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Macchina e Baci!
Scesi di corsa dalla
macchina, arrivando a casa mia. Mio padre aveva lo sguardo
perso nel vuoto, qualcuno cercava di consolarlo.
Non so nemmeno chi mi
diede la forza di arrancare fino al sacco, non so come feci a tirare giù la cerniera.
Il viso di mia madre spuntò, tranquillo, sereno, bello come sempre.
Sentì la testa che mi
girava, qualcuno mi sorresse stringendomi forte, sentì che mi accarezzava i
capelli, non capii chi fosse, finchè non sentì la sua
calda voce che mi sussurrava qualcosa all’orecchio –Vieni via Claus- era
Edward, che mi stava trascinando via.
Cercai
di ribellarmi, non volevo
lasciarla. Lei era la mia vita, era mia madre. Non
volevo crederci, non poteva essere… No, non riuscivo a pensare a quella parola,
mi accorsi di piangere solo, quando una lacrima cadde sulla mia mano.
Non capì molto di cosa
accadde in quei secondi, mi ritrovai nella mia stanza, ancora stretto fra le
braccia di Edward, ora che ci pensavo, il suo tocco
era freddo, il suo petto duro come il marmo.
Ma adesso, non volevo pensare a questo, volevo solo
svegliarmi dall’incubo in cui ero appena entrato.
Pochi attimi dopo, sentì
le mani gelide di Edward prendermi il viso, lo fissai
con gli occhi come sempre coperti dalla frangetta.
Delicatamente mi sfilò gli
occhiali, sussultai, non volevo che vedesse i miei occhi –Edward, aspetta…- sussurrai, ma lui non mi ascoltò, strinsi gli
occhi, mentre mi scostava la frangetta.
-Aprili, non devi
vergognarti- la sua voce era così ipnotizzante che
lentamente aprii gli occhi e lo fissai. Lui mi asciugò le lacrime per poi
stringermi nuovamente a se.
Arrossii violentemente, il
suo profumo era così dolce, amavo i suoi occhi color topazio. Erano magnifici.
Mi accoccolai, se c’era
una cosa che mi piaceva era essere abbracciato in quel modo, mia madre lo
faceva sempre. Con una mano strinsi il suo maglione e scoppiai a piangere. Lui restò con me, mi strinse fra le sue braccia accarezzandomi i
capelli finchè non crollai esausto.
La mattina dopo, quando mi
svegliai era ancora accanto a me, era ancora stretto a lui, però mi aveva messo
sotto le coperte.
Alzai il viso quel tanto
che bastava per vedere se dormiva, mi ritrovai ad incontrare i suoi occhi.
-Buon giorno- sussurrò
–Come ti senti?- chiese.
Chiusi gli
occhi cullato dalla sua voce –Ho sperato che fosse un incubo…- risposi.
-Mi dispiace-
continuò a sussurrare accarezzandomi i capelli –Molto-.
-Non preoccuparti…- mi
accoccolai meglio e sospirai.
I mesi passarono
velocemente da quel giorno in poi.
Durante il funerale di mia
madre Edward non mi lasciò nemmeno per un secondo.
Fu così che mi legai hai Cullen, pranzavo al loro tavolo, anche se loro non
mangiavano mai.
Facevo i compiti con Edward, stavo sempre con Edward.
Arrivò Giugno, la fine
della scuola, le vacanze estive.
Certo, a Forks non c’era
quasi mai il sole, però era in ogni caso estate.
Nei pochi giorni di sole,
restavamo in casa. E finalmente sapevo perché.
Sapevo perché Edward
alcune volte spariva misteriosamente, perché non poteva restare al sole, e la
cosa non mi spaventava, anzi, io adoravo tutto ciò che era misterioso, e sapere
che i vampiri non esistevano solo nelle leggende mi rendeva felice come se
fosse Natale.
Il dieci Giugno, Edward mi
bendò facendomi salire sulla sua volvo argentata.
-Dove stiamo
andando?- chiesi.
-E’ una
sorpresa, quindi zitto e buono!-
disse ridacchiando.
Sospirai rassegnato e mi
appoggiai al sedile –Ok, ma dove stiamo andando?-.
Lo sentì ridacchiare
nuovamente e la sua mano ghiacciata mi sfiorò la guancia –Shhh-.
Il viaggio mi sembrò non
finire mai, una volta che la macchina si fermò lui mi aprì lo sportello e mi
prese in braccio facendomi arrossire –Ehi, guarda che
so camminare!-.
-Sei bendato!- disse.
-Tu sbendami-
protestai mettendo le braccia in conserta.
-Se vedi, che sorpresa è?-.
Sbuffai arrendendomi,
camminiamo giusto un po’, poi mi posò a terra –Pronto?-
chiese. Io annuì e lui mi sbendò mettendomi rapidamente una mano sugli occhi
–Tre, due, uno…- tolse la mano e si allontanò di qualche passo.
Davanti a me c’era una Golf blu, letteralmente ricoperta di nastri, sicuramente
opera di Alice.
Fissai Edward –Che significa?- chiesi.
Lui ridacchiò e mi strinse
con un braccio indicando la macchina –Buon compleanno!-.
Restai a
bocca aperta –Io… Edward non posso
accettare una macchina!-.
-Invece lo farai, perché è
anche da parte di tuo padre!- mi mise in mano le chiavi spingendomi verso la
vettura.
Si sedette al posto del
passeggero e sorrise, mentre mettevo in moto e partivo. Dopo un po’ mi fissò –Guarda che se acceleri non succede nulla!-.
Lo guardai
con la coda dell’occhio –Non sono spericolato come te, lo sai vero?-.
Ridacchiò –Ok, stò zitto-.
Sorrisi aumentando un po’
la velocità –Grazie del regalo- sussurrai.
-Di nulla- rispose.
-Dove vuoi
andare?- chiesi.
-Decidi
tu!- rispose sfoderando il suo
solito sorriso sghembo –La macchina è tua!-.
Arrossii violentemente e
guidai fino ad uno spuntone, il paesaggio per me era stupendo, la piccola Forks
illuminata era a dir poco stupenda vista da lassù.
Edward s’avvicinò e
sorrise –Ottima scelta!-.
-Grazie- sussurrai quasi a non voler spezzare quell’atmosfera.
Si piego e sentì il suo fiato caldo sfiorarmi l’orecchio –Posso darti
il mio regalo?- chiese.
Lo fissai annuendo. Lui mi
scostò la frangia per fissarmi gli occhi. Era l’unico a cui permettessi
di farlo.
Quel gesto, così delicato
mi fece arrossire, anche la prima volta che mi scostò la frangia
diventai viola.
Mi disse
che i miei occhi gli piacevano molto. E che era felice
che li nascondessi, perché altrimenti troppe persone sarebbero cadute hai miei
piedi. Chissà se diceva sul serio.
Sentì le sue mani fredde
accarezzarmi le guance tenendo ferma la testa. S’avvicinò, il mio cuore
cominciò a battere rapidamente, mentre arrossivo. Chiusi gli occhi e sentii le sue lebbra gelide posarsi delicatamente sulle mie.
Si staccò quasi subito e
mi strinse a se accarezzandomi i capelli.
Mi accoccolai stringendolo
di rimando e sorrisi, mi baciò i capelli coccolandomi, mi piaceva il suo
profumo, era così dolce.
Restammo tutta la serata lì, abbracciati. Era
rilassante, mi sentivo bene e felice.
Finii
per dormire a casa sua, mi addormentai sul divano. Stretto a lui che mi coccolava dolcemente.
Da quando Edward ed io stavamo assieme, tutto era diverso. Mi sentivo così
tranquillo e sereno.
Le giornate scorrevano
sempre veloci. Tutto era visto sotto una nuova luce.
Senza che me accorgessi finì l’estate. Ricominciò la
scuola, finalmente l’ultimo anno e, poi sarei andato al college.
Con Edward ovviamente.
Emmet e Jasper non la
finivano di prenderci in giro, dicevano che sembravamo
marito e moglie. Ovviamente mi arrabbiavo, non ero
mica una donna.
Lentamente e pazientemente
Alice mi convinse a portare le lenti a contatto, a tagliare i capelli, ad
aggiustare il mio aspetto. A non vergognarmi di me stesso.
Ormai tutti sapevano dei
miei occhi. Tutti i ragazzi guardavano me ed Edward
invidiosi.
Alcune ragazze pensavano,
a detta di Edward, di invitarmi ad uscire.
Nessuno sapeva della
nostra relazione, a parte i Cullen e mio padre.
Certo, il nostro rapporto
era basato su abbracci e carezze. I baci c’erano, ma lui non voleva in ogni
caso rischiare.
Ci trovavamo
nella mia camera, ero al computer per fare alcune ricerche su Napoleone.
Ovviamente Edward sapeva
già tutto, ma aveva detto che non mi avrebbe
facilitato il lavoro, perché ero io che dovevo studiare e capire le cose.
Il suo ragionamento non
faceva una piega.
Lui se ne stava tutto
tranquillo, seduto sul mio letto. Sentivo i suoi occhi puntati addosso a me,
anche se i miei occhi erano puntati sullo schermo del computer. Gli occhiali
riflettevano leggermente ciò che stavo leggendo.
-Claus, hai sentito ciò
che ti ho detto?- mi chiese spazientito.
Fermai le mani che
battevano rapidamente sulla tastiera e mi voltai verso di lui –Che c’è?-.
Edward ridacchiò ed in tre
secondi fu a pochi centimetri dalle mie labbra, arrossii violentemente, come
facevo ogni volta che mi trovavo in quella situazione.
-Stavo dicendo…- cominciò,
mentre il suo alito freddo mi sfiorava le labbra –Che quando studi, hai una
faccia estremamente seria e concentrata…- terminò.
Diventai
rosso acceso –Davvero?- chiesi
chiudendo gli occhi e spingendomi un po’ verso le sue labbra.
-Si- disse semplicemente unendo le sue labbra alle mie.
Sorrisi
–Quindi ti piaccio…-.
Lo sentì ridacchiare e sfiorarmi
il collo con le labbra, automaticamente inclinai la testa –Molto- alitò sulla
mia pelle.
-Mi fa
piacere- dissi ridacchiando.
Edward mi strinse accarezzandomi la schiena –Ti amo pulcino- mi
sussurrò all’orecchio.
-Pulcino?- chiesi con voce
dolce, rilassata dalle carezze che mi stava facendo.
-Si, sei
il mio pulcino- rispose continuando ad accarezzarmi la schiena.
-Edward…- sussurrai
cercando le sue labbra.
Lui sorrise, con uno dei
tanti sorrisi che piaceva a me, mi sfiorò le labbra e sorrise –Calma i bollenti spiriti pulcino-.
Diventai bordeaux e lo
fissai –Edward Cullen, come osi?- urlai indignato.
Incrociai le braccia al petto e gli diedi le spalle offeso.
Sentii nuovamente le sue
labbra sul mio collo –Stavo scherzando, ma se ti arrabbi significa
che è vero…-.
Ringhiai leggermente e mi
scostai. Edward ridacchiò e mi strinse a se, immobilizzandomi –Mollami!- dissi
guardandolo male.
Lui scosse la testa e mi
baciò stringendomi maggiormente –Mai, non ti lascerò
mai mio piccolo pulcino…-.
Sbuffai. Al diavolo
l’incazzatura, era impossibile restare arrabbiati con lui.
Fine del secondo capitolo.
Nota personale: Sono
davvero sorpresa che la mia storia sia piaciuta a 7 persone, non me lo sarei mai aspettata sinceramente.
Allora, comincio con lo
spiegare che qui Bella non esiste per niente, ammetto che dopo aver letto Eclipse abbia cominciato ad odiarla, perché con la sua
indecisione fa soffrire Edward.
Quindi questa è a tutti gli effetti, un’EdwardXClaus. Forse sono stata un
po’ crudele, ma nel prossimo capitolo spiego anche il perché sua madre è morta.
In quanto a tenere la
relazione segreta. Beh, non so come si potrebbe reagire alla notizia che a
scuola girano due ragazzi che stanno assieme, quindi
ho preferito tenere segreta l’informazione XD.
Per il compleanno di Claus
ho scelto il 10 Giugno perché in realtà è il mio compleanno XD non mi sono
venute altre date in mente.
In quanto al “regalo” di Edward, ovvio che non era solo il bacio, anche lui ha
contribuito a prendere l’auto, ma meglio non farlo sapere al piccolo pulcino
XD.
Il titolo ha un colore ben
preciso, il blu chiaro è il colore della macchina, poi va beh, il rosa era adatto per la
terminologia del bacio secondo me XD.
Ringrazio
Heartburn,
_Sweety_,
_Sorellina_
Vanefreya,
Mistica,
Felicity89 e
Juliet.
Ringrazio anche
Per aver aggiunto la mia
storia fra le loro preferite^^
Grazie ed al prossimo capitolo!^^