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Autore: Hp_Nameless    23/07/2013    3 recensioni
Salve a tutti voi, popolo di Efp. Vi starete chiedendo: “Perché questa matta mette una frase come titolo di una storia? ” Ebbene, questa è una bellissima frase dei Beatles (che tradotta, per chi non lo sapesse, è: L’amore è vecchio, l’amore è nuovo, l’amore è tutto, l’amore sei tu. Sì, in inglese funziona meglio!) che rispecchia molto la storia, e per questo è stata scelta come titolo. Questa è la storia di Justin Bieber, all’apparenza il solito bulletto, e Jennifer Hall, la sua imprevedibile ragazza.
ATTENZIONE: la storia è un cross-over con Eric Saade, personaggio di spicco verso la metà della storia.
-Amore ma dove mi porti?- chiesi con insistenza a Justin
-Smettila Jen, è una sorpresa- rispose lui continuando a trascinarmi per un braccio. Era il giorno del mio diciassettesimo compleanno e Justin aveva deciso di farmi una sorpresa.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Love is old, Love is new, Love is all, Love is you
Capitolo : Dove ca**o vai?



 

Vaffanculo! Il suono di quelle parole mi rimbombava nella testa come una bambina che si diverte ad urlare sempre la stessa cosa dalla cima di una montagna.
“Ma siete impazziti?”… “Justin, chi ti dice che sia tuo?”… “Quella puttana potrebbe volere incastrarti”
Vaffanculo! Quegli emeriti idioti non mi credevano. Credevano fossi capace di andare col primo che passa.
Vaffanculo a tutti! Vaffanculo a tutto!
“Pff… è per colpa vostra se mamma se n’è andata… siete senza cuore”
Almeno sapevo che fine aveva fatto la loro madre. Dopo l’accaduto non ero proprio in me, e per questo Justin aveva preferito non riaccompagnarmi subito a casa. Mentre sedevamo in macchina, abbracciati, gli avevo chiesto della madre, e lui mia aveva raccontato la sua storia: “Era una bellissima donna, la mamma, almeno per come me la ricordo io. Aveva dei riccioli biondi che le ricadevano leggeri sulle spalle e profondi occhi marroni che al sole s’illuminavano, proprio come i miei… Quel giorno lei e mio pare avevano litigato di nuovo. Lui è stato sempre uno a cui non interessa nulla, gli piacciono solo i soldi; questo lato di lui la mamma lo odiava, così fece le valigie se andò. Non l’ho più vista, anche se dopo un paio di mesi mi arrivò una lettera, in cui diceva che mi amava e che lei mi osservava sempre”
Doveva essere davvero una donna speciale se a Justin brillavano gli occhi mentre ne parlava. Si vedeva che gli mancavo molto.

***

-Come va il pancione?- chiese, anzi urlò, Jason davanti a tutta la scuola. Quel ragazzo era diventato ancora più scontroso del solito!
Tutti si voltarono a guardarmi, compresi Eric, Ashley e Honey, i quali ancora non sapevano nulla. Juls, invece, mi guardò con compassione e poi spiegò la storia agli altri.
Mentre camminavo per i corridoi le persone mi fissavano, come a credere che sarei scoppiata a piangere lì in mezzo. Scrutavano il mio ventre come a non voler farsi capaci che lì dentro ci fosse un bambino, una piccola creatura che, prima o poi, sarebbe venuta fuori.
Nemmeno io riuscivo a farmene capace, ma non per questo mi fissavo di continuo.
Poi, tanto per restare in tema di sciocchezze, mio padre un giorno si presentò a scuola, mi fece uscire dall’aula e avemmo una discussione nel corridoio.
-Com’è che se sei incinta?- chiese con fare arrogante.
-Ehm… vediamo… Una cicogna mi ha detto che tra nove mesi mi porterà un bambino- risposi con fare provocatorio.
-Jennifer, il tuo atteggiamento non mi piace- disse di nuovo lui.
-Papà, come pensi si facciano i bambini?!- risposi più scorbutica che mai. Andiamo, pensava fossi così idiota? Pensava che non avrei mai fatto l’amore? Pensava forse che avrei avuto un amore platonico? Al diavolo…
-Faremo i conti, signorina- disse puntandomi un dito contro.
Oh, come odiavo quando faceva il superiore. Ma cosa credeva? Che lui fosse il migliore? Che tutti gli altri fossero stupidi?
Questo giudice da strapazzo…
Al suono dell’ultima campanella, quella di fine lezione, Justin mi raggiunse velocemente al mio armadietto seguito da Noah e Logan.
-Salve Bionda- dissero i due in coro – Come va?- chiesero poi scrutandomi il ventre.-
-Si, sono incinta! Ora basta, non si vede nulla!- urlai, in preda ad una crisi isterica, attirando l’attenzione di tutta la scuola.
Arrossii dopo essermi resa conto di quello che avevo fatto ed abbassai lo sguardo. Justin si voltò verso i ragazzi e sussurrò a denti stretti: -Grazie!
Poi si voltò verso di me e mi abbracciò. In quello stesso istante sentii uno strano calore invadermi. Il suo maglioncino aderiva perfettamente con la mia felpa mentre le sue gambe coperte dai jeans stretti erano incastrate tra le mie. Sarei rimasta così per ore, peccato che l’amore non può durare in eterno.
-Andiamo in biblioteca- suggerì Justin staccandosi da me.
-Ok, vado a dirlo a Eric- disse allontanandomi.
-Lascia stare- mi precedette Juls permettendomi di tornare tra le braccia del ragazzo che amavo.
La biblioteca era un enorme sala piena di libri, fredda e umida, e sempre silenziosa. La custode era un’anziana donna dai capelli bianchi, con perenni occhiaie sotto gli occhi scuri. Signora Allen, mi pareva si chiamasse.
Io e Justin ci sistemammo in un posticino tranquillo, tra due scaffali stretti accanto alla finestra dalla quale entrava una luce accecante. D’altronde, a ora di pranzo, era piuttosto normale che ci fosse tutta quella luce.
Presi un libro a caso e iniziai a sfogliarlo con disinteresse sotto lo sguardo preoccupato di Justin. Il libro si chiamava Beastly e parlava di un mostro che prende con sé una ragazza, e poi si innamorano l’uno dell’altro. La mia storia era un po’ simile: io a scuola ero sempre stata invisibile, notata di tanto in tanto da qualche bizzarro ragazzo, finché un giorno decisi di difendere un ragazzo del primo anno da una banda di bulletti, Noah, Logan e Justin. Noah e Logan iniziarono a prendermi in giro mentre Justin rimaneva immobile, dietro di loro, a fissarmi. Quando uno dei due provò a spostarmi, gli mollai un ceffone dritto sul viso disegnandoli quattro sottili dita. L’altro mi afferrò per un braccio, e dopo avermi strattonato, prese a massaggiarmi la guancia. Riuscii a liberarmi, ma beccai uno schiaffo che impresse cinque dita sulla mia pelle pallida. Poi intervenne Justin, il capo della gang, a fermarli e si fermò a guardarmi. I suoi occhi spettacolari furono la prima cosa che notai, seguiti dalle Supra e dall’imponente fisico. Io, per tutta risposta, mi voltai stando ben attenta a sbattergli i capelli sul viso, dopodiché me ne andai.
Nel libro la bestia s’innamora per prima, e alla fine s’innamora anche la ragazza.
Nel nostro caso credo ci siamo innamorati insieme quando ci siamo guardati negli occhi, anche se io feci la sfacciata.
Per molto tempo cercò di farmi uscire con lui, ma io non volli mai accettare, finché un giorno, nel quale si presume il cervello avesse lasciato il comando al cuore, accettai. Quel giorno scoprii tutta la sua dolcezza, dolcezza che riservava solo per me.

***

Mi chiedo dove cazzo sia Justin!
Pensavo e ripensavo. Dopo il pomeriggio passato in biblioteca non si era fatto più sentire. Non avevamo più sue notizie, né io, né Logan, né Noah. Tutti eravamo preoccupati e più volte eravamo stati a casa sua, ma Alfred diceva di non saper nulla mentre la governante ci cacciava via.
Quel pomeriggio ero troppo stressata, e perciò decisi di fare una passeggiata a piedi. Faceva caldo, molto caldo per il mese in cui ci trovavamo, così indossai una leggera maglietta grigia, un legging grigio e nero e un cardigan dello stesso colore del legging con le borchie sulle spalle. Infilai il primo paio di scarpe che mi trovai davanti, afferrai la borsa, ed uscii.
[http://www.polyvore.com/just_an_afternoon/set?id=77522918]
Quel cavolo di sole alto nel cielo non riusciva a migliorare il mio umore, sotterrato più in basso della fossa delle Marianne.
Mentre passeggiavo sul ciglio della strada scorsi un enorme auto nera in lontananza. Mi sembrava familiare, e man mano che si avvicinava ne ero sempre più convinta. Quando mi fu vicina mi arrivò un messaggio. Era da parte di Justin e diceva solo “Ti amo”.
Quando alzai lo sguardo avevo gli occhi pieni di lacrime.
L’auto intanto mi era sempre più vicina e riuscii a scorgere un uomo alto, con lo sguardo fisso, severo. Al suo fianco c’era un ragazzo col sorriso. Per un attimo mi parve quasi che iniziasse a ridere guardando il mio viso. Nel sedile posteriore stava un ragazzo, il volto scuro, triste, poggiato sul finestrino. Alzò lo sguardo per un istante e i miei occhi azzurri incontrarono i suoi. Li conoscevo, quegli occhi. Quella volta, per la prima volta, non s’illuminarono al sole, ma s’incupirono ancor di più.
Un fulmine a ciel sereno, letteralmente, si scagliò su di me.
Le lacrime che avevo sugli occhi presero a scendere, delicate, sul mio viso. La pelle pallida si tinse di un lieve rosa. Il contorno occhi si arrossò velocemente facendo risaltare i mie occhi azzurri.
Quell’emerito idiota, dove diavolo voleva andare? Dov’è che voleva scappare?
Presi a correre nella direzione opposta, seguendo l’enorme macchinone nero nel quale Justin stava scappando.
Dove andava? Ma soprattutto perché?
Mi aveva detto che sarebbe rimasto accanto a me, e ora se ne andava? Ma quale razza di persona era… Di chi mi ero innamorata…
Scelgo sempre le persone sbagliate, lo so…

  
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