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Autore: DumbledoreFan    31/01/2008    11 recensioni
“Un momento…se non ho cugini, questo vuol dire che io…” mi fermai un attimo, e fissai intensamente gli occhi smeraldini di Potter. “Che io sono l’ultima discendente diretta della famiglia Black…” continuai in un soffio. Il ragazzo annuì con il capo. Tornai a osservare il cerchiatto bruciacchiato dove doveva esserci la figura di mio padre. Sotto il suo nome c’era una targhetta vuota, e subito dopo una linea con un cerchietto e un’altra targhetta vuota, con l’eventuale posto per altre. Ci passai le dita sopra. Lì avrei dovuto esserci io. “Non credi che sia venuto il momento di aggiungere un nome lì?” mi fece inaspettatamente il moro.
La dinastia Black è conclusa perchè i due fratelli sono entrambi morti. Ma ne siamo proprio così sicuri?? Leggete e scoprirete che qualcuno aveva un segreto di cui nemmeno lui era a conoscenza...
Genere: Malinconico, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Lo so che non ci sarebbe scuse, ma io una ce l'avrei: la mia vita non va più bene come prima. Mi scuso, davvero, ma non riuscivo a scrivere non riuscivo a fare niente. Ma ce l'ho fatta. Ho ripreso a inventare e buttare giù, e mi sono sentita subito meglio...spero che possiate almeno un po' perdonarmi, e che il mio capitolo sia un passo in più per farlo...
Buona lettura!!


Altri giorni altre lezioni. L’ora d’incantesimi era l’ultima della mattinata, grazie al cielo, e non era nemmeno troppo pesante, almeno non la parte pratica. Io, Draco e Blaise eravamo come sempre nei banchi in fondo, che ci esercitavamo con alcuni incantasimi abbastanza semplici, mentre chiacchieravamo di alcune frivolezze.
“Mi sa che tra qualche giorno dovremo fare una visitina furtiva a Hogsmeade” fece d’un tratto il moro agitando distratto la bacchetta.
“Già, abbiamo finito le scorte di “FW”, come sempre d’altronde…ci accompagnerai Siria?” chiese Draco girandosi verso di me. Io feci spallucce, tenendo gli occhi sul banco.
“Se non ho nulla di meglio da fare…” risposi vagamente. Tutti e due mi guardarono storti.
“Cos’avrai di meglio da fare che stare con due bellissimi ragazzi come noi?” brontolò Blaise. Io ghignai. Ci sarei dovuta andare comunque, non potevo permettere che Draco gironsolasse per il paese magico con Blaise senza che io lo tenessi d’occhio. Almeno me lo aveva chiesto lui di sua spontanea volontà, almeno mi avrebbe reso il compito più facile.
“Lascia stare Zab, se non vuole venire…” fece poi Draco con distrazione. Alzai gli occhi verso di lui.
“Voglio venire…” chiarii subito. La bionda serpe sorrise compiaciuto.
“Lo sapevo che non puoi resistere…” ridacchiò poi tutto soddisfatto.
“Guarda che io vengo per Blaise!” ribattei subito facendogli una smorfia. Blaise fece un gesto di giubilo e cominciò a ridere, prendendo in giro Draco che rimase falsamente imbronciato. Io sghignazzai, mentre tornavo a concentrarmi sugli incantesimi.
“E quando si farebbe questa fantomatica gita furtiva?” chiesi rivolta al moro. Lui sembrò pensarci un attimo.
“Beh, magari domani sera, che dici Dra?” rispose Blaise. Lui annui increspando le labbra.
“Sì, direi che va bene…” ribattè il biondino. In quel momento suonò la campanella.
                                                        *
In Sala Comune, quel pomeriggio, io, Blaise e Draco (come al solito) cercavamo di fare i compiti e tentavamo ogni pretesto per evetarli. Dopo un po’, il moro si dileguò dicendo che aveva bisogno di una lunga pausa nelle cucine, così io e il biondo rimanemmo soli sommersi dai libri. C’era un gran via vai in quella Sala, e a me dava incredibilmente noia, tanto da innervosirmi e farmi scattare per ogni piccola cosa.
“Siria, per favore, rilassati, okey? Mi sta facendo diventare pazzo! Calmati!” fece Draco dopo un po’, esasperato dalla mia prorompente irritazione. Sbuffai forte.
“C’è troppo trambusto qui…non si può andare in biblioteca?” chiesi scocciata. Lui scosse il capo vigorosamente.
“Non si può fumare lì, e mi da ai nervi quel posto…” ribattè deciso. Io sbuffai ancora.
“Di certo meglio che qui pieno di tutti questi primini che si gingillano e fanno giochi stupidi…ma tu che sei un prefetto non puoi farli stare zitti e fermi?” domandai esasperata. Lui ridacchiò.
“Certo, e che gli dico per fargli stare zitti e fermi? Che gli tolgo punti?? Forse non ti sei accorta che sono della nostra stessa casa…”
Dalle mie labbra proruppe l’ennesimo sbuffo, e mi ributtai sullo studio, cercando di escludere tutti i chiacchiericci e il rumore. Vorrei essere meno suscettibile. Dopo una decina di minuti di trambusto, con studenti che sfrecciavano di qua e di là, ridendo e strepitando stavo per impazzire.
“Non ce la faccio più Draco! Ho bisogno di silenzio!” esclamai allo stremo della pazienza. Lui mi guardò un attimo pensieroso, poi fece spallucce.
“Saliamo in camera allora…” propose il biondo. Il mio no era già sulla punta delle mie labbra quando connettei il cervello. Se stavo anche solo due minuti in più a studiare in quella confusione facevo un infanticidio multiplo, ma non volevo stare in una camera da letto sola con Draco. Potevo andarmene nella mia, ma l’avrei perso di vista. Messa alle strette, bofonchiai un non convinto “andiamo” e raccolsi in fretta tutte le mie cose che erano appoggiate sul tavolino davanti al fuoco.
Ci avviammo a passo svelto su per le scale del dormitorio maschile, salimmo fino in cima ed entrammo in una stanza singola che era quella riservata ai prefetti. Era molto grande, con uno spazioso letto a baldacchino, drappeggiato con della stoffa molto pregiata di seta verde smeraldo, bordato e ricamato d’argento. Essendo la camera più alta, non si vedava più la familiare luce verdastra che penetrava dal lago, ma bensì la chiara luce del sole, e, da due grandi finistre alte si poteva intravedere sprazzi di cielo.  Sotto queste c’era una grande scrivania di legno scuro, e proprio lì accanto, era appoggiato alla parete un’enorme specchio con la cornice argentata. Davanti al letto c’era un grande guardaroba di ciliegio, con accanto una libreria piena di volumi. Agli angoli erano poste due poltrone di pelle verde scura. Nel complesso la stanza era molto grande e lussuosa, come tutto qui, del resto.
Chiusa la porta, il silenzio che si formò mi rilassò all’istante.
Draco mi fece segno di poggiare le mie cose sulla scrivania, nel mentre trascinava una poltrona per farmi sedere.
“Bella la stanza…certo che ci trattiamo bene noi Serpeverde…” commentai quando mi fui accomodata. Draco sorrise.
“Ci meritiamo solo il meglio…è di suo gradimento il silenzio, Regina dei Ghiacci?” fece ironico con tono servizievole. Io gli feci una smorfia.
“Molto spiritoso…ehm, com’è che ti chiamano? Ah sì, Principe delle Serpi!” ribattei a tono.
“Touchè…” concordò il biondino. Poi chinò il capo e si rimise a studiare Pozioni. Io sospirai e mi ributtai a mia volta sui libri, scrivendo a ritmo quasi frenetico sulla pergamena, spesso senza neppure posarci gli occhi.
Finalmente, dopo un’ora e mezzo, chiusi con uno scatto secco il libro di Trasfigurazione e Draco si girò di colpo verso di me. Vidi i suoi occhi ghiacciati farsi interrogativi.
“Già finito?” chiese leggermente sorpreso. Io annuii con il capo e mi stiracchiai. Anche lui chiuse il libro.
“Finisco di ripassare stasera, ora non ne ho più voglia!” disse sbadigliando appena. Poi mi guardò. Dritto e preciso negli occhi, per un tempo che mi sembrò un’eternità. Mi guardava e basta, eppure mi faceva uno strano effetto. Il suo sguardo non era il solito, non riuscivo nemmeno a scorgere cosa c’era di diverso, trasmetteva un’intensità che non avevo mai visto.
“Perché mi guardi così?” chiesi in un soffio. Lui stirò quello che doveva essere una specie di sorriso.
“Cercavo di vedere se c’è qualcosa oltre…” rispose enigmatico.
“Oltre cosa scusa?” ribattei senza capire.
“Oltre i tuoi occhi…tipo la tua anima…”
“No, mi dispiace, è stata tolta per fare posto a tutto questo sarcasmo!” replicai ridacchiando. Lui scosse il capo ridendo a sua volta, poi mi guardò di nuovo serio. Infine cambiò discorso.
“Che facciamo ora?” chiese interrogativo. Solo ora mi resi conto di com’era la situazione. Io e Draco, chiusi da soli in una camera da letto, senza niente da fare. Un misto di agitazione ed eccitazione mi strinse lo stomaco. Feci spallucce indiferrente, la solita espressione impeccabile in volto, non volevo mostrare quella specie di disagio che mi aveva pervaso. Sarebbe stato un punto a suo favore. Vidi un luccichio di malizia sprizzare dai suoi occhi. Non era un buon segno. Con un movimento fluido si fece più vicino.
“Io una mezza idea ce l’avrei…” sussurrò con voce strascicata, facendo volutamente passare la lingua sulle labbra. Voleva farmi impazzire, e detto tra di noi, ci stava riuscendo.
“Che io non approvo, e tu lo sai…” ribattei immediatamente, con fermezza. Lui inarcò le sue sopracciglia chiarissime.
“Sì, ma devo ancora capire il perché…” disse avvicinandosi un altro po’. Feci un gran respiro, raccimolando tutto il mio autocontrollo. Perché diamine doveva essere così disumanamente affascinante?!?!
Mi alzai di botto, girandogli le spalle e cominciando a passeggiare per la stanza.
“Cosa ne dice Pansy che ora passi tutto il tempo con me e non con lei?” chiesi aspra, più di quanto avrei voluto per non scompormi troppo. Lo sentii alzarsi a sua volta.
“Non è proprio contenta, ma diciamo che in quelle volte che ci vediamo so come farmi perdonare…”
Anche se non lo vedevo, sapeva che stava sorridendo sornione. Incrociai le braccia al petto e feci finta di guardare i libri sugli scaffali indifferente.
“Beh, mi sembra strano che gli basti una notte con te per passare sopra al fatto che passiamo insieme un sacco di tempo, da soli…” dissi cercando di tenere un tono apatico. Sentii le sue braccia stringermi possessivamente i fianchi e sobbalzai appena presa alla sprovvista. Non mi ero accorta che si era avvicinato così tanto. Si accostò al mio orecchio e sussurrò sensuale.
“Perché non t’immagini nemmno com’è una notte con me…potrei dartene una dimostrazione…” e le sue labbra si strusciarono sulla mia pelle, scendendo lentamente sul mio collo, delineando una scia di baci infuocati. Una scarica quasi elettrica di brividi mi attraversò la spina dorsale facendomi involontariamente inarcare la schiena un po’. Il suo corpo aderiva perfettamente al mio, sentivo i suoi capelli biondissimi solleticarmi la pelle mentre la sua bocca torturava piacevolmente il mio collo. E sapevo che non avrei dovuto, e sapevo che non potevo dargliela vinta, ma in quel momento sentii l’irrefrenabile desiderio di stare così, ferma, e lasciare che Draco continuasse quella specie di tortura, che di spiacevole aveva solo il nome. Le mani del biondino cominciarono a muoversi lentamente sulla mia pancia, e le sue labbra risalirono il mio mento. Socchiusi appena gli occhi. Poi, quando sentii la sua bocca avvicinarsi alla mia, mi scanzai, allontanandomi da lui che non oppose resistenza.
“Basta giocare, Draco…non vorrai dare alla Parkinson un motivo valido per essere gelosa, vero?” esclamai girandomi verso di lui. Il biondino ghignò.
“Perché Pansy lo dovrebbe venire a sapere?? Lontano dagli occhi lontano dal cuore!” ribattè lui.
“E io invece mi chiedo perché con tutte le ragazze che cadrebbero ai tuoi piedi con uno schiocco di dita (Io in primisi! XD Nda!) stai a perdere tempo con me che non voglio cedere…” replicai con le braccia conserte al petto e le labbra arricciate. Draco sorrise divertito.
“Proprio per questo…perché sei l’unica che non vuole cedere…sennò è troppo facile!”
Dire che lo fulminai con lo sguardo era un eufemismo. Avrei voluto volentieri andarmene via sbattendogli la porta in faccia, ma, ahimè, i patti erano chiari: Tieni d’occhio Draco Malfoy.
“Visto che abbiamo finito di studiare, perché non ce ne torniamo giù?” feci poi cercando di sbollire un po’ di collera. Non avrei dovuto dirlo, perché l’espressione che dipinse il volto etereo del ragazzo era a dir poco maliziosa e compiaciuta.
“Che c’è, non ce la fai a stare chiusa da sola con me in una stanza?? Hai paura di poter cedere??” rispose allora Draco. Avrei voluto prenderlo a schiaffi, davvero, come si permetteva di dirmi così?? Credeva di essere tanto irresistibile?? (sì, è c’ha pure ragione!!Nda!) Beh, era il momento di cambiare le carte in tavola…avrei preso io in mano la situazione. Il mio sguardo da iracondo si fece sornione, la malizia sprizzava dalle mie iridi di pece. Mi avvicinai lentamente a lui, rigirandomi una piccola ciocca di capelli che era sfuggita alla crocchia stretta. Con l’altra mano gli afferrai delicatamente la cravatta e lo avvicinai a me. Un misto di soddisfazione e sorpresa avvampò nei suoi occhi. Sorrisi. Oh, ora sarei stata io a dirigere il gioco, e in queste cose sapevo essere maledettamente sadica. Appoggiai le mie mani sul suo petto scultoreo, e poi posai le labbra sul suo collo, lentamente, non c’era fretta. La sua pelle sapeva di sapone di marsiglia. Lievemente con la lingua tracciai piccole scie e lo sentii inarcare la schiena. Mi cingeva di nuovo, ma non si muoveva. Io invece, ondeggiavo appena, strusciando il bacino proprio nel suo punto più delicato. Le mie mani si erano insinuate sotto la sua camicia, e le passavo piano lungo i suoi addominali perfettamente scolpiti. E lì mi chiesi: ma un difetto fisico ce l’aveva? Non poteva essere così fottutamente perfetto!!Eppure lo era…
Dopo qualche altro minuto di tortura da parte mia, questa volta, sentii la sua eccitazione premere, e sorrisi sommessamente mentre le mie labbra non volevano staccarsi dal suo collo. Improvvisamente però, proprio mentre Draco stava per sollevarmi la testa e baciarmi, mi staccai di botto, allontanandomi con un movimento talmento repentino da lasciarlo un attimo spaesato. Sbuffai.
“Senti, io mi sto annoiando, andiamo giù, che voglio cercare Blaise…” fu la mia uscita. Un moto di profondo piacere mi pervase quando vidi la sua espressione farsi attonita, lasciandolo con la bocca leggermente aperta. Quello era sadismo puro. Quando Draco si rese conto che avevo fatto tutto solo per ripicca, mi fulminò con lo sguardo.
“Sei una stronza…”
“Ci sei arrivato finalmente…”
Due attimi di sguardi omicidi, poi il biondo cercò di ricomporsi, ma rimase sempre un po’ imbronciato. Lo capii dal tono con il quale mi disse.
“Forza, andiamo a cercare Blaise”
Dieci a zero per me, pluffa al centro!
                                                        *
In Sala Comune, aspettavamo Blaise in silenzio. Non ci parlavamo, ma ci squadravamo a vicenda in cagnesco.
“Senti, io mi sono stufato di stare qui…vado a fare un giro, tu aspetta Blaise qui…” disse scocciato. E a quel punto mi diedi mentalmente della stupida. Ora ce l’aveva con me, e se ne voleva andare da solo. Cosa mi inventavo ora? Si alzò dal divano su cui era seduto e mi guardò un attimo, fecendo un lieve cenno di saluto. Quando si voltò per andare via, mi alzai di scatto anche io e per fermalo gli afferrai la mano.
“Aspetta!” esclamai prima che potessi fermarlo. Draco si girò, lanciò uno sguardo interrogativo verso alla mia mano che teneva la sua, poi guardò me e ghignò.
“Vuoi chiedermi scusa per prima?? Perché se è così dimmelo subito che ci avviamo di nuovo in camera mia…” disse compiaciuto. Perché doveva essere così?! Gli lasciai la mano con uno strattone, spingendola via, e lo guardai malissimo. Stronzo.
“No, volevo solo dirti che quando tornerai, ci sono buone probabilità che non troverai me e Blaise qui!” ribattei offesa. Vidi la sua espressione compiaciuta sparire, e diventare più dura.
“Perfetto…” bofonchiò stringendo le labbra, per poi voltarsi ed andare via a grandi falcate. Stupida io, stronzo lui. Rovinava sempre tutto, e io che cercavo sempre di assecondarlo per stargli alle calcagna, la prima carognata e se ne va imbronciato. Ok, in parte era colpa mia, ma non riuscivo a resistere quando faceva quelle uscite. Rimaneva perciò una sola possibilità: lo dovevo pedinare.
Mi avvicinai all’uscita dalla Sala Comune, e facendo capolino, vidi Draco che girava l’angolo. Fortunatamente i corridoi erano particolarmente affolati, perciò lo seguii silenziosamente, rimanendo a distanza, fino alla Sala D’Ingresso. Mi confondevo fra gli studenti, un po’ mi ci nascondevo dietro. Mentra camminavo tra i ragazzi, mi sciolsi i capelli, così da confondermi un po’. Draco sembrava come sempre impassibile e freddo, ma camminava a testa bassa e aveva uno sguardo leggermente seccato. Lo seguii su per le scale, dietro ad un gruppetto di Corvonero, mi feci largo fra alcuni Grifondoro (che una volta tanto erano utili) fino ai piani un po’ più alti, che erano i meno affolati, quindi il pedinamento diventava più difficile. Grazie al cielo incrociai sempre qualche studente che copriva i miei passi, e io camminavo con passo felpato accanto al muro e alle collonne, nascondendomi ogni tanto dietro le armature, le statue, i quadri o le aule aperte. Ma Draco aveva l’aria di uno che si era etraniato completamente dal mondo esterno. Il difficile però, venne a quello che contai essere il settimo piano. Era completamente deserto. Mi accucciai dietro il passamano delle scale, sperando che non si girasse e non tornasse indietro. Non lo fece. Camminò dritto fino a metà, poi si fermò. Io mi abbassai ancor di più, nascosta dalla colonna centrale della ringhiera in pietra. Vidi Draco guardarsi in torno. Trattenni il respiro finchè non si voltò di nuovo verso la parete. A quel punto fece una cosa stranissima. Camminò avanti e indietro tre volte davanti ad una specie di quadro, (non riuscivo a vedere precisamente cos’era), poi qualcosa comparve nel muro e…e Draco ci sparì dentro. Mi alzai di scatto e vidi quella che doveva essere una porta che spariva. Rimasi a guardare a bocca aperta quello che era appena successo. Mi avvicinai di corsa verso il muro accanto ad un quadro molto stupido di un troll in tutù. Misi una mano sulla superficie fredda, ce la strusciai, ma non successe niente. Era dura e gelata, come tutti i muri del resto. Provai anche a fare avanti e indietro come Draco poco prima, ma nulla accadde. Così mi posizionai davanti alla parete con le braccia sui fianchi. Questo era decisamente strano. Incredibilmente strano!! Non riuscivo a capire cosa fosse successo precisamente, e soprattutto dove diavolo si fosse cacciato Draco!! Rimasi davanti a quella parete scervellandomi e cercando in torno, e dopo almeno dieci minuti che gironzolavo lì, decisi di aspettare finchè il biondino non fosse ricomparso. Incrociai le braccia al petto e guardai accigliata la parete, quando…
“Siria, che diamine ci fai qui?”
Mi voltai di scatto verso la voce che aveva parlato alle mie spalle. Ecco, mi ci mancava solo Potter…


Che ne dite?? Non è venuta male, dai...non so come faccia Siria ha resistere a Draco, insomma...porca Watson, è così dannatamente favoloso!!Però Siria è troppo stronza per cedere...almeno, non subito...hihihi e sì, lo sappiamo tutti dov'è finito Draco, tranne l'ultima Black, ma quello che nessuno sa (tranne me ovviamente!! muhaaa) è che ci fa Draco lì dentro! Oh, si scoprirà con il tempo...e ora come dice Sir, ci mancava solo Potter!! Che succederà?? Beh, tutto a tempo debito nel prosismo chap!! Spero che questo vi sia piaciuto, e sarei veramente felice se mi lasciaste una bella recensione!! (anche se non me la meriterei!)

GRAZIE INFINITE A CHI HA RECENSITO E A CHI HA LETTO!!VI ADORO!

...---*Alexa*---...
   
 
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