Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Lauretta Koizumi Reid    23/07/2013    1 recensioni
Bernard e Rosalie.
Una storia d’amore e di speranza che sboccia dentro un contesto di tensioni e di incertezze.
Ho deciso di ripercorrerla, passo dopo passo, petalo dopo petalo, arricchendola anche con momenti “inediti”, frutto della mia immaginazione. La fonte d'ispirazione principale è stata il manga.
Spero di donarvi una lettura piacevole!
ps: il titolo e le note iniziali sono prese dalla canzone "Last Flowers" dei Radiohead.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bernard Chatelet, Rosalie Lamorlière, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

And if I'm gonna talk 
I just wanna talk 
Please don't interrupt 
Just sit back and listen


E se starò per parlare
Vorrò solo parlare
Per favore non interrompere
Soltanto siediti e ascolta


 
 
Il ticchettare della pioggia di quella mattina svegliò Rosalie prima del previsto.

Ella si rigirò cercando di dormire almeno un altro poco, ma dopo un po’ si rassegnò e scese dal letto. Sapeva che da lì a qualche minuto si sarebbe recata nella stanza di Bernard per cambiargli la fasciatura, e la cosa, per la prima volta, la fece sentire strana. Guardò fuori dalla finestra e pensò che la pioggia in quel periodo dell’anno era bella, perché donava frescura e sollievo, ma era anche odiata dai bambini, poiché forte, piena di lampi e di tuoni.
Ora Rosalie si sentiva proprio come quella pioggia: contrastante, opposta, dalla duplice natura; da un lato, non vedeva l’ora di rivedere Bernard, dall’altra avrebbe preferito che qualcun altro andasse a spogliarlo e a cambiarlo. Ora provava una stretta allo stomaco terribile, i suoi battiti erano accelerati, il respiro corto, eppure lo specchio della sua modesta camera non faceva altro che restituirle un viso sorridente e dalle rosee guance.
 
- Molto bene! - rise poco dopo, mentre toglieva la vecchia garza a Bernard e questo rabbrividiva - se continua a rimarginarsi così guarirete molto presto! Certo che ho una mira niente male! - aggiunse.
Cielo, ma che dico? Quale parlantina mi prende di primo mattino? pensò dopo, mentre continuava a sorridere imbarazzata.
Poi Bernard parlò.
 
- Rosalie... sai, tu.... mi ricordi tanto mia madre... -
 
Dimentico di qualsiasi cosa, Bernard parlò per minuti interi di una vicenda che colpì Rosalie tanto profondamente da darle i lucciconi agli occhi. Anche lei si scordò di tutto, di ogni sua resistenza, di ogni sua timidezza, e si sedette sul letto, ascoltando un ricordo di abbandono e di tristezza, di voglia di vivere contro un amore di morte.
Alla vista del pianto di Bernard, la ragazza trovò il coraggio di allungare una mano verso il volto dell’uomo, scoprendo che non avrebbe potuto staccare quel contatto nemmeno se lo avesse voluto. La sua guancia era talmente calda... e se prima le batteva il cuore forte, ora era talmente veloce da assomigliare a un mormorio piuttosto che a una vera sequenza di battiti.
 
Bernard trasalì al tocco di Rosalie, scoprendo che ormai non avrebbe più potuto resistere oltre.
Le afferrò una mano e la guardò negli occhi.
- Quando incontrai quella ragazza che con tutte le forze diceva di voler ammazzare i nobili...nonostante siano passati più di dieci anni.... io non sono mai riuscito a cancellare dalla mente il suo ricordo...Rosalie...
 
- Permetti che io ora... mi innamori di te?
 
Rosalie non ebbe più la forza che quella di annuire.
Lasciò scorrere le lacrime sul viso.
Ora, Signor Oscar, come vedete, piango per un motivo.
Ma non pensò più a nulla, ne’ tantomeno ad Oscar, quando Bernard la spinse contro di se’. Egli avvertì il calore angelico di quel corpo e il suo lieve tremito, e pregando con tutte le sue forze, avvicinò il suo viso a quello della giovane. La mente di Rosalie, di solito sempre occupata da mille pensieri, era per la prima volta un baratro silenzioso di mille sensazioni mentre Bernard appoggiava infine le labbra contro le sue.
Si ritrovò a ricambiare quel bacio ancora più intensamente, più profondamente, senza mai sapere con esattezza quando entrambi, infine, si staccarono con un impercettibile schiocco e si sorrisero.
 
Ma la sensazione durò poco.
I loro occhi appannati d’amore e di fresca passione infine ritornavano a vedere, e ciò che vedevano nella fattispecie era un amore impossibile che non avrebbe avuto seguito.
Rosalie corse via dalla stanza di Bernard, con appena la forza di ricordare di portarsi con se’ le garze e la vecchia fasciatura .
Nessuno dei due riuscì a pensare a nulla di concreto o di logico per tutto il giorno, poiché sotto il loro naso era rimasto l’odore dell’altro, e quella fragranza mai provata spense ogni tipo di relazione normale con il mondo.
 


 
Bernard si svegliò di soprassalto molte ore dopo.

Aveva di nuovo fatto quel sogno, il sogno dell’orologio. Da quando era prigioniero in casa Jarjayes, l’incubo che lo tormentava era un orologio a pendolo, riccamente decorato, tipico oggetto nobiliare, e una voce possente che gridava: che ore sono?
E me lo chiedo anche ora, pensò il giovane strizzando gli occhi, che ore sono?
Ma forse aveva strizzato gli occhi un po’ troppo forte, perché giurò di aver visto una luce dietro la porta.
Si alzò bruscamente rischiando di collassare, e si ritrovò faccia a faccia con Rosalie, che alla luce della candela appariva inquietante ma bellissima come sempre.
 
Nessuno dei due parlò.

Poi, terrorizzata, Rosalie si inchinò, con i capelli paurosamente vicini alla fiamma della candela.
 - Perdonatemi Bernard, vi prego, non comprendiate male, non vi stavo spiando! E’ solo che non riesco a dormire, e volevo...
- Rosalie.... - mormorò Bernard, mentre la saliva in bocca iniziava a ritirarsi come una marea, lasciandolo con le labbra secche - ...che ore sono?
- Quasi le sei, Bernard. - rispose lei, stupita ma sollevata di una domanda così banale.
- Portami a vedere l’alba, Rosalie.
 
 
Erano arrivati su un balcone di casa Jarjayes senza dire una parola, ma perfettamente consapevoli l'uno dell'altra. L’uomo si sedette e aspettò. Lei non riusciva più a sopportare una situazione del genere, e decise di parlargli.
- Bernard, in merito a quello che è successo ieri... - esordì, sentendo già la voce incrinarsi.
- Rosalie - la interruppe lui, senza staccare gli occhi dall’orizzonte - mi dispiace che debba finire così. Sono innamorato di te ma sono condannato dalla tua famiglia. Non è una situazione che possa combaciare. Ma se debbo morire muoio contento, perché so di aver provato almeno per una volta le gioie che può dare un amore. Avrei voluto più tempo. Ma è evidente che il destino si accanisce.
- No! - esclamò Rosalie, rischiando di svegliare qualcuno e riuscendo a strappare gli occhi di Bernard da quel punto indefinito che stava fissando -  io non voglio tutto questo! Bernard... - e qui Rosalie, più che mai rossa in viso e più che mai sul punto di piangere si inginocchiò accanto alla sedia dell’uomo - anche io sono innamorata di voi. Lo sono da quando siete entrato in casa Jarjayes. E sono pronta a tutto perché voi non subiate alcuna pena. Andiamocene, fuggiamo! Posso farlo. Sono parte di questa famiglia. Io voglio farlo, ahimè, dovesse significare qualunque conseguenza per me!
- Ovvero saresti pronta a rinnegare questa famiglia? A fuggire con un reietto per amore mordendo a sangue la mano che ti ha nutrito e salvato? - sussurrò Bernard osando ancora avvicinarsi a Rosalie più di quanto la ragione glielo raccomandasse.

Lo sguardo di Rosalie si indurì di una passione cieca ma consapevole.
- Sì.
 
Il sole stava sorgendo.

Un cesto di vimini della migliore mercante di Parigi non avrebbe forgiato mai una trama così salda come quella composta dalle dita intrecciate di Bernard e Rosalie, la loro mani, strette in una promessa.
- Rosalie...
- Si?
- Raccontami la tua storia, adesso.
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Lauretta Koizumi Reid