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Autore: Ema Penniman    22/07/2013    3 recensioni
Tutto ciò che la Clare potrebbe o meno aver omesso scrivendo The Mortal Instrument
Dalla storia:
Si scostò leggermente da Jace e Izzy quando qualcuno gli mise un braccio intorno alle spalle “Hey, Nephilim, cosa ci fa un ragazzino come te con una compagnia come quella?” chiese Magnus indicando con la testa Clary che cercava Simon sotto i tavoli.
“Io… no. In verità non sono con loro. Cioè, si sono con loro ma non perché lo voglio ma perché Jace e Isabelle hanno…” iniziò a balbettare una serie di frasi sconnesse finchè Magnus non rise forte facendolo ammutolire.
“Sei davvero adorabile, piccolo Nephilim, lo sai?” domandò divertito.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: City of Forbidden Loves
Autrice: Ema Penniman
RatingArancione
Capitoli: 3/?
Avvertimenti: Spoiler di The Mortal Instrument
Genere: Introspettivo

Pairing: Malec. 
Disclaimer: Non possiedo nè i personaggi nè le ambientazione perchè entrambi appartengono a Cassandra Clare




Magnus era felice. Non sapeva esattamente spiegarsi il motivo, ma era piuttosto allegro.

Forse perché era una bella giornata, anche se stava piovendo a dirotto. O forse soltanto perché si era svegliato di buon umore quella mattina. Sta di fatto che Magnus era parecchio raggiante quel giorno.

Stava tranquillamente tornando a casa sotto la pioggia, dopo essersi fatto un incantesimo repellente, canticchiando tra sé.

Nonostante fosse stato impegnato tutto il giorno, il suo umore non era cambiato di una virgola. La cosa bizzarra era che continuava a pensare al piccolo Nephilim. Da un paio di giorni, ovvero da quando l’aveva baciato, i suoi pensieri, volente o nolente, finivano sempre per arrivare ad Alec. Non riusciva in nessun modo a toglierselo dalla testa.

Camminando spedito verso casa e imboccate le scale, ecco che, davanti al portone d’ingresso, seduto a terra, c’era lui. Il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri. Inzuppato dalla testa ai piedi che tremava come una foglia, con il viso affondato nelle ginocchia.

Magnus istintivamente sorrise avvicinandosi “E tu che ci fai qui?” chiese aggrottando poi le sopracciglia senza però che il suo sorriso sparisse. Alec scrollò il capo per togliere le goccioline dal viso e alzò gli occhi verso lo stregone “Dobbiamo parlare” disse cercando di sembrare sicuro di sé.

“Sei uno scemo” disse Magnus ridacchiando e andando ad aprire la porta seguito dal Nephilim.

 “Non puoi stare lì!” disse lo stregone storcendo il naso. Alec lo guardò terrorizzato ma quello scosse la testa “Mi stai allagando la casa” si avvicinò al ragazzo mettendogli un dito sul naso. Il cacciatore non si mosse mentre le scintille azzurre lo avvolgevano. Arrossì terribilmente ed evitò accuratamente di incrociare lo sguardo dell’altro finché Magnus non si scostò leggermente da lui sorridendo e Alec si accorse che l’aveva asciugato totalmente.

“Quindi, non dovevi parlarmi di qualcosa?” il moro annuì torcendosi le mani.

“Si, io… volevo dirti che- prese un respiro profondo -l’inconveniente che è venuto a verificarsi tra me e te è stato puramente antiprofessionale e-”

“Ma l’hai imparato a memoria?” domandò Magnus interrompendolo ed inarcando un sopracciglio senza però che il sorriso gli sparisse dal volto. Alec scosse meccanicamente la testa e rimase momentaneamente in silenzio, respirando forte e mantenendo lo sguardo basso per poi schiarirsi la voce “Mi sto scusando per ciò che è successo e farò in modo che non avvenga più” immediatamente Magnus sentì una stretta allo stomaco.

“Ma ti ho baciato io!” sbottò lo stregone sbuffando sonoramente. Sentì il ragazzo che tratteneva il respiro ma continuava a non guardarlo negli occhi “Mi sono evidentemente lasciato trasportare dalla situazione perché è palese che in condizioni diverse non avrei mai agito così. Ero sconvolto e sono venuto qui per scusarmi ed assicurarti che una situazione del genere non si verificherà più” concluse Alec serio.

Magnus gli posò una mano sulla spalla ed il ragazzo sussultò.

“Sei nervoso” costatò con voce bassa.  “Ti stai mordendo il labbro” continuò sfiorando il labbro inferiore del ragazzo con un dito. Quello immediatamente rilasciò la presa con i denti socchiudendo leggermente la bocca.

“Io sono convinto che tutto questo sia una grandissima ed immensa balla e tu sei qui per qualche altro motivo” 

“No! Sono venuto solo con questo intento” disse Alec scuotendo forte la testa.

“Sta piovendo a dirotto da almeno due ore e non penso che chiunque leggermente sano di mente aspetterebbe sotto la pioggia soltanto per venirmi a dire che tra noi non sarebbe successo nulla. Avresti dovuto chiamarmi e non rischiare di prenderti un raffreddore” commentò Magnus pensieroso per poi spostare la mano sotto il mento del cacciatore e fargli alzare lo sguardo. Aveva gli occhi più chiari del solito che lo guardavano terrorizzati.

I suoi occhi erano l’unica cosa che sfuggiva al suo controllo. Troppo espressivi. Comunicativi. Per questo non aveva incrociato lo sguardo dello stregone fino a quel momento. Per quel motivo non era riuscito a capire fino in fondo quello che stava cercando di dirgli Alec. Né tantomeno il ragazzo era riuscito ad interpretare i suoi stessi pensieri.

Magnus sorrise osservando il viso del Nephilim nella sua interezza “So cosa ti sta passando per la testa- disse facendo arretrare il ragazzo –sei combattuto con te stesso. Te lo si legge in volto. Per me sei come un libro aperto, Alexander” si avvicinò nuovamente a lui e gli prese il viso tra le mani “L’unica cosa che devi fare è lasciarti andare. Sei libero di fare ciò che vuoi” disse Magnus accostando lentamente il suo viso a quello di Alec. Quando vide che il ragazzo aveva già chiuso gli occhi aspettando quel contatto tanto bramato non attese nemmeno un secondo ed azzerò la distanza che li separava facendo congiungere le loro labbra in un bacio lento e carico di parole che probabilmente il cacciatore non avrebbe mai avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce.

Quando si separarono lo stregone tornò a sorridere. Si avvicinò nuovamente all’altro e gli lasciò un bacio all’angolo della bocca. Poi un altro sulla guancia fino ad arrivare all’orecchio con cui iniziò a giocherellare.

In quell’esatto istante il telefono di Alec iniziò a squillare. Il ragazzo si scostò da Magnus con il viso in fiamme e prese il cellulare “Isabelle!”

Lo stregone osservò la schiena tesa del cacciatore e la mano che gesticolava mentre palava con la sorella. Istintivamente gli si avvicinò e gli mise entrambe le mani sulle spalle.

Alec sussultò ma rimase composto. Questo finché Magnus non iniziò a muovere quelle sue dannatissime mani sulle spalle del ragazzo.

“Va-va bene, Iz. Sto arrivando” disse con uno sforzo notevole per non alterare la sua voce.

“Nulla, non sto facendo assolutamente nulla” Alec quasi squittì quelle parole e Magnus sogghignò.

Alec terminò la chiamata e prese un respiro profondo “Mi dispiace, ma non posso farlo”

Lo stregone inarcò un sopracciglio “Di che stai parlando?”

“Di tutto questo. Di incontrarci così. Non posso farlo” dichiarò il cacciatore mordendosi un labbro.

Magnus sbuffò sonoramente “Di nuovo? Dammi un valido motivo e ti lascerò in pace”

Alec prese un profondo respiro “I miei genitori non sanno che io sono… così”

“Gay?” chiese Magnus divertito.

“Si, non lo sanno”

“Lo sai che lo puoi dire, vero? Scandisci bene g-a-y” lo prese in giro lo stregone. Alec alzò gli occhi al cielo “Tu non sai cosa succederebbe se lo scoprissero”

“Ti rinnegherebbero? Ti caccerebbero dal conclave? Si, né ho un’idea” commentò lo stregone leggermente scocciato. Alec non rispose ed abbassò gli occhi sul pavimento “Beh, non devono saperlo per forza, no?- disse l’altro avvicinandosi al Nephilim –che il cielo mi fulmini per aver detto questo, ma mi piaci, piccolo Nephilim e mi dispiacerebbe non vederti più” ammise Magnus sfiorandogli uno zigomo. Alec alzò immediatamente gli occhi verso l’altro con un accenno di sorriso “Ma tu sei il sommo stregone di Brooklyn. Sarà un po’ difficile che non ci vediamo” disse leggermente in imbarazzo.

Magnus sbuffò e gli stampò un bacio veloce sulle labbra “Va bene- disse sfiorando le sue labbra mentre parlava –allora vai. Sei libero di fare ciò che desideri. Però non dire che io non ci abbia provato” ed aspettò che Alec si allontanasse ma il cacciatore non lo fece. Lo stregone sorrise e fece combaciare le loro labbra nuovamente sentendo finalmente Alec che si rilassava e gli passava le mani dietro al collo.

Il Nephilim si scostò dopo poco “Io-devo andare. Isabelle dice che è importante” disse ancora in imbarazzo. Magnus sorrise e lo accompagnò fino alla porta “Devo aspettarmi altri colpi di testa?” domandò divertito. Il cacciatore fece un risolino nervoso e scosse la testa sorridendo. Anche Magnus ricambiò il sorriso e poi schioccò le dita “Magari la prossima volta eviti di startene sotto la pioggia” disse porgendogli una piccola chiave rigorosamente glitterata. Alec la strinse nella mano ed annuì “Ciao”

Magnus alzò gli occhi al cielo e lo baciò per poi chiudergli la porta in faccia.

Uscito dalla Città di Ossa Alec si mise in disparte e prese il telefono. Dopo il terzo squillo finalmente gli rispose.

“Tu non sai che io ho bisogno di dormire per almeno 9 ore a notte altrimenti divento davvero intrattabile. Non sono un vampiro. Io la notte dormo!” sbraitò Magnus con voce impastata di sonno.

“Mi-mi dispiace- disse Alec con voce tremante –ma qui è successo un casino. Non sapevo chi chiamare”

“Dimmi tutto” fece lo stregone più tranquillo.

“I Fratelli Silenti sono morti e Jace è in guai seri. Non so cosa fare” era davvero preoccupato.

“Dammi cinque minuti e sono lì” e concluse la chiamata senza che Alec potesse dire nulla.

Quelli furono i cinque minuti più lunghi della sua vita. Non solo vedeva Jace che stava visibilmente male, ma sembrava che tutti i membri del conclave lo stessero giudicando con i loro sguardi accusatori.

Quando Magnus arrivò vide tutte le figure dei Nephilim messe a cerchio intorno a Isabelle, Jace e Clary. Quello che lo catturò di più però fu Alec. Era nervoso, lo si notava. Istintivamente gli sorrise ed il cacciatore si morse il labbro inferiore senza nemmeno accorgersene.

“E’ morto?” chiese divertito guardando Jace steso a terra. Non gli piaceva quel ragazzo. Lui gli ricordava Will in maniera impressionante. Stesso carattere scontroso e stesso modo di fare sarcasmo. Non gli piaceva affatto però Alec teneva molto a lui. Si avvicinò al suo Nephilim e gli sfiorò impercettibilmente la mano. Questo immediatamente si rilassò. Era bello vedere come la sua sola presenza potesse renderlo tranquillo.

“Il tuo stregone si rende conto che Jace Wayland è un testimone della massima importanza per il Conclave?” disse l’inquisitrice rivolgendosi ad Alec. Magnus per poco non le rise in faccia. Sembrava una di quelle vecchiette bisbetiche in cerca di un filtro d’amore. Alec però non la prese nello stesso modo. Arrossì violentemente e mormorò qualcosa troppo a bassa voce per essere udibile.

Magnus si avvicinò a Jace che si risvegliò per qualche secondo per poi cadere nuovamente nell’incoscienza mentre tutti gli altri Nephilim si allontanavano.

“Sai che se non tenterà di scappare sarà uno strazio tutto il tempo, vero?” domandò Alec facendosi più vicino a Magnus che stava facendo fluttuare il Nephilim svenuto. Lo stregone si strinse nelle spalle “Potrei tenerlo legato ad un muro ed insonorizzare la stanza. Gli farei apparire del cibo di giorno in giorno”

“Allora credo che preferirebbe stare nella città silente” disse Alec divertito osservando lo stregone che apriva un portale e vi faceva entrare Jace. Si voltò verso il Nephilim “Vuoi venire con me?” domandò con un sorriso.

Alec istintivamente si morse il labbro e scosse la testa “Non posso. Isabelle mi sta aspettando” disse indicando la sorella che li guardava. Magnus alzò gli occhi al cielo e gli fece cenno con la mano la mano di avvicinarsi. Sorrise e si avvicinò al viso del ragazzo che spalancò gli occhi allarmato “Tranquillo, non possono vederci” disse in un turbinio di scintille azzurre. Alec sorrise e si fece baciare dallo stregone. “Ci vediamo domani” disse Magnus scomparendo dentro il portale.

“Cosa voleva Magnus?” chiese Isabelle una volta che il fratello la raggiunse. Alec si strinse nelle spalle “Mi ha chiesto che abitudini ha Jace. Niente di preoccupante” Isabelle lo scrutò ma non disse nulla.

Continuarono a camminare verso l’istituto finché lei non parlò di nuovo.

“Da quanto hai tutta questa confidenza con Magnus Bane?”

Alec represse un brivido “Da mai, perché?”

“Sapeva che eri in fin di vita. Oggi era qui. E scommetto che era l’Emme che ti ha mandato quei messaggi”

Il ragazzo mantenne la sua postura composta “Non so di cosa tu stia parlando, Isabelle. Credo che tu sia stanca. Oggi è stata una lunga giornata”

Isabelle gli lanciò un’occhiataccia “Però vorrei davvero sapere come fai ultimamente ad essere sempre così pieno di brillantini. Mi farebbe davvero comodo” disse facendo un sorrisino di vittoria. Alec ingoiò a vuoto.

Cosa diamine doveva inventarsi?! Non poteva semplicemente dire Hey, si, me la faccio con uno stregone così come se nulla fosse.

Si accasciò a terra “Oh, la gamba”

Isabelle rimase intontita per qualche secondo ma vedendo il fratello contorcersi a terra dal dolore lo raggiunse immediatamente.

Se non fosse stato un cacciatore la carriera nel mondo del cinema sarebbe stata la sua seconda scelta.

“Dove diamine è finito il mio rasoio?”

“E’ sulla mensola in alto”

“E che fine hanno fatto le mie camicie?”

“Sono appese nell’armadio”

Magnus represse un istinto omicida e si diresse verso la sua stanza facendo spalancare le ante del guardaroba con un gesto nervoso. Quel ragazzo gli stava proprio dando sui nervi.

“Potresti evitare di spostare le mie cose? Ti ho dato una stanza, non ti basta?”

Jace non si mosse dalla sua posizione continuando a guardare il soffitto “Io non sto spostando le tue cose… sto cercando di dare un ordine al caos che c’è qui dentro. Non so come tu faccia a trovare qualsiasi cosa”

“Faccio benissimo senza di te, quindi ora smamma dalla mia stanza” disse irritato.

Il cacciatore ovviamente non lo ascoltò ma si mise seduto sul letto di Magnus osservandolo “Devi fare qualcosa di importante? Perché di solito quando guardi l’armadio hai qualcuno di importante da incontrare… l’altro giorno, quando Alec ti ha avvisato che il Conclave stava venendo qui ci hai messo mezz’ora per prepararti. Ieri invece hai preso dei vestiti a caso”

“Io non prendo mai vestiti a caso- ribatté Magnus esaminando una camicia particolarmente sgargiante –e si dà il caso che non sono per nulla affari tuoi cosa devo o non devo fare”

Ovviamente Jace non si curò nemmeno di ciò che lo stregone aveva detto, ma continuò con le sue noiosissime domande, tanto che Magnus fu costretto a tappargli la bocca con un incantesimo.

“Bene, adesso sì che posso concentrarmi. E pensare che Alec mi aveva detto che sei un tipo taciturno. Chi ci pensava ad un tale rompipalle” Jace aggrottò le sopracciglia ed incrociò le braccia.

“E ora cosa vuoi?”

Jace alzò gli occhi al soffitto “Oh, giusto non puoi parlare… quanto sei noioso. La prossima volta col cavolo che faccio un favore al Conclave” sbottò Magnus continuando ad ignorare il ragazzo.

Jace scosse la testa annoiato e si diresse verso la sua stanza.

Lo stregone continuò a rovistare nel suo armadio nello stile ragazzina di 16 anni –non ho nulla da mettermi nonostante ci siano più vestiti lì dentro che a Parigi durante la settimana della moda-

“Lo so che sei lì” disse Magnus dopo qualche minuto che Jace continuava a guardarlo appoggiato alla porta “Anche se non puoi parlare, fai rumore respirando” rassegnato lo liberò dalle costrizioni ma Jace continuò a rimanere in silenzio “Sai, se continui a guardarmi mentre sono in mutande inizierò a pensare che provi sentimenti contrastanti per me, quindi fila via. Mi inquieti” Jace si strinse nelle spalle e uscì definitivamente dalla camera di Magnus.

La porta dell’appartamento si aprì e davanti vi comparve Alec. Ultimamente aveva sempre quella smorfia in volto. Come se si sentisse costantemente male al pensiero di essere in quella casa.

“Chi è?” orlò Magnus dalla sua stanza.

Jace roteò gli occhi. Non poteva venire lui lì, tre metri erano troppi “E’ Alec” il fratello gli sorrise ed entrò.

“Mamma mi ha detto di venire a controllare. Un’altra volta” inventati un’altra scusa, Alec pensò Jace tornandosene in camera e chiudendosi lì senza nemmeno parlare con il ragazzo.

Magnus fece il suo ingresso plateale nella stanza e istintivamente sorrise ad Alec che arrossì. Non era ancora riuscito ad accettare pienamente la cosa.

Magnus si avvicinò a lui e gli premette velocemente un bacio sulle labbra “Tua madre ti manda davvero a controllare Jace?”

“Ogni tanto” disse Alec sorridendo divertito “Clary sta venendo qui. Mi ha telefonato prima dicendomi che sarebbe passata, ma io ero già in metro quindi non pensavo-”

“Calmo” lo interruppe Magnus “Non è una cosa grave. Anzi, ora la aspetti qui, tranquillamente, e non impazzisci. D’accordo?” Alec annuì guardandolo negli occhi.

“No, aspetterò fuori”

“Quanto sei scemo” sbuffò divertito Magnus vedendo il ragazzo uscire velocemente.

Una volta rientrato in casa di Magnus, Alec cercò in tutti i modi di non incrociare mai lo sguardo dell’altro. Stare nella stessa stanza con lui e altre persone lo metteva a disagio. Non per il fatto che si frequentassero, ma più che altro perché, ogni volta che il suo sguardo si posava sullo stregone, automaticamente aveva un’espressione da scemo, ne era certo. E prima o poi chiunque se ne sarebbe accorto ed era l’ultima cosa che voleva.

E poi quell’idiota di stregone se ne era uscito con quella frase assurda “Non mettere mai in dubbio le mie capacità di scantonare, cacciatore, perché posso raggiungere livelli memorabili, epici direi” e così Alec era stato costretto a rimanere lì.

“Davvero non sai chi è Madonna?” domandò Magnus scioccato non appena la casa fu nuovamente vuota. Alec scosse la testa lasciandosi cadere sul divano accanto a lui.

“Dovresti vergognarti. E invece non te ne preoccupi nemmeno. Ora capisco il detto beata ignoranza. Scommetto anche che non hai idea di chi siano i Beatles” Alec ci pensò qualche secondo.

“Sono quelli che hanno attraversato una strada scalzi, vero?” chiese divertito.

Magnus si portò una mano alla testa con un gesto teatrale “Devi farti una cultura musicale. Non so come sei andato avanti per tutti questi anni” disse prendendosi un pugno dall’altro. Magnus sorrise diabolicamente ed iniziò a fargli il solletico finché non si ritrovò totalmente disteso sul ragazzo a pochi millimetri dalle sue labbra. Sorrise.

“So che vuoi baciarmi” disse guardando le sue labbra. Alec istintivamente arrossì ed il sorriso di Magnus si fece più luminoso “Ogni volta che vuoi baciarmi ti mordi il labbro” e il Nephilim lasciò immediatamente andare la presa con i denti. L’altro ridacchiò “Lo sai che puoi farlo, vero?”

“Cosa?”

“Baciarmi. Ogni volta che vuoi” e Alec distolse lo sguardo da quello dello stregone, perché era vero. Avrebbe voluto baciarlo, ma non l’aveva mai fatto fino a quel momento e baciandolo avrebbe definitivamente oltrepassato il punto di non ritorno. E non aveva la più pallida idea di come comportarsi.

“Lo fai senza nemmeno accorgertene” commentò Magnus sfiorandogli il labbro con l’indice e Alec lo voleva davvero. Così si avvicinò leggermente allo stregone e colmò la distanza che li divideva con un bacio languido.

Magnus si beò di quel contatto ed accarezzò le spalle del ragazzo scendendo verso i pettorali leggermente delineati e la pancia piatta infilando una mano sotto la maglietta del Nephilim che, esattamente come la volta precedente, si ritrasse bruscamente.

Lo stregone sorrise “Scusa”

Alec si mise a sedere sul divano, rosso in volto prendendo grandi quantità di aria ad ogni respiro “Io non ho mai-”

“Lo so” lo precedette Magnus “Mi dispiace, non ho alcuna intenzione di fare qualcosa che non vuoi” disse lasciandogli un bacio sulla guancia “ho sonno, andiamo a letto” si alzò tendendo una mano all’altro.

“Non credo che il divano sia molto comodo e non penso che Jace torni a breve, quindi ti consiglio di rivalutare la mia proposta” disse quando vide che Alec non accennava a muoversi.

Il Nephilim sospirò ma prese la mano dello stregone e lo seguì nella sua stanza.

Una volta distesi entrambi sul letto il cacciatore fece una richiesta che mai Magnus si sarebbe aspettata da lui.

“Mi abbracceresti” domandò Alec timidamente rivolgendogli la schiena. Lo stregone non se lo fece ripetere e si avvicinò al cacciatore avvolgendolo con le braccia e lasciandogli un bacio sulla nuca che lo fece rabbrividire.

Nemmeno cinque minuti dopo Alec si addormentò e Magnus continuò ad osservarlo sereno com’era.






Spazietto di Ema :)

Okay, vi chiedo umilmente venia del ritrdo mostruoso. Ci ho messo una vita a pubblicare, ma giuro ho un'ottima ragione. Sono stata in Irlanda per due settimane e sono tornata ieri pomeriggio :)
In effetti non ho molto da dire, spero che questo capitolo vi piaccia. A me non piace, ma non mi andava davvero di riscriverlo, quindi lo lascio così :)
Mi piacerebbe sapere tantissimo cosa ne pensate :D
Ringrazio immensamente tutti coloro che hanno letto questa storia :D Alla prossima...

   
 
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