Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: _Giuls17_    23/07/2013    1 recensioni
Guerra. Ormai è questa l'unica parole che caratterizza quello che una volta era un mondo pacifico governato da Shinigami, ma ormai neanche lui può fare qualcosa. Guerra e distruzione, era questo il mondo in cui Soul, Maka, Black Star, Tsubaki, Kid e le sorelle Thompson erano costretti a vivere, un mondo governato dalla follia che il Kishin aveva diffuso. Ma per i nostri eroi niente era rimasto uguale, soprattutto per una ragazza dai capelli biondi....
Capitolo 4:-I…io.- Sapeva bene che cosa stava guardando, lo sguardo vuoto della follia, il ghigno perenne e la paura negli occhi.
-Non sei Maka.-
Soul…
Capitolo 7:Anche se io per te rimanevo solo Maka, tu non eri più solo Soul per me.
Insomma…sto cercando di dirti che…sono innamorata di te…

Capitolo 9: -Calma amico, Kid avrà qualche brillante idea e risolverà tutto.-
-Era Maka quella dalle idee brillanti.- sussurrò.
-Già.-
Capitolo 11: Qualcosa...Gli diceva che questa melodia era la loro melodia.
Capitolo 24:O trovo una soluzione con Stein o mi toccherà pensare al suicidio.
Capitolo 27: -Senti Maka, mi vuoi sposare?-
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear the empty of insanity'
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Attacco a sorpresa

-Ciao Maka.-
La voce di Stein era penetrate e riuscì a svegliare Maka dalla sua trance, ma non abbastanza da renderla seria agli occhi del maestro.
Un ghigno sorridente fu la sua unica risposta.
-Come stiamo oggi?.- chiese aprendo la porta della cella e facendosi più vicino a lei.
-Come sempre dot-to-re.- disse lei scandendo le ultime parole e iniziando nuovamente a ridere.
-A quanto pare non abbiamo nessun miglioramento.-
La voce rassegnata, la sua speranza diminuì ancora di più, sperava che Maka guarisse lontano dalla follia del Kishin ma forse il suo animo era troppo contagiato, troppo contaminato per guarire così facilmente.
Si avvicinò a lei e le controllò le pupille e il battito, voleva guarirla ma lui sapeva bene più di tutti gli altri che non era facile guarire dalla follia, per guarire c’era bisogno soprattutto della propria volontà.
Ma lei non aveva questa intenzione.
Stein era convinto che lei stesse bene in quel momento, che lei volesse rimanere preda della follia, ci pensò più attentamente guardando Maka negli occhi…forse era un modo per scappare da qualcosa, o da qualcuno.
Ma la mente di Stein non riuscì a individuare quel qualcuno. E arrivò alla sola conclusione che Maka forse non sarebbe più tornata.
Neanche con il passare del tempo.

-Oggi hai delle visite.- si alzò e fece entrare Tsubaki.
L’andatura della ragazza era un po’ esitante, era sempre così quando l’andava a trovare perché in fondo aveva paura.
Paura di qualche sua reazione o del suo comportamento.
Paura di provocarla semplicemente.
Tutti ricordavano bene che quando era stato Stein a essere vittima della follia le sue azioni non erano più dettate dal buon senso ma solo da un istinto rude e primitivo, ma sperava che questo a Maka non potesse succedere.
Anche perché la tenevano legata…
-Ciao Maka.- disse sorridendo, -Come stai oggi?.- Si fece più vicino a lei cercando di essere la Tsubaki di sempre, fregandosene di tutta quella situazione.
Ma lo sguardo perso nel vuoto dell’amica la fece tremare, anche lei era arrivata all’amara conclusione che la sua amica non c’era più.
Che la ragazza di fronte a lei non era più Maka Albarn ma solo un giocattolo del Kishin.
E per questo la temeva. E come lei tutti i suoi amici, ecco perché nessuno andava a trovarla. -Tsubaki forse è meglio che tu vada.-
La voce di Stein stavolta era gentile, voleva consolarla ma dentro di sé si sentiva un fallimento come amica; Maka per lei c’era sempre stata.

Un rumore improvviso, di vetro rotto, fece voltare di scatto il Maestro e la Buki.
-Sono qui.- urlarono all’unisono e la paura che fino a quel momento avevano tenuto sotto controllo esplose dentro i loro cuori.
-Avete paura?!.- chiese Maka avvicinandosi di più a loro, come se volesse farli suoi.
-No, perché il bene trionferà sempre.- sentenziò la ragazza, trovando il coraggio di battere la paura.
-Poveri illusi.- sussurrò con voce tetra prima di sedersi nuovamente nel lettino della sua cella.
Stein la chiuse dentro ed entrambi corsero ai piani superiori, dove il caos e la distruzione si erano già diffusi.
-Black Star!!.- la ragazza lo cercò con gli occhi, il cuore le stava scoppiando, voleva vederlo per accertarsi che fosse vivo, che non l’avesse abbandonata.
-Tsubaki sono qui!.- urlò l’assassino manifestandosi accanto alla sua arma.
E in quel momento tutte le sue paure svanirono, le sue domande trovarono risposta e il suo cuore si placò, non scambiarono nessuna parola ma bastò un semplice cenno del capo per dare a Tsubaki l’impulso di trasformarsi in katana e iniziare a combattere.
Ormai avevano imparato che le parole in certe situazioni erano superflue. Per loro l’importante era essere presente per l’altro.

-Liz, Patty, Eco dell’anima!.-
Kid richiamò a se la forza delle sue armi, lui più di tutti si sentì ferito nell’anima. Le uova di Kishin avevano trovato, nuovamente, Death City e nuovamente la stavano attaccando, il ragazzo lo vedeva come un suo fallimento personale.
Perché la città era anche sotto la sua responsabilità e cose del genere non sarebbero dovute succedere.
-Death Canon.- un lampo di energia partì dalle sue pistole uccidendo una schiera di nemici.
Non ebbe il tempo neanche di respirare che venne attaccato nuovamente. Si fece coraggio, e pensò alle sue armi e ai suoi amici, loro avevano bisogno di lui e lui ci sarebbe stato.
A tutti i costi.
Così caricò le pistole e attaccò.

Negli ultimi combattimenti Soul si era accorto che le uova di Kishin era aumentate, aveva avuto anche la sensazione che fossero più i nemici che loro ma aveva cercato di scacciare quell’idea per non abbattersi.
Nonostante tutto lui doveva combattere da solo. Non poteva liberare Maka per combattere, sia perché lei non era nelle condizioni fisiche e mentali per farlo sia perché liberarla voleva dire mettere a rischio la sua stessa vita e quella di tutti gli altri.
E in un mondo già devastato dalla guerra, aggiungere un’altra minaccia non sarebbe stato d’aiuto.
Così non appena aveva sentito l’attacco si era precipitato fuori ad aiutare i suoi amici, anche se lui come arma solamente poteva fare ben poco, nonostante tutti gli allenamenti che aveva fatto per migliorare non era ancora riuscito ad arrivare a un livello abbastanza decente.
Così cercava di aiutare gli altri nel suo piccolo, anche se la sua mente stava pensando a lei. Maka stava occupando tutti i suoi pensieri; stava pensando a tutti i combattimenti che avevano affrontato assieme, a tutti i nemici che avevano sconfitto e poi con rabbia, arrivò il ricordo della battaglia finale.
Il giorno in cui Maka lo aveva deluso e abbandonato, quel giorno aveva deciso di lasciare tutto. E loro avevano perso.
E in fondo era colpa di Maka se adesso si trovavano in quella situazione. -Attento!.-
Una ragazza parò il colpo che era diretto a lui e che lo avrebbe ucciso… -Mi hai salvato.- disse lui debolmente, ancora incredulo.
-E’ stato un piacere Soul.- e nonostante la situazione lei gli sorrise.
Soul trovò molto affascinante e ammaliante il suo sorriso, ma la vide correre lontano da lui.
-Come ti chiami?.- le urlò prima di perderla di vista.
-Mi chiamo Bea.-
Bea pensò intensamente Soul, quel nome gli era rimasto impresso nella mente e forse anche nel cuore…
Mentre la battaglia si stava consumando tra le strade di Death City una ragazza rinchiusa in una cella, stava provando a tornare.
Stava cercando di trovare se stessa in mezzo a quella follia. Aveva la sensazione di trovarsi sommersa dalle acque, della follia e di non riuscire a tornare a galla, perché ogni volta che stava arrivando alla superficie, qualcosa la buttava giù.
Non riusciva a trovare quello stimolo per tornare a essere se stessa ma la parte ancora razionale di lei, sapeva bene che cosa mancava, sapeva bene chi era quello stimolo.
Era Soul.
Era l’unico che l’avrebbe potuta far tornare, era l’unico capace di vedere dentro l’anima della ragazza e di trovare il buono che era rimasto.
Era la persona che lei amava più di se stessa e che avrebbe difeso anche a costo della sua vita. Questa era la sua unica certezza.
Ma lui come molti altri non erano più tornati da lei.
E pur di vedere ancora il sorriso dell’albino Maka lottava ogni giorno per uscire da quell’acqua, per riuscire a ritrovare se stessa ma puntualmente veniva risucchiata dalla follia e fatta sprofondare in acque oscure e tenebrose.

Spazio autriche ∞ Ciao a tutti !! Scusatemi per il ritardo ma per ora mia nonna sta poco bene e sono un po’ assente…spero solo che il capitolo vi possa piacere!! E voglio ringraziare tutti quelli che leggono la storia e che lasciano una piccola recensione per farmi sapere come va =)
   
 
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