlare: ma so che non posso, se lo facessi l’unica cosa che guadagnerei sarebbe un taglio più lungo e profondo. E poi, non mi devo far vedere debole di fronte a una persona come lui, anche se le lacrime iniziano a bagnarmi gli occhi. Le ricaccio dentro e cerco di lottare contro il bruciore e l’orribile sensazione di pelle strappata a metà che lascia scorrere al suo esterno fiotti di sangue, colando lungo il mio mento e sotto, finendo tra i capelli o sull’erba verde.

-Sai Frank, il tuo amichetto? Beh, lo abbiamo ucciso noi- spalanco gli occhi dopo quest’affermazione: questo stronzo merita di morire nella maniera più lenta e dolorosa esistente.

Muovo le braccia in un ennesimo tentativo di liberarmi, e Dominic pare stufarsi di questa tortura, infatti riporta la lama alla mia gola e si prepara a squarciarla con un movimento secco.

È la fine per me, anche se non l’avrei mai immaginata così. I polmoni mi giocano brutti scherzi, non volendo più far entrare aria al loro interno; sono paralizzato, anche il cuore ha smesso di battere all’impazzata, rallentando fino quasi a fermarsi per l’ansia che mi è salita addosso.

Sì, lo ammetto, non è vero che non ho proprio paura… mi spaventa l’idea di cosa mi aspetta dall’altra parte.

Mi spaventa l’idea di dover abbandonare tutte le persone a cui voglio bene, facendole soffrire e non rivederle mai più.

Io… credo di essere ancora giovane. Non ho avuto il tempo di godermi la vita, ho passata diciotto anni tra delusioni e sofferenze, e ancora prima di potermi definire propriamente adulto vengo ucciso in questo barbaro modo. Ma è così, in centinaia ci sono già passati prima di me, e di sicuro alla gente di Capitol City non interesserà dell’ennesimo povero pezzente che muore nei loro Giochi. Questo è ciò che vogliono, li sto rendendo felici in un certo senso.

-Bon voyage, piccoletto- sussurra Dominic, mentre io stringo gli occhi preparandomi al peggio.

Addio mondo, che sei sempre stato così crudele con me.

Addio Zacky, eri come un fratello per me.

Addio Mike, che mi hai fatto vivere alcune delle emozioni più belle mai provate.

E addio Dominic, ci vediamo all’inferno lurido pezzo di merda.

Un urlo mette in allerta il mio aggressore, mentre un sasso lo prende in pieno sulla nuca, facendolo voltare con un grugnito a dir poco adirato.

Un altro, tributo, che mai ho visto prima, me lo leva di dosso buttandolo a terra e lottando contro il suo coltello, che tenta di puntare contro di lui ora.

Mentre io sollevo la schiena da terra e indietreggio spaventato, i due continuano a combattere tra di loro, urlando parole incomprensibili e rotolando tra la terra in uno scontro alla pari.

Io vado avanti ad osservare la scena scioccato, senza riuscire a muovermi.

-Tu hai ucciso Frank!!- grida questo ragazzo a me sconosciuto, riuscendo finalmente a far smettere di agitare Dominic.

-N-no- risponde lui, con gli occhi sgranati finalmente privato del suo prezioso coltello.

-Sì! Era il suo nome!-

-N-no! Synyster! Aiuto!- questa è l’ultima cosa che riesce a pronunciare in un urlo disperato, prima che l’altro, senza ripensamenti o indecisione, gli recida la gola da parte a parte.

La scena che mi si presenta davanti è orribile: il sangue che in base agli ultimi lenti battiti del cuore esce dal profondo taglio più lentamente o più velocemente mi fa socchiudere la bocca in un muto grido di terrore.  So che farò la stessa fine, me ne rendo conto mentre lo stesso ragazzo, con il coltello che gocciola di quel liquido rosso, si avvicina a me.

-Tu! Ti risparmio solo perché hai tentato di proteggere Frank. Ora va!- le sue parole mi fanno scattare come una molla; raccolgo lo zaino abbandonato lì vicino e scappo via, mentre nell’aria rimbomba lo sparo che testimonia la caduta di un altro tributo.

Siamo in cinque ora. Il gioco si fa sempre più duro. 








Sì, lo so. Scusatemi. Questo capitolo fa altamente cagare. l'ho rifatto due o tre volte, ma veniva sempre peggio, così ho deciso di pubblicarlo come veniva. Quindi scusatemi *congiunge le mani e si inginocchia*
Ehm, vabbè. Insomma, non ho nulla da dire.
Ah no. Il titolo. Sì, ogni volta vi scasso con la canzone da cui è preso il titolo. Questa volta la malcapitata è Welcome To The Family degli Avenged Sevenfold, eccola a voi in tutto il suo splendore -> http://www.youtube.com/watch?v=1OZs7IoWTvc
E niente. Ci sentiamo agli insulti alle recensioni! :3
Alla prossima! :D
 
  
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