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Autore: Ladypotter97    22/07/2013    2 recensioni
"Aveva letto su un libro che uccidere un’ Angelo era il peccato più grande che un uomo potesse commettere.
Non hanno ancora visto niente"
Allora la storia si colloca subito dopo la fine di "Città delle anime perdute".
Lilith ha in mente un grande piano, ma per attuarlo ha bisogno del sangue della portatrice dell'angelo meccanico appartenuto predecentemente a Tessa Grey. Affiderà questo compito a Sebastian, che nonostante sia crudele e senza scrupoli, avrà dei problemi a rintracciare la mondana, ignara del suo destino.
Quanto è disposto a dare in cambio della conquista del mondo? Dovrà rinunciare anche all'unica persona che riesce ad entrare nel suo cuore?
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Theresa Gray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il peggio doveva ancora arrivare.

Il peggio doveva ancora arrivare.

Tara quel giorno aveva marinato la scuola. Di nuovo. Non se la sentiva di vedere le solite facce, le solite persone che l’avrebbero presa in giro. Sarebbe andata come al solito a leggere al centro commerciale abbandonato.

Prese la bici lasciata  davanti al cancello della scuola, quando montò in sella sentì un malinconico cigolio, sapeva che ormai era arrivata al limite, presto sarebbe caduta a pezzi, ma doveva accontentarsi, suo nonno non aveva i soldi per darle l’opportunità di prendere i mezzi, e lei non voleva pesargli più di troppo. Accarezzò con delicatezza il manubrio, sentiva la ruggine sotto la pelle. Quella bicicletta era appartenuta a sua madre. Se Tara chiudeva gli occhi poteva ancora vederla : occhi scuri, capelli chiari e morbidi che le arrivavano alle spalle, labbra piene che le sorridevano sempre. Suo padre le diceva che si era innamorato di lei quando l’aveva vista sorridere. Erano felici.

Poi era arrivato l’incidente. Il rumore causato dall’impatto con l’altra macchina era stato assordante, la ragazza ricordava il dolore, il sangue, ma soprattutto i visi delle persone che amava di più al mondo distorti, confusi, sofferenti e morti. Nessuno sapeva spiegare come una ragazzina di sei anni potesse essersi salvata da un incidente mortale. Molti parlavano di un miracolo, ma non era vero. Lei aveva perso tutto, non c’era niente di miracoloso nel rimanere soli.

Guardò il cielo grigio che torreggiava sulla sua testa, presto avrebbe piovuto. Dentro la sua borsa riusciva a sentire la presenza della pistola, mentre pedalava, sfrecciando per i vicoli che diventavano sempre più bui, toccò l’arma. Era l’unico oggetto, oltre i libri, che poteva darle sicurezza. Troppo spesso si era imbattuta in bande di teppisti che volevano derubarla, o peggio. Dopo la morte dei suoi genitori se l’era dovuta cavare sempre da sola.

Si lasciò sfuggire un sorriso quando vide il grande edificio. Quello era il suo nascondiglio, un posto dove poteva evadere dalla realtà, lì nessuno poteva giudicarla o prenderla in giro a causa dei suoi abiti di seconda mano.

Lasciò cadere la bici per terra, tanto era così mal ridotta che nessuno avrebbe mai pensato di rubarla. Il centro commerciale era sempre deserto, quindi la ragazza entrò tranquillamente.

Mai avrebbe pensato di sentire qualcuno parlare.

Spaventata si avvicinò alla parete e silenziosamente cercò di andare avanti per vedere meglio. Le si gelò il sangue nelle vene quando sentì un’altra persona urlare, il lamento la attraversò come una scossa lasciandola senza fiato.

Fece un altro passo avanti sporgendo la testa oltre il muro che era ad angolo. Davanti a lei c’era un ragazzo di spalle, in mano aveva una specie di spada che emanava dei bagliori argentei. Davanti a lui c’era un’altra persona accovacciata a terra, Tara però non riuscì a vederlo bene perché era immerso nell’ombra.

Una parte di lei le urlò di scappare, infatti stava per girarsi e scappare via, ma intravide una cosa che la sconvolse. Il ragazzo a terra aveva le ali. Certa di essersi sbagliata cercò di avvicinarsi ancora di più. L’ombra che lo avvolgeva sembrava essere scomparsa, ora lei poteva vedere le ali candide che gli partivano dalle spalle e riempivano quasi tutto l’atrio, le piume sembravano cambiare colore ogni volta che l’essere respirava, dalla sua pelle colava una sostanza dorata.

Estasiata dalla bellezza dell’angelo, si era quasi dimenticata dell’altro ragazzo che con un gesto veloce gli tagliò di netto le ali. Sangue dorato, ora Tara lo sapeva, schizzò le pareti e inondò il ragazzo che rideva. L’angelo urlò mentre esalava l’ultimo respiro, la ragazza dovette tapparsi la bocca per non strillare, gemendo, ormai a terra, lui alzò lo sguardo e Tara ebbe la sensazione che l’angelo la stesse guardando.

Poi nella sua testa una voce cristallina le disse: “Vivi” Tara avrebbe voluto aiutarlo, ma era paralizzata dalla paura, poi si ricordò della pistola. Con la mano tremante la prese, ma era troppo tardi, l’angelo non si muoveva. Poteva comunque fermare quello psicopatico.

-Io sono Jonathan Christofer Morgenstern e giuro- il ragazzo si era messo a ridere, mentre si passava una mano tra i capelli che alla ragazza sembrarono completamente bianchi -Giuro sull’Angelo che il mondo sarà mio-

SBAM

Senza pensare la ragazza aveva premuto il grilletto, colpendolo alla gamba. Il ragazzo cadde a terra con un grugnito di rabbia, poi Tara spaventata dalla sua reazione, aveva sparato di nuovo colpendo anche l’altra gamba

-Chi è stato?- urlò, il sangue iniziava a uscire dalle ferite sporcando il pavimento e unendosi con quello dorato dell’angelo.

Tara si fece avanti, la pistola avanti, non aveva ancora lasciato il grilletto, gocce di sudore le scendevano dalla fronte. Poco prima di sparare aveva chiamato la polizia, presto quel matto sarebbe andato in prigione.

- Uccido demoni da quando ho imparato a camminare, e mi faccio battere da una mondana- la guardò divertito. Tara era confusa, non voleva credere a quelle sciocchezze, ma aveva appena visto un angelo. Tutto poteva essere possibile.

-Perché l’hai fatto?- quella domanda le uscì dalla bocca involontariamente

-Io voglio solo essere amato, e questo è l’unico modo con cui posso raggiungere il mio obbiettivo-

-Stronzate- Tara strinse più stretta la pistola- Tu vuoi fare qualche cosa di orribile. Io ti fermerò-

-Solo una domanda- digrignò i denti stingendosi la gamba colpita, le sue mani erano sporche di sangue –Come pensi di farlo?-

-Ho chiamato la polizia stanno arrivando- il ragazzo scoppiò a ridere. Sembrava che trovasse tutto un grande divertimento

– Che c’è di tanto divertente?- quel suo sorriso compiaciuto stampato sulla faccia la faceva innervosire

-Loro non possono vedermi, ti scambieranno per pazza e magari ti chiuderanno in manicomio-

Sta cercando di distrarmi non devo farmi coinvolgere

-Quello pazzo sei tu, vai in giro con una spada e uccidi le persone-

-E tu invece vai in giro con una pistola e spari alle persone- le sorrise –Non c’è molta differenza-

- Io non sparo alle persone! L’ho presa per sparare a te, perché sapevo fin troppo bene che non ti saresti fatto prendere facilmente. Le pistole servono per fermare le persone come te!-

Lui la guardò intensamente, il viso improvvisamente serio, gli occhi scuri sembravano un buco nero infinito – Non ci sono altre persone come me. Solo io-

Tara rimase interdetta, poi sentì passi di altre persone che entravano nell’edificio. In poco tempo accanto a lei accorsero tre poliziotti con le pistole in pugno che guardavano per l’atrio. La ragazza ebbe il buon senso di nascondere la sua sotto la felpa, avrebbe detto che l’assassino aveva in mano una pistola e lei l’aveva usata contro di lui, poi ,terrorizzata, l’aveva gettata nel fiume che passava accanto all’edificio.

-Ragazza qui non c’è nessuno- un poliziotto la stava guardando torvo. Tara rimase di sasso, guardò l’uomo con la bocca spalancata

-Ma non lo vedete è qui! Davanti a voi! Sta parlando!- indicò il ragazzo che stava ridendo

-Senti se questo è uno scherzo direi che la finiamo qui!- tuonò l’uomo, la ragazza si mise le mani tra i capelli frustrata. Non poteva succedere, andava contro a tutte le regole del mondo, le persone non potevano essere invisibili!

-Ma qui ci sta il cadavere! Il sangue!- Tara si macchiò la mano con il sangue sparso sul pavimento e la fece vedere, ma quelli sembravano non ascoltarla più, avevano già abbassato le armi

-Ti sei fumata qualche cosa? E soprattutto non dovresti essere a scuola?- l’uomo la prese per il braccio facendole male e la trascinò verso l’uscita.

Tara cercò di divincolarsi e spiegare che era successo veramente, sbatteva i piedi per terra e cercava di mordere la mano che la scrollava violentemente.

 Girò la testa per vedere il ragazzo dai capelli bianchi, quando il loro sguardo si incrociò lui le fece l’occhiolino, i suoi occhi neri la guardavano divertiti

-Tranquilla dolcezza, ti restituirò il favore. Stanne certa- le disse con un ghigno

Con la bocca ancora aperta per lo stupore e gli occhi sbarrati, Tara fu portata fuori dall’edificio.

La cosa che più la spaventava era sapere che non sarebbe finito lì.

Il peggio doveva ancora arrivare.

Nota dell’autrice: Salve a tutti! Chiedo scusa per non aver scritto tanto, ma come per la fan fiction di Alec, tra compiti e vacanze è sempre difficile trovarsi da sola e scrivere in santa pace! Allora Tara è un nuovo personaggio, ho pensato che sarebbe stato divertente vedere come Sebastian si sarebbe relazionato con una mondana. I due hanno molto in comune, entrambi si sentono soli e tendono a chiudersi in loro stessi. Ed è per questo che il cacciatore cercherà di avvicinarsi a un essere vivente che forse prova il suo stesso stato d’animo. Ma Tara riuscirà a non farsi coinvolgere dal mostro che sta bussando alla porta della sua anima?

   
 
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