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Autore: Angel_lily    22/07/2013    2 recensioni
“Ciao” mi azzardo a pronunciare restando sulla difensiva per paura di una sua reazione negativa.
“Ciao” risponde lei, tranquillamente, con una vocina limpida e squillante “Come ti chiami?” domanda con aria innocente cogliendomi alla sprovvista.
“Jared” rispondo immediatamente, senza trovare qualcosa di meglio da aggiungere.
“Mi fai provare il tuo cappello?” lo indica con una manina paffuta restando quasi del tutto immobile a mezzo metro dal mio corpo, me lo sfilo senza troppe esitazioni e glielo porgo, lei sorride soddisfatta e lo indossa senza preoccuparsi del fatto che sia troppo grande e che le cada pesantemente sugli occhi “me lo regali?”
“Solo se mi dici come ti chiami” la ricatto ottenendo un piccolo e innocuo broncio, ben presto sostituito da un’espressione assente, fissa sull’obbiettivo di tenersi il cappello.
“Ruby”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Meravigliosi lettori, mi era mancato immensamente potermi confrontare con voi. Vi ringrazio, dal primo all’ultimo, per la splendida accoglienza che mi avete riservato, è stato bello ritrovare molti di voi, spero con tutto il cuore di non deludervi con questo nuovissimo esperimento <3
Come al solito, se non mi fermo parlo troppo quindi è meglio smetterla e lasciarvi al capitolo, un bacione :)

 

CAPITOLO 2: SHANNON

Il telefono squilla per l’ennesima volta ed il mio istinto primordiale mi costringe ad ignorarlo sebbene sappia che non sia la cosa giusta da fare in questo momento.

Non sono io ad occuparmi di queste cose, d’accordo? In genere lo fa qualcun altro o tutt’al più Jared! Sono il meno adatto a rappresentare la band in circostanze di questo tipo! Io non firmo contratti, non ragiono su interviste e servizi fotografici, io faccio solo quello che mi dicono di fare! Il fatto che questo coincida con il fastidiosissimo doversi accordare con il direttore di una qualche rivista, interessato a dare spazio alla band in qualche assurdo modo, mi infastidisce più di quanto mi abbia mai infastidito qualcosa in vita mia.

Recupero il cellulare personale dalla tasca dei pantaloni e in due semplici mosse lo porto all’orecchio aspettando con impazienza che i bip anonimi si trasformino in una voce ben conosciuta.

“Pronto?”

“Jared!!” sembra quasi un insulto, bè, se si degnasse di rispondermi quando lo cerco non mi porterebbe ad uno stato di disperazione tale da costringermi ad essere così poco gentile.

“Shan sono occupato”

“No! Sei sparito! E qui c’è bisogno di te per gestire i piani geniali che progetti senza il permesso di nessuno!”

“Ma di che diamine stai parlando?” la sua voce è perplessa e sorpresa allo stesso tempo, quasi non conoscesse davvero il motivo della telefonata o probabilmente ha solo deciso di farmi innervosire sul serio.

“La rivista Jay! Lo stramaledetto articolo che tu hai pensato fosse una splendida idea per dare visibilità alla band!”

“Oh” ribatte come se in realtà non mi avesse affatto ascoltato “Oh!” ripete con più enfasi, immagino che il suo cervello abbia registrato solo ora le mie parole traducendole in frasi di senso compiuto “Era oggi l’appuntamento?”

“Appuntamento?? Non si era parlato di appuntamento!” il telefono anonimo, gettato sul tavolo della cucina, che aveva smesso di suonare solo da pochi secondi, ricomincia la cantilena costringendomi a farmi scappare una lunga e poco signorile imprecazione “Odio quel telefono!! È mezz’ora buona che squilla!”

“Squilla perché devi rispondere Shan!”

“No! Tu devi tornare e risolvere questa cosa! Sai benissimo che io non voglio essere coinvolto!”

“Oh avanti, smettila di fare il bambino” il suo tono esasperato mi fa venir voglia di attaccargli la telefonata in faccia “Sei il batterista della band, andrai benissimo, devi solo parlare col direttore del SaundArt e farti spiegare i dettagli della sua proposta!”

“Non lo faccio” mi rifiuto categoricamente.

“D’accordo, fallo fare a Tomo dato che ti senti tanto impedito!”

“E’ in Croazia da una settimana, genio! Ma dove diavolo sei?? Ti costa tanto riportare le tue chiappe in questa fottutissima casa?” io, invece, devo solo cercare di riportare il respiro ad una velocità normale o quanto meno accettabile.

“Non posso, sono a Venice Beach” risponde dopo qualche secondo di silenzio che contribuisce a rendere la notizia più interessante di quanto sarebbe stata in circostanze diverse.

“Bè, non sei dall’altra parte del mondo” abbasso i toni, colpito dalla strana e particolare nota celata nella calma profonda della sua voce.

“Shan io… sono impegnato. Mi dispiace, devo andare. Non farci perdere quel contratto!” prima che possa ribattere in qualsiasi modo, la telefonata è già conclusa e so bene che per quante volte io tenti di richiamarlo, lui non risponderà.

Bene, molto bene.

Aggiungo ammazzare Jared alla lista delle cose che mi restano da fare in questa settimana, strano come questo punto sia quasi costantemente presente nei miei piani immaginari e come io non trovi mai il coraggio di farlo sul serio.

Quell’uomo approfitta troppo del nostro legame di sangue  e del fatto che non potrei mai fargli del male.

Il telefono ricomincia a squillare, impreco per l’ennesima volta e mi decido a prenderlo tra le mani con cautela, quasi fosse una bomba in procinto di scoppiare.

“Pronto?”

“Salve! Sono Pete Jackson, il direttore della rivista SoundArt, sto parlando con Jared Leto?” voce tenorile squillante, capacità di iniziativa, tono sicuro di chi è abituato a trattare con le persone. No. Non fa per me.

Ehm… Shannon Leto” lo correggo senza riuscire del tutto a celare la disapprovazione.

“Oh signor Leto! E’ un vero piacere poter parlare con lei della nostra iniziativa!” bene, cosa si risponde in questi casi? Anche per me? La cosa è reciproca? No, no. Fortuna che Pete mi salva dalla fatica di dovergli rispondere davvero “Se non le dispiace le illustrerei i dettagli”

“Bè, è questo il motivo della telefonata, no?” bravo Shannon, segui alla lettera il manuale Come risultare una Rock star con la testa montata  e sta sicuro che continuerai a piacere alla gente!

“Certo” ecco che il tono sicuro comincia a vacillare “comunque, la nostra rivista ha intenzione di lanciare una nuova rubrica, si tratterà di un esperimento su campo, mettiamola così, suo fratello gliene ha parlato?”

“No” mio fratello? Probabilmente è troppo impegnato a salvare il mondo da qualche parte in Venice Beach!

“Non c’è problema, glielo riassumo brevemente! Il titolo della rubrica sarà: Una settimana da Star; la nostra inviata avrà la fortuna, una settimana al mese, di vivere a contatto con un artista musicale, al termine della quale scriverà un articolo dettagliato sulla vita da star, sono stato chiaro?”

“Idea interessante” in effetti lo è, sono sicuro che chiunque legga una rivista come SoundArt  ne rimarrebbe affascinato.

“La ringrazio! Ad ogni modo, suo fratello si era detto interessato a sperimentarla per primi, in quanto band, noi ne siamo assolutamente onorati!”

“Già, mio fratello si lascia sempre prendere troppo dall’entusiasmo” la situazione non mi infastidisce davvero, sono solo arrabbiato con Jared per avermi messo in mezzo, avrebbe dovuto occuparsene da solo!

“L’entusiasmo è pane quotidiano per voi artisti, sbaglio?” melenso e sfacciato, classico di chiunque viaggi a metà tra un giornalista serio e un paparazzo da strapazzo.

“Assolutamente no” anche se dal tono roco della mia voce può risultare tutt’altro che un semplice trovarsi d’accordo su un punto della conversazione “perché non mi spiega i termini del contratto?” e da dove mi viene questa capacità di iniziativa??

“Ovviamente! Lunedì mattina la nostra inviata vi raggiungerà nel luogo pattuito…

“Non c’è nessun appuntamento oggi, vero?” ripenso con un brivido alle parole di Jared.

“Signor Leto, è domenica! Persino il Signore si riposò il settimo giorno!”

Già… così dicono… un momento! Ma lunedì sarebbe domani???”

“Sì signore! C’è qualche problema?”

“No” è solo che non mi aspettavo fosse così presto?

“Preferisce incontrare la nostra inviata oggi? Prima che cominci la settimana?”

“No! Cioè, sì! Insomma…” chi diavolo è questa benedetta ragazza??

“Non c’è problema signor Leto!”

“Mi chiamo Shannon! Per favore, questo signor Leto non mi si addice per nulla” respira Shan, devi solo concludere le trattative, domani ci sarà Jared ad occuparsi del resto.

“D’accordo, Shannon, ha qualche contro proposta?” domanda Pete gentilmente, automaticamente provo a figurarmelo: un uomo di mezza età con qualche spruzzo di capelli bianchi, un sessantenne in gran forma grazie ai quotidiani incontri in qualche club di anziani giocatori di golf o un giovane trentenne in carriera?

“Contro proposta? No, devo firmare qualcosa?” ecco, sarebbe il colmo dover raggiungere la sede del giornale dopo una telefonata durata fin troppo.

“Temo che suo fratello si sia già occupato di dettagli così noiosi”

“Mi auguro che al termine della settimana non ci ritroveremmo a leggere un articolo pieno zeppo di bugie” so bene come sono fatti i giornalisti, sono anni che ho a che fare con loro.

“Shannon, la prego di non mettere in dubbio la nostra professionalità, non abbiamo alcun interesse a diffamare artisti del vostro calibro, inoltre le assicuro che la nostra inviata è una dei collaboratori più fidati, stia tranquillo” scommetto che non mi avrebbe detto niente di diverso nemmeno se lo avessi pagato per farlo.

“D’accordo, qual è il luogo pattuito?” domando nell’eventualità in cui Jared dovesse darsi per disperso, cosa che non accadrà a meno che non voglia sperimentare quanto battano forte le mie bacchette sui tamburi di Christine.

“Suo fratello ci ha lasciato un indirizzo non molto lontano” lo scandisce ad alta voce costringendomi a spalancare gli occhi.

“Mio fratello deve essere impazzito” non portiamo spesso giornalisti in casa nostra, soprattutto se portare a termine il loro lavoro preveda un lasso di tempo superiore ai venti minuti scarsi.

“C’è qualche cambiamento in programma che non ci è stato riferito?”

Ehm… no” riprendo il cellulare che ho in tasca ricomponendo il numero di Jared “mi sembra che sia tutto, no?”

“E’ tutto! Grazie per la disponibilità e non esiti a chiamarmi per qualsiasi altra informazione”

“Certo, buona giornata” l’uomo risponde qualcosa di garbato ma non mi preoccupo troppo di ascoltarlo dato che in una frazione di secondo ho già messo giù la chiamata e attendo che mio fratello risponda a telefono.

Hey

Hey, hai dato loro l’indirizzo di casa nostra?”

“Ci hai parlato! Wow! Pensavo che per principio non lo avresti fatto” ah, fa anche l’ironico il ragazzo.

“Non farmi arrabbiare”

“Va bene, va bene, d’accordo. La giornalista deve seguirci passo passo per una settimana, mi sembrava la scelta più ovvia incontrarci a casa nostra” ma che genio.

“Dobbiamo avere una ragazza tra i piedi per sette giorni?”

“E’ solo una giornalista Shan, possiamo anche ignorarla, d’accordo? Lei deve scrivere e noi dobbiamo continuare a vivere, sarà più imbarazzante per lei che per noi”

“Sì, forse hai ragione” mi tranquillizzo completamente e cerco nel frigo qualcosa da bere tra il marasma di bevande salutiste scelte apposta dal mio fratellino, opto per un succo d’ananas “Allora, ti decidi a dirmi che cosa stai facendo?”

“Niente” bugiardo.

“Ne ricavi qualcosa di buono a mentirmi?”

“E’ una lunga storia”

“Niente di illegale, spero” rischio di scoppiare a ridere per le mie stesse parole, Jared ha smesso con le cose vagamente illegali da anni e anni.

“No”

“Il no meno convinto del secolo!”

“Senti, Shan, possiamo parlarne quando torno a casa?” eccolo che ricomincia.

“Tutto questo mistero non mi piace per niente”

“Mi dispiace, ti prometto che ti racconterò ogni dettaglio” come si fa con i bambini, no?

“D’accordo, a dopo”

Finisco con un unico sorso il bicchiere di succo e lo rimetto a posto dopo averlo sciacquato per bene, sospiro di sollievo e mi guardo intorno chiedendomi cosa fare, opto per la scelta più ovvia e gratificante.

“Sto arrivando mia piccola Christine!!”

 

***

Mi costringo ad uscire dal getto freddo della doccia, sebbene potrei senza ombra di dubbio approfittarne per il resto della serata. Allenarmi con Christine di questi tempi significa tanto sudore e non c’è niente di meglio di una cascata di acqua quasi gelida per riprendere le forze.

Mi passo una candida asciugamano tra i capelli, eliminando l’acqua in eccesso, l’idea di lasciarli bagnati non mi preoccupa per nulla, la verità è che fa talmente caldo da risparmiarmi la fatica di star qui ad asciugarli.

Qualcuno bussa alla porta nello stesso istante in cui mi accingo a dare un’aria vagamente più ordinata alla mia barba incolta, il suono non è insistente ma pressante. Possibile che Jared abbia perso le chiavi?

Non riceviamo molte visite di solito; in effetti non ne riceviamo affatto, non esistono ospiti che entrino in questa casa che non siano stati precedentemente invitati, in un modo o nell’altro.

Mi avvolgo l’asciugamano intorno alla vita e percorro la distanza che mi separa dall’ingresso a piedi scalzi, apro di slancio la porta ritrovandomi di fronte ad uno spettacolo insolito.

“Shannon!?!” spalanco gli occhi e annuisco.

Quella che mi sta di fronte è una normalissima ragazza che non ho mai visto prima in vita mia: lunghi capelli castani e mossi le cadono sulle spalle scoperte da un vestitino ampio e quasi infantile, ai piedi porta dei sandali bassi che non le impediscono di risultare alta e slanciata, mi fissa con due profondi occhi scuri e divertiti e un sorriso tanto bianco da risaltare in modo quasi innaturale nel buio della notte.

Ehm… ci conosciamo?”

“Ho pensato di fare comunque un salto! Mi sembrava carino conoscerci con qualche ora di anticipo!” ma di che diavolo sta parlando? “Posso entrare, vero?? Oh, ma aspetta, ti ho disturbato per caso?” indica la mia mise poco adatta alla circostanza con espressione esageratamente preoccupata.

“No” rispondo automaticamente.

“E’ così che accogli le donne in casa tua?” domanda con aria divertita.

“Bè, non tutte” di certo non lei “Ehi, aspetta un momento, perché non cominci col dirmi chi sei!”

“Ma come chi sono! Ho guidato fin qui da Santa Monica solo per conoscervi! A proposito, dov’è il resto della band? È eccitante l’idea di convivere con voi per la prossima settimana” saltella sul posto costringendomi a darmi un’occhiata intorno, preoccupato che qualcuno di passaggio possa assistere a questa assurda scena.

“Tu sei” adesso capisco tutto “la giornalista che scriverà l’articolo?”

“In persona! Ti decidi a farmi entrare? Non è buona educazione tenere sulla soglia della porta un’ospite!”

Ma…” prima che possa ribattere qualsiasi cosa, lei si è già infiltrata in casa, passando sotto il mio braccio beatamente posato sullo stipite.

“Oh mio Dio! La vostra casa è meravigliosa!!” esclama e non posso fare a meno di collegarla ad Alice nel paese delle meraviglie, o forse al Cappellaio Matto?

“Come facevi a sapere che l’indirizzo ti avrebbe condotta a casa nostra?” domando, sospettoso, lei non si degna di guardarmi, continua a curiosare nell’enorme ingresso, come se gliene avessi dato il permesso. Odio la sfacciataggine dei giornalisti.

“Ho fatto delle ricerche! Non esistono edifici adibiti ad “incontri” in questa zona di Hollywood, solo ville mozzafiato! Non è difficile venire a capo alle situazioni quando fai il mio lavoro”

“Bè, immagino” la tollero per ancora qualche secondo, sembra una ragazzina, ma dal viso è abbastanza chiaro che non mi trovo di fronte alla solita ventenne senza freni inibitori “senti…

“Oh sì, sì, lo so che sei impegnato, magari in procinto di uscire. Oh ma è stato bello vederti prima di domani! A telefono con Pete sei stato così carino e poi mi andava di conoscerti!” sorride e mi viene incontro “A che ora ci incontriamo domani? Sette? Otto?? Otto e mezzo massimo?”

“Cosa?? Siamo Rock Star, la giornata non comincia mai così presto!” ribatto scandalizzato, facendole spalancare la bocca in un’espressione a metà tra la meraviglia e la rivelazione mistica.

“Oh, certo. Siamo Rock Star”  scoppia a ridere “D’accordo, a domani Shannon. Oh e ho trovato molto originale il tuo outfit!” apre la porta senza ricorrere al mio aiuto e fa per uscire, scomparendo nello stesso strano modo in cui è comparsa.

“Aspetta! Non mi hai detto il tuo nome!” me ne ricordo troppo tardi, lei è già andata.

Pazienza se dovrò aspettare una notte per soddisfare la curiosità. Mi stringo nelle spalle e faccio per ritornare in bagno.

Che personaggio assurdo.

 

   
 
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